Helichrysum italicum

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Helichrysum italicum (Roth) G.Don, 1830 è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae).[1][2]

Etimologia

Il nome del genere deriva da due parole greche "helios" (= sole) e "chrysos" (= oro) e fa riferimento alla luminosità dei capolini.[3] L'epiteto specifico (italicum) deriva da italiano.[4] Il nome volgare, Perpetuini, deriva proprio dai capolini di queste piante, che hanno una parte delle squame involucrali secche e scariose che persistono a lungo inalterate.

Il nome scientifico della specie è stato definito dai botanici Albrecht Wilhelm Roth (1757-1834) e George Don (1798-1856) nella pubblicazione "Loudon's Hortus Britannicus: a catalogue of all the plants indigenous, cultivated in, or introduced to Britain. Part I. The Linnaean arrangement: Part II. The Jussieuean arrangement / edited by J. C. Loudon. London" ( Hort. Brit. [Loudon] 342) del 1830.[5]

Descrizione

Il portamento
Le foglie
Infiorescenza
I fiori

Habitus. La specie di questa voce ha un habitus di tipo sub-arbustivo. La forma biologica è camefita suffruticosa (Ch suffr), sono piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste a un'altezza dal suolo tra i 2 e i 30 cm (le porzioni erbacee seccano annualmente e rimangono in vita soltanto le parti legnose). I cauli di queste piante sono provvisti del floema, ma non di canali resiniferi; mentre i sesquiterpeni lattoni sono normalmente assenti (piante senza lattice). LTemplate:'Helichrysum italicum ha un odore aromatico gradevole.[6][7][8][9][10][3][11][12]

Fusto. La parte aerea in genere è legnosa e contorta con rami arcuato-ascendenti. La pubescenza si compone di un sottile strato di peli lisci. La parte ipogea è provvista di una modesta radice a fuso e numerose radichette da cui partono vari fusticini ramosi. Altezza media: 25 – 40 cm.

Foglie. Le foglie, cauline, in genere sono disposte in modo alternato e sono sessili. Quelle inferiori spesso sono patenti e più o meno unilaterali. La lamina è intera con forme generalmente da strette (lineari) e piatte; i margini sono continui (a volte sono revoluti) oppure sono piegati verso il basso (convoluti). Spesso la superficie è tomentosa o lanosa (a volte anche stipitato o sessile-ghiandolare). Le facce sono bicolori (quelle adassiali a volte sono verdastre). La consistenza è molle. Dimensione delle foglie: 0,5 - 1 x 15 – 35 mm.

Infiorescenza. Le sinflorescenze sono composte da 25 - 35 capolini raccolti in formazioni corimbose dense. Le infiorescenze vere e proprie sono formate da un capolino terminale peduncolato di tipo discoide (con fiori omogami) o disciforme (con fiori eterogami). I capolini sono formati da un involucro, con forme da coniche a subcilindriche, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori. Le brattee, ottuse, colorate da giallo-chiaro fino a bruno, a consistenza cartacea e lucide (a volte chitinose), sono disposte in modo più o meno embricato su più serie e sono libere o connate alla base (gli strati di stereoma sono divisi o indivisi); talora possono avere un margine ialino. Il ricettacolo è nudo ossia senza pagliette (raramente ne è provvisto) a protezione della base dei fiori; la forma è piatta. Dimensione degli involucri: diametro 2 – 3 mm; lunghezza 4 – 5 mm.

Fiori. I fiori (15 per capolino e lunghi 3 - 3,5 mm) sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre tubulosi, attinomorfi e si distinguono in:

  • fiori del disco esterni: sono femminili e filiformi o sub-radiati; oppure sono assenti;
  • fiori del disco centrali: sono ermafroditi.

In questo gruppo di piante i fiori radiati (ligulati o del raggio) sono assenti; a volte sono confusi con i fiori femminili (tubulosi) del disco esterno più o meno sub-zigomorfi con un lembo piatto e possono essere interpretati come fiori del raggio.

