Oscillatore armonico quantistico

Da testwiki.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

In meccanica quantistica, l'oscillatore armonico quantistico è la trattazione di un sistema caratterizzato da un potenziale armonico. Si tratta di uno dei problemi più importanti nella fisica teorica, dal momento che ogni potenziale può essere approssimato ad un potenziale armonico nell'intorno di un punto di equilibrio.

Oscillatore armonico quantistico

Energia potenziale e densità di probabilità associate allo stato fondamentale e ai primi stati eccitati dell'oscillatore armonico.

Risolvere un sistema in meccanica quantistica significa trovare gli autostati dell'operatore hamiltoniano ed i corrispondenti autovalori dell'energia, ovvero risolvere l'equazione di Schrödinger e trovare la funzione d'onda che descrive il sistema. Non tutte le soluzioni dell'equazione di Schrödinger sono accettabili: l'energia potenziale non può essere infinita. Questo implica che la distanza tra le particelle che costituiscono l'oscillatore non può essere mai zero o infinita.

Secondo il principio di corrispondenza, come nel caso classico l'hamiltoniana del sistema vale:

H^=p^22m+12mω2x^2

Dove abbiamo supposto che il sistema sia unidimensionale.

Nel caso di un sistema tridimensionale, l'hamiltoniana totale si può scindere in somma di tre hamiltoniane indipendenti, una per ogni dimensione.

Esistono due modi per risolvere questo sistema: uno analitico, che si basa sulla soluzione della equazione di Schrödinger ed uno algebrico, che si basa esclusivamente sull'algebra degli operatori p^ ed x^ (vedi commutatore), metodo messo a punto da Paul Adrien Maurice Dirac.

Metodo analitico

L'equazione di Schrödinger per l'oscillatore armonico nella rappresentazione delle coordinate è:

22md2ϕ(x)dx2+12mω2x2ϕ(x)=Eϕ(x)

che può essere scritta come:

d2ϕ(x)dx2=2m2(E12mω2x2)ϕ(x)

Introduciamo due variabili adimensionali:

ξ=(mω)12x;ε=2Eω

Sostituendo nell'equazione di Schrödinger si ha:

d2ϕdξ2=(ξ2ε)ϕ(ξ)

Per valori di ξ grandi, tali da poter trascurare ε, l'andamento asintotico della funzione deve essere del tipo:

ϕ(ξ)ξne±ξ22

Il segno + deve essere scartato in quanto le soluzioni non sarebbero normalizzabili[1], per cui:

ϕ(ξ)ξneξ22

Poniamo, quindi:

ϕ(ξ)=H(ξ)eξ22

Dove, sostituendo, si ottiene per H(ξ), la seguente equazione:

H(ξ)2ξH(ξ)+(ε1)H(ξ)=0

Per avere la soluzione generale, espandiamo in serie di potenze la funzione H(ξ):

H(ξ)=m=0Amξm

Sostituendo nell'equazione differenziale e raggruppando i termini con potenze uguali si ottiene che:

m=0[(m+2)(m+1)Am+2+(ε2m1)Am]ξm=0

E affinché questo sia vero tutti i coefficienti devono essere nulli:

(m+2)(m+1)Am+2+(ε2m1)Am=0

Una volta noti A0 ed A1, da questa equazione si possono ottenere tutti gli altri coefficienti Am>1.

In particolare, si ha:

Am+2Am2m

Per cui da un certo punto in poi questa serie si comporta come la serie:

m=0ξ2mm!=eξ2

e la funzione d'onda si comporta come:

ϕ(ξ)e+ξ2eξ22=e+ξ22

Come già detto una funzione d'onda di questo tipo non è normalizzabile, per cui l'unico modo per avere soluzioni fisicamente accettabili è che lo sviluppo in serie di H(ξ) sia finito, e che esso sia, in altri termini un polinomio. Affinché questo avvenga deve esistere un intero n, positivo o nullo, tale che:

ε=εn=2n+1,An+1=0.

Infatti, utilizzando la relazione di ricorrenza, otteniamo:

Am=0,m>n

Gli ε sono quantizzati, dunque le energie sono quantizzate e valgono:

En=ω(n+12)

La funzione d'onda dello stato n è, quindi:

ϕn(ξ)=Hn(ξ)eξ22

Dove gli

Hn(ξ)=m=0nAmξm

sono i polinomi di Hermite.

