Forma differenziale

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In geometria differenziale e nel calcolo differenziale a più variabili, una forma differenziale è un particolare oggetto che estende la nozione di funzione a più variabili.

Su una n-varietà differenziabile, ad esempio un aperto dello spazio euclideo n, una forma differenziale ω ha una dimensione k minore o uguale a n. Per questa ragione, viene anche indicata brevemente come k-forma. Nel caso k=0, la forma ω è un'ordinaria funzione. In generale, la proprietà che caratterizza ω è la possibilità di effettuare l'integrale di ω su un qualsiasi oggetto geometrico Γ, di analoga dimensione k, di una generica n-varietà differenziabile. Il risultato di questa integrazione è indicato con

Γω

Pertanto, una 1-forma è integrabile su una curva, una 2-forma su una superficie, e così via.

Le 1-forme sono di fondamentale importanza in molti settori dell'analisi matematica, e in particolare in analisi complessa.

Definizione

La nozione di forma differenziale può essere introdotta in modi diversi.

In molti contesti, per utilizzare le forme differenziali è sufficiente basarsi su una definizione simile a quella di polinomio: una forma differenziale è semplicemente una scrittura formale di un certo tipo. Si definiscono quindi operazioni come quella di somma, prodotto e integrale su un insieme opportuno.

Le forme differenziali possono però essere definite in modo più intrinseco usando l'algebra lineare ed i concetti di tensore e fibrato tangente. In questo modo le forme risultano definite in contesti più ampi: ad esempio, il loro dominio non è necessariamente un aperto di n, ma una qualsiasi varietà differenziabile.

Definizione come scrittura formale

Sia A un aperto di n. Sia k un intero con

0kn.

Una k-forma differenziale è una scrittura del tipo:[1]

ω=1i1<<iknai1,,ik(x)dxi1dxik

dove

ai1,,ik:A

è una funzione differenziabile e:

è chiamato prodotto wedge o prodotto esterno, da non confondere con il prodotto vettoriale ×, che viene talvolta indicato con lo stesso simbolo del prodotto wedge e chiamato anch'esso prodotto esterno, ma che non gode delle stesse proprietà. In particolare, il prodotto wedge è associativo, il prodotto vettoriale no. A volte, per brevità, i simboli sono omessi.

Esempi

Una 0-forma è semplicemente una funzione differenziabile definita su A.
Una 1-forma in n si scrive come

ω=a1(x1,...,xn)dx1++an(x1,...,xn)dxn,

dove le ai sono opportune funzioni differenziabili. Per esempio le scritture seguenti sono 1-forme definite su 2.

ω1=2dx3dy,ω2=exdx,ω3=xydxy2dy.

dove nel primo esempio, i coefficienti sono funzioni costanti.
Una 2-forma in 3 si scrive come

ω=a(x,y,z)dxdy+b(x,y,z)dydz+c(x,y,z)dxdz.

Per esempio la scrittura seguente è una 2-forma su 3:

ω=2dxdyxzdydz.

In generale una n-forma su n si scrive sempre usando un unico addendo

ω=a(x1,...,xn)dx1dxn

dove a(x1,...,xn) è una funzione differenziabile.

Definizione come tensore

Una k-forma è una sezione liscia della k-esima algebra esterna del fibrato cotangente di una varietà differenziabile M:

ω:MΛk(T*(M)).

In altre parole, per ogni punto x di M è data una funzione multilineare antisimmetrica

ω(x):TxM××TxMk

dove TxM è lo spazio tangente a M in x. La funzione ω(x) varia in modo liscio (cioè è differenziabile infinite volte) al variare di x. Equivalentemente, ω è un campo tensoriale che associa ad ogni punto x di M un tensore antisimmetrico di tipo (0,k).

Ad esempio, una 1-forma è un campo tensoriale di tipo (0,1), cioè una sezione del fibrato cotangente.