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[13]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti a una coroncina di squame.
  • Corolla: la forma della corolla normalmente è tubolare (a trombetta allargantesi all'apice) con 5 lobi (raramente 4); i lobi hanno una forma deltata o più o meno lanceolata. I colori della corolla sono generalmente giallo o giallo-bruno.
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; le teche (produttrici del polline) sono prive di sperone, ma hanno la coda (una sola); le appendici apicali delle antere hanno delle piatte; il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre polarizzato (con due superfici distinte: una verso l'esterno e una verso l'interno). Il polline è di tipo echinato (con punte sporgenti) a forma sferica è formato inoltre da due strati di ectesine, mentre lo strato basale è spesso e regolarmente perforato (tipo "gnafaloide").[8]
  • Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da due carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è intero o biforcato con due stigmi nella parte apicale. Gli stigmi hanno una forma troncata; possono essere ricoperti da minute papille o avere dei penicilli apicali. Le superfici stigmatiche sono separate.[8]
  • Antesi: da maggio a novembre.

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni sono piccoli a forma variabile da oblunga a obovoidale (o colonnare); la superficie è densamente ricoperta di papille ghiandolose; il pericarpo può essere percorso longitudinalmente da alcuni fasci vascolari o creste. Il pappo, prontamente caduco, in genere ridotto, è formato da una serie di diverse setole capillari (piumose o barbate; ma mai nella parte inferiore) connate o libere. Lunghezza degli acheni: 0,6 - 1,2 mm.

Biologia

Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[7][8]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche a distanza di alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat

Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[14] – Distribuzione alpina[15])

Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Sud Europeo.

Distribuzione: in Italia questa specie si trova in tutto il territorio (nelle Alpi ha una presenza discontinua), ma è comune al centro, al sud e nelle isole. Sugli altri rilievi collegati alle Alpi è presente nella Pirenei e Monti Balcani.[15] Nel resto dell'Europa e dell'areale del Mediterraneo si trova dal Portogallo all'Anatolia e nell'Africa settentrionale occidentale.[2]

Habitat: l'habitat preferito per queste piante sono le garighe, i prati aridi, i brecciai, le fiumare e le colate laviche. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere arido.

Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini, in Italia, queste piante si possono trovare fino a 800 Template:M s.l.m. (massimo 1.400 Template:M s.l.m. secondo G. Galetti); nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare (oltre a quello planiziale).

Fitosociologia

Areale alpino

Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]

Formazione: comunità delle lande di arbusti nani e delle torbiere
Classe: Rosmarinetea

Areale italiano

Per l'areale completo italiano la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[16]

Macrotipologia: vegetazione casmofitica, glareicola ed epifitica
Classe: Thlaspietea rotundifolii Br.-Bl., 1948
Ordine: Scrophulario bicoloris-helichrysetalia italici Brullo, 1984
Alleanza: Artemision variabilis Biondi et al, 1994

Descrizione. L'alleanza Artemision variabilis è relativa alle comunità caratterizzata dalla dominanza di Helychrysum italicum e altre camefite, tra cui Artemisia variabilis, che si sviluppa su greti con ciottoli e sabbia di natura prevalentemente granitica in ambienti costieri nella zona Mediterranea. La cenosi sopporta limitati periodi di inondazione, di acqua per lo più dolce o leggermente salata. Alleanza è distribuita nell'Italia meridionale peninsulare e sulle isole.[17]

Specie presenti nell'associazione: Helichrysum italicum, Artemisia campestris, Inula viscosa e Chondrilla juncea.

Altre alleanze e associazioni per questa specie sono:[16]

  • Crucianellion maritimae
  • Euphorbion rigidae
  • Artemisio albae-Saturejion montanae
  • Cisto eriocephali-Ericion multiflorae.

