Varietà simplettica

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Template:F In matematica una varietà simplettica è una varietà differenziabile liscia munita di una 2-forma chiusa non degenere ω, definita forma simplettica. Lo studio delle varietà simplettiche è denominato geometria simplettica. Esso deriva dalle formulazioni astratte della meccanica classica e della meccanica analitica, come il fibrato cotangente di una varietà, ad esempio nella riformulazione hamiltoniana della meccanica classica.

Una qualsiasi funzione differenziabile, H, a valori reali che lavora su una varietà simplettica fa da hamiltoniana o funzione energia. Ad ogni hamiltoniana è associato un campo vettoriale hamiltoniano; i moti naturali del sistema hamiltoniano sono soluzioni delle equazioni di Hamilton-Jacobi. Tramite il campo hamiltoniano è possibile definire un flusso sulla varietà simplettica, chiamato simplettomorfismo o flusso hamiltoniano. Per il teorema di Liouville, il flusso hamiltoniano preserva la forma volume sullo spazio delle fasi.

Definizione

Una forma simplettica su una varietà M è una 2-forma differenziale non degenere chiusa, ω. La coppia (M,ω) si chiama varietà simplettica. Chiariamo la definizione, con il termine non degenere intendiamo che data una base Xi dello spazio tangente di M in un punto, la matrice

Ωij=ω(Xi,Xj)

è invertibile (il determinante è diverso da 0). La richiesta di ω chiusa significa che

dω=0

dove d è la derivata esterna.

Notiamo come la richiesta di non degenerazione imponga la parità della dimensione di una varietà simplettica; infatti Ω è antisimmetrica, ossia Ωij=Ωji, per cui l'invertibilità della matrice implica la parità delle sue righe (e colonne).[1]

Sistema di coordinate canonico

Consideriamo una varietà simplettica (M,ω) con un sistema di coordinate, o una carta, denotata con la notazione xi dove i=1,,2n.

Definizione

Una carta xi si dice canonica, o sistema di coordinate canonico se accade che

ω=i=1ndxn+idxi

spesso per il sistema di coordinate canonico si usa la notazione classica ponendo xi=qi e pi=xn+i, con i=1,,n, cosicché la forma simplettica si riscrive (usando la notazione di Einstein)

Ω=dpidqi.

Teorema di Darboux

Template:Vedi anche Ogni varietà simplettica possiede un atlante formato da sistemi di coordinate canonici.

Varietà simplettica lineare

La varietà simplettica standard è 2n, siano xi, con i=1,,2n, le coordinate cartesiane su 2n, con la forma simplettica data da

ω=i=1ndxidxn+i

e in forma matriciale

ω=[0InIn0].

Questa particolare struttura simplettica è importante perché il teorema di Darboux dice che tutte le varietà simplettiche sono localmente isomorfe alla varietà simplettica standard.[1]

Sottovarietà lagrangiane

Data una varietà simplettica (M,ω) di dimensione 2n, di particolare importanza sono le sottovarietà lagrangiane. Una sottovarietà lagrangiana è definita come una sottovarietà LM di dimensione n tale che ω è identicamente zero su ogni spazio tangente ad L. Vi sono numerosi esempi di sottovarietà lagrangiane, come la sezione zero del fibrato cotangente T*Q di una varietà Q e il grafico di un simplettomorfismo MN inteso come una sottovarietà di M×N con un'adeguata forma simplettica. Tale ubiquità le rende uno dei principali oggetti di studio della geometria simplettica, al punto che un motto di Alan Weinstein è "qualsiasi cosa è una sottovarietà lagrangiana".[1]

Forma volume simplettico

Una varietà simplettica (M,ω) possiede una forma volume indotta in maniera naturale dalla sua struttura, più precisamente dalla 2-forma.

Definizione

Si definisce forma volume simplettico, o la forma di Liouville indotta da ω la

Ξωξ:=(1)n(n1)/2n!nω.

Utilizzando un sistema di coordinate canonico, che esiste sempre per il teorema di Darboux, la forma di Liouville assume l'aspetto

ξ:=dq1dqndp1dpn.

Proprietà

  1. Siccome tutte le forme volume inducono un'orientazione su una varietà anche ξ porta un'orientazione sulla varietà simplettica che viene chiamata anche l'orientazione naturale di M.
  2. La forma volume di Liouville induce una misura positiva sui borelliani di M. Definita
||=(q,p)()dq1dqndp1dpn,
dove è un borelliano di M e si è usato il sistema di coordinate canonico.

Gradienti simplettici

Sia (M,ω) una varietà simplettica e H una funzione scalare su M.

Chiamiamo gradiente simplettico di h il campo vettoriale X su M definito come l'unico campo vettoriale tale che

ω(X,)=dH,

dove dH è il differenziale di H.[1]

Sistema hamiltoniano

Notiamo che

ω(X,):TMT*M

è biettiva per via della non degenerazione di ω, allora è possibile definire un'applicazione inversa

I:T*MTM

che prende il nome di tensore di Poisson tale che

ω(Iα,)=α,

dove αT*M.

Grazie a questo nuovo operatore il gradiente simplettico si può riscrivere come X=IdH che prende anche il nome di campo vettoriale hamiltoniano e la relativa equazione differenziale associata prende il nome di equazione di hamilton di hamiltoniana h.

La terna (M,ω,H) si chiama sistema hamiltoniano, e la varietà simplettica (M,ω) si definisce anche spazio delle fasi.

Note

Collegamenti esterni

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