Aperti dello spazio euclideo

Se M è un insieme aperto di n, in ogni punto lo spazio tangente Tx(M) è identificato con n. La base canonica per n induce quindi una base per lo spazio vettoriale Λk((n)*) del tipo

={dxi1dxik | 1i1<<ikn}

dove l'elemento dxi1dxik rappresenta una particolare funzione multilineare antisimmetrica. Quindi l'elemento ω(x) è descritto univocamente come combinazione lineare di elementi di questa base

ω=1i1<<iknai1,,ik(x)dxi1dxik

tramite dei coefficienti

ai1,,ik(x)

che variano in modo liscio rispetto a x. La definizione qui introdotta coincide quindi con quella formale descritta precedentemente.

Ad esempio, se k=1 allora

Λ1((n)*)=(n)*

è lo spazio duale dei funzionali lineari su n e è la base duale dx1,,dxn della base canonica. Una 1-forma associa ad ogni punto x un funzionale lineare.

Carte

Se M è una varietà qualsiasi, fissata una carta intorno ad un punto x, ogni k-forma ω è rappresentata come sopra. La rappresentazione dipende ovviamente dalla carta scelta.

Operazioni algebriche

Somma e prodotto per scalare

Due k-forme possono essere sommate, dando luogo ad una nuova k-forma. Una k-forma può inoltre essere moltiplicata per uno scalare. Con queste operazioni l'insieme delle k-forme su un aperto A forma uno spazio vettoriale.

Prodotto esterno

Il prodotto esterno

ωη

di una k-forma ω e di una h-forma η è una (k+h)-forma. L'operazione di prodotto è definita svolgendo il prodotto usando le usuali relazioni fra somma e prodotto presenti in un anello, quali la proprietà distributiva del prodotto con la somma e la proprietà associativa del prodotto esterno. Per definizione, il prodotto esterno non è però commutativo ma anticommutativo; vale cioè la relazione seguente:

dxidxj=dxjdxii,j

La proprietà anticommutativa implica che

dxidxi=0.

I coefficienti dei dxi però commutano fra loro e con i dxi. Ad esempio, se

ω=xdyydx,η=xdxdz

sono una 1-forma e una 2-forma su 3, il loro prodotto esterno è

ωη=(xdyydx)(xdxdz)=x2dydxdzxydxdxdz=x2dxdydz.

Esiste una versione del prodotto esterno nel caso in cui ω e η siano definiti come tensori. Tale definizione sfrutta il prodotto tensoriale , ma non è ad esso equivalente. Ad esempio, nel caso in cui ω e η sono due 1-forme, è definita nel modo seguente

ωη=12(ωηηω).

Nel caso generale la definizione è un po' più complicata:

ω1ωk=1k!σSk(sgnσ)ωσ1ωσk.

Proprietà

Il prodotto wedge è associativo: per questo motivo si possono omettere le parentesi nella scrittura.

Il prodotto è distributivo rispetto alla somma (sia a destra che a sinistra):

h(f+g)=hf+hg.

L'anticommutatività usata nella definizione si estende al prodotto di due forme qualsiasi di tipo k e h, con un segno che però dipende dal prodotto kh:

fg=(1)khgf.

Derivata di una forma differenziale

Template:Vedi anche La derivata di una k-forma è una (k+1)-forma. Questa è chiamata a volte differenziale o derivata esterna. La derivata esterna dω di una k-forma differenziale

ω=1i1<<iknai1,,ik(x)dxi1dxik

è la (k+1)-forma[2]

dω=i=1n1i1<<iknai1,,ikxi(x)dxidxi1dxik.

Proprietà

La derivata esterna di una 0-forma, cioè di una funzione differenziabile, coincide con il differenziale della funzione.

La derivazione esterna è un'operazione lineare. In altre parole,

d(aω+bμ)=adω+bdμ

dove però a,b sono scalari e non funzioni. Rispetto al prodotto esterno si comporta nel modo seguente:

d(ωη)=dωη+(1)degω(ωdη).

