Struttura fine

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In meccanica quantistica e fisica atomica la struttura fine si riferisce agli effetti sui livelli energetici degli atomi prodotti dalle correzioni all'hamiltoniana. Tali effetti sono le correzioni relativistiche, che nella meccanica quantistica relativistica sono derivate esplicitamente nell'equazione di Dirac, l'introduzione dello spin elettronico, che introduce un quarto grado di libertà interno dell'atomo e la sua interazione con il momento angolare orbitale, e la correzione dovuta al termine di Darwin. Correzioni di ordine superiore, legati all'interazione dell'elettrone con il momento magnetico e il quadrupolo elettrico del nucleo, sono invece note come struttura iperfine.

Introduzione

Template:Vedi anche Un atomo idrogenoide è un atomo con un solo elettrone, come l'atomo di idrogeno. Esso ha un nucleo di massa M e carica +Ze con Z numero atomico ed e carica dell'elettrone, intorno al quale ruota un solo elettrone di massa m e carica e. L'elettrone si muove quindi in un campo coulombiano attrattivo, e il problema si studia come un problema dei due corpi, dove le particelle effettuano un moto in un campo centrale.
L'hamiltoniana del sistema è data da:

H0=22(M+m)cm222μrel2+V(x,y,z)

dove abbiamo usato il pedice cm per il moto del centro di massa e il pedice rel per il moto relativo. Il primo termine dell'hamiltoniano rappresenta l'energia cinetica dell'atomo inteso come moto del centro di massa, il secondo termine invece rappresenta l'energia cinetica della massa ridotta μ=Mm/(M+m) e il terzo termine l'energia potenziale coulombiana cui è soggetta la massa ridotta. La soluzione dell'equazione di Schrödinger si fattorizza in una funzione d'onda del centro di massa, che è descritto come particella libera, e una funzione d'onda della massa ridotta:

ψ(r,θ,φ)=Rn,l(r)Ylm(θ,φ)

dove Ylm(θ,φ) rappresenta la soluzione della parte angolare della funzione d'onda in forma di armoniche sferiche e legato al momento angolare orbitale dell'atomo. La soluzione Rn,l(r) della parte radiale dell'equazione:

[22μ1r2ddrr2ddr+Veff]Rn,l(r)=ERn,l(r)

dove

Veff=l(l+1)22μr214πε0Ze2r

è il potenziale efficace. La soluzione dell'equazione radiale è:

Rn,l(r)=Nn,l(2Zrna)leZrnaLn+l2l+1(2Zrna)

dove

a=4πε02μl2=a0mμ

è il raggio di Bohr modificato rispetto ad a0, modificato perché si sta considerando la massa ridotta e non la massa effettiva dell'elettrone; n è il numero quantico principale, Ln+l2l+1(2Zrna) sono i polinomi di Laguerre ed Nnl è una costante di normalizzazione. Gli autovalori dell'energia sono:

En=12n(Ze24πε0)2μ2=e24πε0aZ2n2=12μc2(Zα)2n2

dove abbiamo esplicitato la costante di struttura fine α.
La funzione d'onda non è completa, in quanto non contiene lo spin, che non influisce sull'hamiltoniana e pertanto può essere trattato separatamente, rendendo possibile la fattorizzazione:

Ψn,l,m,ms(q)=ψn,l,m(r)χ1/2,ms

dove χ1/2,ms è il termine di spin. L'introduzione della dipendenza da q è dovuta al fatto che la funzione d'onda totale dipende, oltre che dalle coordinate spaziali, anche da quelle di spin. Per l'elettrone lo spin è 1/2 mentre la sua proiezione sull'asse z^ è ±1/2, a seconda che sia parallela o antiparallela alla direzione dell'asse z^: quest'ultima introduce un quarto numero quantico, il numero quantico di spin ms.

Correzioni all'equazione di Schrödinger per gli idrogenoidi

Nella trattazione della struttura fine dei livelli energetici, l'operatore hamiltoniano è influenzato dagli effetti relativistici e dallo spin. In particolare per gli idrogenoidi tali correzioni possono essere trattate con metodi approssimati (perturbativi o variazionali), data la relativa facilità di trattazione del comportamento di un singolo elettrone.

