Atomo di idrogeno

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In meccanica quantistica l'atomo di idrogeno è uno dei più semplici sistemi studiabili in 3 dimensioni, poiché possiede un nucleo con un protone e ha un solo elettrone. È il tipico esempio di moto in campo a simmetria centrale, ed il sistema gode di notevoli proprietà di simmetria.

La massa inerziale dell'atomo di idrogeno è minore della somma della massa del protone e dell'elettrone che lo compongono, considerate separatamente, per una differenza pari alla quantità di energia negativa nascosta che deve essere fornita all'atomo per separarli, e vincere l'attrazione elettro-magnetica elettrone-protone che tiene unito l'atomo, contrastando la repulsione fra le loro masse gravitazionali.

Hamiltoniana dell'atomo di idrogeno

Se il nucleo ha massa M e carica +e con Z=1 (che è il numero atomico dell'Idrogeno) ed e è la carica dell'elettrone di massa m e carica e che si muove in un campo coulombiano attrattivo, la sua hamiltoniana è data da:

H=12M(px,n2+py,n2+pz,n2)+12m(px,e2+py,e2+pz,e2)14πε0e2(xnxe)2+(ynye)2+(znze)2

dove si è indicato con il pedice n le coordinate del nucleo e con il pedice e quelle dell'elettrone, con ε0 la costante dielettrica nel vuoto.
L'operatore hamiltoniano è quindi:

=22Mn222me2+V(|𝐫e𝐫n|)

dove 2 è il laplaciano:

2=2x2+2y2+2z2

Secondo la teoria della meccanica quantistica, l'equazione di Schrödinger dipendente dal tempo:

Ψ(𝐫,t)=iΨ(𝐫,t)t

ammette soluzioni del tipo:

Ψ(r,t)=ψ(r)eiEt/

dove l'esponenziale è dato dall'evoluzione temporale della funzione d'onda ψ(r), soluzione dell'equazione di Schrödinger indipendente dal tempo:

ψ(r)=Eψ(r)

Separazione del moto del centro di massa e moto relativo

Template:Vedi anche L'hamiltoniana che descrive il sistema composto da elettrone e protone non è separabile, cioè non può essere scomposta in più problemi unidimensionali, essendo il potenziale dipendente dalla differenza tra le posizioni dei due corpi. Diventa necessario ridurre il problema dei due corpi a due problemi distinti ad un corpo disaccoppiati, uno che descrive il moto libero del centro di massa e l'altro che descrive il moto relativo, il quale è determinato da un potenziale relativo che dipende solo dalla distanza dal baricentro, ed è pertanto un potenziale centrale.

Per fare ciò si introducono le coordinate:

RCM=MR+mereM+me
r=reR

rispettivamente del centro di massa e del moto relativo, in cui R è la coordinata del nucleo ed re dell'elettrone.
Introducendo la massa ridotta:

μ=MmM+m

il nuovo operatore hamiltoniano diventa:

=22(M+m)CM222μ2+V(x,y,z)

Il primo termine dell'hamiltoniana rappresenta l'energia cinetica del centro di massa, che dipende dalla sola coordinata RCM, il secondo termine rappresenta l'energia cinetica della massa ridotta ed il terzo termine l'energia potenziale coulombiana cui è soggetta la massa ridotta. Il secondo ed il terzo termine dipendono solo dalla coordinata r, pertanto si è riuscito a scomporre l'hamiltoniana in un moto di particella libera ed un moto determinato da un potenziale centrale, entrambi facilmente risolvibili.

Usando le coordinate del centro di massa è quindi possibile fattorizzare la soluzione dell'equazione di Schrödinger in una funzione d'onda del centro di massa e una funzione d'onda della massa ridotta:

ψ(rCM,r)=ϕ(xCM,yCM,zCM)ϕ(x,y,z)

Equazione del moto del centro di massa

L'equazione per il moto del centro di massa si ricava dalla relativa equazione di Schrödinger

𝒸𝓂ϕ(rcm)=Ecmϕ(rcm)

con

𝒸𝓂=22(M+m)cm2
La soluzione generale di questa equazione è quella della particella libera:
ϕcm=Aeikrcm+Beikrcm

cioè un'onda piana con energia

Ecm=2k22(M+m)

dove k è il vettore d'onda.

Equazione del moto relativo

Template:Vedi anche L'equazione di Schrödinger del moto relativo dei due corpi è

(2)(22μ2+V(x,y,z))ϕ(x,y,z)=Eϕ(x,y,z)

Poiché il potenziale V è sferico, possiamo utilizzare le coordinate sferiche, il nuovo operatore hamiltoniano diventa:

(3)=22μ[1r2r(r2r)+1r2sinθθ(sinθθ)+1r2sin2θ2φ2]+V(r)

Questa equazione può essere facilmente trattata se si riconsidera il momento angolare orbitale in coordinate sferiche:

(4)2=2[1sinθθ(sinθθ)+1sin2θ2φ2]

Così possiamo riscrivere l'equazione di Schrödinger per la particella singola come:

(5)(22μ[1r2r(r2r)22r2]+V(r))ϕ(r,θ,φ)=Eϕ(r,θ,φ)

La soluzione di questa equazione può essere ulteriormente fattorizzata, separando la parte radiale dalla parte angolare

(6)ϕ(r,θ,φ)=R(r)Θ(θ)Φ(φ)

in cui la parte angolare è rappresentata dalle armoniche sferiche:

Ylm(θ,φ)=Θlm(θ)Φ(φ)

che sono autofunzioni simultanee della proiezione z del momento angolare orbitale lungo l'asse z e di 2, dove i pedici l ed m rappresentano numeri quantici angolare e magnetico.

