Operatore di evoluzione temporale: differenze tra le versioni

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L'operatore di evoluzione temporale in meccanica quantistica è un operatore che agisce su uno stato del sistema e opera l'evoluzione di questo stato negli istanti successivi. Dobbiamo chiarire che in meccanica quantistica (non relativistica) non esiste un operatore tempo, cioè il tempo non è una osservabile ma un parametro.

Definizione

Consideriamo una particella quantistica o un sistema fisico descritto all'istante t0 da un vettore di stato |α,t0 e consideriamo il vettore di stato al tempo t identificato con |α,t. L'evoluzione è operata dall'operatore di evoluzione temporale:

(1)|α,t=U(t,t0)|α,t0

perché |α,t deve potersi determinare da |α,t0.

Vediamo le proprietà di questo operatore. Per la conservazione della probabilità, lo stato al tempo |α,t deve essere normalizzato a 1, quindi:

α,t|α,t=α,t0|U(t,t0)U(t,t0)|α,t0=α,t0|α,t0=1

e questo implica che

(2)U(t,t0)U(t,t0)=𝟏

cioè l'operatore di evoluzione temporale deve essere unitario. Inoltre per tt0 il nostro operatore deve eseguire una trasformazione identitaria, cioè deve ridursi all'operatore identità, cioè:

limtt0U(t,t0)=𝟏

Infine l'applicazione successiva dell'operatore due volte, cioè eseguire due evoluzioni temporali consecutive, deve portare ad una evoluzione somma:

U(t2,t1)U(t1,t0)=U(t2,t0) 

Queste proprietà portano alla definizione dell'operatore di evoluzione temporale infinitesimale:

(3)U(t0+dt,t0)=𝟏iΩdt

dove 𝟏 è l'operatore identità e Ω è il generatore dell'evoluzione temporale e deve essere un operatore hermitiano, infatti:

UU=(𝟏+iΩdt)(𝟏iΩdt)=𝟏+i(ΩΩ)dt+O((dt)2)𝟏

ossia:

Ω=Ω

e questo prova anche che l'operatore U(t,t0) è un operatore unitario.

Per vedere quale sia il generatore dell'evoluzione temporale infinitesimo possiamo utilizzare l'analogia con la meccanica classica: eseguiamo cioè una trasformazione canonica temporale infinitesima delle coordinate generalizzate e degli impulsi:

Qi=qi+q˙idt,Pi=pi+p˙idt

La funzione che genera tale trasformazione canonica è:

(4)Φ=iqiPi+Hdt

dove iqiPi genera una trasformazione identica. Dal confronto della (3) con la (4) possiamo supporre che Ω coincida a meno di un fattore costante con l'hamiltoniana del sistema. Il fattore costante in questione è la costante di Planck razionalizzata poiché essa permette all'operatore temporale di essere adimensionale, quindi in definitiva la (3) dice che l'operatore di evoluzione temporale infinitesima è:

(5)U(t0+dt,t0)=𝟏iHdt

Se ci si limita a considerare forze indipendenti dal tempo, l'operatore U dipende unicamente dall'intervallo tt0 e non dall'istante iniziale t0, che si può porre uguale a 0. In questo caso, vedremo che l'operatore di evoluzione temporale si può scrivere in forma compatta come:

(6)U(t)U(t,0)=eiHt/.

Questo risultato si può dimostrare rigorosamente in virtù del teorema di Stone.

Equazione di Schrödinger dipendente dal tempo

Template:Vedi anche L'operatore di evoluzione temporale infinitesimo è alla base dell'equazione di Schrödinger dipendente dal tempo, infatti se:

U(t+dt,t0)U(t,t0)=U(t+dt,t)U(t,t0)U(t,t0)=(𝟏iHdt)U(t,t0)U(t,t0)=iHdtU(t,t0)

dividendo per dt e nel limite dt0:

itU(t,t0)=HU(t,t0)

Applicato ad un generico vettore di stato |α,t0:

i(tU(t,t0))|α,t0=HU(t,t0)|α,t0it|α,t=H|α,t

dove H può dipendere esplicitamente dal tempo.