Data l'hamiltoniana per l'elettrone (dove ritorniamo alla massa m che volendo si può ricondurre alla massa ridotta con una semplice sostituzione)

H0=𝒑22m+V(r)=𝒑22mZe24πε01r

dove r|𝒓|, introduciamo le correzioni come perturbazioni rispetto ad H0.

H=H0+H1+H2+H3 

dove

H1=𝒑48m3c2

è la correzione relativistica all'energia cinetica,

H2=12m2c21rdVdr𝑳𝑺

è il termine di interazione spin-orbita (o più semplicemente di spin-orbita) detto anche spin-orbitale, che compare nell'hamiltoniana dell'atomo di idrogeno quando si considera l'accoppiamento dello spin dell'elettrone con il momento angolare orbitale causato dal moto dell'elettrone attorno al nucleo, e, infine

H3=28m2c22V(r)=π22m2c2(Ze24πε0)δ(r)

è il termine di Darwin, che prende il nome dal fisico britannico Charles Galton Darwin in cui si è tenuto conto della relazione 21r=4πδ3(𝒓)[1], e che in coordinate sferiche restituisce proprio l'uguaglianza 21r=4πδ(r).
L'operatore hamiltoniano totale è dunque:

H=𝒑22mZe24πε01r𝒑48m3c2+12m2c21rdVdr𝑳𝑺+π22m2c2(Ze24πε0)δ(r)

Se si è in presenza di un campo magnetico 𝐁 esterno, a queste correzioni va aggiunto il termine di interazione magnetica, cioè l'interazione con il momento magnetico di spin Hmagn=μ𝐁.

In generale i termini che riguardano la correzione relativistica dell'hamiltoniana e quello di Darwin sono trascurabili rispetto agli altri. Usando la teoria delle perturbazioni indipendenti dal tempo si può risolvere l'equazione di Schrödinger con approssimazioni di tipo diverso, almeno per quanto riguarda i termini con campo magnetico.

L'immediata conseguenza dell'introduzione dei termini correttivi sull'energia è quella di modificare i livelli energetici degli atomi, in particolare la struttura fine mostrerà come questi termini abbassino i livelli di energia dell'hamiltoniano imperturbato, e allo stesso tempo di rimuovere parzialmente la degenerazione dei livelli energetici dell'atomo di idrogeno senza correzioni. Di seguito si esaminano separatamente i tre contributi usando la teoria perturbativa indipendente dal tempo.

Termine relativistico

Il termine relativistico deriva direttamente dallo sviluppo in serie dell'energia cinetica del sistema fisico nel sistema di riferimento del centro di massa riscritta in forma relativistica (mentre per l'atomo di idrogeno semplice l'energia era stata scritta nella forma classica), ossia

EK=c2p2+m2c4mc2=mc21+p2m2c2mc2=12p2m18p4m3c2+O[(p2m2c2)3]

valido per p2/(m2c2)<1 (condizione soddisfatta per l'elettrone che, essendo una particella con massa, non può uguagliare o superare la velocità della luce) e troncato al secondo ordine. Notiamo che l'energia della particella a riposo Eriposo=mc2 è stata tolta per calcolare la sola energia cinetica, di cui stiamo considerando adesso la forma relativistica. Considerando che nel termine di correzione relativistico H1=p4/(8m3c2) non appare la variabile di spin si hanno le seguenti relazioni di commutazione:

[H1,L]=[H1,Lz]=[H1,Sz]=0 

cioè H1 è diagonale nella base degli operatori L,Lz,S,Sz per cui i numeri quantici l,m,ms sono "buoni" numeri quantici per la funzione d'onda. Calcoliamo lo shift (spostamento) di energia utilizzando la teoria perturbativa: sappiamo che al primo ordine dobbiamo semplicemente calcolare il valore medio di H1 sulla base delle autofunzioni non perturbate ψ0=ψnlm di H0:

