Numero duale

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In algebra lineare, i numeri duali sono un'estensione dei numeri reali, introdotti nel XIX secolo da William Clifford, ottenuta aggiungendo a essi un elemento caratterizzato dalla proprietà di essere nilpotente, ovvero tale che il suo quadrato è pari a zero. I numeri duali, nonostante non possiedano le proprietà di un campo, costituiscono un insieme con proprietà complementari a quelle dei numeri complessi. Essi trovano diverse applicazioni in fisica, sia nelle teorie classiche, sia in quelle riguardanti la relatività einsteiniana e la fisica delle particelle.

Algebra dei numeri duali

Indicato con ε l'elemento nilpotente, ogni numero duale può quindi essere scritto nella forma:

z=a+bε,

dove a e b sono numeri reali, e vale la relazione

ε2=0.

L'elemento ε ha una funzione analoga all'unità immaginaria dei numeri complessi, e spesso viene definito anch'esso unità immaginaria.

In generale, è possibile eseguire le normali operazioni algebriche sui numeri duali, considerando ε come una variabile e avendo cura di sostituire εn con 0 quando n2. È così possibile calcolare la somma e il prodotto di due numeri duali z1=a1+b1ε e z2=a2+b2ε:

z1+z2=(a1+a2)+(b1+b2)εz1z2=(a1a2)+(a1b2+a2b1)ε.

Con le operazioni sopra descritte, i numeri duali formano un'algebra associativa e commutativa dotata di unità.

Divisione

L'operazione di divisione tra due numeri duali è definita come moltiplicazione per l'inverso moltiplicativo del divisore; analogamente ai numeri complessi, è possibile eseguire la divisione moltiplicando dividendo e divisore per il coniugato del divisore:

a+bεc+dε=(a+bε)(cdε)(c+dε)(cdε)=acadε+cbεbdε2(c2+cdεcdεd2ε2)=acadε+cbε0c2+0=ac+ε(cbad)c2=ac+cbadc2ε.

La divisione è definita per c0, per cui tutti i duali privi di parte reale non sono invertibili e i numeri duali non costituiscono un campo.

Calcolo numerico delle derivate

L'unità immaginaria dei numeri duali ha proprietà analoghe agli infinitesimi utilizzati nell'analisi non standard, i cui quadrati hanno valore "quasi" nullo (più precisamente, sono infinitesimi di ordine superiore). Questa caratteristiche hanno interessanti applicazioni nella definizione dei polinomi su numeri duali: dato il polinomio P(z)=k=0npkzk, è possibile scrivere il suo sviluppo di Taylor, centrato nel punto a+bε; questo sviluppo è troncato al secondo termine, in quanto tutti i termini successivi contengono potenze dell'unità immaginaria superiori a uno:

P(a+bε)=k=0P(k)(a)(bε)kk!=P(a)+P(a)bε.

Dalla formula sopra segue che conoscendo il valore del polinomio in un determinato numero duale, è possibile conoscere il valore della derivata del polinomio, calcolato sulla parte reale. È anche possibile generalizzare questa formula utilizzandola per definire le funzioni trascendenti sui numeri duali:

f(a+bε)=f(a)+bf(a)ε.

Rappresentazioni

Rappresentazione matriciale

I numeri duali sono identificabili con le matrici reali 2×2 della forma:

(ab0a),

che rappresenta il numero a+bε.

In questo modo, le usuali operazioni di somma e prodotto tra matrici coincidono con la somma e il prodotto di numeri duali; l'elemento nilpotente è dato dalla matrice

ε=(0100).

Rappresentazione polare

È possibile definire il modulo di un numero duale come:

|z|2=zz*=(a+εb)(aεb)=a2ε2b2=a2.

La circonferenza unitaria è allora costituita dalle rette di equazione a=±1, mentre l'equivalente della formula di Eulero è:

exp(bε)=1+εb.

Dato allora il numero z=a+εb, se a0 è possibile scomporlo come:

z=a(1+baε).

I due parametri a e b/a si possono considerare le coordinate polari del numero duale.

Generalizzazioni

La costruzione eseguita può essere generalizzata a qualunque anello commutativo A: i numeri duali su A sono gli elementi dell'anello quoziente A[X]/(X2), dove A[X] è l'anello dei polinomi a coefficienti in A e (X2) è l'ideale generato da X2.

L'ideale (X2) non è massimale [1], per cui l'anello dei duali non è mai un campo; l'inverso dell'elemento a+bε è a1ba2ε, ed è definito se a è una unità in A.

Applicazioni

Trasformazioni di Galileo

In cinematica, le trasformazioni di Galileo possono essere rappresentate mediante i numeri duali: dato il sistema di riferimento O(x,t), che si muove con velocità relativa v rispetto al sistema di riferimento O(x,t), la trasformazione delle coordinate tra i due sistemi è data dalla matrice del numero duale 1+vε:

(t,x)=(t,x)(1v01),

ovvero:

{t=tx=vt+x.

Superspazi in fisica

I numeri duali costituiscono un semplice esempio di superspazio, utilizzato da alcune teorie fisiche, quali la relatività generale e le teorie supersimmetriche, per descrivere la configurazione spaziale. Ad esempio, nella Supersimmetria la loro componente reale è detta direzione bosonica, quella immaginaria direzione fermionica. Quest'ultima deriva il proprio nome dai fermioni, particelle che obbediscono al principio di esclusione di Pauli: con uno scambio di coordinate, la loro funzione d'onda cambia di segno, e considerando entrambe le coordinate, la funzione d'onda si annulla. Questo comportamento può essere sintetizzato nelle proprietà dell'elemento nilpotente.

Note

  1. (X2) è contenuto nell'ideale (X)

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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