Derivazione complessa

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In matematica la definizione di derivata trova l'ambientazione più naturale nel campo complesso,[1] dove l'operazione di derivazione viene detta derivazione complessa.

La derivata di una funzione di variabile complessa è definita grazie all'esistenza di una struttura di campo topologico sui numeri complessi. I risultati che si possono ottenere con la definizione di derivata nel campo sono più interessanti rispetto al caso di (dove si ha la definizione più semplice di derivazione): si vedano ad esempio la formula integrale di Cauchy e il teorema di Liouville.

Definizione

Detto U un sottoinsieme aperto del piano complesso , una funzione complessa f:U è derivabile in senso complesso in un punto z0U se esiste il limite:[2]

f(z0)=limzz0f(z)f(z0)zz0

Tale limite va inteso in relazione alla topologia del piano. In altre parole, per ogni successione di numeri complessi che convergono a z0 il rapporto incrementale deve tendere allo stesso numero, indicato con f(z0). Se f è derivabile in senso complesso in ogni punto z0U essa è una funzione olomorfa su U.

Chiamando Δf=f(z+Δz)f(z) l'incremento della funzione f corrispondente all'incremento della variabile indipendente Δz si ha:

f(z0)=limΔz0ΔfΔz=dfdz

Vale il teorema secondo cui l'esistenza della derivata di una funzione in un punto implica la continuità della funzione in quel punto, ma non è vero il contrario.

Differenziabilità

Template:Vedi anche Una funzione f(z) è differenziabile in z0 se è derivabile e:

limΔz0f(z0+Δz)f(z0)f(z0)ΔzΔz=0

La relazione tra la differenziabilità di funzioni reali e funzioni complesse è data dal fatto che se una funzione complessa:

f(z)f(x+iy)=u(x,y)+iv(x,y)

è olomorfa allora u e v possiedono derivata parziale prima rispetto a x e y e soddisfano le equazioni di Cauchy-Riemann:[3]

ux=vyuy=vx

In modo equivalente, la derivata di Wirtinger f/z di f rispetto al complesso coniugato z di z è nulla.

Regole di derivazione

Template:Vedi anche Sfruttando la definizione si dimostra che valgono tutte le regole di derivazione che caratterizzano la derivata di funzioni reali. Innanzitutto:

dcdz=0dzdz=1dzndz=nzn1

Inoltre, la derivata complessa è lineare:

d(cf(z))dz=cf(z)d(f(z)+g(z))dz=f(z)+g(z)

e valgono la regola del prodotto:

d(f(z)g(z))dz=f(z)g(z)+f(z)g(z)

e del rapporto:

ddz(f(z)g(z))=f(z)g(z)f(z)g(z)(g(z))2

Se inoltre h(z)=g(f(z)), si ha la regola della catena:

h(z0)=g(f(z0))f(z0)

Condizioni di Cauchy-Riemann

Template:Vedi anche Le funzioni olomorfe definite su un aperto sono funzioni analitiche o regolari. Si tratta quindi di funzioni complesse definite in un insieme aperto A per le quali esiste la derivata, continua, in ogni punto di questo insieme e le derivate parziali soddisfano le equazioni di Cauchy-Riemann.

Condizione necessaria

Supposto che esista la derivata di una funzione nel punto z0=x0+iy0 allora le derivate parziali del primo ordine di f(z0)=u(x0,y0)+iv(x0,y0) esistono, sono differenziabili e verificano le equazioni di Cauchy-Riemann.

Per dimostrare che esistono le derivate parziali della funzione, e che la parte reale ed immaginaria convergono rispettivamente alla parte reale ed immaginaria del limite (e che soddisfano le equazioni di Cauchy-Riemann), si sviluppa la definizione di derivata di una funzione complessa nella sua parte reale ed immaginaria nell'intorno del punto z0=(x0+iy0), da cui otterremo le due relazioni fondamentali note come equazioni di Cauchy-Riemann:

f(z0)=limΔz0f(z0+Δz)f(z0)Δz

dove il rapporto si può scrivere:

f(z0+Δz)f(z0)Δz=u(x0+Δx,y0+Δy)u(x0,y0)Δx+iΔy+iv(x0+Δx,y0+Δy)v(x0,y0)Δx+iΔy

Facendo tendere a zero la parte reale ed immaginaria solo orizzontalmente come (Δx,0)(0,0), si ottiene:

limΔx0u(x0+Δx,y0)u(x0,y0)Δx+ilimΔx0v(x0+Δx,y0)v(x0,y0)Δx=
=u(x0,y0)x+iv(x0,y0)x=ux(x0,y0)+ivx(x0,y0)

Facendo tendere a zero la parte reale ed immaginaria solo verticalmente come (0,Δy)(0,0), si ottiene:

limΔy0u(x0,y0+Δy)u(x0,y0)iΔy+ilimΔy0v(x0,y0+Δy)v(x0,y0)iΔy=
=iu(x0,y0)y+v(x0,y0)y=iuy(x0,y0)+vy(x0,y0)

