Funzione localmente integrabile

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In matematica, una funzione localmente integrabile è una funzione che è integrabile su ogni sottoinsieme compatto del dominio.

Detto U un insieme aperto nello spazio euclideo n e f:U una funzione misurabile rispetto alla sigma-algebra di Lebesgue, se l'integrale di Lebesgue:

K|f|dμ

esiste finito per ogni sottoinsieme compatto K in U, allora f è detta localmente integrabile.

Le funzioni localmente integrabili giocano un ruolo importante nella teoria delle distribuzioni, e compaiono nel teorema di Radon-Nikodym.

Definizione alternativa

Sia Ω un insieme aperto di n e Cc(Ω) l'insieme delle funzioni infinitamente differenziabili φ:Ω a supporto compatto definite su Ω. Una funzione f:Ω tale che:

Ω|fφ|dx<+,φCc(Ω)

è detta localmente integrabile. L'insieme di tutte queste funzioni è denotato con Lloc1(Ω).

Questa definizione trova le sue radici nell'approccio alla teoria della misura e dell'integrazione basato sul concetto di operatore lineare continuo in uno spazio vettoriale topologico, sviluppato dal gruppo Nicolas Bourbaki e altri, ed utilizzato spesso nell'ambito dell'analisi funzionale. In particolare la definizione di funzionali lineari tramite integrali di nucleo f è una pratica utilizzata nella teoria delle distribuzioni, dove in tal caso le funzioni φ sono dette funzioni di test.

Si tratta di una definizione equivalente a quella standard, data in apertura, ossia:

K|f|dx<+,KΩ,K compatto

se e solo se:

Ω|fφ|dx<+,φCc(Ω).

Dimostrazione

Infatti, sia φCc(Ω). Essendo una funzione misurabile limitata dalla sua norma uniforme φ ed avendo un supporto K compatto per la definizione standard, si ha:

Ω|fφ|dx=K|f||φ|dxφK|f|dx<+.

Per mostrare l'implicazione inversa, sia K un sottoinsieme compatto di Ω. Si vuole innanzitutto costruire una funzione di test φKCc(Ω) che maggiora la funzione indicatrice χK di K. La distanza (insiemistica) tra K e la sua frontiera K è strettamente maggiore di zero, ovvero:

Δ:=d(K,Ω)>0

ed è quindi possibile scegliere un numero reale δ tale per cui Δ>2δ>0 (se K è vuoto si prende Δ=). Siano ora Kδ e K2δ gli intorni chiusi di K aventi rispettivamente raggio δ e 2δ. Essi sono compatti e soddisfano:

KKδK2δΩ,d(Kδ,Ω)=Δδ>δ>0.

Grazie alla convoluzione * si definisce la funzione φKCc(Ω) come:

φK(x)=χKδφδ(x)=nχKδ(y)φδ(xy)dy,

dove φδ è un mollificatore. Dal momento che φK(x)=1 per tutti gli xK si ha che χKφK.

Se f è una funzione localmente integrabile rispetto alla seconda definizione si ha:

K|f|dx=Ω|f|χKdxΩ|f|φKdx<+

e poiché questo vale per ogni sottoinsieme compatto K di Ω, f è localmente integrabile anche rispetto alla prima definizione.

Generalizzazione

Sia Ω un aperto di n e f:Ω una funzione misurabile rispetto alla sigma-algebra di Lebesgue. Se per un dato p tale che 1p+ la funzione f soddisfa:

K|f|pdx<+,

ossia appartiene allo spazio Lp(K) per tutti i sottoinsiemi compatti di Ω, allora f è localmente p-integrabile. L'insieme di tutte le funzioni di questo tipo si indica con Llocp(Ω).

Proprietà

Completezza dello spazio metrico Lploc

Lo spazio Llocp è uno spazio metrico completo per p1. La sua topologia può essere generata dalla famiglia di metriche:

d(u,v)=k112kuvp,ωk1+uvp,ωk,u,vLlocp(Ω),

dove {ωk}k1 è una famiglia di insiemi non vuoti tale che:

  • ωkωk+1, ossia ωk è strettamente incluso in ωk+1.
  • kωk=Ω.
  • Le funzioni p,ωk:Llocp(Ω)+, con k, sono una famiglia indicizzata di seminorme definita come:
up,ωk=ωk|u|pdx,uLlocp(Ω).

Lp come sottospazio di Lploc per p ≥ 1

Ogni funzione fLp, dove 1p+ e Ω è un aperto di n, è localmente integrabile.

Per mostrare questo fatto, data la semplicità del caso p=1 si assume nel seguito 1<p+. Considerando la funzione indicatrice χk del sottoinsieme compatto KΩ, si ha:

|Ω|χK|qdx|1/q=|Kdx|1/q=|μ(K)|1/q<+,

dove q è un numero positivo tale che 1/p+1/q=1 per un dato 1p+, e μ(K) è la misura di Lebesgue di K. Allora, per la disuguaglianza di Hölder il prodotto fχK è una funzione integrabile, ossia appartiene a L1(Ω) e:

K|f|dx=Ω|fχK|dx|Ω|f|pdx|1/p|Kdx|1/q=fp|μ(K)|1/q<+.

Quindi fLloc1(Ω). Si nota che dal momento che vale:

K|f|dx=Ω|fχK|dx|K|f|pdx|1/p|Kdx|1/q=fp|μ(K)|1/q<+.

Il teorema si applica anche quando f appartiene solo allo spazio delle funzioni localmente p-integrabili, e pertanto si ha come corollario che ogni funzione fLlocp, dove 1<p+, è localmente integrabile, ovvero appartiene a fLloc1.

Esempi

  • Ogni funzione integrabile (globalmente) in U è localmente integrabile, cioè:
L1(U)Lloc1(U).
  • Più generalmente, ogni funzione in Lp(U), con 1p+ è localmente integrabile:
Lp(U)Lloc1(U).
  • La funzione costante a 1 definita sulla retta reale è localmente integrabile, ma non globalmente. Più generalmente, le funzioni continue sono localmente integrabili.
  • La funzione f(x)=1/x per x0 e f(0)=0 non è localmente integrabile su , perché la condizione cade negli intervalli contenenti l'origine, mentre la sua restrizione a (0,+)appartiene a Lloc1(0,+).[1]

Note

Bibliografia

  • Template:En S. Saks, Theory of the integral , Hafner (1952)
  • Template:En G.P. Tolstov, On the curvilinear and iterated integral Trudy Mat. Inst. Steklov. , 35 (1950) pp. 1–101

Voci correlate

Collegamenti esterni

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