ΔE1=ψ0|p48m3c2|ψ0=12mc2ψ0|(p22m)2|ψ0=12mc2ψ0|(H0+Ze2r)(H0+Ze2r)|ψ0

Risolvendo:

ΔE1=12mc2[En2+2EnZe21r+Z2e41r2]

Per quanto riguarda i valori medi nella parentesi si può vedere nell'atomo di Idrogeno che:

ψ0|1r|ψ0=Zaμn2
ψ0|1r2|ψ0=Z2aμ2n3(l+12)

quindi:

ΔE1=12mc2[(mc2Z2α22n2)22Ze2mc2Z2α22n2(Zaμn2)+Z2e4Z2aμ2n3(l+1/2)]

dove α è la costante di struttura fine, aμ è il raggio di Bohr modificato per la massa ridotta. In definitiva:

ΔE1=En(Zαn)2[34nl+1/2]

L'ordine di grandezza della correzione è:

H1H0Z2α2

Termine di spin-orbita

Template:Vedi anche Lo spin dell'elettrone risente del campo magnetico generato dal suo stesso moto orbitale attorno al nucleo atomico, ciò provoca un'interazione tra lo spin ed il momento angolare orbitale che genera un termine di correzione all'hamiltoniana. Dato il potenziale centrale e la sua derivata rispetto alla distanza dall'origine del sistema di riferimento:

V(r)=Ze24πε0redV(r)dr=Ze24πε0r2

l'interazione spin-orbita si manifesta con il termine:

ξ(r)=12m2c21rdV(r)dr=12m2c2Ze24πε0r3

in modo che la correzione sia:

H2=ξ(r)LS

Qui L rappresenta il momento angolare orbitale e S quello di spin. Ora:

[L2,H2]=0

ma:

[LS,Lz]0
[LS,Sz]0

quindi i numeri quantici l,m,ms non sono più buoni numeri quantici. Dobbiamo introdurre il momento angolare totale J=L+S e la sua proiezione lungo l'asse z Jz, in tal caso:

J2=(L+S)2=L2+S2+2LS

dalla quale:

LS=J2L2S22

Siccome gli operatori H0,J2,L2,S2,Jz commutano e i loro autovalori sono n,2j(j+1),2l(l+1),2s(s+1),mj possiamo scegliere la funzione d'onda imperturbata come:

ψnljmj(q)

dove sappiamo che s=1/2 quindi i nuovi numeri quantici j=l±12 per l0 e j=12 per l=0, inoltre mj=j,j+1,,j. Sulla base di questi numeri quantici calcoliamo:

ΔE2=ψnljmj|ξ(r)12[J2L2S2]|ψnljmj

cioè:

ΔE2=22ξ(r)[j(j+1)l(l+1)34]

Vediamo come calcolare il valore medio di ξ(r):

ξ(r)=12m2c2Ze24πε01r3=12m2c2Ze24πε0Z3aμ3n3l(l+12)(l+1)

Come si vede bene il termine di spin-orbita sparisce per L=0. In definitiva per l0:

ΔE2=EnZ2α22nl(l+12)(l+1)l per j=l+12
ΔE2=EnZ2α22nl(l+12)(l+1)(l1) per j=l12

a seconda del valore della proiezione del momento angolare Jz, cioè dello spin.

Termine di Darwin

Il termine di Darwin:

H3=π22m2c2(Ze24πε0)δ(r)

si applica solo quando l=0 e non agisce sulle variabili di spin. Il calcolo perturbativo si deve eseguire sulla funzione ψn00:

ΔE3=π22m2c2Ze24πε0ψn00|δ(r)|ψn00=π22m2c2Ze24πε0|ψn00|2=12mc2Z2α2n2Z2α2n=EnZ2α2n

In definitiva:

ΔE3=EnZ2α2n

Struttura fine

Sommando in definitiva tutti e tre i contributi all'hamiltoniana e contando anche la parte dell'hamiltoniana contenente l'energia cinetica e quella potenziale coulombiana dell'elettrone, si ha:

