La geometria del compasso
Template:Libro La geometria del compasso è un trattato di Lorenzo Mascheroni, pubblicato a Pavia nel 1797. Tratta delle costruzioni geometriche da realizzarsi con il solo uso del compasso, escludendo l'altro strumento della geometria classica, ovvero la riga. L'insieme delle dimostrazioni contenute in quest'opera prova il seguente teorema:
- « Ogni problema risolvibile con riga e compasso è risolvibile anche con il solo compasso »
I risultati di Mascheroni erano stati preceduti dal danese Jørgen Mohr, che li aveva esposti nel libro Euclides Danicus del 1672. Tale opera, pubblicata solo in danese e olandese, rimase per lo più sconosciuta. Riscoperta per caso in una libreria di Copenaghen nel 1928, fu subito ristampata in facsimile e poi tradotta in altre lingue. L'enunciato sopra riportato viene oggi chiamato quindi con il nome di teorema di Mohr-Mascheroni.
Scopo dell'opera
Nella scrittura di questa opera, Mascheroni si fa guidare da considerazioni teoriche: ha ben presente che dai tempi della geometria classica, descritta negli Elementi di Euclide, sono stati aggiunti dai matematici molti argomenti, come le coniche, le curve di grado superiore al secondo, ecc.. Viceversa, nella prefazione al suo libro si domanda:
- « Non potresti tu ritrocedere dagli Elementi, come da una linea di demarcazione, e cercar qualche cosa rimasta addietro a guisa di trascurata? È egli vero che i problemi elementari d'Euclide siano della più semplice costruzione? O non si potrebbe l'elemento matematico risolvere ne' suoi elementi fondamentali riga e compasso, a guisa di chi ha separata l'acqua in due arie[1], e qualche aria pure stimata semplice, in due sostanze? A questo punto m'avvidi, che non potendosi far uso della riga sola se non per condurre una retta; si poteva però forse far uso del solo compasso non solo per descrivere solamente un cerchio, o un arco di esso; ma descrivendone più con più centri, e con diverse aperture, trovare per via delle loro sezioni mutue più punti, che fossero utili, e appunto i cercati di posizione di qualche problema. »
Il secondo scopo che si prefigge Mascheroni nel pubblicare La geometria del compasso è rendere più facile e precisa la costruzione di apparecchiature di precisione, come i quadranti degli strumenti astronomici. Come spiega egli stesso, sempre nella prefazione al suo libro:
- « Per accennare i vantaggi, che ha il compasso sopra la riga, qualora si tratti di una descrizione precisa di linee, che non debbano temere l'esame del microscopio, basta avvertire, che trattandosi specialmente d'una riga alquanto lunga, è quasi impossibile ch'ella sia così diritta, che ne garantisca per tutto il suo tratto della posizione a luogo de' punti, che in essa sono. E sia pur essa rettissima. Sanno i pratici, che il dovere strisciare lungo essa colla punta che segna, porta seco una incertezza di parallelismo nel moto dell'asse di questa punta, o di perfetto adattamento allo spigolo, che rende spesso inutile la sua massima precisione. A queste due difficoltà non va soggetto il compasso. Qualora esso sia fermo nell'apertura, e finissimo nelle punte; centratane una immobilmente, il che non è difficile, l'altra scorrendo segna da sé un arco così preciso ed esatto, che nulla più. »
In tutte le sue costruzioni geometriche, Mascheroni sceglie quindi di determinare i punti necessari usando, fra riga e compasso, solo quello strumento che garantisce la maggiore precisione possibile: i punti saranno sempre ottenuti come intersezioni fra archi di cerchio tracciati con il compasso. I tratti rettilinei necessari al completamento del disegno dovranno ovviamente essere tracciati con una riga; ma non avendo tali segmenti alcun ruolo nella determinazione dei punti, una mancanza di precisione nel loro disegno non si ripercuoterà sull'intera costruzione.
Il compasso di Euclide

Nei suoi Elementi, Euclide non parla mai né di riga né di compasso. Egli si riferisce solo a linee rette e circonferenze ideali, che traccia secondo i seguenti postulati:
- È possibile tracciare un segmento rettilineo fra qualunque coppia di punti [2]
- Un segmento rettilineo può essere esteso indefinitamente in una linea retta [3]
- È possibile descrivere un cerchio con qualsiasi centro e qualsiasi raggio [4]
Nella pratica è cosa ovvia associare una riga (non graduata) ai primi due postulati, e il compasso al terzo. Bisogna fare attenzione però al fatto che non tutto ciò che può essere fatto con un compasso è "autorizzato" dal terzo postulato. Secondo quest'ultimo, il compasso dovrebbe essere utilizzato solo per tracciare un cerchio dati il centro e un punto sulla sua circonferenza; non dovrebbe invece essere utilizzato per trasportare una distanza da una parte all'altra del piano, semplicemente aprendolo e spostandolo conservandone l'apertura.
Negli Elementi di Euclide il trasporto delle distanze è una necessità irrinunciabile, infatti a questo problema sono dedicate le prime due Proposizioni del Libro I[5][6] (vedi l'animazione in figura 1). Euclide dimostra cioè che si può applicare la distanza al punto :
- congiungendo punti dati con segmenti rettilinei (primo postulato, linee di colore blu);
- prolungando gli stessi segmenti (secondo postulato, linee di colore ciano);
- tracciando archi di cerchio dati il centro e un punto della circonferenza (terzo postulato, linee di colore verde).
Alla fine dell'animazione, tutti i punti appartenenti alla circonferenza rossa disteranno da quanto dista da
L'uso comune, di trasportare distanze mantenendo invariata l'apertura del compasso a cavallo di un suo spostamento, è quindi una scorciatoia ammessa in geometria, ma solo perché si sa che tale procedimento è la semplificazione di un metodo più rigoroso: proprio quello descritto da Euclide.
I Compassi ad apertura fissa di Mascheroni

A differenza di Euclide, Mascheroni non ha uno scopo teorico, bensì pratico. Per trasportare le distanze non applica il metodo descritto da Euclide, per due motivi:
- esso richiede l'uso della riga, che Mascheroni vuole evitare;
- la quantità di passaggi necessari è tale da moltiplicare gli errori, invece di minimizzarli.
Mascheroni si sente quindi libero di usare il compasso per trasportare distanze, ma non solo: incoraggia la realizzazione di vari compassi ad apertura fissa[7]. Ad esempio, dovendo inscrivere in una circonferenza un qualche poligono regolare, suggerisce di costruirne quattro con le seguenti aperture prefissate:
- un primo compasso con apertura pari al raggio della circonferenza (coincidente con il lato dell'esagono regolare ivi inscritto);
- un compasso di apertura proporzionale al primo, in ragione del fattore (lato del quadrato inscritto nella circonferenza);
- un compasso di apertura proporzionale al primo, in ragione del fattore (lato del triangolo equilatero inscritto nella circonferenza);
- un compasso di apertura proporzionale al primo, in ragione del fattore (lato del decagono regolare inscritto nella circonferenza).
Divisioni della circonferenza
Le prime costruzioni affrontate da Mascheroni ne La geometria del compasso prevedono la divisione del cerchio in 240 parti di uguale lunghezza (nei paragrafi che seguono verranno mostrate solo le costruzioni principali), utilizzando il minor numero possibile di aperture del compasso, e il minor numero di punti non appartenenti alla circonferenza data.
Le costruzioni usano varie volte le Proposizioni di Euclide[8][9] secondo cui, in cerchi uguali, archi uguali insistono su corde uguali, e viceversa. La divisione della circonferenza in parti uguali coincide quindi con il problema di inscrivervi poligoni regolari dello stesso numero di lati.
Volendo costruire i compassi ad apertura fissa suggeriti da Mascheroni, il primo dovrà avere ampiezza uguale al raggio del cerchio da suddividere, ovvero quello in cui inscrivere i vari poligoni regolari.
Divisione in 6 parti