In questo modo si vede che uguagliando parti reali e parti immaginarie dalle equazioni precedenti, cosa permessaci dall'ipotesi di olomorfia sulla funzione, si ottengono le equazioni di Cauchy-Riemann:

{ux(x0,y0)=vy(x0,y0)uy(x0,y0)=vx(x0,y0)

Resta da dimostrare che u e v sono differenziabili. Dalla definizione di differenziabilità della funzione:

limΔz0f(z0+Δz)f(z0)f(z0)ΔzΔz=0

Questo limite afferma che per:

|Δz|=(Δx)2+(Δy)20

la differenza a numeratore tende a zero. Sviluppando in parte reale ed immaginaria questo equivale:

limΔz0|Δu+iΔv||Δz|=
=lim(Δx,Δy)(0,0)u(x0+Δx,y0+Δy)u(x0,y0)ux(x0,y0)Δxuy(x0,y0)Δy(Δx)2+(Δy)2+
+iv(x0+Δx,y0+Δy)v(x0,y0)vx(x0,y0)Δxvy(x0,y0)Δy(Δx)2+(Δy)2=0

Questo limite esiste se e solo se sia la parte reale che immaginaria tendono allo stesso limite, cioè è zero se e solo se:

limΔz0|Δu||Δz|=0limΔz0|Δv||Δz|=0

dalle quali si vede che u e v sono differenziabili in z0.

Condizione sufficiente

Si consideri la funzione f(z)=u(x,y)+iv(x,y), definita in un intorno del punto z0=x0+iy0. Si supponga che esistano le derivate parziali: ux(x0,y0), uy(x0,y0), vx(x0,y0) e vy(x0,y0), siano continue e soddisfino le equazioni di Cauchy-Riemann. Allora f(z0) è derivabile in questo punto.

Per mostrare che:

f(z)=limΔz0f(z0+Δz)f(z0)Δz=limΔz0ΔωΔz=limΔz0Δu+iΔvΔz

si può sviluppare questo limite nella parte reale e immaginaria e sfruttare la continuità delle derivate parziali:

{Δu=u(x0+Δx,y0+Δy)u(x0,y0)Δv=v(x0+Δx,y0+Δy)v(x0,y0)

da cui:

{Δu=ux(x0,y0)Δx+uy(x0,y0)Δy+ε1(Δx)2+(Δy)2Δv=vx(x0,y0)Δx+vy(x0,y0)Δy+ε2(Δx)2+(Δy)2

dove ε10 e ε20 per (Δx,Δy)(0,0).

Poiché per ipotesi valgono le equazioni di Cauchy-Riemann, si può scrivere il rapporto incrementale come:

f(z+Δz)f(z)Δz=ΔωΔz=Δu+iΔvΔz=ux(x0,y0)+ivx(x0,y0)+(ε1+ε2)(Δx)2+(Δy)2Δz

Ma:

(Δx)2+(Δy)2=|Δz|

quindi l'ultima frazione al secondo membro è 1; mentre (ε1+ε2)0 per (Δx,Δy)(0,0). Per cui il limite del rapporto scritto sopra è la derivata.

Le forme con cui si può scrivere la derivata sono le seguenti:

f(z)={ux(x,y)+ivx(x,y)vy(x,y)iuy(x,y)ux(x,y)iuy(x,y)vy(x,y)+ivx(x,y)

Esempi

Esempio 1

La f(z)=z (coniugio) non è -derivabile: dovrebbe esistere il

limu0f(z0+u)f(z0)u=limu0z0+uz0u=limu0z0+uz0u=limu0uu=limh+ik0hikh+ik

Se questo limite esistesse, lungo l'asse x dovrebbe essere:

limh+ik0k=0hikh+ik=limh0hh=1

mentre lungo l'asse y:

limh+ik0h=0hikh+ik=limk0ikik=1

dunque la f(z)=z non è derivabile.

Esempio 2

La f(z)=z2 è invece derivabile. Si ha:

limu0f(z0+u)f(z0)u=limu0(z0+u)2z02u=limh+ik0((x0+h)+i(y0+k))2(x0+iy0)2h+ik=
=limh+ik0((x0+iy0)+(h+ik))2(x0+iy0)2h+ik=
=limh+ik0(x0+iy0)2+(h+ik)2+2(x0+iy0)(h+ik)(x0+iy0)2h+ik=
=limh+ik0(h+ik)2+2(x0+iy0)(h+ik)h+ik=
=limh+ik0(h+ik)+2(x0+iy0)=2(x0+iy0)=2z0=f'z(z0)

e questo limite è lo stesso lungo ogni restrizione.

Note

Bibliografia

  • Template:En Shilov, G. E. Elementary Real and Complex Analysis. New York: Dover, p. 379, 1996.
  • Template:EnKrantz, S. G. "The Complex Derivative." §1.3.5 and 2.2.3 in Handbook of Complex Variables. Boston, MA: Birkhäuser, pp. 15-16 and 24, 1999.

Voci correlate

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