Criteri di convergenza

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Template:Nota disambigua Template:F In analisi matematica i criteri di convergenza per le serie sono condizioni sufficienti per la determinazione del carattere della serie.

Serie a termini concordi

Primo criterio del confronto

Consideriamo due serie a termini non negativi an e bn tali che  an  bn:

  • se la maggiorante converge, la minorante è convergente;
  • se la minorante diverge, la maggiorante è divergente.

Questo criterio viene utilizzato per dimostrare che la serie armonica generalizzata è divergente per α ≤ 1.

Dimostrazione

Data la successione di somme parziali (Sn) di an, dove (Sn) è monotona crescente: limn+Sn=supSn.

Analogamente con (Tn) successione di somme parziali di bn: limn+Tn=supTn.

Abbiamo che:

an=supSnbn=supTn,

dove non è da escludere che gli estremi superiori possano assumere anche il valore +. Quanto affermato nel criterio ne segue immediatamente.

Secondo criterio del confronto o del confronto asintotico

Date due serie a termini positivi an e bn:

  • se bn è convergente e limn+anbn=l, dove l[0,+), allora an è convergente;
  • se bn è divergente e limn+anbn>0 (anche +), allora an è divergente.

Il criterio del confronto asintotico è utile per far vedere che la serie armonica generalizzata è convergente per α>1.

Dimostrazione

Dato che limn+anbn=l,0<l<+, per definizione di limite di successione abbiamo che:

ε>0n0:n>n0|anbnl|<ε.

Si scelga ε=1, allora si ha:

|anbnl|<1,

che si può riscrivere:

(l1)bn<an<(l+1)bn.

Dunque poiché bn converge anche (l1)bn e (l+1)bn convergono, di conseguenza anche an converge. Analogamente per bn divergente.

Confronto con la serie geometrica: criteri derivati e stima del resto

Per applicare i criteri di confronto in modo diretto bisogna prendere in considerazione due serie, di cui una abbia un carattere noto (cioè si sappia se converge o meno), mentre l'altra abbia un carattere da valutare in base al confronto. Una delle due serie fa dunque da serie di riferimento.

Se però come serie di riferimento bn fissiamo una particolare serie e confrontiamo una generica serie an con la serie fissata, allora - avendo fissato una delle serie - il criterio del confronto si riduce a delle condizioni sui termini an. Si ottengono così una serie di criteri derivati, che fanno riferimento esplicitamente ad una sola serie di cui si vuole stabilire il carattere, ma che tuttavia "sottintendono" un confronto con la serie di riferimento fissata. Quando si applicano tali criteri è importante tenere presente quale sia la serie "sottintesa", poiché ovviamente la stima del criterio derivato non potrà essere più raffinata di quella che si otterrebbe da un confronto diretto dalla serie studiata con quella di riferimento.

Una delle serie più utili come serie di riferimento per il confronto è la serie geometrica, cioè la successione delle somme parziali delle potenze di un argomento dato:

sN=n=0Nkn=1kN+11k

Applicando i criteri di confronto al confronto con questa serie si possono ricavare i seguenti criteri derivati:

Criterio della radice (o di Cauchy)

Consideriamo una serie a termini non negativi n=1+an per la quale esista il limite limn+ann=k.

Si ha che:

  • il carattere della serie è convergente se k<1;
  • il carattere della serie è divergente se k>1;
  • non si può stabilire il carattere della serie se k=1.
Dimostrazione

Basta osservare che se limn+ann=k<1 allora possiamo fissare un k fra k e 1 tale che per tutti gli n maggiori di un certo N abbastanza grande i termini della successione siano minori di k:

n>N,ann<k<1

Elevando per n si ottiene dunque:

n>N,an<k'n.

Applicando allora il criterio del confronto fra la serie an e la serie geometrica k'n si ha che la serie converge.

Se limn+ann=k>1 allora esiste N tale che per ogni n>N si ha ann>1 da cui an>1. Dato che an non tende a 0 la serie n=1an diverge.

Esempio

Stabiliamo il carattere della serie:

n=1nβan,β, a>0.

Applicando il criterio della radice abbiamo:

nβann=nβna.