La soluzione completa è allora:

(7)ϕ(r,θ,φ)=RE,l(r)Ylm(θ,φ)

Equazione radiale

La parte radiale è un'equazione unidimensionale della singola particella di massa ridotta μ che si muove in un potenziale efficace. Per trovare la sua espressione si scrive l'equazione di Schrödinger radiale

(8)(12μ[2r2ddr(r2ddr)l(l+1)2r2]+V(r))RE,l(r)=ERE,l(r)

dove l(l+1)2 sono gli autovalori del momento angolare orbitale . Si vede che RE,l dipende anche da l ma non da m, infatti non compare l'operatore z.

L'equazione radiale (8) si può quindi riscrivere

(9)(22μ[1rddr(rddr)+1rddr]+Veff)RE,l(r)=ERE,l(r)

dove con

Veff=l(l+1)22μr214πε0e2r

si indica il potenziale efficace; il primo termine è il potenziale centrifugo. Introducendo le variabili adimensionali:

λ=12μE2

e

ρ=2rλ

allora l'equazione radiale (9) si riscrive più semplicemente:

(10)d2RE,ldρ2+2ρdRE,ldρ+[l(l+1)ρ2+λρ14]RE,l(ρ)=0

Per risolvere questa equazione vediamo il comportamento asintotico.

Per ρ0 abbiamo:

(11)d2Rdρ2+2ρdRdρl(l+1)ρ2R=0

e cerchiamo le soluzioni della forma:

(12)R(ρ)=Cρs

che sostituite nella (11) danno l'equazione:

(13)s(s1)+2sl(l+1)=0 

cioè una soluzione:

s1=(l+1) 

che non è accettabile perché conduce ad una autofunzione divergente nell'origine, e una soluzione

s2=l 

quindi:

(14)R(ρ)ρlρ0

Per ρ abbiamo che la (10) diventa:

(15)d2Rdρ214R=0

con soluzione immediata:

(16)R(ρ)=e±ρ/2

di cui solo la soluzione con il segno negativo è accettabile perché l'altra soluzione diverge invece di andare a zero. Quindi unendo la (14) e la (15) per la soluzione asintotica abbiamo:

(17)R(ρ)=ρleρ/2ω(ρ)

dove ω(ρ) è una funzione da determinare che vada a infinito non più rapidamente di una potenza di ρ e deve essere finita nell'origine.

Per cercare la funzione ω(ρ) sostituiamo nella (10) la (17) ed eseguiamo le derivate:

dRdρ=ρl1eρ/2[lω12ρω+ρω]
d2Rdρ2=ρl2eρ/2[ρ2ω+(2lρ)ρω+(l(l1)lρ+14ρ2)ω]

e otteniamo l'equazione per ω(ρ):

(18)ρω+(2l+2ρ)ω+(λl1)ω=0 

Cerchiamo una soluzione per serie cioè poniamo:

(19)ω(ρ)=k=0akρk

e sostituiamo nella (18) per determinare i coefficienti ak:

k=0[ak+1k(k+1)+(2l+2)(k+1)ak+1kak+(λl1)ak]ρk=0

e questa equazione è soddisfatta solo se:

ak+1=kλ+l+1(k+1)(k+2l+2)ak

Il comportamento asintotico all'infinito di questa equazione ricorsiva è:

ak+1ak1k

per cui possiamo scrivere:

ak+1a0k!

e così finalmente la soluzione per ω(ρ):

(20)ω(ρ)=k=0akρka0k=0ρkk!a0eρ

La condizione trovata non soddisfa però la condizione all'infinito perché la (20) non risulta normalizzabile. A meno che (λkl1) non sia un numero intero positivo o nullo, in tal caso infatti la serie si interrompe quando e ω(ρ) diventa un polinomio di grado (λl1). Cioè abbiamo la condizione:

λ=nl+1
Spettro energetico

Il simbolo n della precedente equazione è un numero intero non negativo che classifica i livelli energetici: esso rappresenta il numero quantico principale. Ricordando la definizione di λ vediamo che le energie vengono classificate per ogni n=1,2,:

(21)En=μe42(4πε0)22n2=Eha2μme1n2

dove Eha è l'energia di Hartree. Lo spettro dell'atomo di idrogeno è quindi discreto, e il livello fondamentale è:

