Regola della catena: differenze tra le versioni

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Template:F In analisi matematica, la regola della catena è una regola di derivazione che permette di calcolare la derivata della funzione composta di due funzioni derivabili.

Definizione

La derivata della funzione composta è il prodotto tra la derivata della funzione esterna, avente come argomento la funzione interna, per la derivata della funzione interna:

D[f(g(x))]=f(g(x))g(x).

Le notazioni D[f(x)] e f(x) indicano il medesimo significato di derivata.

La formula è valida anche per funzioni di più variabili reali e per funzioni vettoriali. Il teorema di derivazione delle funzioni composte afferma che se:

𝐱(t)=(x1(t),x2(t),,xn(t)),t

è un vettore di n le cui componenti sono funzioni derivabili

𝐱(t)=(x'1(t),x'2(t),,x'n(t))

e se f è una funzione differenziabile in 𝐱(t), allora la funzione composta

F(t)=f(𝐱(t))

è differenziabile nella variabile t e si ha:

F(t)=i=1nf(𝐱(t))xix'i(t)=F(t),𝐱(t)=f(𝐱(t)),𝐱(t)

dove f è il gradiente di f e , è il prodotto scalare euclideo.

Ad esempio, se f è una funzione di due variabili composta dopo la funzione vettoriale (g,h), cioè f(g(t),h(t)), allora:

dfdt=fgdgdt+fhdhdt.

Inoltre, se 𝐟 e 𝐠 sono due funzioni vettoriali differenziabili componibili, allora:

J[(𝐟𝐠)(x)]=J[𝐟(𝐠(x))]J[𝐠(x)],

dove è la moltiplicazione di matrici e J[𝐟(x)] è la matrice jacobiana di 𝐟.

Dimostrazione

Sia, per non appesantire la notazione, Δg:=g(x+h)g(x), da cui g(x+h)=g(x)+Δg. Definiamo ora

ω(Δg)={f(g(x)+Δg)f(g(x))Δgf(g(x)),se Δg0,0,se Δg=0.

È dunque

f(g(x)+Δg)f(g(x))=f(g(x))Δg+ω(Δg)Δg.

Inoltre, per l'ipotesi di derivabilità di f, è

limΔg0ω(Δg)=0.

Esaminiamo ora il rapporto incrementale di f(g(x)):

D[f(g(x))]=limh0f(g(x+h))f(g(x))h=limh0f(g(x)+Δg)f(g(x))h=limh0f(g(x))Δg+ω(Δg)Δgh.

Spezzando la frazione, abbiamo

limh0f(g(x))g(x+h)g(x)h+limh0ω(Δg)g(x+h)g(x)h.

E quindi passando al limite

D[f(g(x))]=f(g(x))g(x)+0g(x)=f(g(x))g(x).

Dimostrazione alternativa

Siano f:A e g:BA derivabili in ogni punto, dove A,B.

Dalla definizione di derivata si ha

D[(fg)(x)]=limtxf(g(t))f(g(x))tx.

L'idea di fondo è dividere il numeratore del rapporto incrementale per g(t)g(x) in modo da ottenere il rapporto incrementale di f calcolato nel punto g(x), e quindi poter esprimere la derivata della funzione composta in funzione della derivata di f calcolata in g(x). Moltiplichiamo e dividiamo (che equivale a moltiplicare per 1, preservando l'uguaglianza), il secondo membro per g(t)g(x):

D[(fg)(x)]=limtxf(g(t))f(g(x))txg(t)g(x)g(t)g(x).

Per le proprietà associativa e commutativa del prodotto otteniamo:

D[(fg)(x)]=limtxf(g(t))f(g(x))g(t)g(x)g(t)g(x)tx.

Poiché per ipotesi f e g sono derivabili, esistono i limiti dei rapporti incrementali, rispettivamente limabf(a)f(b)ab=D[f(b)] e limαβg(α)g(β)αβ=D[g(β)], in qualsiasi punto del dominio; ma per questo, dopo aver applicato nel primo limite del rapporto incrementale la sostituzione g(t):=θ, il limite del prodotto di quei rapporti incrementali è uguale al prodotto dei loro limiti presi separati:

D[(fg)(x)]=limθg(x)f(θ)f(g(x))θg(x)limtxg(t)g(x)tx=f(g(x))g(x)


Dimostrazione con "o" piccolo

Si considerino due funzioni f,g:[a,b] e la funzione composta H(x)=g(f(x)), allora è possibile scrivere i rapporti incrementali delle funzioni in questo modo:

  • f(x+h)f(x)=f(x)h+o1(h);
  • g(y+k)g(y)=g(y)ko2(k);
  • H(x+h)H(x)=α(x)ho3(h).

A questo punto si passa alla riscrittura di H(x+h)H(x) tenendo conto che H(x)=g(f(x)) quindi si ha:

H(x+h)H(x)=g(f(x+h))g(f(x)).

Si ricordi che f(x+h)=f(x)+f(x)h+o1(h), quindi si ha:

H(x+h)H(x)=g(f(x)+f(x)h+o1(h))g(f(x)).

Si effettua la sostituzione f(x)=y e k=f(x)h+o1(h) e si scrive:

H(x+h)H(x)=g(y+k)g(y)=g(y)ko2(k)=g(f(x))(f(x)h+o1(h))o2(k)=g(f(x))f(x)h+g(f(x))o1(h)o2(k).

Si pone α(x)=g(f(x))f(x) e inoltre o3(h)=g(f(x))o1(h)o2(k), così il teorema è dimostrato.

Osservazioni

dfdx=dfdgdgdx,

poiché df(g)dx=df(g)dgdgdx, che è utile per fissare mnemonicamente il risultato (come se il dg si "semplificasse" nelle due frazioni), anche se ovviamente non costituisce una dimostrazione.

  • Applicando la formula iterativamente si può calcolare la derivata di una composizione di tre o più funzioni. Ad esempio:
D[(fgh)(x)]=f(g(h(x)))g(h(x))h(x),

e così via.

Esempio

Sia f(x)=logx3, g(x)=x2+3x, h(x)=x2. Allora:

(fgh)(x)=log[(x2)2+3x2]3

e

D[(fgh)(x)]=1(x2)2+3x2(2x2+3)12.

Derivate successive

Template:Vedi anche

L'estensione della formula al calcolo delle derivate successive si deve a Faà di Bruno. In particolare, se f,g possiedono tutte le derivate necessarie, allora risulta:

d2fdx2=d2fdg2(dgdx)2+dfdgd2gdx2;
d3fdx3=d3fdg3(dgdx)3+3d2fdg2dgdxd2gdx2+dfdgd3gdx3.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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