Tensore elettromagnetico

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In fisica, in particolare in elettromagnetismo, il tensore elettromagnetico, anche detto tensore del campo elettromagnetico, tensore dello sforzo del campo, tensore di Faraday o bivettore di Maxwell, è un tensore che descrive il campo elettromagnetico.

Il tensore di campo fu usato per la prima volta da Hermann Minkowski, e consente di scrivere le leggi fisiche in maniera molto concisa e generale.

Definizione

Il tensore elettromagnetico Fαβ è definito come:[1]

Fαβ =def AβxαAαxβ =def αAββAα

dove Aα è il potenziale quadrivettoriale:

Aα=(ϕc,𝐀)

in cui 𝐀 è il potenziale magnetico, un potenziale vettore, e ϕ è il potenziale elettrico, un potenziale scalare. La forma del tensore esprime il fatto che il campo elettrico ed il campo magnetico sono definiti a partire dal quadripotenziale nel seguente modo:[2]

𝐄=𝐀tϕ𝐁=×𝐀

Ad esempio, le componenti x sono:

Ex=AxtϕxBx=AzyAyz

che si possono riscrivere (ricordando che abbassando gli indici del tensore A tramite la metrica di Minkowski cambiamo segno alla componente temporale) come:

E1=c(0A11A0)B1=2A33A2

Il tensore elettromagnetico può quindi essere definito anche come la derivata esterna della forma 1-differenziale Aμ:

Fμν =def dAμ

Dal momento che il tensore elettromagnetico è una forma 2-differenziale sullo spaziotempo, in un sistema di riferimento inerziale la matrice che lo rappresenta è:[3]

Fμν=[0Ex/cEy/cEz/cEx/c0BzByEy/cBz0BxEz/cByBx0]=(𝐄c,𝐁)

oppure:

Fμν=[0Ex/cEy/cEz/cEx/c0BzByEy/cBz0BxEz/cByBx0]=(𝐄c,𝐁)

Dalla forma matriciale del tensore di campo si evince che il tensore elettromagnetico è un tensore antisimmetrico:

Fαβ=Fβα

la cui traccia è nulla, e possiede sei componenti indipendenti. Il prodotto interno dei tensori del campo è inoltre un invariante di Lorentz:

FαβFαβ= 2(B2E2c2)=invariante

mentre il prodotto del tensore Fαβ con il suo tensore duale dà un'invariante pseudoscalare:

12εαβγδFαβFγδ=4c(𝐁𝐄)=invariante

dove εαβγδ è il tensore unitario completamente antisimmetrico del quart'ordine o tensore di Levi-Civita. Si noti che:

det(F)=1c2(𝐁𝐄)2

Derivazione

Template:Vedi anche Si consideri una particella con carica elettrica e e massa m posta in una regione in cui è presente un campo elettromagnetico. Sia 𝐯=𝐫˙ la velocità della particella e 𝐩=e𝐀(𝐫,t) la quantità di moto, con 𝐀 il potenziale vettore. La sua energia potenziale e la sua energia cinetica hanno la forma:

U=eϕ(𝐫,t)e𝐀(𝐫,t)𝐫˙T=m2𝐫˙𝐫˙

dove ϕ è il potenziale elettrico. La lagrangiana permette di descriverne il moto, ed è definita come:[4]

=TU=m2𝐫˙𝐫˙+e𝐀𝐫˙eϕ

ovvero:

=m2(x˙2+y˙2+z˙2)+e(x˙Ax+y˙Ay+z˙Az)eϕ

In notazione relativistica, sfruttando l'intervallo spaziotemporale (scalare) ds=dxidxi, dove xi è la posizione, l'azione 𝒮 è definita come l'integrale della lagrangiana nel tempo tra gli istanti iniziale e finale dell'evoluzione del sistema:[5]

𝒮=t1t2dt=ab(mcdsecAidxi)

con Ai il quadripotenziale. Il principio di minima azione stabilisce che il moto di un sistema fisico fra due istanti dello spazio delle fasi è tale che l'azione sia stazionaria in corrispondenza della traiettoria del moto per piccole perturbazioni dello stesso (δ𝒮=0), ovvero:[6]

δ𝒮=δ(mcdsecAidxi)=ab(mcdxidδxids+ecAidδxi+ecδAidxi)=0

Se si integra per parti si ottiene:

(mcduiδxi+ecδxidAi+ecδAidxi)(mcui+ecAi)δxi|=0

con ui=dxids la quadrivelocità. Dato che il secondo termine è nullo e che:

δAi=AixkδxkdAi=Aixkdxk

si ha:

(mcduiδxi+ecδxiAixkdxk+ecAixkδxkdxi)=[mcduidsec(AkxiAixk)uk]δxids=0

dove nel secondo passaggio si è sfruttato il fatto che dui=(dui/ds)ds e dxi=duids. Ponendo:

FikAkxiAixk

si ha:

mcduidsecFikuk=0

che è l'equazione del moto per una particella carica in un campo elettromagnetico.[7]

In elettrodinamica quantistica la lagrangiana estende quella classica, ed in forma relativistica è data da:

=ψ¯(icγαDαmc2)ψ14μ0FαβFαβ

incorporando la creazione e l'annichilazione di fotoni (e elettroni).

Equazioni di Maxwell in forma tensoriale

Template:Vedi anche L'elettromagnetismo classico e le equazioni di Maxwell possono essere derivati da un principio di azione stazionaria partendo dall'azione:

𝒮=(14μ0FμνFμν)d4x

dove d4x è ambientata nello spaziotempo. Questo significa che la densità di lagrangiana è:

=14μ0FμνFμν=14μ0(μAννAμ)(μAννAμ)=14μ0(μAνμAννAμμAνμAννAμ+νAμνAμ)

Il primo e il quarto termine sono uguali, perché μ e ν sono indici muti. Anche i restanti sono uguali, e quindi la lagrangiana è:

=12μ0(μAνμAννAμμAν)

Usando l'equazione di Eulero-Lagrange per un campo si ha:

ν((νAμ))Aμ=0

dove il secondo termine è zero in quanto la lagrangiana non contiene esplicitamente i campi, ma solo le loro derivate. Quindi l'equazione di Eulero-Lagrange assume la forma:

ν(μAννAμ)=0

in cui il termine tra le parentesi è il tensore di campo Fμν, e quindi:

νFμν=0

Questa equazione è un altro modo per scrivere le due equazioni di Maxwell non omogenee in assenza di sorgenti nel vuoto, usando le sostituzioni:

Ei/c  =F0iεijkBk=Fij

dove i and j prendono i valori 1, 2, e 3. In presenza di sorgenti le equazioni di Maxwell non omogenee sono:

𝐄=ρε0×𝐁1c2𝐄t=μ0𝐉

e si riducono a:[8]

νFνμ=μ0Jμ

dove:

Jν=(cρ,𝐉)

è la quadricorrente. Le equazioni omogenee:

𝐁=0𝐁t+×𝐄=0

si riducono invece a:

γFαβ+αFβγ+βFγα=0

Trasformazioni del campo elettromagnetico

Template:Vedi anche Nel momento in cui si passa dalla descrizione del campo in termini delle coordinare rispetto ad un sistema inerziale K alla medesima descrizione rispetto ad un altro sistema inerziale K, il tensore elettromagnetico si trasforma secondo la legge:

F'αβ=x'αxγx'βxδFγδ

Detta A la matrice di trasformazione della relativa trasformazione di Lorentz, si ha in modo equivalente:

F=AFA*

dove l'asterisco denota la matrice trasposta.

Le espressioni spaziali dei campi ottenute per una traslazione di K rispetto a K lungo l'asse delle ascisse con velocità cβ sono:

E1=E1B1=B1
E2=γ(E2βB3)B2=γ(B2+βE3)
E3=γ(E3+βB2)B3=γ(B3βE2)

Per una trasformazione di Lorentz generica, si ha:[9]

𝐄=γ(𝐄+β×𝐁)γ2γ+1β(β𝐄)
𝐁=γ(𝐁β×𝐄)γ2γ+1β(β𝐁)

Tali espressioni mostrano come il campo magnetico ed il campo elettrico siano due manifestazioni dello stesso campo, il campo elettromagnetico. A seconda del sistema di riferimento lo stesso campo si osserva in modo diverso, ed è possibile trovare due sistemi tali per cui in uno di essi il campo è puramente magnetico o puramente elettrico, mentre nell'altro si osservano entrambi. Non esistono tuttavia due sistemi in cui il campo elettromagnetico sia contemporaneamente elettrostatico e magnetostatico rispettivamente.

Note

  1. Template:Cita.
  2. Template:Cita.
  3. Template:Cita.
  4. Classical Mechanics (2nd Edition), T.W.B. Kibble, European Physics Series, Mc Graw Hill (UK), 1973, ISBN 0-07-084018-0.
  5. Template:Cita.
  6. Template:Cita.
  7. Template:Cita.
  8. Template:Cita.
  9. Template:Cita.

Bibliografia

Voci correlate

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