Omologia (topologia)

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L'omologia è uno strumento matematico che "misura" la forma di un oggetto. Il risultato di questa misura è un oggetto algebrico, una successione di gruppi. Informalmente, questi gruppi codificano il numero ed il tipo di "buchi" presenti nell'oggetto.

LTemplate:'omologia, assieme all'omotopia, è un concetto fondamentale della topologia algebrica. È una procedura con cui viene assegnata a un certo oggetto matematico (come uno spazio topologico o un gruppo), una successione di gruppi abeliani, che forniscano in qualche maniera informazioni sull'oggetto in considerazione.

In topologia, l'omologia di uno spazio topologico X è un gruppo abeliano

Hi(X)

che informalmente misura il numero di "buchi i-dimensionali" dello spazio X. Un concetto analogo è il gruppo fondamentale.

Descrizione

L'omologia di uno spazio topologico X è una successione di gruppi abeliani, che vengono indicati nel modo seguente:

H0(X),H1(X),H2(X),

Informalmente, il gruppo Hi(X) descrive i "buchi i-dimensionali" di X. Esistono vari modi (essenzialmente equivalenti) di definire l'omologia: si parla quindi a seconda del caso di omologia singolare, omologia simpliciale, etc.

Una circonferenza ha un "buco" 1-dimensionale, quindi ha il primo gruppo di omologia uguale a .
Una sfera ha un buco bidimensionale, quindi ha il secondo gruppo di omologia uguale a .

Un esempio fondamentale è fornito dalla sfera n-dimensionale, indicata in matematica con il simbolo Sn. Tale "sfera" è in realtà una circonferenza in dimensione n=1, ed è l'ordinaria superficie sferica per n=2. Può essere descritta come il luogo dei punti dello spazio euclideo (n+1)-dimensionale n+1 che soddisfa l'equazione seguente:

x02+x12++xn2=1.

L'omologia della sfera Sn è la seguente:

Hi(Sn)={ se i=0 oppure i=n,{0} altrimenti.

I simboli e {0} indicano rispettivamente il gruppo dei numeri interi ed il gruppo banale. L'omologia della sfera Sn è quindi banale per ogni i, tranne che per i valori 0 e n. La non-banalità per i=0 è un fatto generale, valido per ogni spazio topologico. L'informazione per i=n registra invece l'esistenza di un "buco" n-dimensionale.

Un cerchio non ha buchi: tutti i suoi gruppi di omologia sono banali (tranne i=0).

Questo buco n-dimensionale può essere "tappato" aggiungendo alla sfera la sua parte interna (ovvero la porzione di piano o spazio delimitata dalla sfera). La circonferenza diventa così un cerchio, e la superficie sferica diventa una sfera solida, cioè una palla. In matematica, l'oggetto ottenuto tappando la sfera Sn è chiamato disco (o palla): è indicato con il simbolo Dn e può essere definito come il luogo dei punti che soddisfa la disequazione seguente:

x02+x12++xn21.

L'omologia del disco risente del fatto che il buco è stato tappato:

Hi(Dn)={ se i=0,{0} altrimenti.

Tutti i gruppi di omologia (tranne quello con i=0) sono banali: informalmente, il disco non contiene buchi.

Il toro ha una omologia più complessa della sfera. Il gruppo H1 è infatti 2=×.
Questa superficie con 3 buchi ha una omologia ancora più complessa di quella del toro. Il gruppo di omologia H1 è infatti 6. Più in generale, il gruppo H1 di una superficie di questo tipo con k buchi è 2k.

Uno spazio topologico può avere più buchi di dimensioni diverse. Ad esempio il toro T ha tutti e tre i primi gruppi di omologia non banali:

H0(T)=,H1(T)=×,H2(T)=.

L'omologia è quindi usata in prima istanza come strumento per distinguere oggetti topologici.

Definizione

L'omologia di uno spazio topologico X è costruita tramite un procedimento algebrico abbastanza raffinato. Si costruisce a partire da X un complesso di catene C(X). Il complesso di catene è una successione di gruppi abeliani C0,C1,C2, e di omomorfismi n:CnCn1 chiamati operatori di bordo. Tutti questi oggetti possono essere descritti da una catena di simboli nel modo seguente:

n+1CnnCn1n12C11C000

dove 0 indica il gruppo banale. Si richiede inoltre che la composizione di due operatori di bordo consecutivi sia nulla, cioè che per ogni n valga la relazione

nn+1=0.

Ciò è equivalente a chiedere che l'immagine di n+1 sia contenuta nel nucleo di n:

im(n+1)ker(n).

Se immagine e nucleo coincidono per ogni n la sequenza si dice esatta. Generalmente però questo non accade; l'omologia "misura" proprio quanto la successione sia lontana dall'essere esatta.