Tassonomia

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[18], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[19] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[20]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][9][10]

Filogenesi

Il genere della specie di questa voce è descritto nella tribù Gnaphalieae (una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae) e in particolare nella sottotribù Relhaniinae. Da un punto di vista filogenetico, la tribù Gnaphalieae fa parte del supergruppo (o sottofamiglia) "Asteroideae grade"; l'altro è il supergruppo "Non-Asteroideae" contenente il resto delle sottofamiglie delle Asteraceae. All'interno del supergruppo è vicina alle tribù Senecioneae, Calenduleae, Astereae e Anthemideae.[21][22]

Helichrysum, comprendente oltre 500 specie (è il più grande genere della tribù Gnaphalieae), appartiene al clade Hap, un gruppo informale della sottotribù Gnaphaliinae che occupa una posizione più o meno "basale" ed è "fratello" ai cladi Flag e Australasian. Le specie di questo clade sono caratterizzate dalla divisione dello stereoma sulle brattee involucrali (hanno la base libera) e differiscono dalle "gnaphalie s.s." per i pochi e piccoli capolini, con forme cilindriche e con poche serie di brattee involucrali.[23]

Tutte le specie del genere Helichrysum della flora spontanea italiana appartengono al clade dell'areale congiunto Mediterraneo-Asia e alla sez. Stoechadina (gruppo monofiletico). Si ipotizza che il genere, dall'Africa meridionale (probabile origine del gruppo) giunto nella regione mediterranea, si sia diversificato ed espanso ad est fino all'Asia occidentale e centrale e contemporaneamente abbia subito una riduzione del portamento legnoso.[24]

Sandro Pignatti, nella pubblicazione "Flora d'Italia" (seconda edizione) ha diviso il genere (sempre in relazione alle specie presenti in Italia) in tre gruppi.[12] La specie di questa voce appartiene al terzo gruppo ("C") caratterizzato da capolini più lunghi che larghi (altre specie del gruppo sono: H. litoreum).

I caratteri distintivi per la specie Helichrysum italicum sono:[12]

  • il portamento è arbustivo con rami arcuato-ascendenti;
  • le foglie sono poco tomentose e sono verdi sulla pagina superiore;
  • dimensioni delle foglie inferiori: 0,5 - 1 x 15 - 35 mm:
  • la forma dell'involucro varia da subconico a cilindrico;
  • dimensioni dell'involucro: diametro 2 - 3 mm, lunghezza 4 - 5 mm;
  • gli acheni sono lunghi 0,6 - 1,2 mm e sono densamente ricoperti di papille ghiandolose.

Il numero cromosomico della specie è: 2n = 28.[12]

Variabilità

Per questa specie sono riconosciute le seguenti sottospecie:[2][12]

Sottospecie italicum

  • Nome scientifico: Helichrysum italicum subsp. italicum
  • Descrizione: i fusti fioriferi sono erbacei e sono ricoperti da un tomento grigio-giallastro; le foglie sono lunghe fino a 25 mm e sono larghe 1,5 - 2,3 mm; le pagine superiori delle foglie sono ricoperte da un tomento persistente; le brattee esterne hanno delle forme ovate e triangolari.
  • Corologia: il tipo corologico (area di origine) è Sud Europeo (Substeppico).
  • Distribuzione: in Italia è comune in Liguria, al Centro e al Meridione; nel resto dell'areale del Mediterraneo si trova dalla Francia all'Anatolia e nell'Africa settentrionale occidentale.
  • Numero cromosomico: 2n = 28.
  • Fitosociologia: per l'areale completo italiano la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[16]
Macrotipologia: vegetazione alofila costiera e continentale e delle dune sabbiose.
Classe: Helichryso-crucianelletea maritimae (Sissingh 1974) Géhu, Rivas-Martínez & Tüxen in Géhu 1975 em. Biondi & Géhu in Géhu & Biondi, 1994
Ordine: Helichrysetalia italici Biondi & Géhu in Géhu & Biondi, 1994
Alleanza: Helichrysion litorei Biondi et al, 2013
Descrizione. L'alleanza Helichrysion litorei è relativa alle garighe basse dominate da Helichrysum litoreum che si sviluppa nelle falesie rocciose e nei ghiaiosi litoranei delle isole di tipo eolico e lungo le coste italiane. La distribuzione di questa cenosi è relativa più o meno a tutto il Mediterraneo (Provenza, penisola Balcanica e Adriatico), ma la maggiore distribuzione dell’alleanza si ha nei territori meridionale della Sicilia e lungo la costa tirrenica della penisola italiana sino alla Toscana settentrionale, comprendendo anche l’Arcipelago toscano.[25]
Specie presenti nell'associazione: Genista tyrrhena, Helichrysum litoreum, Helichrysum italicum subsp. pseudolitoreum, Helichrysum rupestre, Helichrysum italicum subsp. italicum e Senecio gibbosus.