Infine, la proprietà forse più importante della derivazione è la seguente

d2=0

che segue dal teorema di Schwarz.

Forme chiuse ed esatte

Una forma differenziale ω è chiusa se la sua derivata esterna è nulla:

dω=0

Ad esempio, ogni forma avente coefficienti costanti è chiusa.

Una k-forma ω è invece esatta se esiste una (k1)-forma η tale che

dη=ω.

La forma η è detta primitiva di ω.

Le forme differenziali chiuse e le forme differenziali esatte sono rispettivamente nel nucleo e nell'immagine della derivata esterna.

Poiché d2η=0, ogni forma esatta è chiusa. D'altra parte, esistono forme chiuse che non sono esatte: l'esistenza di queste forme dipende fortemente dalla topologia dell'aperto A di definizione. A tal proposito, il lemma di Poincaré stabilisce che se Xn è un sottoinsieme aperto e contraibile allora ogni p-forma differenziale chiusa e liscia definita su X è una forma differenziale esatta per ogni intero p>0.

Forme lineari

Una 1-forma differenziale

ω=a1dx1++andxn,

è chiusa se e solo se vale l'uguaglianza

ajxi=aixj

per ogni i,j.

Forme lineari e domini semplicemente connessi

La condizione di chiusura è di tipo locale (alcune uguaglianze devono essere verificate puntualmente), mentre quella di esattezza è di tipo globale (esistenza di una primitiva definita su tutto l'aperto A). La differenza fra le due condizioni dipende dalle differenze fra proprietà locali e globali dell'aperto A, ovvero dalla sua topologia.

Se A è semplicemente connesso, allora ogni 1-forma chiusa è esatta. Questo accade ad esempio se A è la parte interna di un disco o di un più generale insieme convesso o stellato in n. In questo caso le proprietà topologiche globali non sono molto differenti da quelle locali.

D'altra parte, la forma seguente

ω=yx2+y2dxxx2+y2dy

definita nell'aperto del piano

A=2{(0,0)}

è chiusa ma non esatta. L'aperto A non è semplicemente connesso: ha un "buco", ed il suo gruppo fondamentale è . Questa forma è nota come "vortice", per la particolare forma assunta dai vettori del campo vettoriale associato.

Forme lineari e analisi complessa

Le 1-forme nel piano 2 sono uno strumento fondamentale dell'analisi complessa. Dopo aver identificato 2 con il piano complesso , è possibile definire una 1-forma complessa

f(z)dz=f(x+iy)dx+if(x+iy)dy

a partire da una qualsiasi funzione

f:A.

definita su un aperto A del piano complesso. Si tratta di un'usuale 1-forma, avente però come coefficienti delle funzioni a valori complessi invece che reali. Tale strumento si rivela utile per il fatto seguente: se f è una funzione olomorfa su un aperto A del piano, allora la forma f(z)dz risulta essere chiusa. Inoltre f(z)dz è esatta con primitiva g(z) se e solo se g(z) è anch'essa olomorfa con derivata complessa g(z)=f(z) pari a f(z).

In questo contesto risulta più semplice costruire una forma chiusa ma non esatta. La forma

f(z)=1zdz

definita sull'aperto

A={0}

è chiusa (perché 1/z è olomorfa) ma non esatta: la funzione 1/z non ammette infatti una primitiva su tutto A, ma solo in un suo qualsiasi sottoinsieme semplicemente connesso. In altre parole, il logaritmo complesso, naturale candidato come primitiva di 1/z, può essere definito solo localmente (oppure globalmente come funzione polidroma): ciò è a sua volta riconducibile al fatto che la funzione esponenziale complessa non è iniettiva.

