Teorema del confronto di Sturm-Picone

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In matematica, nel campo delle equazioni differenziali ordinarie, il teorema del confronto di Sturm–Picone, che prende nome da Jacques Sturm e Mauro Picone, è un noto teorema che permette di ricavare informazioni sul comportamento delle soluzioni di equazioni differenziali lineari confrontandole con le soluzioni di equazioni simili.

Il teorema

Siano p1, p2, q1 e q2 funzioni continue a valori reali definite nell'intervallo [a,b], e siano:

(p1(x)y)+q1(x)y=0
(p2(x)y)+q2(x)y=0

due equazioni differenziali lineari omogenee del secondo ordine, scritte in forma autoaggiunta con:

0<p2(x)p1(x)q1(x)q2(x)

Sia u una soluzione non-banale della prima equazione avente due radici successive in z1 e z2. Sia, inoltre, v una soluzione non-banale della seconda. Allora vale una delle seguenti proprietà:

  • Esiste x[z1,z2] tale che v(x)=0
  • Esiste λ tale che v(x)=λu(x).

La prima parte della tesi venne dimostrata da Sturm, nel 1836[1]. L'enunciato completo è dovuto a Picone (1910)[2][3], la cui semplice dimostrazione si basa sull'utilizzo dell'identità di Picone. Nel caso particolare in cui le due equazioni siano identiche si ottiene il teorema di separazione di Sturm. Il teorema è stato poi esteso a sistemi di equazioni ordinarie e a equazioni differenziali alle derivate parziali di tipo ellittico.

Note

  1. C. Sturm, Mémoire sur les équations différentielles linéaires du second ordre, J. Math. Pures Appl. 1 (1836), 106–186
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Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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