Funzione armonica: differenze tra le versioni

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In analisi matematica, una funzione armonica è una funzione differenziabile fino al secondo ordine f che soddisfa l'equazione di Laplace:[1]

2f(x)=0,xU,

ossia l'insieme delle funzioni armoniche costituisce il nucleo dell'operatore di Laplace. Nell'ambito della teoria del potenziale le funzioni armoniche sono spesso dette funzioni potenziale, o potenziali, e sono utilizzate in fisica e ingegneria, ad esempio, per ricondurre lo studio di un campo vettoriale in tre dimensioni al caso di un campo scalare in una dimensione. In tale contesto, una funzione armonica scalare viene detta potenziale scalare, mentre una funzione armonica vettoriale è chiamata potenziale vettore.

Le funzioni armoniche rivestono particolare importanza in analisi complessa, in quanto se una funzione armonica definita in un certo spazio viene trasformata con una mappa conforme in un altro spazio, allora tale trasformazione è armonica. Per tale ragione, ogni funzione definita con un potenziale può subire una trasformazione conforme, e rimane ancora vincolata a un potenziale.

Definizione

Una funzione f:U definita su un dominio Un si dice armonica se è di classe C2 e soddisfa l'equazione di Laplace:[1]

2f(x)=i=1n2f(x)xi2=0.

Per la linearità dell'operatore di Laplace, la somma di due funzioni armoniche e il prodotto di esse per uno scalare restituiscono un'altra funzione armonica.

Ad esempio, la funzione f(x,y)=ekxsin(ky), definita su un qualsiasi aperto di 2, è armonica. Infatti:

f(x,y)x=kekxsin(ky)2f(x,y)x2=k2sin(ky)ekx,
f(x,y)y=kekxcos(ky)2f(x,y)y2=k2sin(ky)ekx,

e la somma delle derivate parziali seconde è sempre nulla.

Proprietà del valor medio

Ogni funzione armonica soddisfa la proprietà del valor medio. Si fissi un dominio Ue sia fC2(U) una funzione armonica. Si indichi ωn il volume della sfera unitaria in n. Allora per ogni sfera chiusa di raggio R e centro y, contenuta in U, denotata con B=BR(y), vale la seguente uguaglianza:

f(y)=1nωnRn1Bf(x)dx.

Inoltre, vale anche:

f(y)=1ωnRnBf(x)dx.

Dimostrazione

Si fissi ρ(0,R). Applicando il teorema della divergenza al campo vettoriale f si ottiene:

Bρf(x)νds=Bρf(x)dx=0.

Passando dalle coordinate cartesiane (x,y) a quelle polari (r,ω), con:

r=|xy|,ω=xyr,

si ha f(x)=f(y+rω), e si verifica:

Bρf(x)ds=Bρf(y+rω)ds.

Calcolando l'integrale della derivata normale di f e riscalando rispetto a ω si ottiene:

Bρf(y+rω)νds=ρn1|ω|=1f(y+rω)rdω,

ed è possibile scambiare derivata e integrale:

ρn1|ω|=1f(y+rω)rdω=ρn1ρ|ω|=1f(y+rω)dω.

Considerando l'integrale di superficie:

ρn1ρ|ω|=1f(y+rω)dω=ρn1ρ(ρ1nBρu(x)ds),

se ne deduce che per ogni ρ si ha:

ρ1nBρf(x)ds=R1nBRf(x)ds,

e passando al limite per ρ0 si ottiene la prima uguaglianza. La seconda si ottiene integrando rispetto a ρ.

Principio del massimo

Template:Vedi anche Il principio del massimo afferma che massimi e minimi stretti di una funzione armonica, se esistenti, vengono assunti al bordo. Più precisamente, si consideri f:U una funzione armonica, dove U è un dominio aperto e connesso di n. Si supponga che esista x0 in U tale che f(x)f(x0) per ogni xU. Allora f è costante.