Valgono le uguaglianze seguenti

f(z)dz=xiyx2+y2dx+y+ixx2+y2dy=
=[xx2+y2dx+yx2+y2dy]+i[yx2+y2dx+xx2+y2dy]

che mostrano che l'esempio dato precedentemente di forma chiusa ma non esatta è (a meno di segno) la parte immaginaria di f(z)dz.

Integrazione di una forma differenziale

La proprietà più importante che caratterizza una k-forma è il fatto che possa essere integrata su una qualsiasi sottovarietà differenziabile S di dimensione k dell'aperto A su cui è definita. L'integrale di ω è indicato con il simbolo

Sω

ed il risultato di questa operazione è un numero reale.

Se k=0, la forma è una funzione, S è un'unione di punti e l'integrale di ω su S è semplicemente la somma dei valori di f assunti sui punti.

In generale la forma è del tipo

ω=ai1,,ik(x)dxi1dxik

Se S ha una parametrizzazione del tipo

S(u)=(x1(u),,xk(u))

con u variabile in un dominio D di k, l'integrale è definito come[1]

Sω=Dai1,,ik(S(u))(xi1,,xik)(u1,,uk)du1duk

dove

(xi1,,xik)(u1,,uk)

è il determinante dello jacobiano. Con questa definizione, il risultato dell'integrale non dipende dalla parametrizzazione scelta, a meno di segno. Per ottenere un segno univoco si deve fissare un'orientazione su S e considerare solo le parametrizzazioni che preservano l'orientazione.

Se la sottovarietà S è orientabile ma non ha una parametrizzazione globale (ad esempio, un toro in 3), l'integrale su S è definito come somma di integrali su parametrizzazioni locali disgiunte (mantenenti l'orientazione) che coprono S a meno di un insieme di misura nulla.

Proprietà di base

Valgono le proprietà seguenti. Come tutti gli integrali, l'integrale su due oggetti disgiunti è la somma degli integrali su ciascuno:

S1S2ω=S1ω+S2ω.

L'integrale è inoltre lineare (i coefficienti a,b sono costanti):

S(aω+bη)=aSω+bSη.

L'integrale cambia di segno se l'orientazione della varietà è modificata:[3]

S=S.

Teorema di Stokes

Il teorema di Stokes esprime una relazione fondamentale fra la derivazione esterna e l'integrazione. Se ω è una (n1) forma con supporto compatto su una varietà con bordo compatta M, vale la relazione

Mdω=Mω.

Il teorema di Stokes implica il fatto seguente: l'integrale di una k-forma esatta su una varietà chiusa è nullo. In questo caso infatti il bordo non esiste e quindi il secondo termine è zero.

Integrale di linea

Template:Vedi anche Una 1-forma ω è integrabile su una qualsiasi sottovarietà orientata di dimensione 1, cioè una curva γ. L'integrale di ω lungo γ può essere calcolato con la formula seguente:

γω=cdω(γ(t)),dγdt(t)dt

e non dipende dalla particolare parametrizzazione della curva (cambia di segno se la parametrizzazione cambia l'orientazione). Nel caso in cui l'aperto A sia contenuto nel piano 2, la forma è del tipo

ω=a(x,y)dx+b(x,y)dy

e l'integrale si calcola nel modo seguente:

γω=cd[a(x(t),y(t))x(t)+b(x(t),y(t))y(t)]dt

L'integrale di linea è uno strumento strettamente collegato alle nozioni di forma chiusa e esatta. Valgono infatti i fatti seguenti.

  • Se ω è esatta, l'integrale di ω su una curva chiusa qualsiasi è nullo. Questo discende dal teorema di Stokes.
  • Conseguentemente, se ω è esatta, l'integrale su una curva non chiusa dipende solo dai suoi estremi.

Ad esempio, la funzione 1/z su * non è esatta, poiché

γ1z=2πi

per ogni curva γ avente indice di avvolgimento 1 con l'origine.

Note

Bibliografia

Voci correlate

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