Sottospecie ericoidemun

  • Nome scientifico: Helichrysum italicum subsp. ericoideum (Fiori) Georgiadou, 2006
  • Distribuzione: Italia.
Nota: nella "Flora d'Italia" (seconda edizione) questa sottospecie è descritta all'interno della subsp. siculum.

Sottospecie pseudolitoreum

  • Nome scientifico: Helichrysum italicum subsp. pseudolitoreum (Fiori) Bacch., Brullo & Mossa, 2003
  • Descrizione: le foglie sono lunghe fino a 40 mm e larghe 0,8 - 1 mm; le brattee esterne hanno delle forme variabili da obovate a obovato-lanceolate.
  • Corologia: il tipo corologico (area di origine) è Endemico.
  • Distribuzione: in Italia si trova con discontinuità (Monte Argentario, Isole Tremiti, Gargano e Sardegna).
  • Fitosociologia: vedi la sottospecie italicum.

Sottospecie siculum

  • Nome scientifico: Helichrysum italicum subsp. siculum (Jord. & Fourr.) Galbany, L.Sáez & Benedí, 2006
  • Descrizione: i fusti fioriferi sono legnosi e ricoperti di tomento bianco-niveo; le foglie sono lunghe fino a 25 mm e sono larghe 1,5 - 2,3 mm; il tomento della pagina superiore delle foglie non è persistente; le brattee esterne hanno delle forme ovate e triangolari.
  • Corologia: il tipo corologico (area di origine) è Subendemico.
  • Distribuzione: Italia (Calabria e Sicilia) e Tunisia.

Sottospecie tyrrhenicum

  • Nome scientifico: Helichrysum italicum subsp. tyrrhenicum (Bacch., Brullo & Giusso) Herrando, J.M.Blanco, L.Sáez & Galbany, 2016
  • Descrizione: la pianta è gracile; il caule è densamente ramificato; le foglie inferiori sono lunghe 5 - 12 mm; le brattee esterne sono ghiandolose; il diametro dei capolini è 2 mm; gli acheni sono lunghi 0,7 - 1,1 mm.
  • Corologia: il tipo corologico (area di origine) è Mediterraneo nesicolo.
  • Distribuzione: Sardegna e Corsica.
  • Distribuzione altitudinale: 0 - 1.800 Template:M s.l.m..
Nota: nella "Flora d'Italia" (seconda edizione) questa sottospecie è descrita come H. microphyllum (Willd) Cambess. subsp. tyrrhenicum Bacch., Brullo & Mossa

Altre sottospecie non presenti in Italia

  • Helichrysum italicum subsp. microphyllum (Willd.) Nyman, 1879 - Distribuzione: Grecia.
  • Helichrysum italicum subsp. picardii (Boiss. & Reut.) Franco, 1984 - Distribuzione: Penisola Iberica e Magreb.
  • Helichrysum italicum subsp. serotinum (DC.) P.Fourn., 1940 - Distribuzione: Penisola Iberica, Francia e Algeria.