Dato un cerchio di centro e raggio (vedi figura 3), per inscrivere nello stesso cerchio un Esagono regolare seguendo il metodo di Euclide[10] bisogna:
- tracciare l'arco con centro in e raggio che interseca la circonferenza nei punti ed (questi punti, assieme ad sono i primi tre vertici dell'esagono);
- prolungare i segmenti ed fino ad incontrare la circonferenza rispettivamente in : sono i vertici dell'esagono regolare inscritto nella circonferenza.
Mascheroni non può fare uso della riga, quindi descrive un metodo alternativo:
- tracciare l'arco con centro in e raggio come indicato da Euclide;
- tracciare altri tre archi di raggio : il primo con centro in e tale da intersecare la circonferenza in il secondo con centro in per determinare il terzo in per determinare
Infatti:
- tutti i triangoli che hanno un vertice nel centro O del cerchio sono equilateri;
- i loro angoli in sottendono archi di lunghezza uguale a un sesto della circonferenza.
Si ricorda che lo scopo di Mascheroni è determinare i vertici dell'esagono, non di tracciarne i lati. Nel disegno infatti tutti i segmenti rettilinei, a parte il raggio sono tratteggiati; e il punto che con l'uso del solo compasso non è stato effettivamente determinato, è indicato solo allo scopo di agevolare la comprensione di quanto segue.
Con questa costruzione si ottengono alcuni risultati aggiuntivi, che verranno sfruttati in molte delle costruzioni che seguono:
- il punto è allineato al segmento per cui : questo è il sistema usato da Mascheroni per raddoppiare la lunghezza di un segmento senza fare uso della riga (iterando lo stesso sistema, un segmento potrà essere anche triplicato, quadruplicato, ecc.);
- il punto è la seconda estremità del diametro del cerchio centrato in e di raggio
- le terne di punti e definiscono i vertici di due triangoli equilateri inscritti nello stesso cerchio;
- il segmento ha lunghezza doppia rispetto all'altezza del triangolo equilatero quindi vale la proporzione:
Volendo costruire i compassi ad apertura fissa suggeriti da Mascheroni, quello di ampiezza pari a volte la lunghezza del raggio dovrà essere calibrato sulla distanza fra i punti ed oppure e oppure qualsiasi altra diagonale dell'esagono non passante per il centro del cerchio.
Divisione in 4 parti

Per costruire il quadrato inscritto in un cerchio dato, Euclide[11] suggerisce semplicemente di tracciare due diametri ortogonali. Questo sistema viene modificato da Mascheroni (figura 4) come segue:
- determinare i punti e come descritto al paragrafo precedente: e sono i due primi vertici del quadrato;
- con raggio e centro in e tracciare i due archi e che si intersecano in (la lunghezza del segmento come visto al paragrafo precedente, è volte il raggio della circonferenza);
- con raggio e centro in tracciare un arco che interseca la circonferenza data nei punti e : i punti sono i vertici del quadrato inscritto nella circonferenza data.
Infatti:
- per costruzione, il triangolo è isoscele, e il segmento ne è la mediana relativa alla base; ma in un triangolo isoscele, la mediana e l'altezza relative alla base coincidono, quindi l'angolo è retto e il triangolo è rettangolo in
- ammettendo, senza perdita di generalità, che il raggio del cerchio sia unitario, si può applicare il teorema di Pitagora all'ipotenusa e al cateto ricavando la lunghezza del secondo cateto:
- il segmento è quindi lungo volte il raggio del cerchio, proprio la lunghezza del lato del quadrato che si vuole inscrivere nella circonferenza. La determinazione dei due punti mancanti del quadrato richiede quindi solo di riportare tale lunghezza sulla circonferenza, a partire da (oppure da ).
Volendo costruire i compassi ad apertura fissa suggeriti da Mascheroni, quello di ampiezza uguale a volte la lunghezza del raggio dovrà essere calibrato sulla distanza fra i punti e
Divisione in 8 parti

La costruzione dell'ottagono regolare richiede la determinazione di quattro punti intermedi agli archi che insistono su un quadrato già tracciato. In figura 5 sono indicati (si vedano le costruzioni precedenti):
- i punti e appartenenti al diametro della circonferenza;
- i punti e appartenenti alla retta ortogonale al diametro suddetto, passante per il centro della circonferenza;
- i punti e vertici del quadrato precedentemente tracciato.
Per determinare i punti mancanti alla costruzione dell'ottagono regolare inscritto nella stessa circonferenza, secondo Mascheroni occorre:
- con centro in e raggio (lo stesso della circonferenza), tracciare l'arco che interseca la circonferenza nei punti e
- con centro in ed e raggio tracciare gli archi che intersecano la circonferenza rispettivamente nei punti ed : saranno i vertici dell'ottagono regolare cercato.
Infatti:
- i segmenti e hanno lunghezza uguale al raggio della circonferenza, quindi il triangolo è isoscele;
- il segmento è lungo volte il raggio, quindi è ipotenusa dello stesso triangolo che è rettangolo in [12];
- essendo il triangolo rettangolo e isoscele, i suoi angoli in e in sono semiretti;
- il segmento divide in due metà il quadrante quindi il punto è vertice dell'ottagono regolare (ragionamento analogo vale per il punto ).
I punti ed necessari a completare l'ottagono possono essere determinati in vari modi:
- tracciando due archi di raggio e centrati in e (questo sistema non è utilizzato da Mascheroni, perché richiede un compasso di apertura "non standard", diversa cioè da quelli fin qui utilizzati);
- costruendo un punto speculare di rispetto al diametro (neanche questo sistema è utilizzato da Mascheroni, perché richiede un punto aggiuntivo, non appartenente alla circonferenza);
- il segmento è lato del quadrato inscritto nella circonferenza: è sufficiente riportare tale distanza sulla circonferenza a partire dai punti e per determinare gli ultimi due punti ed dell'ottagono regolare. Questo è il sistema suggerito da Mascheroni, che infatti ha i vantaggi di non necessitare di un punto aggiuntivo al di fuori della circonferenza, e di richiedere un compasso "standard" di apertura uguale a volte il raggio della circonferenza.
Divisione in 12 parti

