Equazione integrale

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Si chiama equazione integrale ogni equazione che ha l'incognita sotto il segno di integrale. Per esempio, l'equazione di risoluzione di un'equazione differenziale è un'equazione integrale: in generale c'è una forte relazione tra equazioni differenziali ed integrali, e alcuni problemi possono essere formulati in entrambi i modi, come ad esempio le equazioni di Maxwell.

Equazioni integrali lineari

Lo studio delle equazioni integrali si divide in due settori, relativi alle equazioni lineari e a quelle non lineari. Un'equazione integrale lineare generica nell'incognita φ(x) ha la forma:

A(x)φ(x)+ΩK(x,s)φ(s) ds=f(x)xD

dove K(x,z) si chiama nucleo dell'equazione integrale, la funzione A è detta coefficiente e f il termine noto. L'insieme Ω è un sottoinsieme di uno spazio euclideo. Nel caso in cui K e A siano matrici e f, φ funzioni vettoriali, allora si ha un sistema di equazioni lineari integrali. Se f=0 l'equazione (o sistema) si dice omogenea.

Un'equazione integrale lineare in cui un estremo dell'intervallo di integrazione è variabile viene detta equazione di Volterra:

y(x)=axK(x,z)y(z) dz+f(x)

dove y(x) è la funzione incognita.

Se, invece, entrambi gli estremi dell'intervallo di integrazione sono fissi

y(x)=abK(x,z)y(z) dz+f(x)

viene chiamata equazione integrale di Fredholm.

Quando la funzione incognita si trova solo sotto il segno di integrale allora si hanno equazioni di Volterra e di Fredholm di prima specie, quelle sopra sono dette di seconda specie.

Equazioni integrali non lineari

Un'equazione di Volterra non lineare ha la forma generale:

φ(x)=f(x)+λaxK(x,t)F(x,t,φ(t))dt

dove F è una funzione nota.

Un altro esempio è l'equazione di Urysohn:

φ(x)=λΩK(x,s,φ(s))dsxΩ

dove Ω è un sottoinsieme chiuso e limitato di uno spazio euclideo finito-dimensionale e il nucleo K(x,s,t) è una funzione data definita per x,sΩ e t.

Un caso speciale dell'equazione di Urysohn è l'equazione di Hammerstein:

φ(x)=λΩK(x,s)f(s,φ(s))dsxΩ

dove f(s,t) e K(x,s) sono funzioni date.

Soluzione numerica

Spesso le equazioni integrali non hanno una soluzione analitica, e devono essere risolte numericamente. Uno dei metodi utilizzati in tale approccio richiede di discretizzare le variabili e rimpiazzare gli integrali con sommatorie:

j=1nwjK(si,tj)u(tj)=f(si)i=0,1,,n

Si ottiene in questo modo un sistema di n variabili ed altrettante equazioni. Risolvendolo si giunge al valore delle n variabili:

u(t0),u(t1),,u(tn)

Equazione di Wiener-Hopf

Equazioni integrali della forma:

y(t)=λx(t)+0k(ts)x(s)ds0t<

sono utilizzate nell'ambito del trasporto radiativo, della teoria della diffrazione e per la ricerca di soluzioni nel caso di problemi planari in cui la frontiera del dominio di integrazione è liscia a tratti.

Serie di potenze come soluzione

In molti casi se il nucleo dell'equazione è della forma K(xt) e la trasformata di Mellin di K(t) esiste allora si può trovare la soluzione per l'equazione:

g(s)=s0dtK(st)f(t)

nella forma di serie di potenze:

f(x)=n=0anM(n+1)xn

dove:

g(s)=n=0ansnM(n+1)=0dtK(t)tn

sono rispettivamente la trasformata zeta della funzione g(s) e la trasformata di Mellin del nucleo integrale.

Equazioni agli autovalori

Alcune equazioni integrali si possono ottenere come generalizzazione di equazioni agli autovalori:

jMi,jvj=λvi

di cui si fornisce una versione continua:

K(x,y)φ(y)dy=λφ(x)

in cui il nucleo rimpiazza la matrice M e l'autofunzione φ(y) prende il posto degli autovettori vj.

In molti casi il nucleo può essere una distribuzione.

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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