Campo elettromagnetico

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Onda elettromagnetica, il modo in cui si propaga il campo elettromagnetico nello spazio e nel tempo

In fisica il campo elettromagnetico è il campo che descrive l'interazione elettromagnetica. È costituito dalla combinazione del campo elettrico e del campo magnetico ed è generato localmente da qualunque distribuzione di carica elettrica e corrente elettrica variabili nel tempo, propagandosi nello spazio sotto forma di onde elettromagnetiche.[1]

In elettrodinamica classica è descritto come un campo tensoriale; in elettrodinamica quantistica l'interazione è vista come lo scambio di particelle a massa nulla, i fotoni.

Caratteristiche generali

Il campo elettromagnetico interagisce nello spazio con cariche elettriche e può manifestarsi anche in assenza di esse, trattandosi di un'entità fisica che può essere definita indipendentemente dalle sorgenti che l'hanno generata. In assenza di sorgenti il campo elettromagnetico è detto "radiazione elettromagnetica" o "onda elettromagnetica",[2] essendo un fenomeno ondulatorio che non richiede alcun supporto materiale per diffondersi nello spazio e che nel vuoto viaggia alla velocità della luce. Secondo il modello standard, il quanto della radiazione elettromagnetica è il fotone, mediatore dell'interazione elettromagnetica. Il campo elettrico 𝐄 e il campo magnetico 𝐁 sono solitamente descritti con vettori in uno spazio a tre dimensioni: il campo elettrico è un campo di forze conservativo generato nello spazio dalla presenza di cariche elettriche stazionarie, mentre il campo magnetico è un campo vettoriale non conservativo generato da cariche in moto.

Le equazioni di Maxwell insieme alla forza di Lorentz caratterizzano le proprietà del campo elettromagnetico e della sua interazione con oggetti carichi. Le prime due equazioni di Maxwell sono omogenee e valgono sia nel vuoto che nei mezzi materiali:

×𝐄=𝐁t𝐁=0

Esse rappresentano in forma differenziale, cioè valida localmente, la Legge di Faraday e la Legge di Gauss per il campo magnetico. Le altre due equazioni descrivono il modo con cui il materiale in cui avviene la propagazione interagisce, polarizzandosi, con il campo elettrico e magnetico, che nella materia sono denotati con 𝐃 (noto come campo Induzione elettrica) e 𝐇 (noto come campo magnetizzante). Esse mostrano in forma locale la Legge di Gauss elettrica e la Legge di Ampère-Maxwell:

𝐃=ρ×𝐇=𝐉+𝐃t 

dove la densità di carica ρ e la densità di corrente 𝐉 sono dette sorgenti del campo.

La forza di Lorentz è la forza 𝐅 che il campo elettromagnetico genera su una carica q puntiforme:

𝐅=q(𝐄+𝐯×𝐁)

dove 𝐯 è la velocità della carica.

L'introduzione di un campo, in particolare di un campo di forze, è un modo per descrivere l'interazione reciproca tra cariche, che nel vuoto avviene alla velocità della luce. Nella teoria classica dell'elettromagnetismo tale interazione viene considerata istantanea, dal momento che la velocità della luce è approssimativamente di 300000 chilometri al secondo, mentre nella trattazione relativistica si tiene conto del fatto che tale velocità è finita e la forza tra cariche si manifesta dopo un certo tempo: in tale contesto è corretto affermare che una carica interagisce solamente con il campo e questo interagisce solo successivamente su un'eventuale seconda carica posta nelle vicinanze.[3]

In tale contesto il campo elettromagnetico viene descritto dalla teoria dell'elettrodinamica classica in forma covariante, cioè invariante sotto trasformazione di Lorentz, e rappresentato dal tensore elettromagnetico, un tensore a due indici di cui i vettori campo elettrico e magnetico sono particolari componenti.

Se si considera infine anche il ruolo dello spin delle particelle cariche si entra nell'ambito di competenza dell'elettrodinamica quantistica, dove il campo elettromagnetico viene quantizzato.