Metodo di calcolo dei polinomi di Hermite

Un modo per calcolare i polinomi Hn è quello di fissare i coefficienti An, An+1 ai valori:

An=2n,Am>n=0.

e di utilizzare la relazione di ricorrenza:

Am=(m+2)(m+1)2m+1εAm+2=(m+2)(m+1)2(mn)Am+2,m<n

per calcolare gli altri coefficienti Am<n.

Così, ad esempio, per n=0, troviamo:

An>0=0,A0=20=1H0(ξ)=1;

per n=1, dobbiamo porre:

An>1=0,A1=21=2A0=(0+2)(0+1)2(01)A2=0H1(ξ)=2ξ;

per n=2, otteniamo:

An>2=0,A2=22=4A1=(1+2)(1+1)2(12)A3=0,A0=(0+2)(0+1)2(02)A2=2,

da cui segue

H2(ξ)=4ξ22.

Infine, per n=3, i coefficienti

An>3=0,A3=23=8

generano, mediante la relazione di ricorrenza

A2=(2+2)(2+1)2(23)A4=0,A1=(1+2)(1+1)2(13)A3=12,A0=(0+2)(0+1)2(03)A2=0.

Pertanto,

H3(ξ)=8ξ312ξ.

In maniera simile, possiamo ricavare gli altri polinomi di Hermite.

Autofunzioni dell'oscillatore armonico

Sebbene normalizzabili, le funzioni ϕn non sono a norma unitaria, mentre in genere gli stati in meccanica quantistica vengono scelti a norma unitaria. Quello che si fa è di inserire una costante moltiplicativa cn, in generale dipendente dal livello, per assicurare la norma unitaria.

In particolare le funzioni dello stato fondamentale e dei primi livelli eccitati valgono:

ϕ0(x)=c0emx2ω2,c0=(mωπ)1/4
ϕ1(x)=c02mωxemx2ω2
ϕ2(x)=c02(2mx2ω1)emx2ω2
ϕ3(x)=c03(2(mω)3/2x33mωx)emx2ω2

In generale, si ha

ϕn(x)=12nn!(mωπ)1/4Hn(mωx)emx2ω2

I valori medi e gli scarti quadratici medi della posizione e della quantità di moto, sugli autostati dell'Hamiltoniano, si ottengono con semplici integrali gaussiani

xn=dxx|ϕn(x)|2=0
Δxn2=x2nxn2=dxx2|ϕn(x)|2=mω(n+12),
pn=idxϕn(x)ϕn(x)=0,
Δpn2=p2npn2=2dxϕn(x)ϕn(x)=mω(n+12).

In accordo col principio d'indeterminazione, troviamo

ΔxnΔpn=(n+12)2.

e la minima indeterminazione si ha per n=0.

Metodo algebrico

Per semplicità, da qui in poi, sebbene sia uso indicare gli operatori con un cappelletto, indicheremo gli operatori senza questo segno di distinzione, poiché non c'è alcun problema di ambiguità.

Si definiscono, prima di tutto, due nuovi operatori adimensionali x~ e p~, nel modo seguente:

x~=mωx,p~=1mωp

L'hamiltoniana H del sistema si potrà scrivere come:

H=ωH~

dove:

H~=12(x~2+p~2)

Il commutatore tra p~ e tra x~ vale:

[x~,p~]=i

Si introducono, poi, altri due operatori a ed a, definiti nel modo seguente:

a=12(x~+ip~)
a=12(x~ip~)

Il commutatore tra a e tra a vale:

[a,a]=1

Per motivi che saranno chiariti in seguito, l'operatore a viene chiamato operatore di distruzione (o operatore di abbassamento), mentre l'operatore a viene chiamato operatore di creazione (o operatore di innalzamento).

Possiamo calcolare il prodotto tra a ed a:

aa=12(x~ip~)(x~+ip~)=12(x~2+p~2+i(x~p~p~x~))

ma:

x~p~p~x~=[x~,p~]=i

quindi [2]:

aa=12(x~2+p~2)12
H~=aa+12.

