Superficie parametrica

Da testwiki.
Versione del 20 nov 2024 alle 00:04 di imported>MaxFacchinutti (growthexperiments-addlink-summary-summary:3|0|0)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Template:Nota disambigua Template:F Una parametrizzazione è un'applicazione, più nello specifico una funzione vettoriale, τ:Vnm infinitamente differenziabile in V aperto e connesso. Per n=2 e m=3 l'immagine di questa applicazione è una superficie parametrizzata.

Una superficie parametrica è una superficie differenziabile rappresentata in un sistema di coordinate parametrico del tipo:

1) Σ:{x=ϕ(u,v)y=ψ(u,v)z=χ(u,v).

Una superficie si dice regolare se soddisfa le seguenti proprietà:

  • ϕ(u,v),ψ(u,v),χ(u,v)C1(A), cioè devono essere funzioni continue con derivata continua in un insieme aperto A (sono quindi differenziabili).
  • La matrice Jacobiana (ϕ,ψ,χ)(u,v)=[ϕuψuχuϕvψvχv], abbia rango uguale a due, cioè le derivate non si annullino mai in uno stesso punto. Questa proprietà equivale a che la somma dei quadrati dei minori di ordine due sia positiva.
  • La corrispondenza tra V e 3 sia iniettiva.

Linee coordinate

Una superficie è un oggetto bidimensionale che vive nello spazio tridimensionale, per questo motivo i punti della superficie sono identificati da tre variabili: al variare dei punti (u,v) nel dominio A si trovano i punti dello spazio (x,y,z). Le variabili u,v sono dette parametri coordinati.

Se sul dominio A si considera un punto t0, con u(t0)=u0,v(t0)=v0. In corrispondenza di questo punto sulla superficie vi sarà un punto:

(x0,y0,z0)=(x(u0,v0),y(u0,v0),z(u0,v0)).

Cioè:

2) {x=ϕ(u0,v0)y=ψ(u0,v0)z=χ(u0,v0).

Pensiamo allora di ricavare le tangenti e le normali in questo punto. Fissiamo prima un valore dei parametri coordinati e poi l'altro, otterremo una famiglia di curve, che si chiamano linee coordinate (che possono essere anche ortogonali):

3) {ϕ(u,v0),ψ(u,v0),χ(u,v0)ϕ(u0,v),ψ(u0,v),χ(u0,v).

Da queste possiamo ricavare i vettori tangenti derivando:

4) {Tu={ϕu(u,v0),ψu(u,v0),χu(u,v0)}Tv={ϕv(u0,v),ψv(u0,v),χv(u0,v)}

e i vettori normali:

5) n=±Tu×Tv.

I versori normali sono dati:

6) n^=±Tu×Tv(Tu×Tv)(Tu×Tv).

Piano tangente

Una superficie regolare parametrica ammette sempre piano tangente in un punto P0=(x0,y0,z0) dato dalla:

7) |xx0yy0zz0ϕu(u0,v0)ψu(u0,v0)χu(u0,v0)ϕv(u0,v0)ψv(u0,v0)χv(u0,v0)|=0.

Il piano tangente ad una superficie parametrica è un sottospazio vettoriale di dimensione 2. Questo piano, ha la proprietà di contenere i vettori tangenti a tutte le curve situate sulla superficie e passanti per il punto considerato.

L'ipotesi di regolarità della superficie parametrica, implica l'esistenza di un piano tangente in ogni punto della superficie. Si parla di piano tangente in P a S, altrimenti denotato con TPS.

Il piano tangente è indipendente dalla parametrizzazione usata.

Prima forma differenziale di Gauss

A questo punto possiamo considerare il problema di come si rappresentano le curve tracciate sulla superficie 2). Per fare questo prendiamo il vettore tangente del piano A, nel punto t0: u(t0),v(t0). A questo vettore corrisponde un vettore tangente sulla superficie Σ:

u(t0)Tu+v(t0)Tv.

Come si modifica la lunghezza di questo vettore sulla superficie? Costruiamo il differenziale del vettore:

8) ds2=dx2+dy2+dz2=(xudu+xvdv)2+(yudu+yvdv)2+(zudu+zvdv)2.