Potenziale

Template:Vedi anche L'elettrodinamica studia il campo elettromagnetico, che nel caso più generale è generato da una distribuzione di carica elettrica e corrente elettrica, tenendo conto dei principi della teoria della relatività, che nella teoria classica dell'elettromagnetismo vengono trascurati.

Gli effetti generati dal comportamento dinamico di cariche e correnti furono studiati da Pierre Simon Laplace, Michael Faraday, Heinrich Lenz e molti altri già dagli inizi dell'ottocento, tuttavia uno studio coerente e logicamente completo dei fenomeni elettromagnetici può essere effettuato solamente a partire dalla teoria della relatività. L'elettrodinamica classica utilizza il formalismo dei tensori e dei quadrivettori per scrivere le equazioni di Maxwell in forma covariante per le trasformazioni di Lorentz, introducendo un quadripotenziale che estende i potenziali scalare e vettore del caso stazionario: in questo modo cariche e correnti elettriche vengono descritte dal quadrivettore densità di corrente jμ dove la parte temporale del quadrivettore è data dalla densità di carica, moltiplicata per la velocità della luce c, e la parte spaziale dalla densità di corrente elettrica.

Il quadripotenziale Aμ che descrive il campo elettromagnetico è costituito da una parte spaziale data dal potenziale vettore 𝐀, relativo al campo magnetico, e una parte temporale data dal potenziale scalare ϕ del campo elettrico:

Aμ=(ϕc,𝐀)=(ϕc,Ax,Ay,Az)

A partire dal quadripotenziale si possono definire i campi nel seguente modo:[4]

𝐄=ϕ𝐀t𝐁=×𝐀

Inserendo tali espressioni nelle equazioni di Maxwell, la legge di Faraday e la legge di Gauss magnetica si riducono ad identità, mentre le restanti due equazioni assumono la forma:

2ϕ+t(𝐀)=ρε0
(2𝐀1c22𝐀t2)(𝐀+1c2ϕt)=μ0𝐉

Tali espressioni sono equivalenti alle equazioni di Maxwell.[5]

Teoria di Gauge

Template:Vedi anche All'interno delle equazioni di Maxwell ogni grado di libertà in una data configurazione del campo elettromagnetico ha un proprio effetto misurabile sul moto di eventuali cariche di prova poste nelle vicinanze. Tuttavia, l'espressione dei campi rimane invariata se i potenziali subiscono la seguente trasformazione:

𝐀=𝐀+λϕ=ϕλt

Le espressioni dei potenziali si possono quindi modificare senza conseguenze in tal modo, infatti in seguito alla trasformazione 𝐀𝐀+λ il campo 𝐁 rimane invariato:

𝐁=×(𝐀+λ)=×𝐀

essendo nullo il rotore del gradiente, mentre 𝐄 si modifica in modo tale che:

𝐄=ϕ𝐀tλt=(ϕ+λt)𝐀t

Se si effettua quindi l'ulteriore trasformazione ϕϕλt la derivata di λ nell'argomento del gradiente scompare e si ottiene anche 𝐄.

Una particolare scelta del potenziale scalare o del potenziale vettore è un potenziale di gauge, ed una funzione scalare utilizzata per cambiare il gauge è detta funzione di gauge. Tale arbitrarietà, intrinseca nella definizione, consente ai potenziali di soddisfare un'ulteriore condizione, che determina la scelta del gauge. I gauge più frequentemente utilizzati sono il Gauge di Coulomb ed il Gauge di Lorenz.

Gauge di Coulomb

Il gauge di Coulomb, detto anche gauge trasversale o gauge di radiazione, è scelto in modo tale che:[6]

𝐀=0

In termini di λ deve pertanto soddisfare la relazione:

2λ=𝐀

e le equazioni Maxwell nel gauge di Coulomb sono scritte nel seguente modo:

2ϕ=ρε02𝐀μ0ε02𝐀t2=μ0𝐉+μ0ε0(ϕt)

dove si nota che il potenziale scalare soddisfa l'equazione di Poisson, la cui soluzione è:

ϕ(𝐱,t)=14πε0ρ(𝐱,t)|𝐱𝐱|d3x

mentre la soluzione per il potenziale vettore diventa più difficoltosa, e necessita la scomposizione del vettore densità di corrente in parte trasversale e longitudinale.