Si può introdurre ancora un nuovo operatore, detto operatore numero N, così definito:

N=aa

e l'hamiltoniana diventa, allora:

H=ω(N+12)

Adesso abbiamo tutti gli elementi in mano per risolvere il sistema.

Come detto nell'introduzione dobbiamo trovare gli stati del sistema e i valori dell'energia.

Supponiamo che |ν sia uno stato del sistema con energia Eν, si deve, quindi, risolvere l'equazione:[3]

H|ν=Eν|ν

e per fare questo dobbiamo trovare gli autostati dell'operatore N:

N|ν=ν|ν

Per trovare i valori possibili di ν si devono dimostrare alcune proprietà.

Teorema 1

I valori propri dell'operatore N sono positivi o nulli.

L'equazione precedente si può scrivere, esplicitando N:

aa|ν=ν|ν

Proiettando sullo stato |ν si ha:

ν|aa|ν=νν|ν=ν

In quanto gli stati di un sistema hanno norma unitaria per definizione.

Ma si ha anche:

ν|aa|ν=(a|ν)+(a|ν)=|(a|ν)|2

Quindi:

ν=|(a|ν)|2

Quindi, per definizione della norma di un vettore si ha che ν≥0.
CVD.

Teorema 2

Se |ν è un autostato di N di autovalore ν, allora a|ν è un autostato di N di autovalore ν1.

Si ha:

Na|ν=(aa)a|ν

Ma, usando la relazione di commutazione di a ed a si ottiene che:

aa=aa1

Per cui, sostituendo:

Na|ν=(aa1)a|ν=a(aa1)|ν=a(N1)|ν=(ν1)a|ν

CVD.

Teorema 3

Se |ν è autostato di N con autovalore ν, allora a|ν è autostato di N con autovalore ν+1.

Si ha:

Na|ν=(aa)a|ν=a(aa)|ν=a(1+aa)|ν=a(1+N)|ν=(1+ν)a|ν

CVD.


Con l'aiuto di questi teoremi possiamo trovare gli autovalori di N. Supponiamo che l'autovalore ν sia positivo, non nullo e non intero e sia n la parte intera di ν.

Lo stato a|ν è un autostato con autovalore ν1, lo stato a2|ν è un autostato con autovalore ν2,..., lo stato an|ν è un autostato con autovalore νn, numero che è compreso tra 0 ed 1.

Applicando un'altra volta l'operatore a si ottiene lo stato an+1|ν, di autovalore νn1, numero che è negativo. Questo va contro il teorema 1, secondo il quale gli autovalori di N sono positivi o nulli, quindi il numero ν deve essere intero (positivo o nullo, per il teorema 1), in modo tale che il vettore an|ν sia il vettore nullo e che il vettore an+1|ν non esista.

Poiché a partire da un autostato |m qualsiasi si può ottenere un qualsiasi altro autostato, tramite opportuna applicazione degli operatori a ed a, segue che gli autovalori di N sono tutti i numeri naturali.

Ma gli autovalori di N sono anche quelli di H, per cui le energie degli autostati dell'oscillatore armonico sono quantizzate e valgono:

En=(n+12)ω

e gli autostati dell'energia sono gli autostati |ν dell'operatore numero.

Si noti che sebbene l'oscillatore armonico è un sistema oscillante gli autostati dell'operatore numero (e quindi dell'energia) sono stati stazionari, cioè non evolvono nel tempo.

Operatori di creazione e di distruzione

Template:Vedi anche Vediamo adesso come agiscono gli operatori di creazione e di distruzione a ed a.

Dal teorema 2 sappiamo che lo stato a|n è un autostato di N con autovalore n1, e supponendo che i livelli di energia dell'oscillatore unidimensionale non siano degeneri,[4] si ha che:

a|n=k|n1

La norma di questo vettore vale n,[5] quindi:

k=n

e:

a|n=n|n1

In modo assolutamente identico si può mostrare che:

a|n=n+1|n+1

Si comprende, quindi, la terminologia introdotta da Dirac: l'operatore a fa passare il sistema dallo stato di energia n allo stato di energia n-1, esso, quindi, distrugge un quanto di energia; analogamente l'operatore a fa passare il sistema dallo stato di energia n allo stato di energia n+1, esso, quindi, crea un quanto di energia.

