Spazio metrico

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Uno spazio metrico è un insieme di elementi, detti punti, nel quale è definita una distanza, detta anche metrica. Lo spazio metrico più comune è lo spazio euclideo di dimensione 1, 2 o 3.

Uno spazio metrico è in particolare uno spazio topologico, e quindi eredita le nozioni di compattezza, connessione, insieme aperto e chiuso. Si applicano quindi agli spazi metrici gli strumenti della topologia algebrica, quali ad esempio il gruppo fondamentale.

Qualsiasi oggetto contenuto nello spazio euclideo è esso stesso uno spazio metrico. Molti insiemi di funzioni sono dotati di una metrica: accade ad esempio se formano uno spazio di Hilbert o di Banach. Per questi motivi gli spazi metrici giocano un ruolo fondamentale in geometria e in analisi funzionale.

Definizione

Uno spazio metrico è una struttura matematica costituita da una coppia (X,d) di elementi, dove X è un insieme e d una funzione distanza, detta anche metrica, che associa a due punti x e y di X un numero reale non negativo d(x,y) in modo che le seguenti proprietà valgano per ogni scelta di x,y,z in X:[1]

  • d(x,y)>0xy
  • d(x,y)=0x=y
  • d(x,y)=d(y,x) 
  • d(x,y)d(x,z)+d(z,y)

L'ultima proprietà è detta disuguaglianza triangolare.

Proprietà

Struttura topologica

Uno spazio metrico possiede naturalmente anche una struttura topologica: l'insieme delle palle aperte centrate nei vari punti avente raggio variabile fornisce infatti una sua base topologica.

Esplicitamente, un insieme sarà aperto se è l'unione di un certo numero (finito o infinito) di palle. Uno spazio metrico è perciò, quasi per definizione, uno spazio metrizzabile.

Per una funzione definita in uno spazio metrico sarà possibile dunque parlare di continuità e la definizione generale (usando le controimmagini degli aperti) potrà essere riformulata in funzione di dischi:

f:(X,d)(Y,d) è continua in x0 se per ogni r>0 esiste un δ(r)>0 tale che xBd(x0,δ(r)) implica f(x)Bd(f(x0),r),

dove Bd (risp. Bd) rappresenta la palla nella metrica d (risp. d). Scritta in un altro modo, questa definizione dice che:

f:(X,d)(Y,d) è continua in x0 se per ogni r>0 esiste un δ(r)>0 tale che d(x,x0)<δ(r) implica d(f(x),f(x0))<r.

Tale definizione è già molto vicina a quella usuale per funzioni reali.

Addizionalmente, uno spazio metrico è anche uno spazio uniforme, definendo un sottoinsieme V di M×M essere un entourage se e solo se esiste un ϵ>0 tale che se d(x,y)<ϵ allora (x,y)V. La struttura uniforme generalizza quella topologica.

È possibile costruire esempi semplici di metriche topologicamente equivalenti ma con strutture uniformi distinte: basta prendere, in , d1 la metrica euclidea e d2(x,y)=|exey|; allora {(x,y)2:|xy|<1} è un entourage nella struttura uniforme data da d1 ma non in quella data da d2. Intuitivamente, la difformità è data dalla distorsione della metrica usuale secondo una funzione non uniformemente continua.

Spazi normati

Uno spazio vettoriale normato

(M,)

è in modo naturale anche uno spazio metrico dotato della distanza

d(x,y)=xy

Le proprietà della distanza discendono infatti da quelle della norma.

Uno spazio vettoriale munito di una seminorma genera invece una pseudometrica, cioè una funzione che può assegnare distanza nulla a punti diversi, e quindi non uno spazio metrico. Si può ovviare all'inconveniente introducendo la relazione di equivalenza ~, che identifica due punti se e solo se hanno distanza nulla. Passando dunque all'insieme quoziente

X*=X/

e definendo, se d è la pseudometrica,

d*([x],[y])=d(x,y)

la funzione d* risulta essere, oltre che ben definita, proprio una metrica per X*. Il quoziente conserva la topologia che la pseudometrica induce su X (esattamente nello stesso modo in cui lo fa una metrica), cioè A è aperto in X se e solo se π(A)=[A] (ovvero i punti di A considerati a meno dell'equivalenza) è aperto in X*.

Equivalenze

Una biiezione f tra due spazi metrici (M1,d1), (M2,d2) si dice

Distanza tra punti e insiemi e tra insiemi

Oltre alla distanza tra punti, in uno spazio metrico si possono introdurre altri concetti accessori, come la distanza tra un punto e un insieme, definita come

δ(x,E)=infyEd(x,y)

È δ(x,E)=0 se e solo se x appartiene alla chiusura di E. Per questa funzione vale una versione generale della disuguaglianza triangolare, cioè

δ(x,E)d(x,y)+δ(y,E).

