Logfia gallica: differenze tra le versioni
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Logfia gallica (L.) Coss. & Germ., 1843 è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae).[1][2]
Etimologia
Il nome del genere è un anagramma del genere Filago.[3] L'epiteto specifico (gallica) si riferisce alla Francia.[4]
Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico Ernest Saint-Charles Cosson (1819-1889) e Jacques Nicolas Ernest Germain de Saint-Pierre (1815-1882) nella pubblicazione "Annales des Sciences Naturelles; Botanique" (Ann. Sci. Nat., Bot. sér. 2, 20: 291, t. 13, f. A) del 1843.[5]
Descrizione


Portamento. La specie di questa voce ha un habitus di tipo erbaceo annuale. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. I cauli di queste piante sono provvisti del floema, ma non di canali resiniferi; mentre i sesquiterpeni lattoni sono normalmente assenti (piante senza lattice).[6][7][8][9][10][11][12]
Fusto. La parte aerea in genere è eretta con portamenti variabili da ascendenti fino a prostrati. I fusti (massimo 5 per pianta) sono grigiastri (aracnoideo-sericeo). La ramosità, prossimale, è corimbosa. Altezza media: da 2 a 25 cm (massimo 50 cm).
Foglie. Le foglie sono disposte in modo alternato e sono sessili. La lamina è intera con forme generalmente strette e lineari (da subulate a lineari); i margini sono continui (in alcuni casi variano da concavi a involuti). Spesso la superficie è tomentosa o lanosa su entrambe le facce. Le foglie superiori (4 - 5) sono di tipo bratteale, hanno forme lineari (con apici acuti o subspinosi) e superano i capolini (da 2 a 5 volte); alla fioritura sono raggianti e ricurve. Dimensione delle foglie: larghezza 1 - 1,5 mm; lunghezza 10 – 20 mm (massimo 30 mm).
Infiorescenza. Le sinflorescenze sono scapose o composte da pochi capolini (da 3 a 10) raccolti in formazioni di glomeruli (le matrici sono di tipo a dicasio). Le infiorescenze vere e proprie sono formate da un capolino terminale sessile e ovoide di tipo discoide. I capolini sono formati da un involucro, con forme piramidali con 5 angoli acuti, composto da più o meno 5 brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori. Le brattee, a consistenza cartilaginea (nella metà superiore), colorate di marrone, con forme da ovali a lanceolate e prolungate in una punta acuta, sono disposte in modo più o meno embricato su più serie e possono essere connate alla base (strati di stereoma indiviso); talora possono avere un margine ialino. Alla fruttificazione le brattee medie dell'involucro avvolgono gli acheni in una guaina indurita. Il ricettacolo è nudo ossia senza pagliette a protezione della base dei fiori; la forma normalmente è conica (o obovoide). Dimensione dei capolini: diametro 2 - 2,5 mm; lunghezza 2,5 – 4 mm. Dimensione dell'involucro: 4 mm.
Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre tubulosi, attinomorfi e si distinguono in:
- fiori del disco esterni (da 8 a 12 per capolino): sono femminili e filiformi;
- fiori del disco centrali (da 2 a 3 per capolino): sono ermafroditi; le forme sono tubulari.
In questo gruppo di piante i fiori radiati (ligulati o del raggio) sono assenti; a volte sono confusi con i fiori femminili (tubulosi) del disco esterno più o meno sub-zigomorfi con un lembo piatto e possono essere interpretati come fiori del raggio.
- */x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[13]
- Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
- Corolla: la forma della corolla normalmente è tubolare con 5 lobi (raramente 4); i lobi hanno delle forme da lanceolate o deltate a lineari. I colori della corolla sono giallastri.
- Androceo: l'androceo è formato da 5 stami sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; le teche (produttrici del polline) sono prive di sperone, ma hanno la coda (una sola); le appendici apicali delle antere hanno delle forme piatte; il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre polarizzato (con due superfici distinte: una verso l'esterno e una verso l'interno). Il polline è di tipo echinato (con punte sporgenti) a forma sferica è formato inoltre da due strati di ectesine, mentre lo strato basale è spesso e regolarmente perforato (tipo “gnafaloide”).[8]
- Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è intero o biforcato con due stigmi nella parte apicale. Gli stigmi hanno una forma allungata; possono essere ricoperti da minute papille o avere dei penicilli apicali o dorsali. Le superfici stigmatiche sono separate.[8]
- Antesi: da maggio ad agosto.
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni, dimorfici (i fiori esterni sono più lunghi di quelli interni), sono piccoli a forma oblunga; la superficie può essere ricoperta di piccoli peli doppi a forma clavata; il pericarpo può essere percorso longitudinalmente da alcuni fasci vascolari. Il pappo (lungo 2 - 2,5 mm) è formato 18 - 28 setole capillari barbate connate alla base.
Biologia
Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[7][8]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori.
Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).
Distribuzione e habitat

Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Euri-Mediterraneo.
