Segnale analitico

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Un segnale analitico, in matematica e nella teoria dei segnali, è un segnale (in generale una funzione del tempo), ad esempio un segnale elettrico, che non possiede componenti a frequenza negativa. La rappresentazione analitica di una funzione (non correlata con la nozione di funzione analitica) consiste in una funzione complessa di frequenza positiva; ciò facilita spesso il trattamento e le manipolazioni matematiche sul segnale stesso. L'idea di base è che le componenti a frequenze negative dello spettro del segnale, cioè della trasformata di Fourier del segnale, possono essere trascurate a causa della proprietà di simmetria complessa coniugata (simmetria Hermitiana) dello spettro stesso: per un segnale reale la parte reale e il modulo della trasformata sono simmetrici rispetto all'origine (funzione pari), mentre la parte immaginaria e la fase sono antisimmetriche (dispari).

In questo modo trascurando metà dello spettro non vi è perdita di informazione. Tuttavia il segnale ricostruito antitrasformando il segnale analitico non è più un segnale reale, ma è un segnale complesso di variabile complessa, sebbene la conversione alla rispettiva funzione reale consista in pratica nell'eliminazione della sola parte immaginaria. Tale rappresentazione analitica rende certe caratteristiche del segnale più accessibili e facilita la derivazione delle tecniche di modulazione/demodulazione, specialmente a singola banda laterale (single-sideband).

La rappresentazione analitica è una generalizzazione della notazione dei fasori propria dell'elettrotecnica (notazione di Steinmetz): mentre quest'ultima è ristretta a segnali con ampiezza, fase e frequenza tempo-invarianti, la notazione analitica consente di avere parametri tempo-varianti ovvero non costanti.

Definizione

Si consideri un segnale o funzione x(t) a valori reali avente trasformata di Fourier X(f), e sia u(f) è la funzione gradino di Heaviside. Allora la funzione:

Xa(f)X(f)2u(f)={  2X(f)per f>0  X(f)per f=0  0per f<0

contiene solo le componenti in frequenza non negative di X(f). Raddoppiare in ampiezza lo spettro ha l'obiettivo di preservare il contenuto energetico del segnale originario stesso precedentemente esteso anche sul lato negativo (simmetrico) delle frequenze. L'operazione sopra esposta inoltre è reversibile, a causa della proprietà di hermitianità di X(f):

X(f)={  12Xa(f)f>0  12Xa*(|f|)f<0

Il segnale analitico nel dominio del tempo xa(t) si ottiene antitrasformando il segnale Xa(f), per evidenziare ciò che si ottiene da tale antitrasformazione si riscriva la definizione di Xa(f)nel seguente modo:

Xa(f)=X(f)[1+sign(f)]

dove sign(f)={     1f>0     0f=0  1f<0

Xa(f)=X(f)+X(f)sign(f)

1{Xa(f)}=1{X(f)}+1{X(f)sign(f)}
1{Xa(f)}=1{X(f)}+1{X(f)}*1{sign(f)}
Per effettuare ora l'antitrasformata del termine 1{sign(f)} si procede calcolando la trasformata di Fourier del segnale sign(t)e si applica poi la proprietà di dualità:

{sign(t)}=+sign(t)e2πiftdt=0sign(t)e2πiftdt+0+sign(t)e2πiftdt

0+sign(t)e2πiftdt=12πif[limt(e2πift)1]=12πif
0sign(t)e2πiftdt=0+sign(t)e2πiftdt=12πif
{sign(t)}=12πif+12πif=1πif
Quindi ricordando la proprietà di dualità della trasformata di Fourier si ha:
1{sign(f)}=1πi(t)=iπt
quindi la quantità:
1{Xa(f)}=1{X(f)}+1{X(f)}*1{sign(f)}
vale
xa(t)=x(t)+x(t)*iπt
xa(t)=x(t)+i[x(t)*1πt]
la quantità tra parentesi quadre al secondo membro rappresenta la trasformata di Hilbert del segnale x(t)pertanto l'espressione di xa(t) si può esprimere anche come:
xa(t)=x(t)+i{x(t)}

dove {x(t)} è la trasformata di Hilbert di x(t) e i è l'unità immaginaria.