Noto lo stato fondamentale, si può ottenere, per ricorrenza, tutta la base degli autostati di N:

|n=(a)nn!|0

Utili relazioni, spesso utilizzate nei problemi, tra gli operatori posizione e impulso con a+ e a si ottengono esprimendo i primi in funzione dei secondi:

x=2mω(a+a)
p=imω2(aa)

con analoghe relazioni per x2 e p2. Queste espressioni degli operatori vengono usate spesso in quanto agiscono in modo semplice sugli autoket dell'energia e permettono di evitare complicati prodotti scalari utilizzando le funzioni d'onda nella base della posizione o dell'impulso.

Lo stato fondamentale

Abbiamo dimostrato che l'energia di uno stato |n generico vale:

En=(n+12)ω

Per cui l'energia dello stato fondamentale vale:

E0=12ω

Contrariamente al caso classico l'energia dello stato fondamentale non è nulla e questo è in totale accordo con il principio di indeterminazione di Heisenberg.

Mettiamoci in un'ottica semiclassica. Ricordiamo che il principio di indeterminazione dice che:

ΔxΔp12

che, per lo stato fondamentale dell'oscillatore armonico vale con il segno uguale (minima indeterminazione).

Il valore medio dell'hamiltoniana è dato da:

H=p22m+12mω2x2

e dal principio di indeterminazione si ricava che:

p2=24x2

Sostituendo nel valore medio dell'hamiltoniana si ottiene:

H=28mx2+12mω2x2

il minimo di questa espressione (ciò che equivale a mettersi nello stato fondamentale) si ha per:

x2=2mω

Valore per il quale si ha:

H=12ω

Ovvero l'energia dello stato fondamentale.

Legame tra metodo analitico e metodo algebrico

Per trovare il legame tra il metodo analitico e quello algebrico si deve usare l'espressione esplicita degli operatori a ed a, in rappresentazione di Schroedinger delle coordinate.

Cominciamo dallo stato fondamentale, usando la relazione:

a|0=0

ovvero:

(mωx+1mωddx)ϕ0(x)=0

Esplicitando e rimaneggiando un po' l'espressione:

mωxϕ0(x)+ddxϕ0(x)=0

La soluzione di questa equazione è un esponenziale:

ϕ0(x)=(mωπ)14emωx22

Le funzioni che descrivono gli altri stati si trovano per ricorrenza, tramite applicazione dell'operatore a, espresso in termini di x e p alla funzione dello stato fondamentale ϕ0(x).

Come si vede, quindi in entrambi i metodi si trova che l'energia è quantizzata, e che assume dei valori dipendenti dal numero quantico n del livello del sistema.

Le espressioni dell'energia sono identiche in entrambi i casi e le funzioni d'onda che si trovano sono le stesse: i due metodi, quindi, sono completamente equivalenti ed usare l'uno o l'altro per risolvere il sistema dipende dal gusto personale.

Note

  1. Per norma si intende in questo caso il seguente integrale:
    +ϕ2(ξ)dξ
    Ovviamente, poiché si ha:
    limξ±eξ2=
    l'integrale non converge, mentre si ha:
    limξ±ξneξ2=0
    e quindi l'integrale della norma converge. Anche intuitivamente è difficile supporre che una particella tenda ad allontanarsi dall'origine quando c'è una forza di richiamo che tende a farla ritornare al punto di partenza.
  2. Espressioni del tipo:
    aa+12
    vanno intese evidentemente come:
    aa+12I,
    dove I è l'operatore identità; Stesso discorso vale per i commutatori, ad esempio, si dovrebbe scrivere:
    [x~,p~]=iI.
    Tuttavia, per alleggerire la notazione, normalmente, si omette di indicare l'operatore I.
  3. In pratica si devono trovare gli autostati e gli autovalori dell'operatore H.
  4. Ciò vuol dire che ad ogni valore di energia corrisponde un solo stato quantistico. Si noti che questo è vero solo nel caso dell'oscillatore in una dimensione, gli stati dell'energia nell'oscillatore a due o a tre dimensioni sono degeneri.
  5. Vedi la dimostrazione del teorema 1.

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Template:Interprogetto

Collegamenti esterni

Template:Portale