Calcolo di Bohr

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Template:F Il calcolo di Bohr è un primo tentativo di descrivere le perdite di energia di particelle cariche per ionizzazione. Può essere considerato valido per particelle di massa Mme (me massa dell'elettrone), carica Ze e velocità non relativistica v.

Derivazione della formula

Ipotesi di partenza

Per il calcolo si studia l'urto tra la particella e un elettrone del mezzo. L'elettrone si suppone in quiete rispetto alla particella e si valuta la sua variazione di energia dopo l'urto (

ΔE(b)

) in funzione del parametro di impatto

b

. Si considera perciò il problema a simmetria cilindrica.

Calcolo

Si considera l'urto dal punto di vista dell'impulso J, essendo il campo elettrico:

J=Fdt=edt=edt=evdx

Consideriamo solo la componente trasversale poiché quella longitudinale , si annulla per simmetria.

Dal teorema del flusso su una superficie di raggio b ho:

ndS=2πbdx=Qε0dx=Ze2πε0b

per cui

J=Ze22πε0b1v=Ze24πε0b22bv=fetu.

Equivalente dunque all'impulso di una forza

fe=Ze24πε0b2

che agisce per un tempo tu=2bv detto tempo d'urto.

La perdita di energia per l'impatto con l'elettrone è

ΔE(b)=J22me=(Ze24πε0b)22mev2

Considero però che la particella sta attraversando un mezzo materiale e sia Ne la densità di elettroni in esso. La perdita infinitesima di energia si può valutare come:

dE(b)=ΔE(b)NedV=4πmec2z2re2β2bNedbdx

quindi:

dE(b)dx=4πNere2mec2z2β2dbb

A questo punto basta integrare sui possibili valori del parametro di impatto per calcolare la perdita di energia media per ionizzazione di un mezzo materiale. Il problema è che imporre limiti di integrazione b0 e b+ non ha senso perché per b0 l'espressione diverge, mentre per b+ si perde il carattere impulsivo dell'urto, che è alla base del calcolo. Bisogna perciò introdurre due validi limiti di integrazione bmin e bmax.

Stima dei limiti di integrazione

Il limite di integrazione inferiore si può stimare considerando che la massima energia viene trasferita in un urto centrale e che questa è pari a

ΔE=12me(2v)22meγ2v2

dove si è considerato il limite relativistico: vγv;γ=11β2;β=vc.

Allora

ΔE(bmin)=2Z2e4mebmin2v2=2meγ2v2bmin=Ze2meγv2

Per stimare bmax considero che gli elettroni sono legati agli atomi e posso semplicisticamente considerarli in rotazione con frequenza ν intorno al nucleo. Perché ci sia perdita di energia devo supporre che durante tutto il passaggio della particella l'elettrone si muova in una regione molto limitata della sua orbita, in modo che il nucleo non ne schermi mai l'interazione con la nostra particella. Perciò impongo che il tempo d'urto tu sia

tuτ=1ν

essendo tubv; per gli effetti relativistici ho

tubγν1νbmaxγvν

dove ho utilizzato la frequenza media per considerare tutti gli elettroni atomici.

Si potrebbe obiettare che per t>1/ν l'energia trasferita non sia trascurabile, perciò studio il problema con maggior dettaglio: detto x l'asse di moto della particella e y l'asse con cui valuto la distanza dell'elettrone dall'asse x, posso considerare il moto dell'elettrone descritto da y=b+dsin(νt) per cui

vy=dydt=νdcos(νt)

Se considero che bd e che θ è l'angolo con cui l'elettrone vede la particella ho:

ΔE=Fydy=Ze2y2+v2t2cos(θ)2vydt=Ze2νdcos(θ)cos(νt)y2+v2t2dt,Fy=Ze2y2+v2t2cos(θ)2

Calcolo l'integrale: sia μ=νt e a2=ν2y2v2. L'integrale diviene:

cos(νt)y2+v2t2dt=νv2+cos(μ)a2+μ2=νv2πeμa

per cui, siccome cosθ1,

ΔE<πZe2νdyveνt

Se faccio il limite per νt1 ottengo ΔE0, per cui va bene considerare i contributi per i soli tbv1ν

Formula di Bohr

La formula di Bohr per il calcolo della perdita di energia nella materia da parte di una particella carica di massa Mme è allora:

dEdx=4πZ2e4Nemev2lnmeγv3νZe2

Questa formula funziona bene per particelle massive come le particella α e nuclei pesanti, mentre non descrive bene le interazioni di protoni a causa degli effetti quantistici. Per una stima più precisa della perdita di energia per ionizzazione di un mezzo da parte di una particella carica bisogna ricorrere alla formula di Bethe.

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