Gauge di Lorenz

Template:Vedi anche La condizione imposta nel gauge di Lorenz è detta condizione di Lorenz, e si scrive nel seguente modo:[5]

μAμ=𝐀+1c2ϕt=0

Ovvero, λ deve soddisfare l'equazione:

2λμ0ε02λt2=𝐀μ0ε0ϕt.

La condizione di Lorenz consente di imporre ai potenziali che la soddisfano un ulteriore vincolo, detto trasformazione di Gauge ristretta:

𝐀=𝐀+λϕ=ϕλt2λμ0ε02λt2=0

ed i potenziali che godono di tale invarianza appartengono al Gauge di Lorenz.

La condizione di Lorenz permette inoltre di disaccoppiare le equazioni Maxwell scritte in termini dei potenziali, ottenendo l'equazione d'onda:

2𝐀μ0ε02𝐀t2=𝐀=μ0𝐉
2ϕμ0ε02ϕt2=ϕ=ρε0

dove è l'operatore di d'Alembert. L'equazione generale alla quale obbedisce il quadripotenziale ha la forma:

Aμ=λλAμ=μ0jμ

Tale relazione costituisce un modo per esprimere le equazioni di Maxwell in forma covariante.[7][8] Esplicitando inoltre l'operatore differenziale d'Alembertiano si ha:

2Aμx2+2Aμy2+2Aμz21c22Aμt2=μ0jμ

dove la quadridensità di corrente è

jν=(ρc,𝐉)=(ρc,Jx,Jy,Jz)

Per la linearità dell'equazione, le possibili soluzioni per il quadripotenziale sono la somma delle possibili soluzioni dell'equazione omogenea più una soluzione particolare che non rientra in quelle precedenti, e che dà origine alla forma dei potenziali ritardati.

Descrizione covariante

Template:Vedi anche La descrizione covariante del campo elettromagnetico nel vuoto viene svolta nell'ambito del gauge di Lorenz. La condizione di Lorenz garantisce che tale descrizione abbia la proprietà di essere Lorentz invariante, ovvero invariante rispetto ad una trasformazione di Lorentz, e di rispettare i gradi di libertà forniti dalle trasformazioni di gauge.

Si consideri una carica in moto in un campo elettromagnetico. Dai postulati della relatività ristretta segue che l'azione 𝒮 per la carica è uno scalare di Lorentz, in accordo con il principio variazionale di Hamilton secondo il quale si deve verificare che δ𝒮=0. L'azione è data da:

𝒮=dt=γdτ

dove è la lagrangiana. La quantità γ deve essere quindi invariante. La lagrangiana free per una particella libera ha la forma:[9]

free=mc21u2c2=mc21β2

Tale espressione è motivata dal fatto che la lagrangiana non deve dipendere dalla posizione: l'unica possibile quantità invariante è allora uαuα=c2, dove uα è la quadrivelocità. In questo modo la lagrangiana risulta proporzionale a γ1=1β2, e dalle equazioni di Eulero-Lagrange si verifica che la corrispondente equazione del moto è:[10]

ddt(γm𝐮)=0

In presenza di un campo elettromagnetico la lagrangiana di interazione int per una particella carica e ha la forma:

int=eγcuαAα=eϕ+ec𝐮𝐀

dove si osserva che nel limite non relativistico essa si riduce all'energia potenziale di interazione eϕ tra la carica ed il campo, con ϕ la componente temporale del quadripotenziale Aα: la richiesta di invarianza sotto traslazione conduce inoltre alla scelta del vettore uα da moltiplicare scalarmente con Aα per ottenere una quantità invariante.[11] L'espressione della lagrangiana di interazione è tuttavia motivata anche da osservazioni sperimentali, e si può giustificare imponendo che γint sia una funzione la cui derivata di grado massimo sia la derivata temporale prima delle coordinate, che sia invariante sotto traslazione e che sia lineare rispetto a potenziale e carica.[10]