La figura 6 mostra tutti i punti individuati nelle costruzioni precedenti:
- vertici dell'esagono regolare inscritto nella circonferenza con centro in e raggio
- vertici dell'ottagono regolare inscritto nello stesso cerchio.
La dodicesima parte dell'angolo giro può essere ottenuta per differenza fra un angolo retto (un quarto di angolo giro) e l'angolo al centro che sottende un lato dell'esagono regolare (un sesto): infatti
In figura 6 si può osservare come il quadrante sia composto dagli angoli (che sottende il lato dell'esagono regolare) e : quest'ultimo sottende quindi un arco di lunghezza uguale al dodicesimo della circonferenza; di conseguenza è un vertice del dodecagono regolare, intermedio ai vertici e (lo stesso ragionamento consente dimostrare che anche è un vertice del dodecagono, intermedio fra ed ).
Mancano da determinare i quattro punti ed Per determinare si potrebbe tracciare un arco con centro in e raggio tale da intersecare la circonferenza proprio nel punto (sistema analogo andrebbe usato per la determinazione degli altri tre punti). Questa procedura comporta però due svantaggi:
- sarebbe necessario tracciare 4 archi distinti;
- il compasso necessario a tracciare questi archi avrebbe apertura diversa da quella dei tre compassi ad apertura fissa già indicati, di cui Mascheroni predilige l'impiego.
Per questi motivi, Mascheroni suggerisce di:
- tracciare un arco con centro in e raggio (raggio della circonferenza), che interseca la circonferenza nei punti e
- tracciare un arco con centro in e stesso raggio per determinare i punti ed : saranno infine i vertici del dodecagono inscritto nella circonferenza.
Con questi archi infatti si sottrae, da ciascun quadrante, un angolo congruente a un sesto di angolo giro, determinando archi il cui angolo al centro è un dodicesimo dello stesso.
Divisione in 24 parti
La costruzione dell'icositetragono (poligono regolare di 24 lati) è la prosecuzione del procedimento descritto per il dodecagono (figura 6): si tratta di determinare i punti di intersezione fra la circonferenza e gli archi di colore magenta.
L'angolo al centro che sottende l'arco è la differenza fra gli angoli (un sesto di angolo giro) e (un ottavo):
Si potrebbe quindi:
- con centro in e raggio tracciare un arco che interseca la circonferenza nel punto (vertice dell'icositetragono);
- con archi analoghi determinare i sette vertici mancanti.
Come per la costruzione del dodecagono, anche in questo caso Mascheroni suggerisce un metodo per il quale è richiesto l'uso di uno dei suoi compassi di apertura "standard":
- tracciare quattro archi con centro nei punti ed e raggio uguale a quello della circonferenza;
- le intersezioni fra questi archi e la circonferenza determina gli 8 vertici mancanti dell'icositetragono.
Prendiamo infatti in considerazione il punto L'angolo , differenza fra gli angoli (che per costruzione è un sesto di angolo giro) e (un ottavo) è, per lo stesso calcolo mostrato più sopra, proprio un ventiquattresimo di angolo giro; quindi (così come ognuno degli altri 7 vertici mancanti) è vertice dell'icositetragono inscritto nella circonferenza.
Divisione in 5 parti

Prima di analizzare il metodo suggerito da Mascheroni per la costruzione del pentagono regolare inscritto in una circonferenza, è bene rivedere i metodi classici, dei quali il più noto è quello di Tolomeo[13]. In figura 7 ne sono rappresentati, con linee di colore rosso, i passaggi principali:
- sia data la circonferenza di centro e raggio in cui sono tracciati il diametro e il raggio ortogonale
- con raggio e centro in tracciare l'arco che interseca la circonferenza nei punti ed
- l'intersezione del segmento con il raggio determina il punto
- con centro in e raggio tracciare l'arco che interseca il diametro nel punto
- il lato del pentagono ha lunghezza uguale al segmento
- con apertura partendo da riportare in sequenza sulla circonferenza le distanze : i punti sono i vertici del pentagono regolare inscritto nella circonferenza.
La costruzione ora descritta richiede due intersezioni che interessano segmenti rettilinei (determinazione dei punti e ), che Mascheroni non può ottenere non volendo utilizzare la riga. La sua costruzione, alternativa, è mostrata sempre in figura 7:
- siano già tracciati i punti (vertici dell'esagono regolare inscritto alla circonferenza) e (estremità del raggio ortogonale al diametro );
- con raggio uguale alla lunghezza di (ossia con il compasso di apertura volte il raggio della circonferenza), puntando in ed tracciare due archi che si intersecano nel punto
- il punto trovato da Mascheroni è lo stesso determinato da Tolomeo, quindi il disegno del pentagono regolare prosegue allo stesso modo.
La dimostrazione che il punto nelle due costruzioni è nella stessa posizione è la seguente:
- il punto è mediano rispetto al raggio (esso viene espressamente determinato in Tolomeo, mentre viene omesso nella costruzione di Mascheroni in quanto non necessario);
- nella costruzione di Tolomeo il punto appartiene al diametro del cerchio. Questo accade anche nella costruzione di Mascheroni: per costruzione, il triangolo è isoscele, e il segmento è la sua mediana rispetto alla base Ma in un triangolo isoscele mediana e asse rispetto alla base coincidono; ed essendo il diametro asse della base il punto appartiene al diametro
- rimane da dimostrare che la distanza fra i punti e è la stessa. In Tolomeo, il segmento coincide con l'ipotenusa del triangolo rettangolo la cui lunghezza è (si consideri, senza perdita di generalità, una circonferenza di raggio unitario):
- In Mascheroni invece il segmento è cateto del triangolo rettangolo in la cui ipotenusa è lunga mentre l'altro cateto è l'altezza del triangolo equilatero quindi:
È così dimostrata l'equivalenza fra i metodi di Tolomeo e di Mascheroni.
Divisione in 10 parti
Si faccia ancora riferimento alla figura 7, prendendo in esame il triangolo HOT. Esso è rettangolo in ed è formato dai seguenti lati:
- il cateto è il raggio della circonferenza, quindi è anche il lato dell'esagono regolare inscritto;
- l'ipotenusa è il lato del pentagono regolare inscritto nella stessa circonferenza;
- Euclide[14] dimostra che l'altro cateto TO di questo triangolo rettangolo è lungo quanto il lato del decagono regolare inscritto nella circonferenza.
Con raggio e puntando il compasso nei vertici del pentagono si possono disegnare archi le cui intersezioni con la circonferenza definiscono i vertici del decagono regolare (per non appesantirla troppo, nella figura è mostrato solo l'arco centrato in : sono così visibili i primi quattro lati del decagono e ).
Volendo costruire i compassi ad apertura fissa suggeriti da Mascheroni, quello di ampiezza pari a volte la lunghezza del raggio dovrà essere calibrato sulla distanza fra i punti e
Divisione in 120 parti

