Operatore momento angolare

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L'operatore momento angolare (detto anche momento angolare orbitale) è l'analogo quantistico del momento angolare della meccanica classica, ovvero il momento della quantità di moto. Esso è il generatore delle rotazioni nello spazio.

Definizione

Il momento angolare è il momento della quantità di moto. Esso è pertanto definito come:

𝐋=𝐫×𝐩

dove × è il prodotto vettoriale. Classicamente ha componenti cartesiane:

{Lx=ypzzpyLy=zpxxpzLz=xpyypx

In meccanica quantistica il momento angolare è rappresentato dall'operatore dato da:

Lx=i(yzzy)
Ly=i(zxxz)
Lz=i(xyyx)

ovvero la riscrittura delle componenti cartesiane classiche mediante l'operatore impulso:

𝐩=i

scritto nella base delle coordinate.

Le rotazioni

In meccanica classica una rotazione di un angolo α, intorno ad un asse (per esempio z) è descritta da una matrice ortogonale:

Rz(α)=(cosαsinα0sinαcosα0001)

analogamente per gli altri assi. In generale una rotazione nello spazio è descritta dalla composizione di tre singole rotazioni sugli assi:

Rxyz(α,β,γ)=(cosαcosβcosγsinαsinγsinαcosβcosγ+cosαsinγsinβcosγcosαcosβsinγsinαcosβsinγ+cosαcosγsinβsinγcosαsinβsinαsinβcosβ)

La matrice Rxyz(α,β,γ) è una matrice reale e ortogonale speciale, cioè

R=R*;RT=R1;detR=1.

Le rotazioni infinitesime

Consideriamo rotazioni infinitesime di un angolo ε su ognuno dei tre assi:

Rz(ε)=(1ε22ε0ε1ε220001)
Rx(ε)=(10001ε22ε0ε1ε22)
Ry(ε)=(1ε220ε010ε01ε22)

per angoli infinitesimi cioè abbiamo sviluppato in serie di potenze. Ora componiamo le rotazioni x,y:

Rx(ε)Ry(ε)=(1ε220εε21ε22εεε1ε2)

e

Ry(ε)Rx(ε)=(1ε22ε2ε01ε22εεε1ε2)

Vediamo il commutatore di queste due quantità:

Ry(ε)Rx(ε)Rx(ε)Ry(ε)=(0ε20ε200000)=Rz(ε2)I^

Ebbene le componenti dei momenti angolari su assi diversi non commutano.

Il momento angolare come generatore delle rotazioni nello spazio

Se R^z(α) è l'operatore di rotazione intorno all'asse z e lo applichiamo ad una funzione d'onda ψ(x,y,z) otteniamo:

R^z(α)ψ(x,y,z)=ψ(xcosα+ysinα,xsinα+ycosα,z)

Considerando invece una rotazione infinitesima, per esempio lungo l'asse z:

R^z(ε)ψ(x,y,z)ψ(x+εy,εx+y,z)ψ(x,y,z)+ε(yψxxψy)

in definitiva:

R^z(ε)ψ(x,y,z)(I^iεL^z)ψ(x,y,z)

Allora l'operatore di rotazione infinitesima è proprio il fattore tra parentesi che come si vede contiene la componente lungo l'asse z^ del momento angolare, per cui l'operatore L^z è il generatore della rotazione intorno all'asse z^. Poiché una rotazione finita può essere ottenuta come somma di N rotazioni infinitesime: dα=αN, allora:

ψ(𝐫+d𝐫)=(I^+iαN𝐋^)Nψ(𝐫)

dove abbiamo usato la notazione tridimensionale. Facciamo il limite N di questa espressione:

ψ(𝐫)=exp(αi𝐋^)ψ(𝐫)

A conferma di ciò, il teorema di Noether per la Lagrangiana afferma che per ogni simmetria della Lagrangiana, in questo caso l'invarianza per rotazione rispetto ad un asse, per esempio l'asse j, vi è una quantità conservata pari a

Qj=q˙iδqj.