En,j=En[1+Z2α2n2(n(j+12)34)]

dove al solito l'energia En è quella dell'n-esimo livello dell'atomo di idrogeno privo di perturbazioni. Dunque, da una parte si rimuove la degenerazione su j mentre permane la degenerazione su l associato allo stesso j, facendo vedere la struttura fine dei livelli energetici. Dall'altra in termini energetici |ΔEn,j| aumenta quando Z aumenta e diminuisce quando n o j aumentano, dunque si ha che lo splitting dei livelli energetici corrispondenti a stesso numero quantico n avviene sempre verso il basso a causa della presenza di j nell'espressione dell'energia della struttura fine degli idrogenoidi.

Effetto Zeeman

Template:Vedi anche La presenza di campo magnetico statico interagisce con i momenti magnetici angolari e di spin, infatti:

μ=μ𝐥+μ𝐬=μB(𝐋+2𝐒)

dove il fattore 2 davanti ad 𝐒 è dovuto al fattore giromagnetico dell'elettrone. L'energia di interazione è:

ΔUB=μ𝐁

dove prendiamo 𝐁=B𝐳. Prendiamo l'hamiltoniano idrogenoide trascurando i termini relativistici e di Darwin e scriviamo l'equazione di Schrödinger:

[22m2+V(r)+ξ(r)𝐋𝐒+μB(𝐋+2𝐒)𝐁]ψ(r)=Eψ(r)

dove consideriamo con m la massa dell'elettrone e non la massa ridotta, cioè considerando la massa del nucleo infinita. In questo caso si può risolvere attraverso varie approssimazioni a seconda dell'intensità del campo magnetico.

Campo magnetico ultraforte

Per campi magnetici B>Z4 Tesla si può trascurare il termine di spin-orbita:

[22m2Ze24πε0r+μB(Lz+2Sz)Bz]ψ(r)=Eψ(r)

Le autofunzioni ψn,l,m,ms sono ancora autofunzioni di Lz ed Sz, non essendoci spin-orbita, allora:

EnlmmsEn+μBBz(m+2ms)

Notiamo che il campo magnetico non rimuove la degenerazione in l che non compare nell'espressione dell'energia, ma rimuove la degenerazione in m o ms.

Campi forti

Template:Vedi anche In questo caso per campi non troppo forti lo spin-orbita è ritenuta una perturbazione. Usando

[22m2+V(r)+ξ(r)𝐋𝐒+μB(𝐋+2𝐒)𝐁]ψ(r)=Eψ(r)

e considerando lo spin-orbita come perturbazione al primo ordine si ottiene:

ΔEso=n,l,m,ms|ξ𝐋𝐒|n,l,m,ms

dove

ξ=22m2c21rdV(r)dr

come si è visto sopra riguardo allo spin-orbita. In questo caso:

ΔEso=ξ(r)mms

per cui l'energie totale in questo caso:

E=Enl+μBB(m+2ms)+ξ(r)mms

Da notare che per l=0 risulta ΔEso=0.

Campi deboli

In questo caso il termine in B è piccolo rispetto allo spin-orbita, quindi scriviamo:

H0=22m2+V(r)+ξ(r)𝐋𝐒

mentre consideriamo perturbazione:

H=μB(𝐋+2𝐒)𝐁

Bisogna in questo caso le funzioni d'onda di 𝐋2,𝐒2,𝐉2,Jz. Si deve calcolare:

ΔE=μBBn,l,j,mj|Lz+2Sz|n,l,j,mj=μBBn,l,j,mj|Jz+Sz|n,l,j,mj

Dato che Jz commuta con l'operatore Hamiltoniano, il suo valor medio è calcolato subito, e vale mj. Al contrario, Sz non è diagonale rispetto agli autostati dell'Hamiltoniano, e pertanto il suo calcolo si svolge con il lemma delle proiezioni.

Note

  1. Una dimostrazione matematica di tale uguaglianza può essere trovata in Template:MathWorld

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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