Esempi

  • Dato x(t)=cos(ω0t), per un parametro reale generico ω0>0, la trasformata è:
{x(t)}=cos(ω0tπ2)=sin(ω0t)
e l'antitrasformata della trasformata privata di parte negativa è la rappresentazione analitica:
xa(t)=cos(ω0t)+isin(ω0t)=eiω0t
Si tratta di un segnale a valori complessi con fase crescente (frequenza positiva). Quanto detto segue anche dalla formula di Eulero che:
cos(ω0t)=12(eiω0t+eiω0t)
Quando si tratta con semplici sinusoidi o somma di sinusoidi si può dedurre xa(t) direttamente, senza determinare prima {x(t)}.
  • Dato:
x(t)=cos(ωt+θ)=12(ei(ωt+θ)+ei(ωt+θ))
Si ha la rappresentazione analitica:
xa(t)={  ei|ω|teiθω>0  ei|ω|teiθω<0
  • Sia x(t)=eiω0t, per un parametro reale generico ω0>0. Si ha:
{x(t)}=ieiω0txa(t)=eiω0t+i2eiω0t=0

Parte negativa dello spettro

I segnali analitici sono spesso traslati in frequenza (conversione in discesa) verso la frequenza nulla (asse delle frequenze), cosa che crea componenti in frequenza negative non simmetriche. Una ragione di ciò è quella di consentire ai filtri passa-basso con coefficienti reali di essere usati per limitare l'ampiezza di banda del segnale. Un'altra ragione è ridurre le alte frequenze che a loro volta riducono la frequenza minima per il campionamento anti-aliasing. Una traslazione in frequenza non mina la trattabilità matematica della rappresentazione tramite segnale complesso. Così, in questo senso, il segnale convertito è ancora analitico. Ad ogni modo ripristinare la rappresentazione a valori reali del segnale non diventa più una semplice questione di estrazione del valore reale. La conversione verso l'alto è indubbiamente richiesta e se il segnale è stato campionato, l'interpolazione potrebbe anche essere necessaria per evitare l'aliasing.

Il complesso coniugato di un segnale analitico contiene solo componenti a frequenza negativa. In questo caso non c'è perdita di informazione e reversibilità scartando la parte immaginaria. Indubbiamente la componente reale del complesso coniugato è la stessa della componente reale del segnale analitico. Ma in questo caso la sua estrazione ripristina invece le componenti soppresse a frequenza positiva.

Un altro modo per ottenere uno spettro di frequenze negative è traslare in frequenza il segnale analitico sufficientemente nella direzione negativa. L'estrazione della componente reale ripristina ancora le frequenze positive. Ma in questo caso il loro ordine è rovesciato: le frequenze basse sono ora le frequenze alte. Questo può essere usato per demodulare un tipo di segnale a singola banda laterale chiamato segnale inferiore o a banda laterale invertita.

Applicazioni

Il segnale analitico può essere espresso in termini di coordinate polari complesse xa(t)=A(t)ejϕ(t), dove:

A(t)=|xa(t)|=x2(t)+x^2(t)ϕ(t)=arg{xa(t)}
Un segnale x(t) (in blu) e l'ampiezza A(t) (in rosso) del rispettivo segnale analitico.

sono rispettivamente l'ampiezza e fase (istantanea) del segnale x(t). La derivata rispetto al tempo della fase è la pulsazione:

ω(t) =def ϕ(t)=ddtϕ(t)

Tali grandezze sono usate per misurare e rilevare caratteristiche locali del segnale; un'altra applicazione della rappresentazione analitica di un segnale coinvolge la demodulazione di un segnale modulato, in quanto le coordinate polari separano convenientemente gli effetti della modulazione di ampiezza e fase (o frequenza).

Il segnale analitico può essere rappresentato come:

xa(t) =[A(t)ejϕ(t)ejω0t] ejω0t
=γ(t)ejω0t

dove:

γ(t)=A(t)ej(ϕ(t)ω0t)

è l'inviluppo complesso, detto anche equivalente passa-basso, poiché si tratta del segnale analitico traslato nell'origine, ovvero in banda base. L'inviluppo complesso non è unico; al contrario è determinato da un arbitrario assegnamento di ω0, e questo concetto è spesso usato quando si tratta con segnali passabanda. Se x(t) è il segnale modulato, ω0 è usualmente assegnato per essere una frequenza portante; in altri casi è selezionato per essere nel mezzo della banda di frequenze, oppure è scelto per minimizzare:

0+(ωω0)2|Xa(ω)|2dω

Alternativamente, ω0 può essere assegnato per minimizzare l'errore quadratico medio approssimando linearmente la fase istantanea ϕ(t):

+(ω(t)ω0)2|xa(t)|2dt

o ancora alternativamente (per qualche θ):

+(ϕ(t)(ω0t+θ))2dt

Bibliografia

  • Template:En Bracewell, R; The Fourier Transform and Its Applications, 2nd ed, 1986, McGraw-Hill.
  • Template:En Leon Cohen, Time-frequency analysis, Prentice-Hall (1995)
  • Template:En Frederick W. King, Hilbert Transforms, Vol. 2, Cambridge University Press (2009).
  • Template:En B. Boashash, "Estimating and Interpreting the Instantaneous Frequency of a Signal-Part I: Fundamentals", Proceedings of the IEEE, Vol. 80, No. 4, pp. 519–538, April 1992

Voci correlate

Collegamenti esterni

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