Mascheroni propone due modi diversi di dividere la circonferenza in 120 parti di uguale lunghezza. La prima, più ovvia, richiede di utilizzare la differenza fra gli angoli al centro che sottendono 5 lati consecutivi del 24-gono e il lato del pentagono. Infatti:
Trovata la lunghezza dell'arco sotteso dalla centoventesima parte di circonferenza, è sufficiente riportare più volte tale distanza sulla circonferenza a partire dai vertici del 24-gono.
Mascheroni propone la seconda costruzione del 120-gono per dimostrare l'efficacia dei suoi metodi, e l'utilità dei compassi ad apertura fissa:
- « Potrà chi voglia con soli quattro compassi [...] e con soli due punti presi fuori dalla circonferenza [...] dividere la circonferenza del cerchio in centoventi parti uguali. »
Ricapitolando (vedi figura 8) tutti i passaggi necessari alla costruzione del 24-gono regolare inscritto nella circonferenza:
- con il primo compasso (di apertura pari al raggio della circonferenza) si determinano i sei vertici dell'esagono regolare inscritto
- puntando nei punti e il secondo compasso (di apertura volte il raggio, uguale alla distanza fra i punti e ) si tracciano due archi che si intersecano nel punto
- puntando il primo compasso nel punto si traccia l'arco che interseca la circonferenza nei punti e (due vertici dell'ottagono regolare inscritto);
- puntando il terzo compasso (di apertura volte il raggio, uguale alla distanza fra i punti e ) nel punto si traccia un arco che interseca la circonferenza nei punti e che definiscono il diametro ortogonale a
- con lo stesso compasso, puntato in ed si determinano gli ultimi vertici ed dell'ottagono regolare
- con il primo compasso, puntato in ed si determinano tutti i vertici mancanti del 24-gono regolare (in figura sono indicati solo ed ).
Rimangono da trovare i vertici intermedi del 120-gono, ovvero quelli non coincidenti con quelli del 24-gono. Per farlo, Mascheroni impiega il suo quarto compasso, la cui apertura viene così definita:
- puntando il terzo compasso (di apertura volte il raggio) in ed si tracciano due archi che si intersecano in
- il segmento lato del decagono regolare inscritto nella circonferenza (di lunghezza uguale a volte il raggio della circonferenza) determina proprio l'apertura di questo quarto compasso.
Di seguito vengono determinati i quattro vertici del 120-gono, intermedi all'arco :
- con il quarto compasso puntato in tracciare l'arco che interseca la circonferenza nel punto puntandolo poi in determinare il punto L'angolo può essere calcolato come differenza fra gli angoli (che sottende 5 lati del 24-gono) e (che sottende due lati del decagono):
- con lo stesso compasso, ma puntando in tracciare l'arco che interseca la circonferenza determinando il punto L'angolo può essere calcolato come differenza fra gli angoli (che sottende un lato del decagono) e (che sottende due lati del 24-gono):
- puntare poi lo stesso compasso in per determinare Dato che l'angolo sottende 3 lati del 24-gono, l'angolo è:
- infine puntare il compasso in per determinare poi in per determinare L'angolo può essere calcolato come differenza fra gli angoli (che sottende due lati del decagono) e (che sottende 4 lati del 24-gono):
Per suddividere tutti gli altri archi del 24-gono bisognerebbe in teoria procedere allo stesso modo. Conviene piuttosto, con il solo uso del quarto compasso, tracciare 12 decagoni a partire da altrettanti vertici consecutivi del 24-gono.
Problemi di bisezione

Nelle geometria della riga e del compasso, la bisezione di un segmento[15] o di un arco[16] delimitati dai punti e (figura 9) si ottiene:
- tracciando due archi di raggio con centri in e i cui punti di intersezione determinando i punti e
- unendo i punti e con un segmento rettilineo;
- i punti ed di intersezione fra il segmento e il segmento o l'arco dati, ne rappresentano le rispettive bisezioni.
Volendo evitare l'uso della riga per tracciare il segmento Mascheroni propone i metodi che vengono descritti di seguito.
Bisezione di un arco

Per determinare il punto mediano dell'arco con centro in (vedi figura 10), Mascheroni suggerisce di:
- tracciare i due archi e centrati in e di raggio
- con raggio tracciare l'arco centrato on la cui intersezione con i due archi già tracciati determina i punti e
- con raggio e con centri in e tracciare due archi la cui intersezione determina il punto
- con raggio e con centro di nuovo nei punti e tracciare due archi la cui intersezione determina il punto : esso è il punto mediano cercato dell'arco
Come in tutte le costruzioni precedenti di questa pagina, nella figura sono mostrati gli archi (in questo caso: quello da bisecare, più i 7 necessari al procedimento di bisezione) come linee continue, mentre i segmenti rettilinei sono tratteggiati. Questi ultimi non sono infatti necessari alla costruzione, ma facilitano la comprensione della dimostrazione:
- i quadrilateri e sono per costruzione dei parallelogrammi, quindi hanno i lati e paralleli ad AB[17]; avendo un estremo in comune, e giacciono quindi sulla stessa retta (parallela ad );
- i triangoli e sono per costruzione entrambi isosceli, e i segmenti e ne sono le mediane rispetto alla base comune Nei triangoli isosceli, mediane e altezze rispetto alla base coincidono, quindi i punti e appartengono entrambi alla retta perpendicolare a
- è un triangolo isoscele la cui base è parallela a e la retta perpendicolare ad ne è l'altezza. Ma in un triangolo isoscele, l'altezza rispetto alla base e la bisettrice dell'angolo al vertice coincidono: di conseguenza gli angoli (al centro) e sono congruenti, e sottendono le due metà in cui si vuole dividere l'arco dato.
È dimostrato quindi che il segmento divide in due parti congruenti l'arco dato. Rimane da dimostrare che il punto si trova sull'arco ossia che la distanza è uguale ad (raggio dell'arco da dividere). Questo richiede i seguenti passaggi:
- sia la proiezione di su essendo il triangolo isoscele, la distanza è metà di
- in un triangolo ottusangolo il quadrato costruito sul lato più lungo è pari alla somma dei quadrati costruiti sui lati che costituiscono l'angolo ottuso più due volte il rettangolo compreso fra uno di questi lati e la proiezione dell'altro sul prolungamento del primo[18]. Nel caso del triangolo (l'angolo ottuso è in ) si ha:
- Il segmento è l'ipotenusa del triangolo rettangolo in si può quindi applicare il teorema di Pitagora per ricavare la lunghezza di :
- Il segmento è ipotenusa del triangolo rettangolo in si può nuovamente applicare il teorema di Pitagora per ricavare la lunghezza di :
Il punto è sul segmento che divide in due l'arco di centro in più si ha che quindi il punto appartiene all'arco di centro : è quindi proprio il punto cercato, che divide l'arco in due parti di uguale lunghezza.
Avvertenze
Mascheroni raccomanda di lavorare sempre su archi di lunghezza appropriata:
- se l'arco da bisecare è troppo piccolo, è bene aggiungere alle sue estremità due archi dello stesso raggio, e di lunghezza uguale fra loro (ossia archi che abbiano corde della stessa lunghezza);
- se l'arco è troppo lungo, è bene decurtarlo di quantità eguali alle due estremità.
In entrambi i casi la bisezione dell'arco modificato, ingrandito o accorciato che sia, dà luogo anche alla bisezione dell'arco originale.
Bisezione di un segmento

