Trasformata zeta

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In analisi funzionale la trasformata zeta è una trasformata integrale che permette di trasformare una funzione discreta in una funzione più semplice, utilizzata principalmente nella teoria dei segnali.

Storia

Il concetto di trasformata zeta era già noto a Laplace, ma fu reintrodotto nel 1947 da W. Hurewicz come mezzo utile a risolvere equazioni alle differenze lineari a coefficienti costanti.[1] Il termine "trasformata zeta" fu coniato successivamente, nel 1952, da Ragazzini e Zadeh, ricercatori della Columbia University.[2][3] Il nome potrebbe esser derivato dall'idea che la lettera "z" sia somigliante a una lettera "s" campionata/digitalizzata, ove "s" è la lettera spesso usata per indicare la variabile indipendente nella trasformata di Laplace. Un'altra possibile origine è la presenza della lettera "Z" in entrambi i nomi Ragazzini e Zadeh. Questa nomenclatura diverge dall'usanza adottata in ambito scientifico, in cui si associa un metodo o un teorema col nome del principale sviluppatore. La terza probabile origine risiede nel dominio dei segnali discreti, che è solito essere o un suo sottoinsieme.

Definizione

Trasformata unilatera

Sia x[n] una successione di numeri complessi, indicizzata con n. La sua trasformata unilatera è definita come la serie formale di potenze complesse

X(z)=𝒵{x[n]}=n=0x[n]zn, per z.

In teoria dei segnali questa definizione è utilizzata per valutare la trasformata della risposta all'impulso unitario di un sistema causale tempo-discreto. Solitamente, in tale ambito la successione x[n] rappresenta il campionamento regolare di un segnale f: causale (i.e. f è nulla per tempi negativi), in corrispondenza dei tempi della forma t=nτ. Il passo di campionamento τ>0 è fissato. In altre parole

x[n]=f(nτ), per ogni n.

Regione di convergenza

La regione di convergenza è la parte di piano complesso dove la serie che definisce la trasformata della funzione converge:

ROC={z:|n=0x[n]zn|<}

La serie converge per valori di z in modulo maggiori del raggio di convergenza R, definito tramite il criterio della radice come:

R=lim supn|x[n]|n

Di applicazione meno generale è il criterio del rapporto, poiché esso richiede che i termini siano diversi da zero a partire da un n arbitrario in poi. Nondimeno, spesso è più agevole calcolare il limite tramite tale criterio piuttosto che utilizzando quello della radice. Nel caso entrambi i limiti esistano, essi coincidono. Non bisogna tuttavia prendere il reciproco del limite superiore, in quanto la trasformata zeta unilatera è una serie di potenze con esponente negativo.

Trasformata bilatera

Talvolta, può essere utile definire la trasformata di una successione x[n] indicizzata su n. In tal caso, la sua trasformata bilatera è definita come la serie formale di potenze

X(z)=𝒵{x[n]}=n=x[n]zn

dove di nuovo z è complesso.

Formula di inversione

L'espressione della trasformata inversa, che può essere ottenuta utilizzando il teorema integrale di Cauchy, è la seguente:

x[n]=𝒵1{X(z)}=12πjCX(z)zn1dz,n.

dove C è un percorso antiorario chiuso che è situato nella regione di convergenza di X(z) e circonda l'origine del piano. La formula precedente diventa particolarmente utile quando X(z) ammette un'estensione a tutto il piano complesso, tranne al più un numero finito di singolarità isolate z1,,z. Infatti, in tal caso si può fare appello al Teorema dei Residui ed ottenere

x[n]=j=1Res(X(z)zn1,zj), per ogni n

Inoltre, nel caso in cui le singolarità isolate z1,,z siano dei poli, il calcolo dei residui nella formula precedente risulta particolarmente agevole, usando la formula

Res(X(z)zn1,zj)=1(mj1)!limzzjdmj1dzmj1(X(z)zn1(zzj)mj)

ove mj è l'ordine del polo zj.