Si possono definire inoltre più distanze tra insiemi.

  • Una è definita come l'estremo inferiore della distanza tra due punti dei due insiemi:
d(E,F)=infxE,yFd(x,y)

Questa definizione, che è molto intuitiva, si rivela però poco utile, perché è solo una parametrica simmetrica, cioè soddisfa solo la non negatività e l'"auto-distanza" nulla: due insiemi non coincidenti con intersezione non vuota o che si toccano (cioè per esempio [1,2) e (2,3]) hanno distanza nulla.

  • Una definizione migliore è stata data da Felix Hausdorff ed è la seguente:
H(A,B)=max{e(A,B),e(B,A)},

dove per evitare notazioni pesanti si è indicato con e(A,B)=supxAδ(x,B) l'eccedenza di A su B; H è detta proprio distanza di Hausdorff di A da B. In generale H è solo una pseudometrica: la sua restrizione ai sottoinsiemi chiusi dello spazio metrico soddisfa però anche l'ultima proprietà mancante e la rende dunque una metrica su Pf(X)={SX:Schiuso}, sottoclasse dell'insieme delle parti di X.

Limitatezza

Template:Vedi anche Lo spazio metrico è la struttura più povera in cui si può cominciare a parlare di limitatezza di un insieme. Se EX, allora E si dice limitato secondo la metrica presente d se esiste un raggio finito M tale che

EBd(x,M) per qualche x in X.

Ci sono altre definizioni equivalenti, cioè:

  • ponendo per definizione diam(E)=supx,yEd(x,y) il diametro di E, se esso è un numero finito;
  • se la sua chiusura è limitata.

La nozione è però ovviamente dipendente dalla distanza che si pone sull'insieme X: se per esempio X è uno spazio illimitato con distanza d, esso ha diametro 1 nella distanza d=d1+d.

Spazi metrici prodotto

Se X1,,Xn sono spazi metrici con distanze g1,,gn rispettivamente allora si può definire una metrica nel prodotto cartesiano X1××Xn tra x=(x1,,xn) e y=(y1,,yn) come

(g1××gn)(x,y):=i=1n12igi(xi,yi)1+gi(xi,yi).

La formula può essere estesa anche per prodotti numerabili.

In generale, se N è una norma in n, allora si può definire la metrica normata nel prodotto cartesiano come

N(d1,,dn)((x1,,xn),(y1,,yn))=N(d1(x1,y1),,dn(xn,yn))

e la topologia generata è coerente con la topologia prodotto.

Come caso particolare, se n=2, X1=X2=X, d1=d2=d allora viene fuori che la funzione distanza d:X×X+ è uniformemente continua rispetto ogni metrica normata e dunque è una funzione continua rispetto alla topologia prodotto su X×X.

Esempi di spazi metrici

  • Lo spazio euclideo con la normale nozione di distanza.
  • Un insieme qualsiasi con la distanza definita nel modo seguente: la distanza tra due punti è 1 se i punti sono diversi, 0 altrimenti; in questo caso si dice distanza discreta.
  • L'insieme delle funzioni continue nell'intervallo [0,1] è metrizzabile con la seguente metrica: date due funzioni f1, f2 della variabile x il numero d=max|f1(x)f2(x)| è la distanza tra esse.
  • Un sottoinsieme di uno spazio metrico si può considerare anch'esso in modo naturale uno spazio metrico: basta munirlo della opportuna restrizione della funzione distanza dello spazio di partenza. Quindi qualsiasi sottoinsieme dello spazio euclideo è un esempio di spazio metrico.
  • Ogni spazio normato è uno spazio metrico, dove la distanza tra due punti x,y è data dalla norma del vettore xy. In questi casi si dice che la metrica è indotta dalla norma. Non vale però il viceversa, esistono cioè spazi metrici la cui metrica non può derivare da una norma, come mostra il prossimo esempio.
  • L'insieme dei numeri reali, con la distanza data da
d(x,y)=|arctan(x)arctan(y)|.

Questa distanza, diversa da quella standard, non può essere indotta da una norma, in quanto non è invariante per traslazioni (ovvero d(x+z,y+z) è in generale diversa da d(x,y)), mentre tutte le distanze indotte da norme lo sono.

  • Se (X,d) è uno spazio metrico, allora è possibile definire una nuova metrica d1 su X tale che qualunque coppia di punti di X abbia distanza minore o uguale a 1. Basta infatti prendere
d1(x,y)=d(x,y)d(x,y)+1.

Si può verificare che d1 è ancora una metrica su X. Inoltre se X è illimitato rispetto alla metrica d, risulta avere diametro 1 nella metrica d1, ovvero risulta limitato nella metrica d1. La nozione di limitatezza di un insieme non è dunque un concetto "assoluto".

Note

Bibliografia

Voci correlate

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