Dimostrazione che 22/7 è maggiore di π

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Le dimostrazioni del famoso risultato matematico che il numero razionale 22/7 è maggiore di π (pi greco) risalgono fino all'antichità. Una di queste dimostrazioni, recentemente sviluppata e che richiede solo conoscenze elementari dell'analisi, ha attirato l'attenzione dei matematici moderni per la sua eleganza matematica e la sua connessione alla teoria delle approssimazioni diofantee. Stephen Lucas definì questa dimostrazione «uno dei più bei risultati sull'approssimazione di π».[1] Julian Havil concluse una discussione sulle approssimazioni della frazione continua di π con questa disuguaglianza, affermando che fosse «impossibile resistere dal menzionarla» in quel contesto.[2]

Lo scopo principale della dimostrazione non è quello di convincere i lettore che 22/7 è effettivamente maggiore di π; esistono infatti dei metodi sistematici per calcolare il valore di π. Se si sa che π è approssimativamente 3,14159, allora segue banalmente che π<22/7, il quale è circa 3,142857. Tuttavia è più semplice dimostrare che π<22/7 utilizzando il metodo di questa dimostrazione invece di mostrare che π è approssimativamente 3,14159.

Storia

22/7 è una approssimazione diofantea di π largamente usata. È un troncamento dello sviluppo in frazione continua semplice di π, ed è maggiore di quest'ultimo, come si può chiaramente notare dagli sviluppi decimali dei due valori:

227=3,142857,π=3,14159265

L'approssimazione è nota fin dall'antichità. Archimede scrisse nel III secolo a.C. la prima dimostrazione conosciuta che 22/7 è una sovrastima, sebbene probabilmente non fosse il primo a utilizzare tale approssimazione. La sua dimostrazione procede mostrando che 22/7 è maggiore del rapporto tra il perimetro di un poligono regolare circoscritto di 96 lati e il diametro del cerchio.[3] Un'altra approssimazione razionale di π e ancora più accurata è 355/113.

Dimostrazione

La dimostrazione può essere espressa succintamente come:

0<01x4(1x)41+x2dx=227π.

perciò, 227>π.

Il calcolo di questo integrale fu il primo problema nella Putnam Competition del 1968.[4]

Dettagli sul calcolo dell'integrale

Che l'integrale è positivo segue dal fatto che l'integrando è non negativo, essendo un rapporto fra somme e prodotti di potenze di numeri reali non negativi. Inoltre, si può verificare che è strettamente positivo in almeno un punto dell'intervallo di integrazione, ad esempio 1/2. Poiché l'integrando è continuo in tale punto e non è negativo altrove, l'integrale da 0 a 1 deve essere strettamente positivo.

Rimane da dimostrare che il valore dell'integrale è la quantità desiderata:

0<01x4(1x)41+x2dx=01x44x5+6x64x7+x81+x2dxespansione dei termini del numeratore=01(x64x5+5x44x2+441+x2)dx utilizzando la divisione fra polinomi=(x772x63+x54x33+4x4arctanx)|01integrale definito=1723+143+4πcon arctan(1)=π4 e arctan(0)=0=227π.somma delle varie frazioni

Semplici stime superiori e inferiori

In Dalzell (1944), si osserva che sostituendo 1 al posto di x nel denominatore, si ottiene un limite inferiore dell'integrale, e invece sostituendo 0 una sua stima superiore:[5]

11260=01x4(1x)42dx<01x4(1x)41+x2dx<01x4(1x)41dx=1630.

Quindi si ottiene

2271630<π<22711260,

perciò in espansione decimale 3,1412<π<3,1421. Le stime differiscono da π meno del 0.015%. Vedere anche Dalzell (1971).[6]

Dimostrazione che 355/113 è maggiore di π

Come discusso in Lucas (2005), la ben conosciuta e migliore approssimazione diofantea 355/113 per π segue in modo analogo dalla seguente relazione

0<01x8(1x)8(25+816x2)3164(1+x2)dx=355113π.

Si noti che

355113=3,14159292,

dove le prime sei cifre decimali coincidono con quelle di π. Sostituendo 1 nella x al denominatore, si ottiene il limite inferiore

01x8(1x)8(25+816x2)6328dx=9115261111856=0,000000173,

mentre sostituendo 0 se ne ottiene il doppio come stima superiore, quindi

3551139112630555928<π<3551139115261111856.

In espansione decimale, questo significa che 3,141592 57 < π < 3,141592 74, dove le cifre in grassetto sono le stesse di π.

Estensioni

Si possono generalizzare le idee precedenti per ottenere approssimazioni sempre migliori di π; vedere anche Backhouse (1995)[7] e Lucas (2005) (in entrambi i riferimenti, tuttavia, non compaiono i calcoli). Per i calcoli espliciti, si consideri, per ogni intero n1,

122n101x4n(1x)4ndx<122n201x4n(1x)4n1+x2dx<122n201x4n(1x)4ndx,

dove l'integrale centrale vale

122n201x4n(1x)4n1+x2dx=j=02n1(1)j22nj2(8nj1)(8nj24n+j)+(1)n(π4j=03n1(1)j2j+1)

in cui compare π. L'ultima somma appare anche nella formula di Leibniz per π. La stima dell'errore è dato da

122n101x4n(1x)4ndx=122n1(8n+1)(8n4n)πn210n2(8n+1),

dove l'approssimazione (la indica che sono asintoticamente equivalenti per n) del coefficiente binomiale centrale segue dall'approssimazione di Stirling e mostra la convergenza rapida dell'integrale a π.

Template:Approfondimento

I risultati per n=1 sono stati dati precedentemente. Per n=2 si ottiene

1401x8(1x)81+x2dx=π4717115015

e

1801x8(1x)8dx=11750320,

quindi 3,141592 31 < π < 3,141592 89, dove le cifre in grassetto sono quelle di π. In modo simile, per n=3

11601x12(1x)121+x2dx=431302721137287920π

e stima dell'errore

13201x12(1x)12dx=12163324800,

perciò 3,141592653 40 < π < 3,141592653 87. Proseguendo con n=4,

16401x16(1x)161+x2dx=π741269838109235953517800

con

112801x16(1x)16dx=12538963567360,

da cui si ricava 3,141592653589 55 < π < 3,141592653589 96.

Note

Voci correlate

Collegamenti esterni

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