Il metodo suggerito da Mascheroni per determinare il punto mediano del segmento (figura 11) senza fare uso della riga è il seguente:
- tracciare l'arco di raggio centrato in
- tracciare l'arco di raggio uguale, centrato in : esso interseca l'arco precedente nel punto
- determinare il punto opposto ad rispetto ad riportando due volte la distanza sull'arco da a e da a
- tracciare l'arco con centro in e raggio (in realtà è sufficiente tracciare l'arco nel disegno l'arco è prolungato fino ad per semplificare la comprensione della dimostrazione che segue);
- con centri in e e apertura tracciare due archi la cui intersezione determina il punto : è questo il punto cercato, mediano del segmento
Si ammetta infatti di avere tracciato il punto (non necessario nella costruzione già descritta) in modo che il segmento sia il diametro della circonferenza centrata in D, di raggio doppio rispetto ad : la distanza HA è quindi quadrupla di OA. Si ammetta anche di avere tracciato il punto proiezione di sul segmento (neanche questo è necessario alla costruzione). Con questi elementi aggiunti alla costruzione di Mascheroni, si può verificare che:
- i triangoli (rettangolo in poiché è inscritto in una semicirconferenza[19]) e (rettangolo in per costruzione) sono simili[20] in quanto, oltre appunto ad essere rettangoli, hanno in comune l'angolo in ;
- per costruzione, e quindi
- la stessa proporzione si presenta fra i segmenti e quindi è la quarta parte del segmento dato
- i triangoli e sono congruenti e rettangoli in quindi la distanza è doppia di
- il punto cade quindi sul segmento ed è equidistante da e da
Operazioni su segmenti
Applicare una distanza data ad un segmento

Il metodo più semplice per riportare la distanza sul segmento (vedi figura 12) è:
- tracciare la circonferenza di raggio puntando il compasso in
- l'intersezione di tale circonferenza con il segmento in rappresenta il punto cercato.
È stato già sottolineato che per Euclide il trasporto delle distanze con il compasso non è ammesso (per svolgere il compito appena descritto infatti Euclide suggerisce il metodo mostrato alla figura 1). Per Mascheroni il trasporto delle distanze con il compasso è non solo ammesso, ma incoraggiato; tuttavia la sua Geometria del Compasso porta un problema diverso: a motivo dell'impossibilità di utilizzare la riga, del segmento sono noti gli solo estremi, non i punti intermedi. La circonferenza tracciata quindi non è di per sé sufficiente a definire il punto per cui bisogna completare il procedimento come segue:
- tracciare un arco con centro in e raggio arbitrario (il raggio va scelto in modo da agevolare l'operazione che segue);
- dividere in due l'arco con il metodo di bisezione descritto più sopra in questa stessa pagina: si determina così il punto E cercato.
È evidente infatti che il punto è distante da quanto lo è da rimane da dimostrare che il punto appartenga anche al segmento :
- gli angoli ed hanno, per costruzione, ampiezza uguale alla metà dell'ampiezza dell'angolo al centro che sottende l'arco
- i triangoli e sono congruenti, quindi sono cogruenti i loro angoli in [21];
- gli angoli e presi insieme formato lo stesso angolo al centro che sottende l'arco
- gli angoli e sono coincidenti, quindi il punto si trova effettivamente sulla congiungente fra e
Accorciare un segmento di una distanza data
Quando si debba togliere la lunghezza di dal segmento dal lato dell'estremità (il segmento differenza è si veda figura 12) si usa lo stesso metodo appena descritto.
Prolungare un segmento di una distanza data
Dovendo aggiungere la lunghezza di al segmento si potrebbe usare ancora lo stesso procedimento (figura 12), bisecando però l'arco invece del Questo arco è però poco adatto ad essere bisecato con il metodo di Mascheroni, quindi in questo caso conviene tracciare un diverso arco sempre con centro in ma con raggio appropriato all'ottenimento appunto di un arco più adatto allo scopo.
Proiezione di un punto su un segmento

La costruzione di Euclide[22] per proiettare il punto sul segmento è la seguente (figura 13):
- tracciare un arco con centro in e raggio arbitrario, che tagli il segmento nei punti e
- determinare il punto intermedio fra e : la congiungente fra ed è perpendicolare ad
Questo sistema non può essere adottato da Mascheroni, in quanto del segmento sono noti solo gli estremi. Egli suggerisce infatti di:
- tracciare l'arco con centro in e raggio
- tracciare l'arco con centro in e raggio la cui intersezione con l'arco precedente determina il punto
- bisecare il segmento in con metodo descritto in precedenza.
Per costruzione il quadrilatero è un aquilone, le cui diagonali si incrociano ortogonalmente e divide in parti congruenti Di conseguenza:
- il punto di intersezione fra le due diagonali coincide con il punto trovato con il metodo di Mascheroni (mediano del segmento );
- i segmenti e son ortogonali: è quindi il punto cercato.
Determinare un segmento parallelo ad uno dato

Dato un segmento ed un punto esterno ad esso, per trovare un punto tale che il segmento sia parallelo ad è sufficiente costruire il parallelogramma mostrato in figura 14:
- con centro in e raggio e con centro in e raggio tracciare due archi che si intersecano nel punto
- è il punto cercato.
Infatti:
- i triangoli e sono congruenti, quindi hanno congruenti[21] gli angoli e
- il segmento è quindi parallelo ad [23]
Intersezioni
La geometria della riga e del compasso consente la determinazione dei punti secondo tre metodi:
- intersezione fra una circonferenza e un'altra circonferenza;
- intersezione fra una circonferenza e una retta;
- intersezione fra due rette.
La geometria del (solo) compasso rende disponibile il solo primo caso fra quelli elencati: gli altri richiedono costruzioni alternative, che vengono descritte di seguito.
Intersezione fra una circonferenza e una retta passante per il suo centro e un altro punto dato

