Insieme di Vitali

Da testwiki.
Versione del 16 feb 2021 alle 04:26 di imported>InternetArchiveBot (Aggiungi 1 libro per la Wikipedia:Verificabilità (20210210)) #IABot (v2.0.8) (GreenC bot)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

In matematica, l'insieme di Vitali, che prende il nome dal matematico italiano Giuseppe Vitali, fornisce un esempio di sottoinsieme di che non è misurabile da nessuna misura che sia positiva, invariante per traslazioni e sigma-finita (in particolare non è misurabile rispetto alla misura di Lebesgue). Per la costruzione dell'insieme di Vitali è indispensabile l'assioma della scelta.

La costruzione procede nel seguente modo:

  • Si definisce sui numeri reali dell'intervallo [0,1] la seguente relazione di equivalenza: si dice che x è equivalente a y se la loro differenza è un numero razionale.
  • Si considera l'insieme di tutte le classi di equivalenza indotte dalla relazione appena definita. Queste devono essere una infinità non numerabile, poiché se fossero un'infinità numerabile avremmo che l'insieme [0,1] stesso sarebbe numerabile (in quanto unione numerabile di insiemi numerabili).
  • Per l'assioma della scelta esiste un insieme che contiene esattamente un rappresentante di ogni classe, chiamiamolo V: è l'insieme di Vitali.

Dimostrazione della non misurabilità dell'insieme V

L'insieme di Vitali ha le seguenti proprietà:

  • Se lo si trasla di una quantità pari ad un qualsiasi numero razionale strettamente positivo, occuperà punti completamente diversi da quelli che occupava inizialmente. Più formalmente, l'insieme V e il suo traslato V+q sono disgiunti per qualsiasi q{0}. Questo perché se per assurdo fosse VTq(V), dove Tq(V)=V+q con q{0}, esisterebbero x,yV distinti, e quindi con (yx) essendo rappresentanti di diverse classi di equivalenza, tali che y=Tq(x). Ma allora, y=x+q, ovvero (yx)=q, che è assurdo avendo osservato che (yx) per ogni x,yV distinti.
  • Dato un qualunque punto x[0,1], questo apparterrà a qualcuna delle traslazioni V+q con q: infatti x apparterrà a qualcuna delle classi di equivalenza definite sopra, e dato che in V c'è un rappresentante di ogni classe, allora in V c'è un punto che dista da x una quantità pari ad un numero razionale.

Dalle proprietà enunciate discende la non misurabilità di V nel caso in cui la misura μ verifichi le seguenti proprietà:

  • per ogni insieme A si verifica l'invarianza per traslazioni, ovvero μ(x+A)=μ(A).
  • positività: μ()0
  • si verifica μ([a,b])< per ogni a, b. Grazie all'invarianza per traslazioni, affinché valga questa condizione è sufficiente assumere che μ è una misura sigma-finita.

Per dimostrare la non misurabilità di V rispetto alla misura μ si assume che sia definito il valore di μ(V) e si ricava una contraddizione con le ipotesi. Si consideri l'insieme ottenuto unendo tutte le possibili traslazioni di V di numeri razionali compresi tra 1 e 1. A tale scopo, si prenda inizialmente una enumerazione q1,q2,q3, dei razionali di [1,1], e si definisca l'insieme:

U=(V+q1)(V+q2)(V+qn)

Si osserva che μ(U)< perché U è un insieme limitato (U[1,2] e quindi viene dalla terza proprietà di μ). Poiché U è un'unione disgiunta di insiemi, per le proprietà delle misure si ha che:

μ(U)=μ(V+q1)+μ(V+q2)++μ(V+qn)+

e per l'invarianza di μ per traslazioni:

μ(U)=μ(V)+μ(V)++μ(V)+

ma poiché la quantità a sinistra dell'uguaglianza è finita, la relazione appena scritta implica che μ(V)=0, e quindi anche μ(U)=0. Si è osservato prima, tuttavia, che ogni x[0,1] si trova in uno dei V+qn, quindi U deve includere tutto l'intervallo [0,1]. Ma allora, dalle proprietà delle misure, si ha μ([0,1])μ(U) e si è visto che quest'ultima è nulla, quindi μ([0,1])=0 e per l'invarianza per traslazioni si deve avere anche μ()=0, il che contraddice le ipotesi su μ.

Bibliografia

Voci correlate

Template:Portale