Teorema di unicità del limite

Da testwiki.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Il teorema di unicità del limite è un teorema di matematica, e più precisamente di analisi. Assume forme diverse a seconda dei contesti, ed in ciascuno di questi afferma che non possono esserci due limiti distinti. Si applica soprattutto a successioni e funzioni.

Successioni

Enunciato

Il teorema di unicità del limite per le successioni asserisce che

Una successione {an} di numeri reali non può avere due limiti distinti.

In altre parole, se la successione ha un limite, questo è unico.[1]

Dimostrazione

Supponiamo che l1,l2 siano limiti (finiti; in verità, si può facilmente eliminare tale restrizione) della successione {an}. Mostreremo che l1=l2.

Per la definizione di limite, per ogni ε>0 esistono N1 ed N2 tali che per ogni i>N1 è vera |ail1|<ε, e per ogni i>N2 è vera |ail2|<ε . Sia N il massimo tra N1 e N2. Allora per ogni i>N abbiamo

|l1l2||l1ai|+|ail2|<2ε

per la disuguaglianza triangolare. Quindi |l1l2|<2ε per ogni ε>0, e quindi |l1l2|=0. Quindi l1=l2.

Generalizzazioni

Il teorema vale (con analoga dimostrazione) anche per qualsiasi successione di punti in uno spazio metrico. Più in generale, vale in qualsiasi spazio topologico di Hausdorff.

Funzioni

Enunciato

Il teorema di unicità del limite per le funzioni asserisce che

Una funzione f:X definita su un intervallo aperto X dei numeri reali non può avere due limiti distinti in un punto x0 di accumulazione per X.

In altre parole, se la funzione ha limite in x0, questo è unico.[2]

Dimostrazione

Supponiamo che l1,l2 siano limiti della funzione in x0. Mostreremo che l1=l2, ragionando per assurdo e supponendo quindi che l1 e l2 siano distinti. Allora esistono due intorni V1 di l1 e V2 di l2 disgiunti.

Per definizione di limite, esistono due intorni U1 e U2 di x0 per cui vale:

f(x) appartiene a V1 per ogni x in U1X diverso da x0,
f(x) appartiene a V2 per ogni x in U2X diverso da x0.

L'insieme U1U2 è un altro intorno di x0, quindi contiene un punto x di X diverso da x0 perché x0 è punto di accumulazione per X. Per questo punto, f(x) è contemporaneamente in V1 e V2, che però sono disgiunti: questo è assurdo.

Generalizzazioni

Il teorema vale (con analoga dimostrazione) anche per qualsiasi funzione f:XY fra spazi metrici, come ad esempio lo spazio euclideo n o un qualsiasi suo sottoinsieme. Più in generale, vale per funzioni fra spazi topologici, con l'ipotesi che il codominio Y sia di Hausdorff.

Osservazione

L'ipotesi nell'enunciato generale che il codominio sia uno spazio di Hausdorff (come n con l'usuale topologia euclidea) è la chiave di tutto il teorema. Infatti in uno spazio non di Hausdorff in generale non vale l'unicità del limite. Basti vedere quest'esempio:

Sia X= con la topologia euclidea, mentre Y=(,T) con la topologia della semicontinuità inferiore, cioè i cui aperti sono le semirette destre; sia f:XY,f(x)=x2. Allora la funzione ammette infiniti limiti, in particolare:

limx0f(x)=a, per ogni a0.

Infatti, scelto un qualsiasi a0, i suoi intorni sono gli insiemi del tipo [ar,+), con r > 0, dunque essi contengono l'immagine di un qualsiasi intorno dello 0 dato secondo la topologia euclidea, cioè degli intervalli [ε,ε], restringendo opportunamente il raggio ε.

Note

Bibliografia

Collegamenti esterni

Template:Portale