La dimostrazione usa la proprietà del valor medio. Sia M:=supf e si consideri l'insieme UM:=f1(M). Per ipotesi, esso è non vuoto; inoltre, per la continuità di f, è chiuso (nella topologia indotta) in quanto controimmagine di un insieme chiuso. Considerando la funzione fM, essa è negativa e armonica: si scelga una palla BR(x0)U di raggio R e si applichi la proprietà del valor medio a fM. Si ottiene:

0=f(x0)M=1ωnRnBR(x0)(f(x)M)dx.

Dato che l'integrando è non positivo, l'uguaglianza è soddisfatta se e solo se f(x)=M nella palla BR(x0). Quindi BR(x0)UM e UM è aperto in U in quanto UMx0UMBR(x0)UM (ovvero UM=x0UMBR(x0), unione di insiemi aperti). UM è quindi contemporaneamente aperto e chiuso in U, ma, poiché U è connesso, U e sono i soli sottoinsiemi aperti e chiusi. Ne consegue UM=U.

Armonicità delle funzioni complesse analitiche

Nel caso di funzioni di variabile complessa, il concetto di funzione armonica entra come particolare teorema soddisfatto dalle funzioni analitiche. Sia infatti:

f(x+iy)=ω(z)=u(x,y)+iv(x,y)

una funzione analitica. Allora sia la u(x,y) sia la v(x,y) sono funzioni armoniche delle due variabili x e y:

{2u(x,y)x2+2u(x,y)y2=02v(x,y)x2+2v(x,y)y2=0.

Infatti, è sufficiente calcolare le derivate seconde delle equazioni di Cauchy-Riemann e confrontarle, ricordando che:

ux=vy,uy=vx,

si ha:

{uxx=vyxuxy=vyyuyx=vxxuyy=vxy.

Sommando la prima e l'ultima e la seconda e la terza e utilizzando il teorema di Schwarz sull'invertibilità delle derivate parziali:

{uxx+uyy=0vxx+vyy=0.

Si ha così che date due funzioni u e v armoniche in un aperto D che soddisfano le condizioni di Cauchy-Riemann allora v è detta armonica coniugata di u, ma non è vero il contrario. Una conseguenza di questo teorema è che una funzione è analitica in un aperto D del piano complesso se e solo se v è l'armonica coniugata di u. Ciò significa che una funzione analitica può essere costruita a partire dall'assegnazione della sua parte reale u(x,y) e ricavando la sua parte immaginaria a meno di una costante.

Per un esempio di come calcolare l'armonica coniugata di una funzione u(x,y) si consideri la funzione u(x,y)=y33x2y. Questa funzione è armonica poiché:

uxx+uyy=6y+6y=0.

Volendo trovare l'armonica coniugata v(x,y), utilizzando le condizioni di Cauchy-Riemann ux=vy si ha:

ux=6xy=vy.

Si può integrare vy mantenendo fissata la variabile x (considerandola come una costante):

v(x,y)=6xydy=3xy2+ϕ(x),

dove ϕ(x) è una funzione arbitraria dipendente da x. Per utilizzare la condizione di Cauchy-Riemann uy=vx si deriva v(x,y) ottenuta per integrazione rispetto a x:

vx=3y2+ϕ'(x),

e si calcola la derivata uy dalla funzione di partenza:

uy=3y23x2.

Uguagliando si ricava il valore di ϕ(x):

3y23x2=3y2ϕ'(x)ϕ'(x)=3x2,

dalla quale per integrazione:

ϕ(x)=x3+C,

dove C è la costante di integrazione. Si ha dunque:

v(x,y)=3xy2+x3+C,

cioè si è ricavata l'armonica coniugata di u(x,y) a meno di una costante C.In tal modo la funzione:

f(z)=u(x,y)+iv(x,y)=(y33x2y)+i(x33xy2+C)

è una funzione analitica uguale a f(z)=i(z3+C).

Note

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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