Superficie di Steiner

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Animazione della superficie romana

La superficie di Steiner, scoperta dal matematico svizzero Jakob Steiner, è un'immersione auto-intersecante del piano proiettivo reale nello spazio 3-dimensionale, con un inusuale alto grado di simmetria. Questa applicazione non è un'immersione del piano proiettivo; comunque, la figura risultante dalla rimozione di sei punti singolari lo è.

La costruzione più semplice è l'immagine di una sfera centrata nell'origine sotto l'azione della funzione f(x,y,z)=(yz,xz,xy). Ciò conduce alla formula implicita:

x2y2+y2z2+z2x2r2xyz=0.

Inoltre, parametrizzando la sfera in termini di longitudine (θ) e latitudine (ϕ), si ottengono le seguenti equazioni parametriche per la superficie romana:

x=r2cos(θ)cos(ϕ)sin(ϕ)
y=r2sin(θ)cos(ϕ)sin(ϕ)
z=r2cos(θ)sin(θ)cos2(ϕ)

L'origine è un punto triplo, e ognuno dei piani xy, yz, xz è tangente alla superficie in questo punto. Gli altri siti dell'auto-intersezione sono punti doppi, che definiscono segmenti lungo ciascun asse coordinato e terminano in sei punti di schiacciamento. Il gruppo di simmetria della superficie è quello del tetraedro. Più in particolare, sono proiezioni lineari di una immersione in uno spazio a 5 dimensioni, detta superficie di Veronese, che è l'immagine di una sfera regolare centrata nell'origine.

Esistono 10 tipi di superficie di Steiner (classificate da Coffman, Schwartz e Stanton) fra le quali la cross cap e la superficie romana di Steiner, così chiamata poiché Steiner la scoprì durante il suo soggiorno a Roma nel 1836[1].

Una superficie di Steiner è un polinomio quadratico pi=Au2+Buv+Cv2+Du+Ev+F (i=0,1,2,3) nelle variabili u,v dato superficie nello spazio tridimensionale:: (x,y,z)=(p1p0,p2p0,p3p0)

Costruzione: dato lo spazio proiettivo reale, si considerino le coordinate omogenee (u0,u1,u2) nello spazio proiettivo 5-dimensionale, con le coordinate omogenee:

(u02,u12,u22,u1u2,u0u2,u0u1)

Derivazione della formula implicita

Per semplicità considereremo solo il caso per r=1. Si tracci la sfera individuata dai tre punti (x,y,z) tali che

x2+y2+z2=1,

Applichiamo ora a questi punti la trasformazione T, dove T(x,y,z)=(yz,zx,xy)=(U,V,W),.

In questo modo, otteniamo che

U2V2+V2W2+W2U2=z2x2y4+x2y2z4+y2z2x4=(x2+y2+z2)(x2y2z2)=(1)(x2y2z2)=(xy)(yz)(zx)=UVW,

e perciò U2V2+V2W2+W2U2UVW=0, che è la tesi voluta.

Derivazione delle equazioni parametriche

La superficie romana è data da:

(p0,p1,p2,p3)=(u02+u12+u22,u1u2,u0u2,u0u1)

In coordinate affini abbiamo:

x2y2+x2z2+y2z2xyz=0

Altre parametrizzazioni dell'equazione sono dati da:

x=s1+s2+t3
y=st1+s2+t3
z=t1+s2+t3,

Si consideri ora una sfera di raggio r, longitudine ϕ, e latitudine θ. Allora le sue equazioni parametriche sono

x=rcosθcosϕ,
y=rcosθsinϕ,
z=rsinθ.

Ora, applicando la trasformazione T a tutti i punti di questa sfera otteniamo

x=yz=r2cosθsinθsinϕ,
y=zx=r2cosθsinθcosϕ,
z=xy=r2cos2θcosϕsinϕ,

che sono i punti della Superficie di Steiner. Sia ϕ compreso tra 0 e 2π, e θ variabile tra 0 e π2.

Ciò risulta dalla parametrizzazione della sfera unitaria

(x,y,z)=(cos(u)cos(v),sin(u)cos(v),sin(v))

sotto la trasformazione (x,y,z)(xy,yz,xz)=(cos(u)sin(u)cos(v)2,sin(u)cos(v)sin(v),cos(u)cos(v)sin(v)).

Il cross-cap è dato da:

(p0,p1,p2,p3)=(u02+u12+u22,u1u2,2u0u1,u02u12)

In coordinate affini:

4x2(x2+y2+z2+z)+y2(y2+z21)=0

Relazione col piano proiettivo reale

La sfera, prima di essere trasformata, non è omeomorfa col piano proiettivo reale RP2, mentre la sfera centrata sull'origine possiede questa proprietà: vale a dire che, se i punti (x,y,z) appartengono alla sfera, allora anche i punti antipodàli (x,y,z) appartengono alla medesima sfera, ma le due triplette di punti sono differenti e sono situati su lati opposti rispetto al centro della sfera.

La trasformazione T converte le due triplette di punti antipodali, nel solito punto,

T:(x,y,z)(yz,zx,xy),
T:(x,y,z)((y)(z),(z)(x),(x)(y))=(yz,zx,xy).

Note

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