Data una circonferenza di centro e raggio (vedi figura 15) e un punto E non coincidente con il centro, per trovare i punti di intersezione fra la circonferenza e la retta passate per il centro e il punto dato occorre:
- con centro in ed apertura appropriata tracciare l'arco
- bisecando l'arco si trova il primo punto cercato
- riportando tre volte il raggio della circonferenza sulla stessa (da a da a e da a ) si trova il secondo punto cercato (il punto potrebbe essere trovato bisecando l'arco ma la soluzione proposta è sicuramente più semplice).
Questa costruzione ripropone il metodo già descritto per applicare una distanza a un segmento (figura 12): di fatto, per determinare il punto è come se si applicasse la distanza (raggio della circonferenza) al segmento Nota: il sistema sarebbe valido anche se il punto fosse interno al cerchio (purché, come detto, non coincidente con il suo centro), dato che sarebbe sempre possibile tracciare un arco GH intersecante la circonferenza data in due punti.
Intersezione fra una circonferenza e una retta non passante per il centro

Nella geometria della riga e del compasso, per trovare i punti di intersezione fra la circonferenza centrata in e di raggio e un segmento i cui estremi si trovino in e (vedi figura 16) sarebbe sufficiente unire i punti e con un segmento, prolungandolo fino ad Nella Geometria del Compasso di Mascheroni occorre invece:
- con centro in e raggio e con centro in e raggio tracciare due archi la cui intersezione determina il punto
- con centro in e raggio tracciare la circonferenza
- i punti e di intersezione fra le due circonferenze sono i punti cercati.
Nota: se le due circonferenze non si intersecano fra loro significa che la retta non taglia la circonferenza originale; se si toccano in un solo punto, la retta ne è tangente.
È evidente che i punti e appartengono alla circonferenza originale. Occorre dimostrare che essi appartengono anche alla retta :
- per costruzione il quadrilatero è un aquilone, le cui diagonali si incrociano ortogonalmente e la divide in parti congruenti la in
- il quadrilatero è un rombo (caso particolare di aquilone), le cui diagonali si incrociano ortogonalmente dividendosi in parti congruenti in
- i punti e ed e appartengono a due segmenti entrambi ortogonali ad e passanti per il suo punto mediano
- i punti e appartengono quindi alla stessa retta del segmento dato
Intersezione fra due rette

Dati due segmenti definiti dai punti e e (vedi figura 17), la determinazione del punto della loro intersezione con il solo uso del compasso richiede i seguenti passaggi:
- con centro in e raggio e con centro in e raggio tracciare due archi che si intersecano nel punto
- con centro in e raggio e con centro in e raggio tracciare due archi che si intersecano nel punto
- tracciare due archi con centro in E e raggio e con centro in e raggio che si intersecano nel punto
- per determinare il punto occorre trovare il punto di intersezione fra due archi centrati in e con raggio di lunghezza tale da rispettare la proporzione (la ricerca di tale lunghezza è descritta nel prossimo paragrafo).
È semplice provare (quindi ometteremo i relativi dettagli) che:
- il segmento è simmetrico di rispetto al segmento
- i segmenti e sono entrambi perpendicolari ad quindi sono paralleli fra loro;
- il punto cercato (intersezione fra e ) è anche il punto di intersezione fra i segmenti ed
Di conseguenza:
- avendo l'angolo in comune, e le basi ed parallele, i triangoli e hanno gli angoli congruenti, dunque sono simili[20];
- essendo per costruzione i segmenti e il quadrilatero è un parallelogramma[17], i segmenti ed sono paralleli;
- tagliati i due segmenti suddetti dalla trasversale gli angoli e sono congruenti[23];
- avendo gli angoli suddetti congruenti, e l'angolo in in comune, anche i triangoli e sono simili;
- essendo, per la proprietà transitiva, simili fra loro i triangoli ed vale appunto la proporzione
Trovare la quarta proporzionale a tre distanze date

Dati 3 segmenti ed (vedi figura 18), per trovare un quarto segmento RS tale che (procedimento necessario al completamento della determinazione del punto di intersezione di due segmenti, vedi punto precedente) occorre:
- con un centro arbitrario, tracciare due circonferenze di raggio e
- scelto un punto arbitrario sulla prima circonferenza, puntare il compasso con apertura in modo da determinare il punto sulla stessa;
- con apertura arbitraria tracciare due archi puntando il compasso in e in modo da determinare i punti ed sulla seconda circonferenza;
- il segmento avrà la lunghezza cercata.
Infatti:
- per costruzione, i triangoli e sono congruenti; quindi i loro angoli in sono congruenti[21];
- se a tali angoli in si aggiunge l'angolo si trovano due angoli e anch'essi congruenti fra loro;
- i triangoli e essendo entrambi isosceli e avendo congruente l'angolo compreso fra i loro lati congruenti, sono simili[24];
- è verificata quindi la proporzione
- sostituendo ad ad e ad si ottiene la proporzione cercata
Nota: se il segmento fosse maggiore del doppio di AB, il segmento non potrebbe essere tracciato come corda sulla circonferenza di raggio In questo caso sarebbe necessario prima raddoppiare (o triplicare, quadruplicare, ...) i segmenti e per ottenere il risultato desiderato.
Ricerca del centro di una circonferenza
Per trovare il centro di una circonferenza, Euclide[25] suggerisce di:
- tracciare una corda qualsiasi;
- tracciare l'asse della corda;
- bisecare il segmento ottenuto dall'intersezione fra l'asse e la circonferenza.
Un metodo alternativo consiste nel tracciare due corde e trovare l'intersezione dei loro assi; se le corde hanno un punto in comune, il problema si riduce alla determinazione del centro del cerchio circoscritto a un triangolo[26]:
- tracciare due corde;
- tracciarne gli assi;
- determinare il punto d'intersezione degli assi, che coincide con il centro cercato della circonferenza.
Questo metodo alternativo può essere trasformato in modo da utilizzare i metodi già visti di Mascheroni:
- individuare i punti che definiscono due corde;
- trovare due coppie di punti che definiscono gli assi delle corde;
- determinare il punto di intersezione fra i due assi.
In effetti questo sistema viene utilizzato da Mascheroni proprio per determinare il centro di un cerchio che passi per tre punti dati. La presenza del cerchio già disegnato consente però di conoscere il luogo di tutti i punti che appartengono alla sua circonferenza, il che consente di adottare sistemi più semplici di quello appena descritto.
Metodo di Mascheroni

Dato un cerchio ABM (vedi figura 19), il metodo proposto da Mascheroni per determinarne il centro è il seguente:
- fatto centro in qualche punto della circonferenza del cerchio dato, con un raggio arbitrario[27] tracciare l'arco che interseca la circonferenza data nel punto
- riportare sullo stesso arco, per tre volte, la distanza da a da a e da a : è quindi il diametro dell'arco tracciato;
- con centri in ed e con raggio tracciare due archi che si intersecano in
- con centro in e raggio tracciare l'arco che interseca l'arco in
- è il raggio cercato della circonferenza: tracciare quindi due archi con tale raggio puntando il compasso in e per trovare che è il centro del cerchio dato.
Vista l'esistenza di un metodo più semplice per trovare il centro della circonferenza (vedi paragrafo successivo), qui riportiamo solo i punti essenziali della dimostrazione:
- i triangoli e sono congruenti;
- i triangoli e sono simili;
- i triangoli e sono simili;
- i triangoli e sono congruenti;
- i segmenti e (congruenti fra loro per costruzione) sono tutti congruenti, quindi è il centro cercato della circonferenza[28].
Metodo alternativo