Un caso di particolare importanza si presenta quando C è la circonferenza unitaria. In tal caso la trasformata zeta inversa assume la forma della trasformata di Fourier discreta inversa:

x[n]=12ππ+πX(ejω)ejωndω. 

Proprietà

Dominio del tempo Dominio Z Dimostrazione ROC
Notazione x[n]=𝒵1{X(z)} X(z)=𝒵{x[n]} ROC: r2<|z|<r1 
Linearità a1x1[n]+a2x2[n]  a1X1(z)+a2X2(z)  X(z)=n=(a1x1[n]+a2x2[n])zn=a1n=x1[n]zn+a2n=x2[n]zn=a1X1(z)+a2X2(z) Almeno la regione di intersezione di ROC1 e ROC2
Espansione temporale x(k)[n]={x[r],n=rk0,n=rk

r intero

X(zk)  Xk(z)=n=xk[n]zn=r=x[r]zrk=r=x[r](zk)r=X(zk) r1/k
Traslazione temporale x[nk] zkX(z) Z{x[nk]}=n=0x[nk]zn

Posto j=nk si ha:
n=0x[nk]zn=j=kx[j]z(j+k)=j=kx[j]zjzk =zkj=kx[j]zj =zkj=0x[j]zj
essendo x[β]=0 se β<0. Da cui:
zkj=0x[j]zj=zkX(z)

ROC, eccetto z=0  se k>0 e z= se k<0 
Segnali periodici x[n+m]=x[n] X(z)=zmzm1k=0m1x[k]zk
Scalatura nel dominio z anx[n]  X(a1z)  Z{anx[n]}=n=anx(n)zn=n=x(n)(a1z)n=X(a1z) |a|r2<|z|<|a|r1 
Inversione temporale x[n]  X(z1)  𝒵{x(n)}=n=x(n)zn =m=x(m)zm =m=x(m)(z1)m =X(z1) 1r1<|z|<1r2 
Coniugazione complessa x*[n]  X*(z*)  Z{x*(n)}=n=x*(n)zn =n=[x(n)(z*)n]* =[n=x(n)(z*)n ]*=X*(z*) ROC
Parte reale Re{x[n]}  12[X(z)+X*(z*)] ROC
Parte immaginaria Im{x[n]}  12j[X(z)X*(z*)] ROC
Differenziazione nx[n]  zdX(z)dz Z{nx(n)}=n=nx(n)zn =zn=nx(n)zn1 =zn=x(n)(nzn1) =zn=x(n)ddz(zn) =zdX(z)dz ROC
Convoluzione x1[n]*x2[n]  X1(z)X2(z)  𝒵{x1(n)*x2(n)}=𝒵{l=x1(l)x2(nl)} =n=[l=x1(l)x2(nl)]zn =l=x1(l)n=x2(nl)zn] =[l=x1(l)zl][n=x2(n)zn] =X1(z)X2(z) Almeno la regione di intersezione di ROC1 e ROC2
Cross-correlazione rx1,x2=x1*[n]*x2[n]  Rx1,x2(z)=X1*(1/z*)X2(z)  Almeno la regione di intersezione di ROC of X1(1/z*) e X2(z)
Prima differenza x[n]x[n1]  (1z1)X(z)  Almeno la regione di intersezione di ROC of X1(z) e |z|>0
Accumulazione k=nx[k]  11z1X(z) n=k=nx[k]zn=n=(x[n]+x[n1]+x[n2]x[])zn=X[z](1+z1+z2+z3)=X[z]j=0zj=X[z]11z1
Moltiplicazione x1[n]x2[n]  1j2πCX1(v)X2(zv)v1dv  -
Teorema di Parseval n=x1[n]x2*[n]  1j2πCX1(v)X2*(1v*)v1dv 

Teorema del valore iniziale e del valore finale

Analogamente alla trasformata di Laplace, anche per la trasformata zeta si possono enunciare due teoremi che permettono di conoscere il valore iniziale e il valore finale del campionamento partendo dalla sua trasformata.

