Bipolo

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Bipolo

Un bipolo, in elettrotecnica, è un elemento circuitale dotato di due morsetti che gli consentono di interagire con i fenomeni elettromagnetici esterni e il cui comportamento agli effetti esterni è completamente definito dal legame costitutivo tra tensione e corrente.

In automatica è assimilabile a un modello black box il cui comportamento è definito da una funzione di trasferimento.

Le proprietà fondamentali del bipolo sono due: la tensione tra i due morsetti del bipolo è indipendente dal cammino percorso e la corrente entrante che lo attraversa è, a meno del segno, uguale a quella uscente.

Definizione

Condizioni

La descrizione del campo elettromagnetico è basata sulle equazioni di Maxwell e in particolare la sua dinamica è descritta dalla legge di Faraday e dalla legge di Ampère-Maxwell, rispettivamente:[1]

×𝐄=𝐁t×𝐇=𝐉f+𝐃t

Nel caso di regime stazionario, ovvero a flusso magnetico e flusso elettrico costanti come in corrente continua, le correnti dovute alla variazione del campo elettromagnetico e alla polarizzazione elettrica e magnetica sono nulle quindi le due equazioni possono essere semplificate come segue:[2]

×𝐄=0×𝐇=𝐉f

Queste semplificazioni possono essere ritenute valide anche nel caso sia verificata la condizione di Max Abraham, in un regime variabile infatti, se la lunghezza d'onda del campo elettromagnetico λ è molto superiore alle dimensioni del sistema elettromagnetico λL allora il tempo che il fronte d'onda impiega ad attraversare tutto il sistema può essere considerato nullo e di conseguenza il regime variabile in esame può essere considerato quasi stazionario, semplificazione che consente l'utilizzo delle equazioni di Maxwell trascurando le variabili spaziali e ottenere quindi un modello a parametri concentrati.[3] Considerato che la corrente alternata è distribuita in Europa, Asia e Africa alla frequenza di Template:M (in America e parte del Giappone a Template:M) allora la condizione di Max Abraham è rispettata per sistemi con dimensioni molto inferiori a una lunghezza d'onda di circa Template:M, di conseguenza nelle linee di trasmissione è necessario adottare un modello a parametri distribuiti.[4]

Bipolo

Bipolo in regime quasi stazionario in cui è evidenziata la superficie chiusa impermeabile ai fenomeni elettromagnetici e la porta elettrica formata dai conduttori con estremi la coppia ordinata di morsetti. Sulla porta elettrica sono anche evidenziate le due superfici di livello VA e VB e la tensione tra i morsetti VAB sul percorso ΓAB, inoltre è evidenziata la corrente entrante IA e uscente IB con le relative superfici orientate 𝐒A e 𝐒B.

Un bipolo è un elemento costituito dall'unione tra una superficie chiusa e una porta elettrica formata da due conduttori aventi per estremi una coppia ordinata di morsetti {A,B} in regime quasi stazionario. Da questa definizione derivano le due proprietà fondamentali del bipolo: la tensione tra i due morsetti del bipolo è indipendente dal cammino percorso e la corrente entrante che lo attraversa è uguale in modulo a quella uscente.[5]

In regime quasi stazionario il campo elettrico 𝐄 è un campo vettoriale conservativo infatti ×𝐄=0 ed è quindi esprimibile come gradiente di un potenziale scalare, il potenziale elettrico: 𝐄=V. In forma globale si ha allora che l'integrale tra {A,B} sul cammino ΓAB per il teorema del gradiente è:

ΓAB𝐄d𝐥=ABVd𝐥=VAVB

La tensione VAB ai morsetti del bipolo allora è pari alla differenza di potenziale elettrico tra le due superfici di livello passanti per i morsetti {A,B} ed è indipendente dal cammino di integrazione ΓAB.[6]

In regime quasi stazionario l'unica corrente presente è quella di conduzione che è determinata dal campo di densità di corrente delle cariche libere 𝐉f. Si ottiene allora che la corrente di conduzione IA entrante nel morsetto A con sezione 𝐒A di superficie SA e orientamento normale è pari a meno del segno alla corrente IB uscente dal morsetto B di sezione 𝐒B:[6]

IA=SA𝐉fd𝐒=SB𝐉fd𝐒=IB

Siccome la superficie chiusa del bipolo è impermeabile a ogni fenomeno elettromagnetico allora agli effetti esterni questo è completamente identificato dalla conoscenza della tensione e della corrente ai suoi morsetti, unici punti in cui il bipolo può comunicare attraverso fenomeni elettromagnetici con l'esterno.[6]

Legame costitutivo

Il comportamento agli effetti esterni di un bipolo è completamente definito dal legame costitutivo che intercorre tra le funzioni rispetto al tempo di tensione v(t) e corrente i(t). Se il legame è definito da:

f(V,I)=0

allora il bipolo si dice stazionario. Se invece la caratteristica tensione-corrente è della forma:

f(v(t),i(t),d/dt,dt)=0

cioè le grandezze variano nel tempo e appaiono derivate e integrali delle tensioni e delle correnti, allora il bipolo è detto dinamico. la caratteristica tensione-corrente del bipolo è in genere rappresentabile con una o più curve nel grafico V-I. Il bipolo stazionario ha una sola caratteristica mentre il bipolo dinamico ne ha infinite a seconda del regime di funzionamento: per esempio imponendo una certa corrente se ne calcola la tensione ai capi (bipolo controllato in corrente). Un altro modo di esprimere la caratteristica è:

v=f(i)

oppure

i=g(v)

Bipolo lineare

Ebbene a seconda della caratteristica il bipolo è lineare se la caratteristica è lineare cioè della forma (per esempio):

v=ki

Che su un diagramma tensione-corrente rappresenta appunto, una retta passante per l'origine.