Poiché ogni gruppo Cn è abeliano, le immagini sono tutte sottogruppi normali ed è quindi possibile definire l'n-esimo gruppo di omologia come il gruppo quoziente

Hn(X)=ker(n)/im(n+1).

Viene spesso usata anche la notazione seguente

Zn=ker(n),
Bn=im(n+1).

Gli elementi in Zn e Bn sono chiamati rispettivamente cicli e bordi. L'omologia è quindi

Hn(X)=Zn(X)/Bn(X).

Il complesso di catene C(X) può essere costruito in vari modi, ma l'omologia che ne risulta è generalmente equivalente. A seconda del metodo scelto per costruire C(X) si parla quindi di omologia simpliciale, singolare, cellulare, etc.

Proprietà

Funtorialità

L'omologia è un funtore dalla categoria degli spazi topologici in quella dei gruppi abeliani. In altre parole, l'omologia (ad ogni livello fissato k) associa ad ogni spazio X un gruppo Hk(X) in modo funtoriale: ogni funzione continua

f:XY

induce un omomorfismo di gruppi

f*:Hk(X)Hk(Y)

che soddisfa alcuni assiomi naturali:

  • se f è l'identità allora f* è l'identità,
  • l'operazione "commuta" con la composizione: (fg)*=f*g*.

Da questi due assiomi discendono ad esempio due fatti non banali:

Anello dei coefficienti

L'omologia dipende, oltre che dal parametro k, anche dalla scelta di un anello A. I gruppi Cn del complesso di catene risultano essere dei moduli su A. Anche i gruppi di omologia Hk sono degli A-moduli e vengono indicati con il simbolo

Hk(X,A).

Nella maggior parte dei casi A è l'anello degli interi oppure un campo. Se A è un campo i gruppi di omologia Hk sono degli spazi vettoriali e la loro dimensione (se finita) è detta numero di Betti:

bk=dimHk(X,A).

Il numero di Betti bk può essere interpretato grossolanamente come il "numero di buchi k-dimensionali" di X.

Se A è l'anello degli interi il gruppo di omologia Hk è un gruppo abeliano che può generalmente contenere elementi di torsione.

Omotopia

L'omologia è invariante per omotopia: deformazioni continue di mappe e spazi lasciano l'omologia immutata. Più precisamente, due mappe

f,g:XY

omotope inducono lo stesso omomorfismo

f*=g*:Hk(X)Hk(Y).

Tra le conseguenze di questo fatto:

Complessi di celle, varietà

Se lo spazio topologico X è descrivibile come un complesso di celle è possibile calcolare l'omologia agevolmente usando l'omologia cellulare. Analogamente, se X è descrivibile come complesso simpliciale può essere usata l'omologia simpliciale.

Se X è un complesso con un numero finito di celle e l'anello di base A è un campo, valgono i fatti seguenti:

  • Lo spazio vettoriale Hk(X) ha dimensione finita bk per ogni k.
  • Se n è la dimensione massima delle celle, allora bi=0 per ogni i>n.

Con queste ipotesi è quindi ben definita la caratteristica di Eulero

χ(X)=b0b1+b2+(1)nbn.

La caratteristica di Eulero è un importante invariante dello spazio topologico X. A differenza dei numeri di Betti, la caratteristica non dipende dal campo A scelto.

Ad esempio, ogni varietà differenziabile compatta di dimensione n è descrivibile come complesso di celle finito.

Gruppo di indice zero

Il gruppo di omologia H0(X) è sempre isomorfo a Ac, dove c è il numero di componenti connesse per archi dello spazio topologico X. In particolare, se X è connesso per archi vale l'isomorfismo seguente:

H0(X)A.

Gruppo di indice uno

Se X è uno spazio connesso per archi, il gruppo di omologia intera di indice 1 è determinato dal gruppo fondamentale π1(X) di X. Si tratta infatti dell'abelianizzato del gruppo fondamentale:

H1(X,)=π1(X)/[π1(X),π1(X)]

ovvero π1(X) quozientato per il suo sottogruppo derivato [π1(X),π1(X)], il più piccolo sottogruppo normale di π1(X) che contiene tutti i commutatori dei suoi elementi. Il quoziente è effettivamente un gruppo abeliano: in generale, i gruppi di omologia sono tutti abeliani, mentre il gruppo fondamentale può non esserlo.

L'analogia con i gruppi di omotopia termina a questo livello: il secondo gruppo di omologia H2 non è determinato dal secondo gruppo di omotopia π2.