Ma

limnnβna=a,

come si deduce facilmente tramite l'identità logaritmica:

limnelognβn+loga=limneβnlogn+loga=eloga=a.

Quindi  β se  a<1 la serie converge, mentre se  a>1 la serie diverge.

Per a=1 la serie diviene la serie armonica generalizzata con α=β che diverge se β1 e converge se β<1.

Criterio del rapporto (o di d'Alembert)

Consideriamo una serie a termini positivi n=1+an tale che esista il limite limn+an+1an=k. Questa serie:

  • converge, se k<1;
  • diverge, se k>1;
  • ha un comportamento che non può essere stabilito da questo criterio, se k=1.
Dimostrazione[1]

Caso I

Se limn+an+1an=k<1, possiamo fissare un numero k(k,1) tale che, per tutti gli n maggiori di un certo N abbastanza grande, il rapporto fra due termini successivi sia minore di k:

n>N,an+1an<k<1,

da cui:

an+1<kan.

Dal momento che questa relazione vale per tutti gli n maggiori di N, partendo da un generico termine an possiamo procedere a ritroso fino a N+1:

an<kan1<(k)2an2<(k)n(N+1)aN+1=[aN+1(k)N+1](k)n.

A meno di una costante moltiplicativa (si ricordi che N è un numero), la successione an risulta minorante della successione delle potenze di k, che è convergente, essendo k<1. Di conseguenza, per il primo criterio del confronto, la serie degli an converge.

Caso II

Essendo limn+an+1an=k>1, si consideri un numero k(1,k). Esiste allora un valore N tale che

n>N,an+1an>k>1

ossia

aN+2>kaN+1

e analogamente

aN+3>kaN+2>(k)2aN+1    aN+3>(k)2aN+1
aN+4>(k)3aN+1
aN+q>(k)q1aN+1.

La coda della serie degli an è maggiorante di una serie geometrica che ha ragione k>1 e che è quindi divergente:

n=N+2+an>aN+1q=1+(k)q.

Di conseguenza, utilizzando il primo criterio del confronto, anche la serie n=1+an risulta divergente.

Stima del resto

Il confronto con la serie geometrica rende particolarmente agevole la valutazione del "resto", cioè dell'errore che si commette calcolando la somma di una serie fermandosi al suo N-esimo termine:

n=0an=n=0Nan+RN.

Supponiamo infatti di avere una serie an tale che da un certo N in poi i termini an siano minori dei termini di una serie geometrica di argomento k tale che 1<k<1 a meno di una costante moltiplicativa C:

n>N,an<Ckn.

Allora non solo la serie an converge, ma si ha anche:

RN=n=N+1an<Cn=N+1kn=CkN+11k.

Questa espressione si semplifica ulteriormente nel caso in cui il confronto della serie an con la serie geometrica venga ottenuto per mezzo del criterio del rapporto. In quel caso infatti, come si è mostrato nella Dimostrazione, esiste una certa costante k<1 e un certo intero N abbastanza grande tale che:

n>N,an<(aN+1k'N+1)k'n.

Possiamo dunque applicare la formula per il resto precedentemente trovata, con la costante moltiplicativa C=aN+1k'N+1, ottenendo:

RN<aN+1k'N+1k'N+11k=aN+11k.

Dunque nei casi in cui si applica il criterio del rapporto il resto N-esimo della serie da stimare è limitato, a meno di una costante moltiplicativa, dall'(N+1)-esimo termine della serie. Questa è una relazione molto importante per gli sviluppi in serie di funzioni.

Criterio di Raabe

Il criterio è in onore del matematico svizzero Raabe. Consideriamo una serie n=1+an a termini positivi, per la quale esiste il limite

limnn(anan+11)=l.

Allora:

  • se l>1 la serie converge;
  • se l<1 la serie diverge;
  • se l=1 il criterio non contribuisce a chiarire il suo comportamento.

Dimostrazione

Dimostriamo la divergenza.

Dato che l<1 per definizione di limite di successioni avremo:

αN:nαn(anan+11)<1.