In presenza di campo l'azione 𝒮 è così definita come l'integrale della lagrangiana totale =free+int nel tempo tra gli istanti iniziale e finale dell'evoluzione del sistema. In notazione relativistica si può sfruttare l'intervallo spaziotemporale (scalare) ds=xixi, dove xi è la posizione, e dal momento che ds=cdτ=cdt/γ, si ha:[12]

𝒮=t1t2dt=ab(mcdsecAidxi)

con Ai il quadripotenziale. Il principio di minima azione stabilisce che il moto di un sistema fisico fra due istanti dello spazio delle configurazioni è tale che l'azione sia stazionaria in corrispondenza della traiettoria del moto per piccole perturbazioni dello stesso, ovvero:[13]

δ𝒮=δ(mcdsecAidxi)=ab(mcdxidδxids+ecAidδxi+ecδAidxi)=0

Se si integra per parti si ottiene:

(mcduiδxi+ecδxidAi+ecδAidxi)(mcui+ecAi)δxi|=0

con ui=dxids la quadrivelocità. Dato che il secondo termine è nullo e che:

δAi=AixkδxkdAi=Aixkdxk

si ha:

(mcduiδxi+ecδxiAixkdxk+ecAixkδxkdxi)=[mcduidsec(AkxiAixk)uk]δxids=0

dove nel secondo passaggio si è sfruttato il fatto che dui=(dui/ds)ds e dxi=duids. Ponendo:

FikAkxiAixk

si ha:

mcduidsecFikuk=0

che è l'equazione del moto per una particella carica in un campo elettromagnetico.[14]

Equazione del moto

Template:Vedi anche Utilizzando il quadrimpulso pα=muα, l'equazione del moto può essere scritta nel seguente modo:

dpαdτ=euβFαβ

dove pα è il quadrimpulso e τ è il tempo proprio della particella. Il tensore Fαβ è il tensore elettromagnetico contravariante e u è la quadrivelocità della particella. L'equazione può anche essere scritta come:[15]

duαdτ=emcFαβuβ

Raggruppando le tre equazioni spaziali si ha, esplicitamente:[16]

d𝐩dτ=eγ(𝐄+𝐮×𝐁)d𝐩dt=e(𝐄+𝐮c×𝐁)γ=(1β2)1

mentre per la componente temporale:

dEdt=e𝐮𝐄

Queste relazioni sono le equazioni del moto per una carica in un campo elettromagnetico.

Tensore elettromagnetico

Template:Vedi anche Il tensore doppio di campo elettromagnetico Fμν è un tensore antisimmetrico del second'ordine covariante, e la sua traccia è nulla:[17]

Fμν=(0Ex/cEy/cEz/cEx/c0BzByEy/cBz0BxEz/cByBx0)

Un diverso modo di rappresentare il campo attraverso un tensore antisimmetrico è fornito dal tensore duale elettromagnetico, dato da:

Gμν=(0BxByBzBx0Ez/cEy/cByEz/c0Ex/cBzEy/cEx/c0)

Il tensore elettromagnetico gode della proprietà:

det(F)=(𝐁𝐄c)2

Attraverso questa notazione si possono sintetizzare a coppie le equazioni di Maxwell. Le due equazioni vettoriali non omogenee si riducono a:

μFμν=4πcjν

mentre le equazioni omogenee sono:

μGμν=0

In modo equivalente:

μFμν=4πcjνγFαβ+αFβγ+βFγα=0

dove la prima espressione è derivante dall'equazione di Eulero-Lagrange e sintesi della legge di Gauss elettrica e legge di Ampère-Maxwell, mentre la seconda è la sintesi della legge di Gauss magnetica e legge di Faraday-Neumann-Lenz.

