Carica elettrica

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La bilancia di torsione di Coulomb usata per misurare la forza tra cariche elettriche.

La carica elettrica è la carica fisica responsabile dell'interazione elettromagnetica e sorgente del campo elettromagnetico. La sua unità di misura nel Sistema internazionale è il coulomb (C)[1].

È una grandezza scalare, dotata di segno e quantizzata, ossia (con l'eccezione dei quark) può assumere solo valori multipli di una quantità elementare che corrisponde alla carica del protone, con segno positivo, e a quella dell'elettrone con segno negativo. La carica elementare, indicata con e, inizialmente determinata da Robert Andrews Millikan tra il 1910 e il 1917, è stata fissata esattamente dal sistema internazionale nel 2019[2] in:

e=1,6021766341019 C=1 C6,241509074...1018

La quantizzazione della carica elettrica

Campo elettrico indotto da una carica positiva.
Campo elettrico indotto da una carica negativa.

Se non si considerano i quark, non è stato scoperto alcun oggetto che possiede una carica inferiore a quella dell'elettrone e per tale motivo il suo valore è considerato l'unità di carica elettrica fondamentale, essendo tutte le quantità di carica suoi multipli. Secondo il Modello standard tuttavia, le cariche più piccole sono ±e3 e ±2e3, proprie ad esempio del quark down e del quark up rispettivamente. Anche gli altri quark, di massa maggiore, hanno le stesse cariche.

Anche se i quark trasportano una carica elettrica, a causa dell'elevata intensità della forza nucleare forte che li tiene uniti, osservare un quark libero richiede un'energia estremamente elevata che solo da poco è alla portata degli acceleratori di particelle. Si pensa sia possibile l'esistenza di un plasma di quark e gluoni liberi a circa Template:M, circa 1×1012K; i fisici cercano di ottenerlo facendo collidere tra loro nuclei pesanti, come l'oro, ad energie di circa Template:M per nucleone.

L'elettrone

Template:Vedi anche L'elettrone è una particella subatomica che possiede una massa a riposo di 9,1093826(16)×1031kg, pari a circa 1/1836 di quella del protone. Il momento angolare intrinseco, ovvero lo spin, è un valore semi intero pari ad 1/2 in unità di (dove è la costante di Planck ridotta), che rende l'elettrone un fermione, soggetto quindi al principio di esclusione di Pauli. L'antiparticella dell'elettrone è il positrone, il quale si differenzia solo per la carica elettrica di segno opposto; quando queste due particelle collidono possono essere sia diffuse che annichilate producendo fotoni, più precisamente raggi gamma.

L'idea di una quantità fondamentale di carica elettrica è stata introdotta dal filosofo Richard Laming nel 1838 per spiegare le proprietà chimiche dell'atomo;[3] il termine elettrone è stato successivamente coniato nel 1894 dal fisico irlandese George Johnstone Stoney, ed è stato riconosciuto come una particella da Joseph John Thomson e dal suo gruppo di ricerca.[4][5] Successivamente il figlio George Paget Thomson ha dimostrato la duplice natura corpuscolare e ondulatoria dell'elettrone, che è quindi descritto dalla meccanica quantistica per mezzo del dualismo onda-particella.

Gli elettroni, insieme ai protoni e ai neutroni, sono parti della struttura degli atomi e, sebbene contribuiscano per meno dello 0,06% alla massa totale dell'atomo, sono responsabili delle sue proprietà chimiche; in particolare, la condivisione di elettroni tra due o più atomi è la sorgente del legame chimico covalente.[6]

La maggior parte degli elettroni presenti nell'universo è stata creata durante il Big Bang, sebbene tale particella possa essere generata tramite il decadimento beta degli isotopi radioattivi e in collisioni ad alta energia, mentre può essere annichilita grazie alla collisione con il positrone e assorbita in un processo di nucleosintesi stellare.

In molti fenomeni fisici, in particolare nell'elettromagnetismo e nella fisica dello stato solido, l'elettrone ha un ruolo essenziale: è responsabile della conduzione di corrente elettrica e del calore, il suo moto genera il campo magnetico e la variazione della sua energia è responsabile della produzione di fotoni.

L'avvento dell'elettronica, a partire dalla quale è nata l'informatica, pone l'elettrone alla base dello sviluppo tecnologico del ventesimo secolo. Le sue proprietà vengono inoltre sfruttate in svariate applicazioni, come i tubi a raggi catodici, i microscopi elettronici, la radioterapia e il laser.

L'elettrone appartiene inoltre alla classe delle particelle subatomiche dette leptoni, che si ritiene siano componenti fondamentali della materia (ovvero non possono essere scomposte in particelle più piccole).

Conservazione della carica elettrica

Template:Vedi anche La carica elettrica è una grandezza fisica conservativa, cioè la carica elettrica totale di un sistema fisico isolato rimane costante. Questa è una legge sperimentale fondamentale della natura, in quanto non è mai stata osservata una sua violazione. Un altro assunto è che la conservazione sia locale, ossia valga il teorema di Noether (v. anche legge di conservazione). Essa afferma che la variazione della densità spaziale di carica ρ entro un volume V è dovuta unicamente a quella che attraversa la superficie frontiera del detto volume essendo in movimento. L'equazione di continuità per la carica elettrica è quindi l'equazione differenziale:[7]

𝐉+dρdt=0

dove 𝐉 è la densità di corrente e ρ la densità di carica.