Valgono inoltre le proprietà dell'additività e dell'omogeneità (proprietà degli omomorfismi):

f(i1+i2)=f(i1)+f(i2)
f(αi)=αf(i)

con α.

Analisi termodinamica

Template:Vedi anche Un bipolo è assimilabile a un sistema termodinamico che scambia lavoro elettrico Le con l'esterno tramite i suoi morsetti, mentre tramite la sua superficie chiusa scambia lavoro non elettrico L in modo reversibile e calore Q. Secondo il primo principio della termodinamica allora definite l'energia potenziale elettrica Ue e l'energia magnetica Um accumulate nel bipolo si ha che:[7]

δLe=δQ+dUe+dUmδL

Definita la potenza elettrica p=vi allora il lavoro elettrico scambiato da un bipolo è δLe=p dt=vi dt.

Bipoli perfetti

Bipolo resistivo

Bipolo che trasforma irreversibilmente il lavoro elettrico in calore.

δLe=δQ

Il componente elettrico corrispondente è il resistore. Si tratta di un bipolo lineare e passivo in quanto la sua potenza è sempre assorbita. L'energia del resistore è trasformata in calore irreversibilmente per effetto Joule. L'equazione costitutiva che caratterizza un resistore attraversato da una corrente elettrica i e sottoposto ad una tensione elettrica v risulta essere:

v=Ri

Bipolo capacitivo

Bipolo che trasforma reversibilmente il lavoro elettrico in energia potenziale elettrica.

δLe=dUe

Il componente elettrico corrispondente è il condensatore. Tra i bipoli dinamici vi sono i condensatori con caratteristica dinamica:

i(t)=Cdv(t)dt

dove C è la capacità. Esso è anche un elemento dotato di memoria poiché la sua caratteristica è univocamente determinata solo se si conosce il valore iniziale al tempo t0 della tensione. Inoltre il condensatore non è un bipolo strettamente passivo infatti può anche essere p(t)=0. In tal caso il bipolo è conservativo, esso può immagazzinare energia e rilasciarla completamente (e idealmente).

Bipolo induttivo

Bipolo che trasforma reversibilmente il lavoro elettrico in energia magnetica e il componente elettrico corrispondente è l'induttore.

δLe=dUm

Il componente elettrico corrispondente è l'induttore. Tra i bipoli dinamici vi sono gli induttori con caratteristica dinamica:

v(t)=Ldi(t)dt

dove L è l'induttanza. Esso è anche un elemento dotato di memoria poiché la sua caratteristica è univocamente determinata solo se si conosce il valore iniziale al tempo t0 della corrente. Inoltre l'induttore non è un bipolo strettamente passivo infatti può anche essere p(t)=0. In tal caso il bipolo è conservativo, esso può immagazzinare energia e rilasciarla completamente (e idealmente).

Bipolo convertitore

Bipolo che trasforma reversibilmente lavoro elettrico in lavoro non elettrico.

δLe=δL

Il componente elettrico corrispondente è l'utilizzatore nel caso di lavoro elettrico assorbito o il generatore nel caso di lavoro elettrico generato. Gli elementi che forniscono energia sotto forma di tensione sono i generatori: in particolare il generatore di tensione ideale e il generatore di corrente ideale. Essi sono detti ideali perché teoricamente possono fornire tensioni o correnti indefinitamente nel tempo e senza dissipazione. In realtà questo non è mai vero. Le caratteristiche del generatore sono lineari e quindi il bipolo generatore è lineare, inoltre essi possono fornire energia o anche dissiparla e quindi sono bipoli attivi ma anche passivi.

Bipoli attivi e passivi

A seconda della trasformazione energetica o in generale dell'energia associata ad un bipolo, questo può essere attivo o passivo. Consideriamo un bipolo e calcoliamo l'energia tra due istanti di tempo t0,t:

ΔW=t0tp(t)dt

ebbene se tale energia è sempre positiva data la convenzione dell'utilizzatore: ΔW0 allora il bipolo è detto passivo (strettamente passivo se ΔW>0), cioè il bipolo assorbe energia. Viceversa se ΔW0 allora il bipolo eroga (ossia attua un assorbimento negativo di energia) ed è detto attivo (strettamente attivo se ΔW<0). Il caso ΔW=0 è un caso particolare che implica che il bipolo conserva l'energia.

Note

Bibliografia

Voci correlate

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