Piezonucleare
Il termine piezonucleare indica una teoria in base alla quale la pressione meccanica modifica la struttura dello spazio-tempo alla scala subatomica, generando quindi, a detta dei sostenitori, reazioni nucleari.[1][2] In particolare, con reazioni piezonucleari si indicano le presunte reazioni di fissione nucleare di materiali non radioattivi indotte da ultrasuoni e annunciate da Carpinteri e Mignani a partire dal 2007.[3]
Questa teoria è ritenuta dalla comunità scientifica priva di riscontri e in violazione delle leggi fisiche attualmente conosciute.[4][5]
Teoria
Nel 2009 Fabio Cardone, Alberto Carpinteri e Giuseppe Lacidogna pubblicarono un articolo in cui sono riportate emissioni di neutroni da blocchi di granito come segnale della fissione nucleare del ferro in alluminio con associata produzione di neutroni:
Secondo gli autori la fissione sarebbe indotta dalla pressione sviluppata in seguito alla frattura delle rocce stesse[6]. Successive analisi da parte dei ricercatori dei laboratori di Frascati hanno riportato una serie di critiche all'articolo, segnalando come l'apparato sperimentale fosse genericamente descritto e impossibile da replicare. In particolare, l'assenza di raggi gamma e l'inadeguatezza dei rivelatori di neutroni avrebbero causato un errore nella corretta identificazione delle particelle emesse, che dovrebbero essere in realtà semplici ioni e fotoni, di origine non nucleare, emessi in seguito alla frattura di rocce (fenomeno noto come fratto-emissione[7])[1].
Fabio Cardone, Roberto Mignani e Andrea Petrucci hanno anche pubblicato a maggio 2009 un articolo sui risultati dei loro esperimenti dove gli ultrasuoni produrrebbero un aumento di diecimila volte del tasso di decadimento del torio disciolto in una soluzione acquosa.[8] Scienziati svedesi e statunitensi hanno sollevato numerose critiche sui dati sperimentali, osservando ad esempio come questi siano troppo simili fra loro e privi di rumore casuale per poter essere credibili.[9][10][11][12][13] Cardone e collaboratori hanno fornito risposta a queste critiche[14] ma sono stati nuovamente smentiti[15].
Cardone e Carpinteri hanno più volte dichiarato che la loro scoperta potrebbe permettere di risolvere i problemi energetici del mondo, che potrebbe anche essere in grado di distruggere le scorie nucleari esistenti e avere anche applicazioni mediche.[3][16] Un brevetto industriale è stato chiesto da Cardone per un dispositivo in grado di produrre neutroni[17] destinato a diventare la base di un reattore in grado di produrre energia.[18] Secondo il Dott. Giovanni Mana, della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell'Università di Torino, la presunta fissione piezonucleare alla base di questo reattore "è un fenomeno incomprensibile, anche perché violerebbe il principio di conservazione dell'energia".[4]
Polemiche
Nel 2012 ha sollevato molte polemiche[4][5][10][19][20] la decisione di Alberto Carpinteri (uno dei coautori degli articoli nei quali si sostiene l'esistenza delle reazioni piezonucleare e a capo dell'INRiM) di finanziare con fondi pubblici la ricerca sul piezonucleare; contro tale scelta oltre 900 scienziati hanno scritto al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca affinché "possa ricondurre la politica dell'istituto metrologico nazionale entro i canoni della prassi scientifica unanimemente accettata in tutto il mondo"[21][4][22]. Nel 2015, la rivista Meccanica ha ritirato 11 articoli di Carpinteri e collaboratori, a causa di possibili conflitti di interesse[23][24].
Note
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- ↑ 3,0 3,1 Template:Cita web
- ↑ 4,0 4,1 4,2 4,3 Template:Cita web
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- ↑ Template:En Italian Government Slams Brakes on 'Piezonuclear' Fission Template:Webarchive su Science
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- ↑ Testo dell'appello degli scienziati così come riportato nell'articolo "Cos'è il piezonucleare e perché è una follia finanziarlo".
- ↑ Il consiglio di amministrazione dell'istituto lo ha però sfiduciato nel febbraio 2013, proprio per lo stesso studio, dopo la protesta di oltre mille scienziati che giudicavano i progetti sul piezonucleare "privi di alcun fondamento scientifico. Repubblica Torino, articolo pubblicato il giorno 13/02/2014.
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