Utilizzando il teorema della divergenza si ottiene la forma integrale:

I=S𝐉d𝐚=tVρdV

dove I è la corrente elettrica.

L'equazione di continuità viene considerata nelle equazioni di Maxwell per correggere la legge di Ampère estendendone la validità al caso non stazionario. Infatti, applicando l'operatore divergenza alla quarta (con appunto la correzione di Maxwell):

×𝐁=μ0𝐉+ε0μ0𝐄t

e sostituendo al suo interno la prima:

𝐄=ρε0

si ottiene l'equazione di continuità.

Notazione relativistica

Template:Vedi anche L'equazione di continuità può essere scritta in maniera molto semplice e compatta utilizzando la notazione relativistica. Si definisce in tale contesto il quadrivettore densità di corrente, la cui componente temporale è la densità di carica e quella spaziale è il vettore densità di corrente:

Jμ=(cρ,𝐉)

In questo modo l'equazione di continuità diventa:[8]

μJμ=0

dove μ è il quadrigradiente, dato da:

μ =(1ct,)

L'equazione di continuità si può scrivere anche come:

Ja;a=0

dove Template:Chiarire denota la derivata covariante.

Unità elettromagnetiche nel Sistema Internazionale

Simbolo Grandezza Unità Nome unità Uguaglianza con altre

unità di elettrodinamica

Unità MKSA
v,c,u Velocità v metro su secondo at=g𝒻=t ms
a,g Accelerazione a metro su secondo quadrato v𝓉=t2=Nkg ms2
p Quantita di moto, Momento, Posizione p chilogrammi per metro su secondo 𝐦 𝓋=𝐌 t=Nt=Ev kgms
F,N Forza N Newton 𝐦 a=Jm=Pv kgms2
E Energia J Joule N=Pt=𝐦v2 kgm2s2
P Potenza elettrica W Watt VA=ΩA2=Et=Js kgm2s3
Q,q Carica elettrica C Coulomb It=NV=JV=AHz As
de Momento elettrico, Dipolo elettrico Cm Coulomb per metro I𝒻=Nm2V=JmV Asm
I Corrente elettrica A Ampere Qt=Cs=WV A
𝐉 Densità di corrente elettrica Am2 Ampere su metro quadro I2=Q𝒻2=𝐇 Am2
ϕ,V Potenziale elettrico, Tensione elettrica V Volt EQ=JC=CF=NmAs kgm2As3
ϕ𝐄 Flusso elettrico Vm Volt per metro JmC=WmA=Nm2As=ϕ𝐁v kgm3As3
𝐄 Campo elettrico Vm Volt su metro NC=𝐁v=𝐁𝓉=NAs kgmAs3
R,Z,X Resistenza elettrica, Impedenza, Reattanza Ω Ohm VA=WA2=NmA2s kgm2A2s3
ρ Resistività elettrica Ωm Ohm per metro VmA=Nm2A2s=ϕ𝐄I kgm3A2s3
C Capacità elettrica, Capacitanza F Farad CV=C2J=A2s2Nm=ε0 A2s4kgm2
𝒮 Elastanza elettrica, Costante di coulomb su metro F1 Farad alla meno uno ϕQ=JC2=NmA2s2=1ε0 kgm2A2s4
ε,ε0,ϵ0 Permittività elettrica, Costante elettrica Fm Farad su metro CV=C2Jm=C2Nm2=A2s2Nm2 A2s4kgm3
χe Suscettività elettrica adimensionale εr1
𝐃 Campo di spostamento elettrico Cm2 Coulomb su metro quadro ε0𝐄+𝐏 Asm2
𝐏 Polarizzazione elettrica Cm2 Coulomb su metro quadro ε0χe𝐄 Asm2
G, Conduttanza elettrica, Ammettenza, Suscettanza S Siemens IV=1R=AV=1Ω A2s3kgm2
σ Conduttività elettrica, Conducibilità elettrica Sm Siemens per metro IVm=A2Wm=1ρ A2s3kgm3
qm,I𝐦,g Carica magnetica Am Ampere per metro I=WV=Qv=Cms Am
md,μm Momento magnetico, Dipolo magnetico Am2 Ampere per metro quadro I2=NmT=JT=Cm2s Am2
𝐁 Densità di flusso magnetico, Induzione magnetica T Tesla 𝐄v=ϕ𝐁2=Wbm2=NAm kgAs2
ϕ𝐁 Flusso del campo magnetico Wb Weber Tm2=Vs=VHz=JA kgm2As2
𝐀 Potenziale magnetico, Potenziale vettore Tm Tesla per metro ϕv=𝐁=Wbm=NA kgmAs2
𝐇 Campo magnetico, Intensità del campo magnetico Asm Ampere-spira su metro I=Q𝒻=𝐉 Am
𝐌 Polarizzazione magnetica, magnetizzazione Am Ampere su metro I=χμ𝐇 Am
L Induttanza elettrica, Coefficiente di autoinduzione H Henry WbA=Ωs=JA2 kgm2A2s2
M Coefficiente di mutua induzione, Permeanza Hs Henry-spire ϕ𝐁I=Ωs=Ωf=JA2 kgm2A2s2
μ0 Permeabilità magnetica, Costante magnetica Hm Henry su metro WbAm=Ωv=NA2 kgmA2s2
χm,χv,χρ Suscettività magnetica adimensionale μr1
Riluttanza H1 Henry alla meno uno AWb=1Ωs=Iϕ𝐁=St A2s2kgm2

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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