Distribuzione: in Italia questa specie si trova raramente su tutto il territorio. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia. Sugli altri rilievi collegati alle Alpi è presente nel Massiccio del Giura, Massiccio Centrale e Pirenei.[15] Altrove si trova in Africa mediterranea, Anatolia e Transcaucasia; è introdotta in Australia e Nord America.[2]
Habitat: l'habitat preferito per queste piante sono i campi e gli incolti aridi. Il substrato preferito è siliceo con pH acido, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere arido.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini, in Italia, queste piante si possono trovare fino a 1.500 Template:M s.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e in parte quello montano (oltre a quello planiziale).
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico alpino L. gallica appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]
- Formazione: delle comunità pioniere a terofite e succulente.
- Classe: Thero-Brachypodietea
- Ordine: Tuberarietalia guttatae
- Classe: Thero-Brachypodietea
- Formazione: delle comunità pioniere a terofite e succulente.
Tassonomia
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[16], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[17] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[18]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][9][10]
Filogenesi
Il genere di questa voce è descritto nella tribù Gnaphalieae, una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae.[19][20] La sottotribù Gnaphaliinae è caratterizzata da portamenti di vario tipo con specie ginomonoiche e monoiche, da foglie con margini interi, da capolini disciformi omogami o eterogami e raramente radiati (o subradiati), dallo stilo con rami troncati e superfici stigmatiche separate apicalmente, da acheni glabri o con tricomi allungati e pappo ridotto.[21]
Il genere Logfia appartiene al clade Flag, un gruppo informale monofiletico della sottotribù Gnaphaliinae che occupa una posizione più o meno "basale". In questo gruppo sono presenti specie dioiche (solo fiori femminili o solo fiori maschili) e piante a portamento cusciniforme. I capolini, in formazioni corimbose o spiciformi, possono essere sottesi da foglie bratteali. Il ricettacolo in alcuni casi è squamoso.[21]
Il "Flag clade", da un punto di vista filogenetico, può essere suddiviso in due parti: il "Lucilia-group" basato sui tricomi degli acheni e il resto del clade (in posizione "basale") considerato "gruppo fratello" del primo. Il genere di questa voce appartiene al gruppo "basale" caratterizzato dall'assenza di tricomi.[22][23] In particolare nel gruppo "basale" si individua un clade ben definito: il Filago group formato dai seguenti generi: Ancistrocarphus, Bombycilaena, Chamaepus, Cymbolaena, Evacidium, Evax, Filago, Logfia, Micropus, Psilocarphus e Stylocline, alcuni attualmente considerati sinonimi di Filago e inclusi in esso (Cymbolaena, Evacidium, Evax). Il principale carattere morfologico che definisce il gruppo sono le palee ricettacolari che sottendono, e più o meno racchiudono, i fiori femminili.[24]
Logfia si distingue da Filago per i capolini solitari o in piccoli gruppi, per il numero delle brattee involucrali (5), inoltre quelle esterne includono profondamente i fiori femminili, in questi le corolle sono debolmente aderenti al frutto con forme oblunghe.[11]
I caratteri distintivi della specie Logfia gallica sono:[11]
- dimensione delle foglie: larghezza 1 - 1,5 mm; lunghezza 10 - 20 mm;
- i capolini sono sessili e in formazione di glomeruli;
- alla fruttificazione le brattee medie dell'involucro avvolgono gli acheni in una guaina indurita;
- i fiori femminili sono 8 - 12, quelli ermafroditi 2 - 3.
Il numero cromosomico delle specie di questa voce è: 2n = 28.[11]
Variabilità
In areali più caldi (ad esempio in Sicilia) si possono trovare popolazioni con foglie più brevi (più piccole dei capolini), glomeruli più ricchi di capolini e brattee esterne più larghe. Questi individui a volte vengono indicati come Filago tenuifolia C. Presl. (binomio scientifico considerato sinonimo di L. gallica[25]).[11]
Nell'areale americano (specie introdotta) Logfia gallica tende a crescere con dimensioni più grandi che nel suo areale nativo (Mediterraneo).[3]
Sinonimi
Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2] Template:Div col
- Filago gallica L.
- Gifola gallica (L.) Myrz.
- Oglifa gallica (L.) Chrtek & Holub
- Xerotium gallicum (L.) Bluff & Fingerh.
- Filago filiformis Lam.
- Filago gallica var. longibracteata (Willk.) Willk.
- Filago gallica var. multicaulis (Foucaud & E.Simon) Rouy
- Filago gallica var. nana Rouy
- Filago gallica var. simplex (Foucaud & E.Simon) Rouy
- Filago gallica var. tenuifolia (C.Presl) DC.
- Filago gallica subsp. tenuifolia (C.Presl) Arcang.
- Filago gallica var. tenuifolia (C.Presl) P.Fourn.
- Filago germanica var. longibracteata Willk.
- Filago tenuifolia C.Presl
- Filago tenuifolia var. multicaulis Foucaud & E.Simon
- Filago tenuifolia var. simplex Foucaud & E.Simon
- Gnaphalium gallicum L.
- Gnaphalium tenuifolium (C.Presl) Bonnier
- Logfia subulata Cass.
- Logfia tenuifolia (C.Presl) H.J.Coste
- Xerotium subulatum Dulac
Note
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- ↑ 2,0 2,1 2,2 Template:Cita web
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Bibliografia
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Collegamenti esterni
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