Il teorema del valore iniziale afferma che:

x[0]=limzX(z) 

se x[n] è causale (ovvero nulla per n negativi).

Se la successione x[n] ammette limite finito, allora X(z) è una funzione analitica all'esterno del disco di raggio 1 centrato nell'origine e il teorema del valore finale afferma che:

x[]=limz1+(z1)X(z) 

Il risultato è falso senza l'ipotesi che x[n] ammetta limite, come si vede facilmente prendendo la successione x[n]=(1)n, la cui trasformata zeta è data da

X(z)=zz+1

Trasformata di alcune funzioni notevoli

Siano:

  • u[n]={1,n00,n<0
  • δ[n]={1,n=00,n0
Funzione, x[n] Trasformata Z, X(z) ROC
δ[n] 1 ogni z
δ[nn0] zn0 z0
u[n] 11z1 |z|>1
eαnu[n] 11eαz1 |z|>|eα|
u[n1] 11z1 |z|<1
nu[n] z1(1z1)2 |z|>1
nu[n1] z1(1z1)2 |z|<1
n2u[n] z1(1+z1)(1z1)3 |z|>1
n2u[n1] z1(1+z1)(1z1)3 |z|<1
n3u[n] z1(1+4z1+z2)(1z1)4 |z|>1
n3u[n1] z1(1+4z1+z2)(1z1)4 |z|<1
anu[n] 11az1 |z|>|a|
anu[n1] 11az1 |z|<|a|
nanu[n] az1(1az1)2 |z|>|a|
nanu[n1] az1(1az1)2 |z|<|a|
n2anu[n] az1(1+az1)(1az1)3 |z|>|a|
n2anu[n1] az1(1+az1)(1az1)3 |z|<|a|
cos(ω0n)u[n] z2zcos(ω0)z22zcos(ω0)+1 |z|>1
sin(ω0n)u[n] zsin(ω0)z22zcos(ω0)+1 |z|>1
ancos(ω0n)u[n] z2azcos(ω0)z22azcos(ω0)+a2 |z|>|a|
ansin(ω0n)u[n] azsin(ω0)z22azcos(ω0)+a2 |z|>|a|

Relazione con la trasformata di Laplace

Template:Vedi anche La trasformata zeta unilatera è la trasformata di Laplace di un segnale campionato in modo ideale con la sostituzione:

z =def esT 

dove T=1/fs  è il periodo di campionamento, con fs la frequenza di campionamento (misurata in campioni per secondo o in hertz).

Sia:

ΔT(t) =def n=0δ(tnT)

un treno di impulsi e sia:

xq(t)=def x(t)ΔT(t)=x(t)n=0δ(tnT)=n=0x(nT)δ(tnT)=n=0x[n]δ(tnT)

la rappresentazione tempo-continua del segnale x[n] =def x(nT) ottenuto campionando x(t). La trasformata di Laplace di xq(t) è data da:

Xq(s)=0xq(t)estdt=0n=0x[n]δ(tnT)estdt=n=0x[n]0δ(tnT)estdt=n=0x[n]ensT

Si tratta della definizione della trasformata zeta unilatera della funzione tempo-discreta x[n] , ovvero:

X(z)=n=0x[n]zn

con la sostituzione zesT. Confrontando le ultime due relazioni si ottiene quindi la relazione tra la trasformata zeta unilatera e la trasformata di Laplace del segnale campionato:

Xq(s)=X(z)|z=esT

Relazione tra il piano s e il piano z

Per quanto detto la variabile s può essere riscritta utilizzando la rappresentazione rettangolare come:

z=esT=eTσejTω=eTσejT(ω+2kπT)k

L'ultima identità deriva dal fatto che l'esponenziale complesso è una funzione periodica di periodo i2π.