Facendo qualche semplice passaggio si ottiene:

anan+11<1nanan+1<1+1nanan+1<n+1nnan<(n+1)an+1, questo vale per nα.

da questa posso scrivere:

nan>αaαan>αaαn,

dove:

n=1αaαn=+.

Perché quest'ultima è una serie armonica moltiplicata per una costante. Inoltre per il criterio del confronto risulta che

n=1an=+.

Criterio di condensazione di Cauchy

Template:Vedi anche Se an è una successione positiva non crescente, la serie

n=1an

converge se e solo se converge la serie

n=12na2n.

Criterio dell'integrale

Si consideri un intero N e una funzione continua non negativa f definita sull'intervallo illimitato [N,+), in cui è monotonicamente decrescente. Allora la serie

n=Nf(n)

converge a un numero reale se e solo se l'integrale improprio

Nf(x)dx

è finito.

Osservazione: se l'integrale improprio è finito, allora il metodo dà anche un maggiorante e un minorante

Nf(x)dxn=Nf(n)f(N)+Nf(x)dx

per la serie.

Dimostrazione

La dimostrazione utilizza il teorema del confronto fra il termine f(n) con l'integrale di f sugli intervalli [n1,n) e [n,n+1), rispettivamente.

Poiché f è decrescente, si sa che

f(x)f(n)per ogni x[n,)

e

f(n)f(x)per ogni x[N,n].

Quindi, per ogni intero nN,

nn+1f(x)dxnn+1f(n)dx=f(n)

e, per ogni intero nN+1,

f(n)=n1nf(n)dxn1nf(x)dx.

Dalla somma su tutti gli n da N a qualche intero maggiore M, si ricava dalle disuguaglianze precedenti che

NM+1f(x)dx=n=NMnn+1f(x)dxf(n)n=NMf(n)

e

n=NMf(n)f(N)+n=N+1Mn1nf(x)dxf(n)=f(N)+NMf(x)dx.

Combinando i risultati si ha

NM+1f(x)dxn=NMf(n)f(N)+NMf(x)dx.

Facendo tendere M a infinito, segue sia il teorema che la stima del valore della serie.

Serie a termini discordi

Criterio di convergenza assoluta

Data una serie an, si dice che essa è assolutamente convergente se |an| converge.

Teorema

Se una serie è convergente assolutamente è anche convergente semplicemente.

Dimostrazione

Sia ak una serie.

Consideriamo |ak|; per ipotesi, essa converge. Allora

|ak| converge ε>0,ν:nν,p1,|k=n+1n+p|ak||<ε (deve essere soddisfatta la condizione di Cauchy sulle serie)
ε>0,ν:nνp1,k=n+1n+p|ak|<ε (la serie dei moduli non è mai negativa)
ε>0,ν:nνp1,|k=n+1n+pak|<ε (minorazione tramite la disuguaglianza triangolare: la somma dei moduli è maggiore eguale al modulo della somma)
ak converge.

Criterio di Leibniz

Template:Vedi anche Si dicono serie a termini di segno alterno le serie a termini reali tali che due termini consecutivi hanno segno opposto. La serie (1)nan, con an definitivamente positiva, è dunque a termini di segno alterno, infatti:

  • per n pari il termine è positivo;
  • per n dispari il termine è negativo.

Per queste serie vale il seguente criterio di Leibniz:

Data la serie SN=n=0N(1)nan, se la successione |an| è definitivamente positiva, decrescente e tende a 0, cioè:

  • |an||an+1|>0,n>N;
  • limn|an|=0.

Allora si ha che:

  • la serie è convergente ad S;
  • le somme parziali di ordine pari e quelle di ordine dispari sono monotone e tendono a S;
  • |SnS||an+1|n, il resto n-esimo è minore al termine an+1.

Criterio di Dirichlet

Template:Vedi anche Il criterio di Dirichlet per le serie generalizza il criterio di Leibniz. Siano {an} e {bn} due successioni. Se an tende monotonamente a 0, e se la serie dei bn è limitata, cioè se

  • anan+1>0;
  • |n=1Nbn|<M,N.

Allora la serie n=1+anbn è convergente. In particolare, ponendo bn=(1)n si ottiene il criterio di Leibniz.

Note

Collegamenti esterni

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