Sorgenti variabili nel tempo

Template:Vedi anche I potenziali ritardati descrivono i potenziali nel caso in cui distribuzione di carica e corrente presente, sorgente del campo, sia variabile nel tempo. Si tratta delle espressioni dei potenziali utilizzata quando non è possibile utilizzare l'approssimazione secondo cui la propagazione dell'interazione elettromagnetica sia istantanea. Ponendo di trovarsi nel vuoto, nel gauge di Lorenz i potenziali ritardati assumono la forma:[18]

ϕ(𝐱,t)=14πε0ρ(𝐱0,tr)|𝐱𝐱0|d3x0
𝐀(𝐱,t)=14πε0c2𝐉(𝐱0,tr)|𝐱𝐱0|d3x0

dove ρ è la densità di carica, 𝐉 è la densità di corrente, |𝐱𝐱0| la distanza del punto di osservazione del campo dall'elemento di volume dV su cui si effettua l'integrazione e:

tr=t|𝐱𝐱0|c

è il tempo ritardato.

I potenziali ritardati sono la soluzione dell'equazione delle onde per i potenziali:

2ϕ1c22ϕt2=ρε0
2𝐀1c22𝐀t2=μ0𝐉

Una volta determinati i potenziali ϕ e 𝐀 dalla distribuzione delle cariche e delle correnti nello spazio, è possibile esprimere il campo elettrico ed il campo magnetico attraverso le formule:

𝐄=ϕ𝐀t𝐁=×𝐀

Questo consente di scrivere l'equazione delle onde per i campi nel vuoto:

2𝐄1c22𝐄t2=1ε0(ρ1c2𝐉t)
2𝐁1c22𝐁t2=μ0×𝐉

La soluzione al tempo ritardato fornisce l'espressione preliminare per i campi:[19]

𝐄(𝐱,t)=14πε01|𝐱𝐱0|[ρ1c2𝐉t]t=trd3x
𝐁(𝐱,t)=μ04π1|𝐱𝐱0|[×𝐉]t=trd3x

la cui scrittura esplicita è fornita dalle equazioni di Jefimenko:[20]

𝐄(𝐱,t)=14πε0[(ρ(𝐱0,tr)|𝐱𝐱0|3+1|𝐱𝐱0|2cρ(𝐱0,tr)t)(𝐱𝐱0)1|𝐱𝐱0|c2𝐉(𝐱0,tr)t]d3x
𝐁(𝐱,t)=μ04π[𝐉(𝐱0,tr)|𝐱𝐱0|3+1|𝐱𝐱0|2c𝐉(𝐱0,tr)t]×(𝐱𝐱0)d3x

dove 𝐱0 è un punto all'interno della distribuzione di carica e 𝐱 è un punto nello spazio. Le espressioni per i campi nella materia 𝐃 e 𝐇 hanno la stessa forma.[21].

Potenziali di Liénard-Wiechert

Template:Vedi anche I potenziali di Liénard-Wiechert descrivono il campo elettromagnetico generato da una carica in moto a partire dai potenziali del campo. Costruiti direttamente a partire dalle equazioni di Maxwell, i potenziali forniscono una caratterizzazione generale e relativistica del campo variabile nel tempo generato da una carica in moto.

Il potenziale elettromagnetico Aα(x)=(φ,𝐀) generato nel punto x=(x0,𝐱) da una sorgente puntiforme di carica in moto e è dato da:[22]

Aα(x)=eVα(τ=τ0)V[xr(τ=τ0)]x0>r0(τ0)

dove Vα(τ)=γ(c,𝐯s) è la quadrivelocità della carica, rα(τ)=(r0,𝐫s) la sua posizione e τ il tempo proprio. Nell'equazione la velocità e la posizione vengono valutati al tempo τ0, che è definito dalla condizione del cono di luce. Tale condizione implica che:

x0r0(τ0)=|𝐱𝐫s(τ0)|

e pertanto permette di scrivere:

V(xr)=γc(x0r0(τ0))𝐯s(𝐱𝐫s(τ0))=γc|𝐱𝐫s(τ0)|(1β𝐧)

con 𝐧 vettore unitario che ha la direzione di 𝐱𝐫s(τ). Si ottiene in questo modo una forma equivalente, ma non covariante, del potenziale elettrico φ e del potenziale magnetico 𝐀 generati da una sorgente puntiforme di carica in moto:[23]

