Teoria della produzione

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La teoria della produzione è lo studio della produzione o del processo economico di conversione di beni primari (input) in beni e prodotti finali a valore aggiunto (output). Dato che la produzione è un processo che si verifica attraverso il tempo e lo spazio, possiede uno stretto contatto con il concetto matematico di flusso. La produzione è infatti misurata come "tasso di produzione in output in rapporto all'unità di tempo"Template:Citazione necessaria .

I tre aspetti principali del processo di produzione sono:[1]

  1. la quantità di beni o servizi da produrre;
  2. la forma del bene o servizio creato;
  3. la distribuzione spazio-temporale del bene o servizio prodotto.

Fattori di produzione

Template:Vedi anche Gli ingressi o le risorse utilizzate nel processo di produzione vengono chiamati fattori di produzione. La miriade di possibili fattori di solito è raggruppata in cinque categorie, ovvero:

Nel lungo periodo, tutti questi fattori possono essere variabili. Il breve periodo, invece, è definito come un periodo in cui è fissato almeno uno dei fattori di produzione.[1]

Un fattore di produzione fisso è quello la cui quantità non varia al variare dell'output. Alcuni esempi sono le attrezzature più importanti o lo spazio dedito alle fabbriche.

Un fattore di produzione variabile è uno il cui impiego è invece proporzionale all'output. Gli esempi includono il consumo di energia elettrica, i servizi di trasporto e i materiali di base.

Funzione di produzione

Template:Vedi anche

Esempio di funzione di produzione

Dato un insieme di produzione (l'insieme di tutte le combinazioni di input/output tecnicamente realizzabili), la funzione di produzione consiste nella frontiera di tale insieme. Essa descrive il massimo livello di output dato un vettore di input.[1]

Generalmente la funzione di produzione è descritta come:

q=f(𝐗),

dove q è la quantità di prodotto e 𝐗=(x1,x2,...,xn) è il vettore di input.

Esempio di curve di produttività marginale e media

Data una funzione di produzione, la variazione del livello di output in corrispondenza di una variazione della i-esima variabile è chiamata produttività marginale del fattore xi, ed è definita come:[1]

PMGi=f(𝐗)xi.

Il rapporto tra il livello di output e l'ammontare complessivo dell'input utilizzato è invece chiamato produttività media, definita come:[1]

PMEi=f(xi)xi.

È degno di nota che, finché PMGi>PMEi, la produttività media dell'i-esimo input sarà crescente.[1]

Dimostrazione

dPMEidxi>0; (Derivata prima > 0 allora funzione crescente.)

f(xi)xif(xi)xi2>0;

f(xi)xi>f(xi)xi2;

f(xi)>f(xi)xi;

PMGi>PMEi.

Isoquanti e isocosti

Template:Vedi anche

Mappa degli isoquanti in tre dimensioni

Fissato un valore di output q0, si otterrà la relazione

q0=f(x1,x2),

la quale descrive la mappa dell'isoquanto (ovvero, tutte le combinazioni di input che restituiscono il valore di output fissato).

Ora, detta C=c(w1,w2,q) la funzione di costo (funzione che esprime i costi minimi necessari per produrre q unità di output, dati i prezzi di input w1 e w2), per un determinato costo c0 tutte le combinazioni di input che generano tale costo possono essere rappresentate mediante la cosiddetta retta di isocosto, la cui equazione è:

x1=w2w1x2+c0w1,

avente come coefficiente angolare (la pendenza della retta rispetto agli assi) w2w1. È da notare che, se w1 e w2 sono costanti, le rette di isocosto saranno tutte parallele fra loro.

Retta di isocosto tangente alla curva di isoquanto

Dato un isoquanto, per minimizzare i costi di produzione, è necessario individuare il punto di tangenza con la retta di isocosto più bassa possibile.[1]

Saggio di sostituzione tecnica

Il saggio di sostituzione tecnica (o saggio tecnico di sostituzione, STS)[2] rappresenta la misura della sostituibilità degli input, fissato un output, ed è dato da:

STS2,1=Δx2Δx1.

Saggio marginale di sostituzione tecnica

Il saggio marginale tecnico di sostituzione (o saggio marginale di sostituzione tecnica, SMST),[3] invece, rappresenta la pendenza dell'isoquanto, ed è dato da:

SMST2,1=dx2dx1.

Esiste un teorema che dimostra quanto segue:

SMST2,1=PMG1PMG2.

Dimostrazione

Dato che, se si parla di isoquanti, q risulta essere fisso, la sua derivata sarà nulla. Ma, per la formula del differenziale totale:

dq=dx1fx1+dx2fx2;

dx1fx1+dx2fx2=0;

dx2dx1=f/x1f/x2;

SMST2,1=PMG1PMG2.

Concorrenza perfetta e monopolio

Si è in presenza di una concorrenza perfetta laddove si riscontrino le seguenti ipotesi:[1]

  • Polverizzazione (o atomizzazione) del mercato: esistono molti piccoli produttori dello stesso bene.
  • Omogeneità del prodotto: le imprese non hanno la possibilità di differenziare i propri prodotti. Di conseguenza, il consumatore percepisce in maniera identica il valore dello stesso prodotto di due imprese distinte.
  • Assenza di barriere all'entrata: le imprese che vogliono entrare nel mercato non incontrano alcun ostacolo.

Se sussistono tali condizioni, le imprese del mercato possono essere considerate price-taker. Il prezzo, infatti, dipende solo dalla domanda e dall'offerta del mercato del bene in questione.[1]

Nell'analisi della produzione, una delle caratteristiche fondamentali del regime di concorrenza perfetta è che l'impresa, per massimizzare il proprio profitto, sceglie il prezzo eguagliandolo al costo marginale di produzione.

Dimostrazione

Dettp pe il prezzo di equilibrio:

πq=0;

(qpeC(q))q=peC(q)q=0;

pe=C(q)q=CMG.

Il monopolio, invece, è una forma di mercato in cui una merce, di cui non esiste un sostituto equivalente, è prodotta da un'unica impresa.[4] Sono inoltre presenti delle barriere all'entrata, quindi non è possibile per le altre imprese entrare facilmente nel mercato. L'impresa che detiene il monopolio viene detta price maker.

Relazioni verticali

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Note

  1. 1,0 1,1 1,2 1,3 1,4 1,5 1,6 1,7 1,8 Template:Cita
  2. In inglese si utilizza sia la sigla TRS (technical rate of substitution) che RTS (rate of technical substitution).
  3. In inglese è indicato con MRTS (marginal rate of technical substitution).
  4. Template:Cita.

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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