E1=Eha2=13.6eV

I livelli successivi si avvicinano all'aumentare di n. Inoltre si vede che il numero quantico l è sottoposto alla condizione:

l=0,1,,n1

Si vede che inoltre i livelli di energia sono caratterizzati solo dal numero quantico n e quindi vi è una degenerazione sia sui valori di l che di m. La degenerazione in l si chiama degenerazione accidentale ed è caratteristica solo del campo coulombiano (Vettore di Lenz). La degenerazione rispetto al numero quantico m è invece una degenerazione essenziale, dovuta alla simmetria centrale, per la quale tutte le direzioni sono uguali dal punto di vista energetico. Si hanno così n2 stati degeneri. Infine, introducendo la componente funzionale di spin ed applicando il principio di esclusione di Pauli, gli stati degeneri diventano 2n2

Soluzione radiale

Template:Vedi anche La soluzione radiale può essere rappresentata mediante i polinomi di Laguerre che rappresentano i polinomi ottenuti interrompendo la serie per ω(ρ):

(18)ρω+(2l+2ρ)ω+(nl1)ω=0 

ha soluzione:

ω(ρ)=Lnl12l+1(ρ)

quindi la soluzione radiale per l'atomo di idrogeno:

RE,l(r)=Rnl(r)=ρleρ/2ω(ρ)=Nn,lρleρ/2Lnl12l+1(ρ)

dove

ρ=2μre24πε02n=2rnaB ed aB=4πε02/(μe2)

è il raggio di Bohr modificato rispetto ad

aB0=4πε02/(mee2)

in cui si sta considerando la massa ridotta μ e non la massa effettiva dell'elettrone me ed Nnl è una costante di normalizzazione. Quest'ultima si trova tramite la condizione di normalizzazione:

0r2|Rn,l(r)|2dr=1

In definitiva:

Rnl(r)=aB3/22n2(nl1)!(n+l)!(2rnaB)ler/naBLnl12l+1(2rnaB)

Le prime soluzioni radiali dell'atomo di idrogeno sono:

R10(r)=2aB3/2er/aB
R20(r)=122aB3/2(2raB)er/2aB
R21(r)=126aB3/2raBer/2aB
R30(r)=2(3aB)3/2[12r3aB+2r227aB2]er/3aB
R31(r)=429(3aB)3/2[raBr26aB2]er/3aB
R32(r)=22275(3aB)3/2(raB)2er/3aB

Soluzione completa

La soluzione completa della funzione d'onda dell'atomo di idrogeno è:

ψn,l,m=Rnl(r)Ylm(θ,φ)

dove Rn,l(r) sono le funzioni radiali e Ylm(θ,φ) sono le armoniche sferiche. Poiché abbiamo visto che il numero quantico principale può prendere n=1,2,,, il numero quantico azimutale l=0,1,,n1 ed il numero quantico magnetico m=l,l+1,,l e questi tre numeri quantici definiscono completamente la funzione d'onda, in accordo con l'interpretazione probabilistica della funzione d'onda l'integrale:

r2|Rnl(r)|2=P(r) 

fornisce la probabilità che l'elettrone si trovi nella posizione r dal centro di massa. Ma vi è anche:

sin(θ)|Ylm(θ,φ)|2=P(θ,φ)

che è la probabilità che l'elettrone si trovi in un certo punto dello spazio identificato dagli angoli θ e φ. Graficando P(r) si possono facilmente vedere quali siano i raggi tipici delle orbite dell'elettrone intorno al nucleo (in realtà dovremmo dire più probabili) e in effetti possiamo calcolare:

rk=0drr2+k|Rnl|2

dalla quale:

r=aB2(3n2l(l+1))

dalla quale vediamo ancora una volta la dipendenza quadratica dal numero n, e la dipendenza dal numero l che non è prevista dal calcolo di Bohr per le orbite r=n2aB.

Correzioni all'equazione di Schrödinger

Template:Vedi anche

A causa di effetti dovuti alla relatività ristretta ed allo spin dell'elettrone si introducono delle correzioni all'hamiltoniana per l'elettrone:

H0=p22mZe24πε0r

Le correzioni sono delle perturbazioni rispetto ad H0

H=H0+H1+H2+H3 

dove

  • H1=p48m3c2 è la correzione relativistica all'energia cinetica,
  • H3=π22m2c2(Ze24πε0)δ(r) è il termine di Darwin.

Effetto Zeeman

Template:Vedi anche A queste correzioni va aggiunto il termine di interazione magnetica cioè l'interazione con il momento magnetico di spin, in definitiva:

H=𝐩22mZe24πε0r+H1+H2+H3μ𝐁

In generale però i termini che riguardano la correzione relativistica dell'hamiltoniano e quello di Darwin sono piccoli rispetto agli altri. Usando la teoria delle perturbazioni indipendenti dal tempo si può risolvere l'equazione di Schrödinger con approssimazioni di tipo diverso almeno per quanto riguarda i termini con campo magnetico. Innanzitutto vediamo come sono trattabili le prime tre correzioni all'hamiltoniano.

Bibliografia

Voci correlate

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