Tale quantità conservata genera la trasformazione responsabile della simmetria. Nel caso di una rotazione, la trasformazione è

𝐱𝐱=𝐱+δ𝐱

e si ha che

δ𝐱𝐣=(εxkεxi)=δq

perciò:

Qj=x˙iδxj=x˙i(εxkεxi)=piεxk+pkεxi=ε(xipkxkpi)=εLj 

Le proprietà del momento angolare

In base alle proprietà delle rotazioni nello spazio, l'operatore di rotazione

exp(αi𝐋^)

deve avere la proprietà di riprodurre la stessa rotazione per rotazioni identitarie, cioè α0:

limα0exp(αi𝐋^)=I^

inoltre le rotazioni successive si devono poter comporre:

exp(α1i𝐋^)exp(α2i𝐋^)=exp[(α1+α2)i𝐋^]

Inoltre applicando una rotazione diretta e una inversa dello stesso angolo si deve ritornare allo stato iniziale:

exp(α1i𝐋^)exp(α1i𝐋^)=I^

Proprietà di commutazione

Template:Vedi anche Il commutatore tra due componenti del momento angolare è il seguente:

[L^x,L^y]=[y^p^zz^p^y,z^p^xx^p^z]=[y^p^z,z^p^x]z^[p^y,p^x][y^,x^]p^z+[z^p^y,x^p^z]=y^[p^z,z^p^x]+[y^,z^p^x]p^z+z^[p^y,x^p^z]+[z^,x^p^z]p^y=y^z^[p^z,p^x]+y^[p^z,z^]p^x+z^[y^,p^x]p^z+[y^,z^]p^xp^z+z^x^[p^y,p^z]+z^[p^y,x^]p^z+x^[z^,p^z]p^y+[z^,x^]p^zp^y=y^[p^z,z^]p^x+x^[z^,p^z]p^y=i(x^p^yy^p^x)=iLz

dove i commutatori fra le componenti di r^ e p^ risultano tutti nulli, eccetto nel caso [j^,p^j]=i con j=x,y,z.

Per analogia si trovano gli altri, ricapitolando:

[L^x,L^y]=iL^z
[L^y,L^z]=iL^x
[L^z,L^x]=iL^y

Si può costruire l'operatore 𝐋^2, cioè l'operatore:

𝐋^2=(𝐫^×𝐩^)2=[(𝐫^×𝐩^)x]2+[(𝐫^×𝐩^)y]2+[(𝐫^×𝐩^)z]2=L^x2+L^y2+L^z2

Tale operatore commuta con le componenti del momento angolare, infatti:

[L^z,𝐋^2]=[L^z,L^x2+L^y2+L^z2]=[L^z,L^x2]+[L^z,L^y2]+[L^z,L^z2]=L^x[L^z,L^x]+[L^z,L^x]L^x+L^y[L^z,L^y]+[L^z,L^y]L^y=iL^xL^y+iL^yL^xiL^yL^xiL^xL^y=0

e analogamente:

[L^x,𝐋^2]=0
[L^y,𝐋^2]=0

cioè le componenti del momento angolare commutano con l'operatore 𝐋^2.

Vediamo come si comportano i momenti angolari con gli operatori di posizione e impulso.

[L^x,x^]=[y^p^zz^p^y,x^]=[y^p^z,x^][z^p^y,x^]=y^[p^z,x^][z^,x^]p^yz^[p^y,x^]+[z^,x^]p^y=0
[L^x,y^]=[y^p^zz^p^y,y^]=[y^p^z,y^][z^p^y,y^]=y^[p^z,y^][z^,y^]p^yz^[p^y,y^]+[z^,y^]p^y=z^[p^y,y^]=iz^
[L^x,z^]=[y^p^zz^p^y,z^]=[y^p^z,z^][z^p^y,z^]=y^[p^z,z^][z^,z^]p^yz^[p^y,z^]+[z^,z^]p^y=y^[p^z,z^]=iy^

Allo stesso modo L^y e L^z, in generale si ha che la componente del momento angolare su un asse commuta soltanto con la coordinata di quell'asse, in forma compatta:

[L^i,x^j]=iεijkx^k

dove x^j=(x^,y^,z^) e εijk è il simbolo di Levi-Civita, che è uguale a +1 per permutazioni pari degli indici, 1 per permutazioni dispari e 0 se due indici sono uguali.

Per quanto riguarda le commutazioni con i momenti vale esattamente la stessa cosa:

[L^i,p^j]=iεijkp^k

Spettro del momento angolare

Template:Vedi anche Le componenti del momento angolare non commutano tra loro, ma tutti singolarmente commutano con l'operatore momento angolare al quadrato. Possiamo scegliere una sola componente, per semplicità L^z. Le equazioni agli autovalori sono:

𝐋^2|l=a|l
L^z|m=b|m

dal momento che 𝐋^2 commuta con L^z, essi hanno una base comune di autostati, e pertanto gli autostati |l e |m coincidono, e vengono indicati con |l,m.