φ(𝐱,t)=14πε0(e(1𝐧β)|𝐱𝐫s(τ)|)τ=τ0𝐀(𝐱,t)=μ0c4π(eβ(1𝐧β)|𝐱𝐫s(τ)|)τ=τ0=β(τ=τ0)cφ(𝐱,t)

A partire dai potenziali è possibile ricavare le espressioni dei campi utilizzando la loro definizione, ottenendo per il campo elettrico:

𝐄(𝐱,t)=14πε0(q(𝐧β)γ2(1𝐧β)3|𝐱𝐫s(τ)|2+q𝐧×((𝐧β)×β˙)c(1𝐧β)3|𝐱𝐫s(τ)|)τ=τ0

e per il campo magnetico:[24]

𝐁(𝐱,t)=μ04π(qc(β×𝐧)γ2(1𝐧β)3|𝐱𝐫s(τ)|2+q𝐧×(𝐧×((𝐧β)×β˙))(1𝐧β)3|𝐱𝐫s(τ)|)τ=τ0=𝐧(τ=τ0)c×𝐄(𝐱,t)

con:

β(t)=𝐯s(t)c𝐧(t)=𝐫𝐫s(t)|𝐫𝐫s(t)|γ(t)=11|β(t)|2

dove γ è il fattore di Lorentz. il termine 𝐧β nell'espressione del campo elettrico impone che la direzione del primo termine del campo sia lungo la congiungente con la posizione della carica, mentre il secondo termine, dovuto all'accelerazione della carica, è perpendicolare a 𝐧β.

L'espressione dei campi è in questo modo data dalla somma di due contributi: il primo è detto campo di Coulomb generalizzato e decresce come il reciproco del quadrato della distanza dalla carica, il secondo è detto campo di radiazione e decresce come il reciproco della distanza dalla sorgente, e quindi è dominante lontano dalla carica. In entrambi i casi il campo di Coulomb generalizzato è relativo alla velocità della carica, mentre il campo di radiazione è generato dall'accelerazione.

Distribuzione angolare della radiazione emessa da una carica in moto accelerato. Nell'immagine a destra la velocità della particella si avvicina alla velocità della luce, e l'emissione di radiazione è collimata in un cono appuntito il cui asse è diretto come la velocità.

Equazione di Larmor

Template:Vedi anche Se si trascura il campo di Coulomb generalizzato, la componente radiale del vettore di Poynting, risultante dall'espressione di Liénard–Wiechert dei campi, è data da:[25]

[𝐒𝐧^]τ=τ0=q216π2ε0c{1R2|𝐧^×[(𝐧^β)×β˙](1β𝐧^)3|2}

dove il secondo membro, a differenza del primo, non è valutato al tempo ritardato.

La relazione spaziale tra β e β˙ determina la distribuzione di potenza angolare, ed il fattore (1β𝐧) al denominatore mostra la presenza degli effetti relativistici nel passaggio dal sistema di riferimento a riposo della particella al sistema di riferimento dell'osservatore.

L'energia irradiata per angolo solido durante un'accelerazione tra gli istanti t=T1 e t=T2 è data da:

dPdΩ=q216π2ε0c|𝐧^(t)×{[𝐧^(t)β(t)]×β˙(t)}|2[1β(t)𝐧(t)]5

Integrando tale espressione su tutto l'angolo solido si ottiene la generalizzazione relativistica della formula di Larmor:[26]

P=e26πε0cγ6[|β˙|2|β×β˙|]

Nel limite relativistico per velocità prossime alla velocità della luce, in cui γ>>1, la distribuzione angolare può approssimativamente essere scritta come:[27]

dPdΩ2πe2c3γ6|𝐯˙|2(1+γ2θ2)3[14γ2θ2cos2ϕ(1+γ2θ2)2]

dove i fattori (1βcosθ) al denominatore restringono la distribuzione angolare in un fascio di luce conico e sempre più stretto al crescere della velocità, distribuito in un piccolo angolo intorno a θ=0.

