Residuo (analisi complessa)

Da testwiki.
Versione del 8 dic 2021 alle 10:52 di imported>Datolo12 (linea --> contorno)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Template:F In analisi complessa, il residuo è un numero complesso che descrive il comportamento degli integrali di contorno di una funzione olomorfa intorno ad una singolarità isolata.

I residui vengono calcolati facilmente e sono uno strumento potente dell'analisi complessa, poiché permettono di valutare numerosi integrali attraverso il calcolo (generalmente più semplice) di alcune derivate, tramite il teorema dei residui.

Definizione

Sia Ω un aperto del piano complesso , e z0 un punto di Ω. Sia

f:Ω{z0},

una funzione olomorfa che in z0 ha una singolarità isolata e quindi un unico sviluppo locale in serie di Laurent

f(z)=n=an(zz0)n.

Il residuo di f in z0 è l'integrale di f lungo la circonferenza γr={z:|zz0|=r} diviso per 2πi:

Res(f,z0)=12πiγrf(z)dz

dove il raggio r è preso sufficientemente piccolo da non contenere altre singolarità isolate. In modo equivalente, il residuo di f in z0 è il coefficiente a1 della serie di Laurent, e viene indicato con

Resz0f(z)=a1.

Il valore del residuo non dipende dal raggio del cerchio lungo il quale avviene l'integrazione, ma solo dal comportamento della funzione nel punto di singolarità.

Integrali di contorno

Template:Vedi anche Il residuo è importante perché determina l'integrale di f lungo una curva chiusa che abbia indice di avvolgimento uno intorno alla singolarità. Ad esempio, la curva

γ(t)=z0+re2πit

definita su [0,1], per r sufficientemente piccolo in modo che il suo supporto sia effettivamente in Ω. Vale quindi

Resz0f(z)=a1=12πiγf(z)dz

Infatti valgono le uguaglianze

γf(z)dz=γn=an(zz0)ndz=n=γan(zz0)ndz=γa1(zz0)1dz=2πia1

Tutti i termini diversi da n=1 infatti non contribuiscono all'integrale, poiché la funzione (zz0)n ha una primitiva ben definita per ogni n maggiore di 1, data da (zz0)n+1/(n+1) mentre per ogni n minore di 1 l'integrale su linea chiusa è nullo anche se non ben definito per z=z0. L'ultima uguaglianza può essere calcolata direttamente, traslando in z0=0 per comodità:

γ1zdz=011re2πitre2πit2πidt=012πidt=2πi.

Calcolo del residuo

Il calcolo del residuo di una funzione f(z) in un punto z0 risulta particolarmente semplice nel caso in cui la singolarità isolata z0 sia eliminabile o un polo. Se la singolarità è eliminabile allora il residuo è automaticamente zero, mentre se z0 è un polo di ordine k il residuo è:

a1=1(k1)!limzz0dk1dzk1[(zz0)kf(z)]

e in particolare, se z0 è un polo semplice (cioè se k = 1), allora il residuo è semplicemente:

a1=limzz0[(zz0)f(z)].

Infatti la serie di Laurent si scrive come

f(z)=n=kan(zz0)n,

ove k è l'ordine del polo. Ponendo

g(z)=(zz0)kf(z)=n=0ank(zz0)n,

si ottiene una funzione analitica in z0 con sviluppo di Taylor

g(z)=n=0g(n)(z0)n!(zz0)n.

Confrontando il coefficiente del termine di grado k-1 delle due serie per g (z), risulta quindi

Resz0f(z)=a1=1(k1)!g(k1)(z0).

Residuo all'infinito

Una funzione olomorfa f:Ω è definita in un intorno dell'infinito Ω se esiste un R>0 tale che l'aperto Ω contenga tutti gli z con modulo |z|>R. In questo caso, è definito il residuo all'infinito di f(z) come

Resf(z)=12πiγf(z)dz

dove

γ(t)=Re2πit

è una curva qualsiasi con R>R (il risultato non dipende da questa scelta).

In particolare, il residuo all'infinito può essere determinato come

Resf(z)=Resω=01ω2f(1ω)

Tale relazione discende da un semplice cambio di variabile (o trasformazione conforme) che manda la variabile z nella sua inversa ω=z1. Segue allora che

f(z)dz=γ~f(1ω)d(1ω)=γ~1ω2f(1ω)dω,

ove

γ~(t)=1Re2πit.

Risulta allora che la funzione ha un punto singolare isolato nella nuova variabile ω dove essa vale 0. Ad essa si applica allora il teorema dei residui, da cui discende la formula per il residuo all'infinito. Da notare che la rappresentazione sulla sfera di Riemann fornisce una rappresentazione potente della situazione matematica descritta.

Esempi

Esempio 1

Sia f:{1},

f(z)=11+z.

Poiché f è olomorfa intorno a w, per ogni w1, lo sviluppo di Laurent di f in w è lo sviluppo di Taylor, dunque a1=0 e dunque Res(f(z),w)=0 se w1.

Lo sviluppo di Laurent di f in 1 è

11+z=1z(1)

dunque a1=1 e allora Res(f(z),1)=1. Per w0, considero la

1w211+1w=1w11+w=1w(1w+w2w3+)

e dunque Res(f(z),)=1.

Esempio 2

Sia f:{1},

f(z)=z1+z.

Mostrare che Res(f(z),z0)=0 se z01,

Res(f(z),1)=1 e

Res(f(z),)=1.

Poiché f(z)=z1+z è olomorfa intorno a z0, per ogni z01, lo sviluppo di Laurent di f in z0 è lo sviluppo di Taylor, dunque a1=0 e dunque Res(f(z),z0)=0 se z01, come nel caso precedente.

Lo sviluppo di Laurent di f in 1 è

z1+z=1+z11+z=111+z=1+1z(1)

dunque a1=1 e allora Res(f(z),1)=1. Per w0, considero la

1w21w1+1w=1w211+w=1w2(1w+w2w3+)=1w2+1w1+w

e dunque Res(f(z),)=1.

Esempio 3

Sia f:{±i},

f(z)=1z2+1=1(z+i)(zi).

Res(f(z),i)=limziziz2+1=limzi1z+i=12i

perché z2+1 ha grado 2 ma i due poli in ±i hanno ciascuno molteplicità 1.

Voci correlate

Collegamenti esterni

Template:Portale