Gruppo di indice massimo

Se X è una varietà di dimensione n, tutti i gruppi di omologia di indice superiore a n sono banali. Il gruppo di indice massimo Hn(X) è inoltre determinato da due condizioni topologiche: l'orientabilità e la compattezza di X. Se A è l'anello degli interi o un campo e X è connessa, vale il fatto seguente:

Hn(X)={A se X compatta e orientabile{0} altrimenti 

Per "compatta" si intende "compatta senza bordo" (cioè chiusa).

Esempi

Una varietà compatta (più in generale, un complesso di celle finito) di dimensione n ha tutti i gruppi di omologia di ordine maggiore di n banali. Per conoscere l'omologia di un tale spazio è quindi sufficiente elencarne i gruppi di ordine fino a n. L'omologia è definita su un anello A (generalmente, l'anello degli interi o un campo).

Sfere

Come già accennato, l'omologia della sfera n-dimensionale Sn è la seguente:

H0(Sn)=A, H1(Sn)==Hn1(Sn)={0}, Hn(Sn)=A.

Superfici

Una superficie orientabile Σg compatta di genere g ha i seguenti gruppi di omologia:

H0(Σg)=A, H1(Σg)=2g, H2(Σg)=A.

Spazi proiettivi

Lo spazio proiettivo complesso n è una varietà di dimensione 2n. I suoi gruppi di omologia sono i seguenti.

Hi(n)={Ai pari {0}i dispari 

Brevemente, i gruppi di ordine pari sono isomorfi ad A e quelli di ordine dispari sono banali.

L'omologia dello spazio proiettivo reale è più complicata: questa dipende infatti dall'anello A. Ad esempio, se A è l'anello degli interi si ottengono i gruppi seguenti:

Hi(n)={i=0 oppure i=n dispari,/20<i<n, i dispari,0altrimenti.

I gruppi di indice dispari sono quindi gruppi ciclici di ordine 2, tranne eventualmente l'ultimo. Lo spazio proiettivo reale è orientabile solo per n dispari: solo in questo caso il gruppo di omologia di ordine massimo n è isomorfo a .

Applicazioni

Teorema di Brouwer

Template:Vedi anche

Se f non ha punto fisso, esiste una retrazione F della sfera sul bordo.

Con l'omologia è possibile dimostrare il teorema del punto fisso di Brouwer, che asserisce che ogni funzione continua f:DnDn dal disco n-dimensionale in sé ha un punto fisso. La dimostrazione procede nel modo seguente: se per assurdo non esistesse un punto fisso, i punti x e f(x) sarebbero distinti per ogni x: intersecando la retta passante per questi due punti con il bordo del disco si costruisce una retrazione F:DnSn1 dal disco al suo bordo.

Non esiste però nessuna retrazione dal disco al suo bordo: una tale mappa infatti dovrebbe indurre una mappa suriettiva

F*:Hk(Dn)Hk(Sn1)

in omologia. Questo è impossibile, perché per k=n1 l'omologia del disco è banale e quella della sfera no.

Spazi non omeomorfi

L'omologia è uno strumento utile a distinguere spazi topologici. Ad esempio, la sfera S2n e lo spazio proiettivo complesso n sono due varietà della stessa dimensione 2n. Sono entrambe semplicemente connesse. Se n=1, gli spazi S2 e 1 sono effettivamente omeomorfi. Per n>1 però non lo sono, perché hanno omologie differenti: quella della sfera è sempre banale (tranne per k=0,2n) mentre quella dello spazio proiettivo è non banale per ogni k pari.

Strumenti

Successione di Mayer-Vietoris

Template:Vedi anche

L'omologia della sfera può essere calcolata rappresentando Sn come unione di due aperti A,B e usando la successione esatta.

La successione di Mayer-Vietoris è un importante strumento utile a calcolare l'omologia di uno spazio topologico X a partire da una sua "decomposizione": più precisamente, a partire da un suo ricoprimento in due aperti U,V. Similmente al teorema di Van Kampen per i gruppi fondamentali, la successione mette in relazione i gruppi di omologia degli spazi X, U, V e UV. Le omologie di questi spazi formano una successione esatta lunga:

Hn+1(X)*Hn(UV)(i*,j*)Hn(U)Hn(V)k*l*Hn(X)**Hn1(UV)H0(U)H0(V)k*l*H0(X)0.

Se si conoscono le omologie di U,V,UV e le mappe naturali fra queste è quindi possibile dedurre l'omologia per X.

Formula di Künneth

La formula di Künneth permette di calcolare l'omologia di un prodotto X×Y a partire dalle omologie dei singoli fattori X e Y. Quando l'anello A è un campo, la formula è la seguente:

Hk(X×Y)i+j=kHi(X)Hj(Y).

La formula fa uso del prodotto tensoriale fra spazi vettoriali.

Bibliografia

Voci correlate

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