Trasformazioni del campo tra sistemi di riferimento inerziali

Template:Vedi anche Si considerino due sistemi di riferimento inerziali che si muovono con velocità relativa 𝐯 costante l'uno rispetto all'altro. Le componenti del campo parallele alla velocità sono denotate con 𝐄 e 𝐁, mentre quelle perpendicolari con 𝐄 e 𝐁. Considerando uno dei due sistemi di riferimento fermo, le variabili primate denotano i campi nell'altro sistema, in moto:[28]

𝐄=𝐄𝐁=𝐁
𝐄=γ(𝐄+𝐯×𝐁)𝐁=γ(𝐁1c2𝐯×𝐄)

dove:

γ=11v2/c2

è il fattore di Lorentz e c la velocità della luce. La trasformazione inversa si ottiene cambiando il segno della velocità.

In modo equivalente, si può scrivere:[29]

𝐄=γ(𝐄+𝐯×𝐁)(γ1)(𝐄𝐯^)𝐯^𝐁=γ(𝐁𝐯×𝐄c2)(γ1)(𝐁𝐯^)𝐯^

dove 𝐯^ è un vettore unitario diretto come la velocità.

Data una particella di carica q che si muove con velocità 𝐮 rispetto al sistema fermo, la forza di Lorentz agente su di essa è:

𝐅=q𝐄+q𝐮×𝐁

mentre nel sistema in moto:

𝐅=q𝐄+q𝐮×𝐁

Se i due sistemi hanno i tre assi rispettivamente paralleli, allora:[30]

ux=ux+v1+(v ux)/c2uy=uy/γ1+(v ux)/c2uz=uz/γ1+(v ux)/c2

Per un moto relativo tra i due sistemi lungo l'asse delle ascisse, si ottiene:

E'x=ExE'y=γ(EyvBz)E'z=γ(Ez+vBy)B'x=BxB'y=γ(By+vc2Ez)B'z=γ(Bzvc2Ey)

In unità CGS:[31]

E'x=ExE'y=γ(EyβBz)E'z=γ(Ez+βBy)B'x=BxB'y=γ(By+βEz)B'z=γ(BzβEy)

dove β =def v/c.

Considerando trasformazioni di Lorentz più generali si può ricorrere al formalismo tensoriale. Detto Fμν il tensore elettromagnetico nel sistema fermo, F'μν quello nel sistema di riferimento in moto e denotando con Λ la generica trasformazione di Lorentz si ha, nella notazione di Einstein:

F'μν=Λ ρμΛ σνFρσ

Questa relazione deriva dal fatto che F è un tensore e dunque trasforma per definizione in questo modo.

Campi nella materia

Nella materia, il campo elettrico 𝐃 ed il campo magnetico 𝐇 sono dati da:

𝐃=ε0𝐄𝐁=μ0𝐇c2=1ε0μ0

e si trasformano in modo analogo ai campi nel vuoto:

𝐃=γ(𝐃+1c2𝐯×𝐇)+(1γ)(𝐃𝐯^)𝐯^𝐇=γ(𝐇𝐯×𝐃)+(1γ)(𝐇𝐯^)𝐯^

Potenziali del campo

Template:Vedi anche Il potenziale vettore 𝐀 relativo al campo magnetico ed il potenziale scalare ψ del campo elettrico si trasformano come segue:[32]

φ=γ(φvA)A=γ(Avφ/c2)A=A

dove Aè la componente parallela alla velocità relativa e A e quella perpendicolare. In forma compatta:

𝐀=𝐀γφc2𝐯+(γ1)(𝐀𝐯^)𝐯^φ=γ(φ𝐀𝐯)

Sorgenti del campo

Per le densità di carica ρ e corrente elettrica 𝐉 si ha:[32]

J=γ(Jvρ)ρ=γ(ρvJ/c2)J=J

e raggruppando le componenti:

𝐉=𝐉γρ𝐯+(γ1)(𝐉𝐯^)𝐯^ρ=γ(ρ𝐉𝐯/c2)

Approssimazione non relativistica

Per velocità molto inferiori alla velocità della luce γ è prossimo ad 1 e pertanto si ha:

𝐄𝐄+𝐯×𝐁𝐁𝐁1c2𝐯×𝐄
𝐣𝐣ρ𝐯ρ(ρ1c2𝐣𝐯)

Si tratta dell'approssimazione utilizzata nel caso non relativistico.

