Teorema di Bondy-Chvátal

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Il teorema di Bondy-Chvátal è un teorema della teoria dei grafi relativo ai cicli hamiltoniani. È stato provato nel 1976 dal matematico britannico e canadese John Adrian Bondy e dal matematico polacco Václav Chvátal. Fornisce una condizione necessaria e sufficiente affinché un grafo G sia hamiltoniano. Esso generalizza i teoremi precedenti di Ore e Dirac.

Enunciato

Il teorema afferma che un grafo G è hamiltoniano se e solo se la sua chiusura [G] è hamiltoniana, ossia possiede un ciclo hamiltoniano.

Dimostrazione

Sia G un grafo di n vertici e sia [G] la sua chiusura.
È immediato dimostrare che se un grafo G è hamiltoniano anche la sua chiusura lo è. Infatti [G] è ottenuta da G aggiungendo, se possibile, degli archi, per cui tutti gli archi di G sono anche nella sua chiusura. Di conseguenza se G aveva un ciclo hamiltoniano anche [G] possiede lo stesso ciclo.
Viceversa bisogna ora dimostrare che se [G] è hamiltoniano anche G lo è. Supponiamo che la chiusura di G sia stata creata aggiungendo K1 archi a quelli di G. Sia G1=G e sia E1 l'insieme degli archi di G. Sia analogamente GK=[G] e EK l'insieme degli archi della chiusura. Necessariamente si ha E1EK. Per ipotesi GK è hamiltoniano. Supponiamo per assurdo che G1 non lo sia. Siano G2,..Gj1,Gj,...,GK i grafi ottenuti per costruire GK da G1 aggiungendo un arco per volta. Notiamo che se Gj è hamiltoniano allora tutti i grafi Gi con ij sono hamiltoniani in quanto, come prima visto, EjEi. Se G1 non è hamiltoniano mentre GK si, allora deve esserci un indice 2jK per il quale Gj è hamiltoniano mentre Gj1 non lo è. Poiché a Gj1 manca un solo arco affinché venga creato un ciclo hamiltoniano, vuol dire che necessariamente Gj1 ha un cammino hamiltoniano (v1,v2,..,vn), dove i vertici sono stati etichettati in modo tale che l'arco che creerebbe il ciclo sia quello che collega i vertici (v1,vn). Consideriamo adesso gli insiemi A={vi|(v1,vi)Ej1} e B={vi|(vn,vi1)Ej1} con 2<i<n. A è l'insieme dei vertici in Gj1 che hanno un diretto collegamento con v1, v2 escluso. B è invece l'insieme dei vertici che hanno il vertice che lo precede direttamente collegato con vn. Notiamo che entrambi gli insiemi sono contenuti in {v3,..,vn1} e vale in particolare che la cardinalità di A è pari |A|=deg(v1)1 e la cardinalità di B è pari |B|=deg(vn)1 (gli elementi di B sono in corrispondenza biunivoca con gli archi incidenti su vn escluso (vn1,vn) ). Poiché Gj si differenzia da Gj1 solo per l'arco tra i vertici v1 e vn, sappiamo, per definizione della costruzione della chiusura di un grafo, che in Gj1 vale deg(v1)+deg(vn)n e quindi vale anche |A|+|B|n2. Ma sia A, sia B sono sottoinsiemi di {v3,..,vn1} che ha cardinalità n3, ne deduciamo che la loro intersezione è non nulla, ossia che esiste un vertice vk in comune tra A e B. È allora possibile costruire in Gj1 il seguente ciclo hamiltoniano (v1,...,vk1,vn,vn1,..vk,v1), il che è assurdo in quanto è contrario all'ipotesi che Gj1 non sia hamiltoniano. Per cui abbiamo dimostrato che se [G]=GK è hamiltoniano non può esserci un indice j tale che Gj1 non sia hamiltoniano e quindi anche G1=G deve essere hamiltoniano.

Bibliografia

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