Stati stazionari

L'hamiltoniano di un sistema isolato o di un sistema che si trova in un campo esterno uniforme non contiene esplicitamente il tempo. È lecito quindi porre t0=0 e scrivere U(t)=U(t,0) senza perdere in generalità. Dall'equazione di Schrödinger si ricava

U(t)=eiHt/

e per i vettori di stato:

|α,t=eiHt/|α,0.

Si definiscono stati stazionari quelli che non evolvono nel tempo, vale a dire |α,t e |α,0 rappresentano lo stesso stato. Questo è vero se sono proporzionali, cioè

|α,t=c(t)|α,0.

Si dimostra che

uno stato è stazionario se e solo se è autostato di H.

Ad esempio, se H|α,0=E|α,0 si ha che:

U(t)|α,0=eiHt/|α,0=eiEt/|α,0.

Si vede così che la costante di proporzionalità c(t) è eiEt/.

Se lo stato di partenza non è un autostato di H, ma questa ha un insieme completo di autovettori |n, è possibile effettuare uno sviluppo in serie:

|α,0=n|nn|α,0=ncn(0)|n

al tempo t l'evoluzione del vettore di stato è:

|α,t=U(t,0)|α,0=ncn(0)eiHt/|n=ncn(0)eiEnt/|n

cioè il coefficiente generico dello sviluppo varia nel tempo come:

cn(0)cn(t)=eiEnt/cn(0)

I moduli quadri |cn(t)|2 dei coefficienti dello sviluppo del vettore di stato al tempo t, sono come sempre le probabilità di transizione dei diversi valori di energia del sistema, e la precedente mostra che tali probabilità restano costanti nel tempo.

Se H ha autovalori continui lo sviluppo in serie non è possibile e si avrà:

|α,t=c(E)eiEt/|EdE.

Nel caso in cui H abbia solo autovalori continui (ad esempio nel caso di particella libera), non esistono autostati propri e quindi nemmeno stati stazionari.

Osservabili e costanti del moto

A partire dall'operatore U è possibile determinare come varia nel tempo il valor medio di qualunque osservabile A:

At=α,t|A|α,t

ed è chiaro che il valor medio di A è costante nel tempo su ogni stato stazionario. In particolare, per la posizione x=cost. e per l'impulso si ha:

p=mddxx=0.

Possono esistere osservabili il cui valor medio si mantiene costante su qualsiasi stato: queste si dicono costanti del moto. Si dimostra che

tutte e sole le costanti del moto sono le osservabili che commutano con H, ovvero [A,H]=0.

Analogo risultato vale in meccanica classica: le costanti del moto sono le funzioni che annullano la parentesi di Poisson con H.

Evoluzione temporale in rappresentazione di Heisenberg

Per determinare il valor medio di A abbiamo scritto At=α,t|A|α,t e introducendo l'operatore U si ha:

At=α,0|U(t)AU(t)|α,0

e posto A(t)U(t)AU(t), si ha:

At=α,0|A(t)|α,0.

Questa scrittura significa che si stanno tenendo fissi i vettori che descrivono lo stato del sistema, mentre sono le osservabili a dipendere dal tempo. Questo schema è formalmente identico alla meccanica classica: se U(t)=eiHt/, si trova l'equazione di Heisenberg

A˙(t)=i[H,A(t)]

che corrisponde alle equazioni del moto classiche in forma di parentesi di Poisson.

Per una hamiltoniana nella forma H=p22m+V(q) si trovano due equazioni per q e p formalmente uguali alle equazioni di Hamilton:

q˙(t)=p(t)m
p˙(t)=qV[q(t)]

Bibliografia

Voci correlate

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