Elettrodinamica quantistica

Template:Vedi anche L'elettrodinamica quantistica è una teoria quantistica del campo elettromagnetico che descrive i fenomeni che coinvolgono particelle elettricamente cariche interagenti per mezzo della forza elettromagnetica, ed ha permesso di ottenere predizioni estremamente accurate di quantità come il momento magnetico anomalo del muone, e lo spostamento di Lamb-Retherford dei livelli energetici dell'idrogeno.

Matematicamente l'elettrodinamica quantistica ha la struttura di una teoria di gauge abeliana con un gruppo di gauge U(1): fisicamente questo significa che le particelle cariche interagiscono fra loro attraverso lo scambio di particelle a massa nulla dette fotoni. Considerando i potenziali come operatori di campo si ottiene la quantizzazione del campo elettromagnetico, e sostituendo 1c2=ε0μ0 nelle equazioni del gauge di Lorenz si ottiene:

2𝐀1c22𝐀t2=μ0𝐉
2φ1c22φt2=ρε0

Se si vuole descrivere l'interazione tra campi elettromagnetici con l'equazione di Dirac, le densità di carica e corrente sono:[33]

𝐉=eψαψρ=eψψ

dove α sono le prime tre matrici di Dirac. Si possono così scrivere le equazioni di Maxwell come:

2𝐀1c22𝐀t2=μ0eψαψ
2φ1c22φt2=1ε0eψψ

Tale formulazione è alla base dell'ettrodinamica quantistica.

Campi elettromagnetici e salute

Template:Vedi anche Template:C L'esposizione umana ai campi elettromagnetici è una problematica relativamente recente (1972) che assume notevole interesse con l'introduzione massiccia dei sistemi di telecomunicazione e dei sistemi di trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica. In realtà anche in assenza di tali sistemi siamo costantemente immersi nei campi elettromagnetici per tutti quei fenomeni naturali riconducibili alla natura elettromagnetica, primo su tutti l'irraggiamento solare. Allo scopo di approfondire il legame tra esposizione a campi elettromagnetici e salute umana, sono stati avviati, a partire dalla seconda metà degli anni novanta dello scorso secolo, sia in Italia che all'estero, studi epidemiologici specifici. Le misure del campo elettromagnetico vengono effettuate con apposite sonde.

Note

  1. Template:Cita web
  2. Template:Cita.
  3. Template:Cita.
  4. Template:Cita.
  5. 5,0 5,1 Template:Cita.
  6. Template:Cita.
  7. Template:Cita libro
  8. Template:Cita libro
  9. Template:Cita.
  10. 10,0 10,1 Template:Cita.
  11. Template:Cita.
  12. Template:Cita.
  13. Template:Cita.
  14. Template:Cita.
  15. Template:Cita.
  16. Template:Cita.
  17. Template:Cita libro
  18. Template:Cita.
  19. Template:Cita.
  20. Template:Cita.
  21. Oleg D. Jefimenko, Solutions of Maxwell's equations for electric and magnetic fields in arbitrary media, American Journal of Physics 60 (10) (1992), 899-902
  22. Template:Cita.
  23. Template:Cita.
  24. Template:Cita.
  25. Template:Cita.
  26. Template:Cita.
  27. Template:Cita.
  28. Template:Cita libro
  29. Template:Cita pubblicazione, Extract of pages 360-361
  30. R.C.Tolman "Relativity Thermodynamics and Cosmology" pp25
  31. Jackson, John D. (1998). Classical Electrodynamics (3rd ed.). Wiley. ISBN 0-471-30932-X
  32. 32,0 32,1 The Cambridge Handbook of Physics Formulas, G. Woan, Cambridge University Press, 2010, ISBN 978-0-521-57507-2.
  33. Template:Cita web

Bibliografia

Voci correlate

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