Esiste un metodo alternativo, un po' più semplice sia nella costruzione che nella dimostrazione, per trovare il centro della circonferenza[29].
Sia data (figura 20) la circonferenza di cui si vuole trovare il centro. Bisogna:
- tracciare un primo arco con centro in e raggio arbitrario, che tagli la circonferenza nei punti e
- con centro in e tracciare due archi di raggio che si intersecano nel punto
- con raggio e centro in tracciare la circonferenza AFHG, che interseca il primo arco nei punti e
- con centro nei punti e e raggio tracciare due archi che si intersecano nel punto : è questo il centro cercato.
Per seguire la dimostrazione occorre immaginare tracciati (anche se non necessari alla costruzione) i punti:
- proiezione di sul segmento
- proiezione di sul segmento
- secondo estremo del diametro della circonferenza centrata in e di raggio
Nella spiegazione che segue omettiamo, per brevità, di dimostrare che i punti ed appartengono tutti al diametro suddetto:
- il triangolo è inscritto in una semicirconferenza, quindi è rettangolo[19] in C. Vale la proporzione[30]:
- da cui si ricava
- anche il triangolo è inscritto in una semicirconferenza, quindi è rettangolo in Applicando lo stesso metodo si ottiene:
- essendo ed congruenti per costruzione, si possono eguagliare i membri destri delle due proporzioni:
- per costruzione, il punto è medio fra ed ed è il centro della circonferenza con diametro : è quindi il doppio di e il quadruplo di
- dividendo entrambi i membri per si ottiene:
- dunque è il diametro della circonferenza di cui si cerca il centro e la sua quarta parte, ossia metà del raggio. I due archi determinano il segmento doppio di : ecco che è il raggio della circonferenza e il suo centro.
Determinazione delle radici quadrate
Dato un segmento di lunghezza unitaria per determinare segmenti di lunghezza proporzionale alle radici quadrate da 2 a 10 Mascheroni propone una costruzione (figura 21) che richiede l'uso di solo tre compassi ad apertura fissa (o di un compasso regolabile, da usare con tre sole aperture):
- apertura pari al raggio unitario (circonferenza ed archi indicati in colore rosso);
- apertura proporzionale a volte il raggio unitario (arco in colore ciano);
- apertura proporzionale a volte il raggio unitario (archi in colore verde).

Dato quindi un segmento di lunghezza unitaria, occorre:
- con centro in e raggio tracciare la circonferenza
- con la stessa apertura, partendo da determinare i rimanenti vertici dell'esagono inscritto
- con raggio e centri in e tracciare due archi che si intersecano nei punti e
- con lo stesso raggio e con centri in ed tracciare due archi che si intersecano in
- con raggio e centro in tracciare l'arco che interseca la circonferenza nei punti ed
- con apertura pari al raggio della circonferenza e centri in e tracciare due archi che si intersecano in
In questo schema sono riportati alcuni punti già identificati precedentemente, nelle costruzioni relative divisione della circonferenza:
- sono i vertici dell'esagono regolare inscritto nella circonferenza;
- e sono i vertici di due triangoli equilateri inscritti;
- sono i vertici del quadrato inscritto nella circonferenza.
Inoltre:
- sono i vertici del quadrato costruito sul raggio
- e si trovano sulla retta perpendicolare al diametro passante per a distanza da
- è, per costruzione, simmetrico di rispetto alla congiungente di ed quindi è tre volte
- (non necessario alla costruzione, è indicato solo per rendere più comprensibile la spiegazione che segue) è il piede dell'altezza dei triangolo equilatero AOF costruito sul raggio
La tabella che segue illustra le lunghezze così determinate:
| Radicando | Segmento | Lunghezza |
|---|---|---|