Bisogna trovare quali sono gli autovalori l, m, a volte indicati con l, lz, oppure con ) simultanei di questi operatori:

{𝐋^2|l,m=a|l,mL^z|l,m=b|l,m

Per fare questo vanno introdotti due operatori, detti operatori di scala o operatori scaletta:

L^±=L^x±iL^y

che sono uno il complesso coniugato dell'altro e non sono hermitiani. Questi operatori hanno le proprietà:

[L^+,L^]=2L^z
[L^z,L^±]=±L^±
[𝐋^2,L^±]=0

L'operatore 𝐋^2 può essere espresso in termini di L^z e operatori di scala:

𝐋^2=L^+L^+L^z2L^z=L^L^++L^z2+L^z

Per vedere quale sia il significato di L^±, vediamo come L^z agisce sullo stato L^±|l,lz:

L^z(L^±|l,m)=([L^z,L^±]+L^±L^z)|l,m=(b±)(L^±|l,m)

cioè applicando L^+, l'autovalore di L^z aumenta di , viceversa applicando L^, l'autovalore di L^z viene diminuito di , da cui il nome di operatori di scala. Invece:

𝐋^2(L^±|l,m)=L^±𝐋^2|l,m=aL^±|l,m

cioè l'applicazione degli operatori L^± cambiano gli autovalori di L^z, ma non di 𝐋^2.

Per ovvi motivi di proiezione, la relazione che lega 𝐋^2 ed L^z è:

l,m|(𝐋^2L^z2)|l,m=𝐋^2L^z20

ciò implica che gli autovalori di questi operatori devono soddisfare:

aba

cioè gli autovalori della proiezione del momento angolare non possono superare quelli di 𝐋^2: fisicamente ciò significa che b assume il suo valore massimo quando 𝐋^2 coincide con la direzione dell'asse z, così la sua proiezione L^z coincide con 𝐋^2, in tal caso a=b. Quindi l'autovalore di L^z è limitato inferiormente e superiormente dai valori che può prendere 𝐋^2.

Siano bmin il valore minimo e bmax il valore massimo che può assumere L^z. Applicando successivamente gli operatori di scala L^+,L^, si capisce che deve essere:

L^+|a,bmax=0
L^|a,bmin=0

Ora applichiamo

𝐋^2|a,bmax=(L^L^++L^z2+L^z)|a,bmax=(bmax22+bmax2)|a,bmax

cioè:

a=(bmax2+bmax)2=2bmax(bmax+1)

Quindi l'autovalore di 𝐋^2 è 2a(a+1), dove a deve essere intero o semintero. Ora per quanto detto:

aba

e anche qui b deve essere intero o semintero, perché tutti i valori di b sono distanti uno dall'altro (ricordiamo che le grandezze quantistiche si misurano in unità di ), dove se k è un intero, fissato a, vi sono (2k+1) valori di b, cioè b={a,a+1,,a} per cui se a è intero lo è anche b e se a è semintero, lo è anche b. Si può dimostrare che gli autovalori a sono interi e quindi anche b sono interi: con questa scelta otteniamo infine le equazioni agli autovalori di 𝐋^2 e L^z:

𝐋^2|l,m=2l(l+1)|l,m
L^z|l,m=m|l,m

dove l=0,1, è il numero quantico orbitale ed m={l,l+1,,l} è il numero quantico magnetico.

Autofunzioni del momento angolare

Template:Vedi anche Il momento angolare si introduce quando si affrontano problemi a simmetria sferica mediante l'uso delle coordinate sferiche. Non potendo diagonalizzare le tre componenti, si diagonalizzano simultaneamente (dato che commutano) il suo modulo quadro e la sua componente lungo z. La sua rappresentazione spaziale è:

L2=2sinθθ(sinθθ)2sin2θ2ϕ2

Mentre quella lungo z è:

Lz=iϕ

Le autofunzioni simultanee degli operatori momento angolare totale L2 e della sua componente lungo z sono dette armoniche sferiche, le cui equazioni agli autovalori sono:

L2|l,m=2l(l+1)|l,m
Lz|l,m=m|l,m

le armoniche sferiche sono pertanto

θ,ϕ|l,m=Yl,m(θ,ϕ)

Bibliografia

Voci correlate

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