Problema di Wahba

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Il problema di Wahba, originariamente formulato da Grace Wahba nel 1965,[1] consiste nel determinare una matrice di rotazione (ovvero una matrice del gruppo ortogonale speciale) che meglio approssima la trasformazione fra due sistemi di coordinate a partire da due insiemi di osservazioni vettoriali. Un tipico esempio di applicazione consiste nel determinare l'assetto di un velivolo o satellite artificiale a partire da osservazioni ottenute da diversi sensori (che possono includere GNSS, giroscopio, magnetometro, accelerometro, etc.).

Tra le soluzioni al problema, vi sono il metodo q di Davenport, l'algoritmo QUEST, e diversi metodi basati sulla decomposizione ai valori singolari (SVD).[2]

Il problema di Wahba Γ¨ correlato al problema di Procuste ortogonale, con la differenza che quest'ultimo ammette come soluzioni matrici ortogonali che non rappresentano necessariamente rotazioni.[3]

Formulazione

La funzione costo ottimizzata nel problema di Wahba con N2 osservazioni Γ¨

J(𝐑)=12k=1Nak𝐰k𝐑𝐯k2

dove 𝐰k Γ¨ il k-esimo vettore osservato nel sistema di coordinate di riferimento, 𝐯k Γ¨ il k-esimo vettore osservato nel sistema di coordinate solidali, 𝐑 Γ¨ una matrice di rotazione tra i due sistemi di coordinate,[4] e ak Γ¨ un insieme di pesi.

Soluzione tramite decomposizione ai valori singolari

È possibile risolvere il problema di Wahba tramite decomposizione ai valori singolari. Tale metodo è tuttavia usato meno comunemente rispetto ad altre soluzioni per via del suo costo computazionale. Definendo una matrice 𝐁 come

𝐁=i=1nai𝐰i𝐯iT

Γ¨ possibile fattorizzare B nella sua decomposizione ai valori singolari

𝐁=𝐔𝐒𝐕T.

La soluzione al problema di Wahba si ottiene come

𝐑=π”πŒπ•T

dove

𝐌=[10001000det(𝐔)det(𝐕)].[5]

Note

  1. ↑ Wahba (1965)
  2. ↑ Markley e Mortari (2000)
  3. ↑ Markley e Mortari (2000), p. 2
  4. ↑ Nella formulazione originale, la matrice di rotazione 𝐑 trasforma dal sistema di coordinate solidali al sistema di coordinate di riferimento; in molti contesti, la trasformazione Γ¨ definita in direzione opposta.
  5. ↑ Markley e Mortari (2000), p. 3

Bibliografia

Voci correlate

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