Ora dobbiamo eseguire i quadrati con la sostituzione: xudu=ϕu(u,v)du e così via per tutte le derivate, otteniamo la prima forma differenziale di Gauss:

9) ds2=Edu2+2Fdudv+Gdv2,

dove:

10) E=Tu2=ϕu2+ψu2+χu2,

10) F=Tu,Tv=ϕuϕv+ψuψv+χuχv,

10) G=Tv2=ϕv2+ψv2+χv2.

Allo stesso risultato potevamo arrivare prendendo il prodotto scalare: uv.

Si chiama prima forma fondamentale, e si indica con I, la restrizione del prodotto scalare di E3 su TPS. Allora la lunghezza di un segmento sulla superficie è:

11) Lung((x(u(t1),v(t1)),y(u(t1),v(t1)),z(u(t1),v(t1))),(x(u(t2),v(t2)),y(u(t2),v(t2)),z(u(t2),v(t2))))=t1t2Eu'2+2Fuv+Gv'2 dt.

Ora ci chiediamo come si trasforma un elemento di superficie dS:

12) dS=|Tudu×Tvdv|=|Tu×Tv|dudv

Quadrando la 12), otteniamo proprio le 10). Dunque l'elemento di superficie si trasforma:

13) dS=EGF2 dudv,

dove IG=EGF2 è la prima forma quadratica di Gauss o prima forma differenziale di Gauss.

Da questa è possibile calcolare l'area di una superficie:

Area(Σ)=AdS=AEGF2 dudv

e anche un qualsiasi integrale di superficie:

I=Af(x,y,z)dS=AF(x(u,v),y(u,v),z(u,v))EGF2 dudv.

Da queste due ultime osservazioni circa il calcolo degli integrali, si vede che la prima forma differenziale di Gauss è un determinante:

det(EFFG)=EGF2

e poiché i coefficienti non sono altro che i coefficienti di una metrica sulla superficie allora questa matrice è un tensore metrico.

Seconda forma differenziale di Gauss

La seconda forma quadratica è una proprietà intrinseca della superficie, e rappresenta le proprietà di curvatura della stessa. Essa può essere ricavata direttamente dalla prima forma differenziale di Gauss e dai vettori tangente e normale.

Sia dunque n^ il versore normale ottenibile dal vettore normale:

n=±Tu×Tvn^=±Tu×Tv(Tu×Tv)2.

Dalla prima forma differenziale di Gauss:

n^=±Tu×TvEGF2.

Allora i coefficienti della seconda forma differenziale di Gauss:

Tuun^=L
Tuvn^=M
Tvvn^=N

Da cui otteniamo la seconda forma differenziale (o quadratica) di Gauss:

IIG=L(du)2+2Mdudv+N(dv)2.

Dunque li possiamo esplicitare:

L=|xuuxuxvyuuyuyvzuuzuzv|EGF2
M=|xuvxuxvyuvyuyvzuvzuzv|EGF2
N=|xvvxuxvyvvyuyvzvvzuzv|EGF2.

Curvature normali

Si chiama curvatura normale della superficie Σ in un punto P nella direzione della linea u e della linea v rispettivamente, la funzione:

k(P,u)=IIG(uu,uu)
k(P,v)=IIG(vv,vv).

Curvature principali e curvatura di Gauss

Template:Vedi ancheSono dette curvature principali i due valori, massimo e minimo, della curvatura normale corrispondenti ai due versi del piano tangente (a seguito dei due versori normali). Indicando con k1(P),k2(P) le curvature principali di una superficie in un punto P, allora si chiama curvatura Gaussiana o curvatura totale:

K(P)=k1(P) k2(P)

e definiamo anche la curvatura media:

H(P)=k1(P)+k2(P)2.

Per quanto riguarda la curvatura di Gauss, è in generale difficile trovare le due direzioni secondo le quali le curvature principali sono valori massimi e minimi. Il criterio è fornito dall'utilizzo dell'operatore di Weingarten.

Conseguenze

Dalle forme differenziali di Gauss possiamo ricavare molte informazioni riguardo alle caratteristiche geometriche delle superfici parametriche:

  1. La curvatura delle curve sulla superficie segue dal teorema di Meusnier e dall'operatore di Weingarten.
  2. La curvatura della superficie segue dal theorema egregium di Gauss.
  3. Teorema di Dupin.

Voci correlate

Collegamenti esterni

Template:Controllo di autorità Template:Portale