Da questa relazione si possono fare alcune considerazioni importanti

  • ogni punto sul piano s la cui parte immaginaria differisce di un multiplo intero della pulsazione di campionamento viene trasformato nello stesso punto sul piano z
  • ogni punto sul piano s appartenente al semipiano negativo viene trasformato in un punto interno alla circonferenza di raggio 1 poiché |z|=eTσ
  • ogni punto sul piano s appartenente al semipiano positivo viene trasformato in un punto esterno alla circonferenza di raggio unitario
  • ogni punto appartenente all'asse immaginario viene trasformato in un punto sulla circonferenza di raggio unitario

In virtù di queste considerazioni ha senso definire anche una striscia primaria e più strisce complementari nel piano s. La striscia primaria comprende tutti i numeri complessi con parte immaginaria compresa tra ±jωs/2, le strisce complementari si ottengono, a partire da quella primaria, per traslazione verticale di un multiplo intero della pulsazione di campionamento. Per quanto detto è possibile far corrispondere ogni punto del piano z con un punto della striscia primaria.

Al pari di quanto avviene nel piano s è possibile, anche nel piano z, tracciare dei luoghi a δ e ω costante.

Campionamento

Si consideri un segnale tempo-continuo x(t), la cui trasformata è:

L{x(t)}X(s)0x(t)estdt

Se x(t) è campionato uniformemente con un treno di impulsi in modo da ottenere un segnale discreto x*[k]=x(kT) (supponendo il processo ideale), allora può essere rappresentato come:

x*[k]=x(kT)=k=0x(t)δ(tkT)

dove T è l'intervallo di campionamento. In tale contesto la trasformata di Laplace è data da:

L{x(kT)}=X*(s)=0k=0x(t).δ(tkT)estdt=k=0x*(k).zk,z=esTL{x(kT)}|s=ln(z)T=X*(s)|s=ln(z)T=Z{x*(k)}

Trasformata di Fourier a tempo discreto

Template:Vedi anche La trasformata di Fourier a tempo discreto è un caso particolare della trasformata zeta:

X(z)=n=x[n]zn

che si ottiene ponendo z=eiω. Dal momento che |eiω|=1, la trasformata di Fourier a tempo discreto è la valutazione della trasformata zeta sul cerchio unitario nel piano complesso.

Modello autoregressivo a media mobile

Template:Vedi anche Un sistema basato sul modello autoregressivo a media mobile è rappresentato dall'equazione:

p=0Ny[np]αp=q=0Mx[nq]βq 

dove entrambi i membri possono essere divisi per α0 , se è diversa da zero, normalizzando α0=1 . In questo modo l'equazione assume la forma:

y[n]=q=0Mx[nq]βqp=1Ny[np]αp

Tale scrittura consente di visualizzare il fatto che l'uscita al tempo attuale y[n] è funzione del valore dell'uscita y[np] a un tempo precedente, dell'ingresso attuale x[n] e dei precedenti valori x[nq] . Considerando la trasformata zeta della precedente equazione, dalle proprietà di linearità e traslazione temporale si ha:

Y(z)p=0Nzpαp=X(z)q=0Mzqβq 

che può essere scritta in modo da evidenziare la funzione di trasferimento:

H(z)=Y(z)X(z)=q=0Mzqβqp=0Nzpαp=β0+z1β1+z2β2++zMβMα0+z1α1+z2α2++zNαN

Dal teorema fondamentale dell'algebra il numeratore ha M radici, corrispondenti agli zeri di H, e il denominatore ha N radici, corrispondenti ai poli di H. Riscrivendo la funzione di trasferimento in modo da evidenziare questo fatto si ha:

H(z)=(1q1z1)(1q2z1)(1qMz1)(1p1z1)(1p2z1)(1pNz1) 

dove qk  è il k-esimo zero e pk  il k-esimo polo. Se il sistema descritto da H(z)  è pilotato dal segnale X(z)  allora l'uscita è data da Y(z)=H(z)X(z).

Note

Bibliografia

  • El Jury Theory and Applications of the z-Transform Method (John Wiley & Sons, NY, 1964)
  • Yutaka Yamamoto Digital Control Wiley Encyclopedia of Electrical and Electronics Engineering, 5, 445–457 (1999). PDF

Voci correlate

Collegamenti esterni

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