Equazione di Larmor

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In fisica, l'equazione di Larmor o formula di Larmor, derivata da Joseph Larmor nel 1897, descrive la potenza della radiazione emessa da una particella carica non relativistica e quando la particella subisce una variazione di velocità.

L'equazione

L'accelerazione di una carica produce l'emissione di radiazione elettromagnetica, che si propaga nella forma di onda. Per velocità molto inferiori alla velocità della luce la potenza totale irradiata è data dall'equazione di Larmor, che nel Sistema Internazionale è data da:[1]

P=q2a26πε0c3

mentre nel sistema CGS:

P=23q2a2c3

dove q è la carica, a è l'accelerazione e c la velocità della luce. La generalizzazione relativistica, per velocità prossime a c, è fornita dai potenziali di Liénard-Wiechert.

Derivazione

Template:Vedi anche Il campo generato da una particella non relativistica carica in moto, ottenuto a partire dai potenziali di Liénard–Wiechert, ha la forma:[2]

𝐄(𝐱,t)=q[𝐧βγ2(1β𝐧)3R2]ret+qc[𝐧×[(𝐧β)×β˙](1β𝐧)3R]ret𝐁=[𝐧×𝐄]ret

dove q è la carica, β=𝐯c è la velocità della carica divisa per c, β˙=𝐯˙c è l'accelerazione della carica divisa per c, 𝐧 un vettore unitario parallelo a 𝐫𝐫0 ed R il modulo di 𝐫𝐫0. I termini al secondo membro sono valutati al tempo ritardato, dato da:

t=tRc

L'espressione del campo è la somma dei due contributi al secondo membro, relativi alla velocità e all'accelerazione della carica essendo rispettivamente dipendenti da β e da β e β˙. Il campo relativo alla velocità è proporzionale a R2, e pertanto si annulla rapidamente al crescere della distanza. Il campo relativo all'accelerazione, denotato con 𝐄a, decresce come R1 ed è il principale responsabile della perdita di energia da parte della carica.

La densità del flusso di energia irraggiata è fornita dal vettore di Poynting per il campo relativo all'accelerazione:

𝐒=c4π𝐄a×𝐁=c4π|𝐄a|2𝐧=qc|𝐧×(𝐧×β˙)R|2

La potenza irraggiata per unità di angolo solido Ω è quindi data da:

dPdΩ=c4π|R𝐄a|2=q24πc|𝐧×(𝐧×β˙)|2

Detto θ l'angolo tra i vettori 𝐯˙ e 𝐧, la radiazione è polarizzata nel piano generato da tali vettori e si ha:

𝐒=q24πc3R2sin2θ|𝐯˙|2n^

dove è determinante la dipendenza da sin2θ.

La potenza totale irraggiata è ottenuta integrando su tutto l'angolo solido Ω:

P=23q2|𝐯˙|2c3

che è il risultato di Larmor per una carica non relativistica che accelera. Si tratta di una grandezza covariante, ovvero invariante sotto trasformazione di Lorentz.

Generalizzazione relativistica

L'equazione di Larmor può essere modificata per velocità relativistiche considerando la componente spaziale 𝐩 del quadrimpulso Pμ:

P=23q2c3m2(d𝐩dtd𝐩dt)

Si ottiene così la generalizzazione invariante:[3]

P=23q2m2c3dPμdτdPμdτ

La potenza irradiata dipende pertanto dall'entità della variazione della quantità di moto della carica nel tempo, ed è proporzionale al quadrato della carica ed inversamente proporzionale al quadrato della sua massa. Riscrivendo il prodotto dei quadrivettori energia-momento si ha:

dPμdτdPμdτ=1c2(dEdτ)2(d𝐩dτ)2=v2c2(dPdτ)2(d𝐩dτ)2

dove si è sfruttato il fatto che:

dEdτ=Pc2EdPdτ=vdPdτ

Al tendere di β a zero, γ1 e quindi dτdt.

Forma non covariante

In termini dell'energia E=γmc2 e dell'impulso 𝐩=γm𝐯, sostituendo:

pμ=(γmc,γm𝐯)

nell'espressione covariante, si ha:

dpμdτdpμdτ=(d𝐩dτ)2+1c2(dEdτ)2
=γ2(dγm𝐯dt)2+γ2c2(dγmc2dt)2
=γ2[(γm𝐯˙+γ3m𝐯(ββ˙))2+1c2(γ3ββ˙mc2)2]
=γ8m2c2[(ββ˙)2(β(ββ˙)+β˙γ2)2]

e dunque:

dpμdτdpμdτ=γ8m2c2(1γ2(ββ˙)2β˙2γ4)

Aggiungendo e sottraendo β2β˙2γ2 si ha:

γ6m2c2[(β2β˙2(ββ˙)2)β˙2]

e sfruttando l'identità vettoriale:

(β×β˙)(β×β˙)=(β2β˙2(ββ˙)2)

si ottiene:

P=2q2γ63c((β˙)2(β×β˙)2)

che è l'espressione trovata da Liénard nel 1898.[3]

Il termine γ6 evidenzia il fatto che per γ1, ovvero per β<<1, la radiazione emessa è trascurabile. Se l'accelerazione e la velocità sono ortogonali, inoltre, la potenza è ridotta di un fattore ββ˙, e tale fattore di riduzione aumenta con la velocità.

Note

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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