Le radici quadrate di numeri superiori a 10 richiedono un passaggio in più. Per determinare segmenti di lunghezza compresa fra e il metodo proposto da Mascheroni è indicato in figura 22:
- si tracci una semicirconferenza di diametro pari a quattro volte il raggio usato nella costruzione precedente: tale segmento sarà l'ipotenusa di qualsiasi triangolo rettangolo venga inscritto nella circonferenza;
- si riportino sulla circonferenza, a partire da lunghezze uguali a quelle già trovate con la costruzione precedente: i segmenti trovati (indicati in rosso) rappresentato il primo cateto di ciascun triangolo rettagonolo;
- il secondo cateto di ciascun triangolo (indicato in blu) ha una lunghezza che può essere calcolata grazie al teorema di Pitagora. Ad esempio:
Con lo stesso metodo si possono trovare:
- le radici dei numeri compresi fra 17 e 24 (triangolo rettangolo con ipotenusa lunga 5, e cateti compresi fra e );
- le radici dei numeri compresi fra 26 e 35 (triangolo rettangolo con ipotenusa lunga 6, e cateti compresi fra e );
Radici quadrate di numeri maggiori richiedono ulteriori passaggi per cui, in semicirconferenze di diametri di lunghezza superiore a 6, si inscrivano i triangoli rettangoli dei il quali un cateto abbia lunghezza pari a una delle radici precedentemente determinate.
Costruzioni approssimate
L'ultimo capitolo de La Geometria del compasso è dedicato a costruzioni approssimate: si tratta di quelle costruzioni, come l'estrazione della radice cubica di 2, che non possono essere realizzate in modo esatto con l'uso solo della riga e del compasso (o meglio, del solo compasso). Mascheroni cerca di ottenere la massima precisione possibile per ottenere, fra gli altri, i seguenti risultati:
| Valore cercato | Errore |
|---|---|
| Angolo di 0,25° (15 primi) | < 0,000005° |
| Radiante | < 0,0006° |
| Lato di un quadrato di area pari a un cerchio dato (quadratura del cerchio) |
~ 0,02% |
| Spigolo di un cubo di volume pari a una sfera data | ~ 0,03% |
| Raggio di una sfera di volume pari a un cubo dato | ~ 0,08% |
| Radice cubica di 2 (duplicazione del cubo) |
~ 0,07% |
Conclusione
Le costruzioni di Mascheroni presentate nei paragrafi precedenti sono solo una piccola parte della sua opera. Ricordiamo che il suo libro non è stato scritto solo per scopi teorici, ma voleva anche rappresentare un manuale di disegno rivolto a coloro che avevano bisogno di ottenere risultati pratici di alta precisione. Scrive infatti, a conclusione del suo libro:
- « E qui sia fine ormai a questa Geometria del Compasso, che se non dispiacerà ai Geometri, e se potrà in qualche modo servire agli Artisti, ai Disegnatori, e specialmente ai Divisori de' cerchi per gli usi Geografici ed Astronomici; io mi troverò della lunga noia divorata nel comporla abbastanza ricompensato. »
Note
- ↑ Mascheroni fa riferimento all'elettrolisi dell'acqua, scoperta pochi anni prima della stesura del suo libro
- ↑ Euclide, Elementi, Libro I, Postulato 1, letteralmente: « Risulti postulato: che si possa condurre una linea retta da un qualsiasi punto ad ogni altro punto »
- ↑ Euclide, Elementi, Libro I, Postulato 2, letteralmente: « E che una retta terminata si possa prolungare continuamente in linea retta »
- ↑ Euclide, Elementi, Libro I, Postulato 3, letteralmente: « E che si possa descrivere un cerchio con qualsiasi centro ed ogni distanza »
- ↑ Euclide, Elementi, Libro I, Proposizione 1: « Su una retta terminata data costruire un triangolo equilatero »
- ↑ Euclide, Elementi, Libro I, Proposizione 2: « Applicare ad una retta data una retta uguale ad una retta data »
- ↑ « ... sapendo la molestia e il pericolo d'errare, che nasce dall'allargare e stringere il compasso a varie aperture precise; noi procureremo di sciogliere i problemi col minimo numero possibile di aperture di compasso. Sarà anche meglio avere in pronto tali compassi fedeli, come li chiamano, ossia tali, che uno si possa assicurare, che conservino appunto l'apertura data; quante sono le aperture, che richiede la soluzione del problema. poiché accadrà spesso, che dovremo adoperar più volte la stessa apertura dopo averne adoperata una o più altre; così senza allargare o stringere un sol compasso, ripiglieremo quell'altro compasso messo da parte, che la conserva. »
- ↑ Euclide, Elementi, Libro III, Proposizione 26: « In cerchi uguali angoli uguali insistono su archi uguali, sia che essi siano angoli al centro o alla circonferenza »
- ↑ Euclide, Elementi, Libro III, Proposizione 27: « In cerchi uguali angoli che insistano su archi uguali sono uguali fra loro, sia che essi siano al centro od alla circonferenza »
- ↑ Euclide, Elementi, Libro IV, Proposizione 15: « Inscrivere in un cerchio dato un esagono equilatero ed equiangolo »
- ↑ Euclide, Elementi, Libro V, Proposizione 6: « Inscrivere un quadrato in un cerchio dato »
- ↑ Euclide, Elementi, Libro I, Proposizione 48: « Se in un triangolo il quadrato di uno dei lati è uguale alla somma dei quadrati dei rimanenti lati del triangolo, l'angolo che è compreso dai due rimanenti lati del triangolo è retto »
- ↑ Il metodo di Euclide è descritto qui
- ↑ Euclide, Elementi, Libro XIII, Proposizione 10: « Se si inscrive in un cerchio un pentagono equilatero, il quadrato del lato del pentagono è uguale alla somma dei quadrati dei lati dell'esagono e del decagono equilateri che siano inscritti nello stesso cerchio ». Questa proposizione non viene usata da Euclide per risolvere problemi di geometria piana, bensì nella costruzione dell'Icosaedro (Elementi, Libro XIII, Proposizione 16)
- ↑ Euclide, Elementi, Libro I, Proposizione 10: « Dividere per metà una retta terminata data »
- ↑ Euclide, Elementi, Libro III, Proposizione 30: « Dividere per metà un arco dato »
- ↑ 17,0 17,1 Euclide, Elementi, Libro I, Proposizione 34: « I parallelogrammi hanno lati ed angoli opposti uguali fra loro [...] »
- ↑ Euclide, Elementi, Libro II, Proposizione 12: « Nei triangoli ottusangoli il quadrato del lato opposto all'angolo ottuso è maggiore, rispetto alla somma dei quadrati dei lati comprendenti l'angolo ottuso, del doppio del rettangolo compreso da uno dei lati che contengono l'angolo ottuso e della proiezione dell'altro su esso »
- ↑ 19,0 19,1 Euclide, Elementi, Libro III, Proposizione 31: « In un cerchio, l'angolo alla circonferenza inscritto nel semicerchio è retto [...] »
- ↑ 20,0 20,1 Euclide, Elementi, Libri VI, Proposizione 4: « Nei triangoli aventi angoli rispettivamente uguali i lati che comprendono gli angoli uguali sono proporzionali »
- ↑ 21,0 21,1 21,2 Euclide, Elementi, Libro I, Proposizione 8: « Se due triangoli hanno due lati rispettivamente uguali a due lati, ed hanno anche la base uguale alla base, avranno uguali anche gli angoli compresi dai lati uguali ». Questo enunciato è oggi conosciuto come terzo criterio di uguaglianza dei triangoli
- ↑ Euclide, Elementi, Libro I, Proposizione 12: « Ad una data retta illimitata, da un punto dato ad essa esterno, condurre una linea retta perpendicolare »
- ↑ 23,0 23,1 Euclide, Elementi, Libro I, Proposizione 29: « Una retta che cada su rette parallele forma angoli alterni uguali fra loro, l'angolo esterno uguale all'angolo interno ed opposto [...] »
- ↑ Euclide, Elementi, Libro VI, Proposizione 6: « Se due triangoli hanno un angolo uguale ad un angolo, e proporzionali i lati comprendenti i due angoli uguali, i triangoli saranno fra loro equiangoli »
- ↑ Euclide, Elementi, Libro III, Proposizione 1: « Trovare il centro di un cerchio dato »
- ↑ Euclide, Elementi, Libro IV, Proposizione 5: « Circoscrivere un cerchio ad un triangolo dato »
- ↑ il raggio scelto deve essere minore del diametro del cerchio e maggiore del suo quarto
- ↑ Euclide, Elementi, Libro III, Proposizione 9: « Se si prende un punto internamente ad un cerchio, e dal punto possono condursi alla circonferenza più di due segmenti uguali, il punto preso è il centro del cerchio »
- ↑ Si veda ad esempio in Piergiorgio Odifreddi, Riga o compasso? Le Scienze n. 521 (gennaio 2012), p. 18
- ↑ Euclide, Elementi, Libro VI, Proposizione 8: « Se in un triangolo rettangolo si conduce la perpendicolare dell'angolo retto sulla base, la stessa perpendicolare divide il triangolo in due triangoli simili a tutto quanto il triangolo e fra loro »
Bibliografia
Voci correlate
- Lorenzo Mascheroni
- Jørgen Mohr
- Euclide
- Gli Elementi di Euclide
- Geometria
- Geometria euclidea
- Costruzioni con riga e compasso
- Riga
- Retta
- Compasso
- Cerchio
- Circonferenza
Collegamenti esterni
- Lorenzo Mascheroni, La geometria del compasso, pdf scaricabile
- Piergiorgio Odifreddi, Riga o compasso? su Le Scienze n. 521 (gennaio 2012), p. 18