Sinonimi

Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]

  • Gnaphalium italicum Roth, 1790

Sinonimi della subsp. ericoideum

  • Helichrysum italicum var. ericoideum Fiori, 1904

Sinonimi della subsp. italicum

  • Gnaphalium angustissimum Mill.
  • Gnaphalium chrysocoma Mill.
  • Gnaphalium siculum Tineo
  • Gnaphalium stoechas Sm.
  • Helichrysum angustissimum Grande
  • Helichrysum argyreum Jord. & Fourr.
  • Helichrysum italicum f. intermedium Pamp.
  • Helichrysum numidicum Pomel

Sinonimi della subsp. microphyllum

  • Gnaphalium microphyllum Willd.
  • Helichrysum angustifolium subsp. microphyllum (Willd.) Rouy
  • Helichrysum microphyllum (Willd.) Cambess.

Sinonimi della subsp. picardii

  • Helichrysum picardii Boiss. & Reut.
  • Helichrysum serotinum subsp. picardii (Boiss. & Reut.) Galbany, L.Sáez & Benedí
  • Helichrysum picardii subsp. virescens (Valdés Berm.) Rivas Mart.
  • Helichrysum picardii var. virescens Valdés Berm.

Sinonimi della subsp. pseudolitoreum

  • Helichrysum italicum var. pseudolitoreum Fiori
  • Helichrysum pseudolitoreum (Fiori) Brullo

Sinonimi della subsp. serotinum

  • Helichrysum angustifolium subsp. serotinum (DC.) Sudre
  • Helichrysum angustifolium proles serotinum (DC.) Rouy
  • Helichrysum italicum var. serotinum (DC.) O.Bolòs & Vigo
  • Helichrysum serotinum (DC.) Boiss.
  • Helichrysum stoechas var. serotinum DC.
  • Helichrysum chloroticum Jord. & Fourr.
  • Helichrysum hispanicum Jord. & Fourr.
  • Helichrysum italicum var. libanotis (Jord. & Fourr.) O.Bolòs & Vigo
  • Helichrysum leptophyllum Jord. & Fourr.
  • Helichrysum libanotis Jord. & Fourr.

Sinonimi della subsp. siculum

  • Helichrysum siculum Jord. & Fourr.

Sinonimi della subsp. tyrrhenicum

  • Helichrysum microphyllum subsp. tyrrhenicum Bacch., Brullo & Giusso

Usi

La pianta intera veniva utilizzata per bruciare le setole dei maiali macellati, per l'aroma particolare che conferiva al lardo[26]. Le parti fiorite, che mantengono il loro vivido colore anche essiccate, vengono utilizzate per profumare la biancheria e gli ambienti. In cosmetica l'elicriso è impiegato come fissante nei profumi.

Fitoterapia

Template:Disclaimer L'elicriso come pianta officinale era già conosciuta e apprezzata in epoca greco-romana e nel medioevo. In epoca recente non solo sono state confermate le virtù già note ma se ne sono scoperte altre, per merito inizialmente di un medico condotto toscano, Leonardo Santini.[27] La droga è costituita dalla pianta fiorita, che ha odore caratteristico molto aromatico. Essa contiene un olio essenziale, acido caffeico, acido ursolico, resine, mucillagini e sostanze coloranti che nell'insieme prendono il nome di elicrisina. I diversi preparati a base di elicriso (estratto fluido, sciroppo, aerosol, tisane) possono trovare impiego nelle malattie dell'apparato respiratorio, nelle malattie reumatiche e allergiche, nelle malattie epatiche, nelle flebiti, nelle cefalee e perfino nelle ustioni e per curare i geloni[28].

Giardinaggio

Pianta rustica, tollera una temperatura minima di -5/-10 °C, sole e terreno ben drenato. Si moltiplica per talea basale o delle parti semilegnose in estate o da seme in primavera.

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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