Teorema di Banach-Caccioppoli

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In matematica, il teorema di punto fisso di Banach-Caccioppoli, o teorema delle contrazioni, è un importante strumento nella teoria degli spazi metrici; garantisce l'esistenza e l'unicità di un punto fisso per determinate mappe di spazi metrici su sé stessi, e la sua dimostrazione fornisce un metodo costruttivo per trovarli. Il teorema prende il nome da Stefan Banach (1892-1945) e da Renato Caccioppoli (1904-1959), ed è stato formulato la prima volta da Banach nel 1922. Caccioppoli giungerà autonomamente a questo risultato nel 1931.

Il teorema

Template:Vedi anche Sia (X,d) uno spazio metrico. Si definisce contrazione una funzione f:XX tale che esiste una costante reale 0k<1 che soddisfa la seguente condizione:

d(f(x),f(y))kd(x,y),x,yX.

Il più piccolo valore di k per cui vale tale condizione è detto costante di Lipschitz di f.

Enunciato

Sia (X,d) uno spazio metrico completo non vuoto. Sia T:XX una contrazione su X. Allora la mappa T ammette uno e un solo punto fisso:[1]

x*=T(x*),x*X.

Dimostrazione

La dimostrazione si articola in due parti. Iniziamo ad occuparci della esistenza, poi ricaveremo l'unicità.

Sia definita una successione ricorrente (o successione delle iterate) come segue:

x1=T(x0),x2=T(x1),,xn=T(xn1).

Sfruttiamo la metrica d e la proprietà di contrazione per valutare la distanza tra due punti successivi xn,xn+1:

d(xn,xn+1)=d(T(xn1),T(xn))kd(xn1,xn)=kd(T(xn2),T(xn1))k2d(xn2,xn1)=k2d(T(xn3),T(xn2))knd(x0,x1).

Prendiamo due numeri m,n tali che mn: attraverso la disuguaglianza triangolare e la proprietà di cui sopra

d(xn,xm)d(xn,xn1)+d(xn1,xm)i=mn1d(xi,xi+1)d(x0,x1)i=mn1ki=
=d(x0,x1)i=0nm1ki+m=kmd(x0,x1)i=0nm1ki.

Per n, l'ultima è una serie geometrica che converge perché il termine generale è compreso tra 0 e 1, quindi

d(xn,xm)d(x0,x1)kn1k0pern

ottenendo il criterio di Cauchy per le successioni. Passiamo ora dalla completezza dello spazio X, la quale garantisce l'esistenza di

x*=limnxn.

Poiché la T è un'applicazione continua, vale

T(x*)=limnT(xn)=limnxn+1=x*.

L'unicità si dimostra per assurdo: poniamo che esista un secondo punto y* tale che T(y*)=y*

d(x*,y*)d(T(x*),T(y*))kd(x*,y*)k1

che contraddice le ipotesi di partenza.

Il valore minimo di k è talvolta chiamato costante di Lipschitz.

Si osservi che la condizione d(T(x),T(y))<d(x,y) per x e y distinti (soddisfatta da funzioni contrattive) non è in generale sufficiente ad assicurare l'esistenza di un punto fisso, come è mostrato dalla mappa T:[1,+)[1,+) con T(x)=x+1/x, che non ha punti fissi. Tuttavia, se lo spazio X è compatto, allora questa assunzione più debole implica tutte le conclusioni del teorema.

Quando si usa il teorema in pratica, la parte più difficile è in genere definire X opportunamente in modo che T porti elementi da X a X, cioè che T(x) sia sempre un elemento di X.

Corollario

Sotto le ipotesi su X del teorema precedente, se T:XX è una funzione tale che, per qualche p numero naturale l'iterata Tp è una contrazione, allora T ammette un unico punto fisso.

Dimostrazione

Supponiamo che x sia punto fisso di Tp. Allora Tp(x)=x da cui, applicando T da entrambi i lati, si ha T(Tp(x))=T(x) e quindi Tp(T(x))=T(x): anche T(x) è punto fisso per Tp. Ma, per il teorema precedente, Tp ha un unico punto fisso e quindi deve essere T(x)=x.

Applicazioni

L'applicazione standard è nella dimostrazione del teorema di Picard-Lindelöf riguardo all'esistenza e all'unicità di soluzioni di determinate equazioni differenziali ordinarie. La soluzione cercata è espressa come un punto fisso di un opportuno operatore integrale che trasforma funzioni continue in funzioni continue. Il teorema del punto fisso di Banach-Caccioppoli è quindi usato per mostrare che questo operatore integrale ha un unico punto fisso.

Un'altra applicazione è una dimostrazione del teorema della funzione implicita in spazi di Banach.

Inversi

Esistono molti teoremi inversi del teorema di punto fisso di Banach-Caccioppoli. Il seguente è dovuto a Czeslaw Bessaga, nel 1959:

Sia f:XX una mappa di un insieme tale che ogni iterata fn ha un unico punto fisso. Sia q un numero reale, 0<q<1. Allora esiste una metrica completa su X tale che f sia una contrazione, e q è la costante di contrazione.

Note

Bibliografia

Voci correlate

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