Paradosso della conoscibilità di Fitch
Il paradosso della conoscibilità di Fitch, anche conosciuto come paradosso della conoscibilità di Church-Fitch, dai nomi del logico Alonzo Church che lo dimostrò per primo, e di Frederic Fitch che lo riscoprì rendendolo noto, è uno dei principali rompicapi della logica epistemica. Consiste, in sostanza, nello sfidare l'accettabilità della tesi di conoscibilità (è possibile, in principio, conoscere un fatto vero), comune a diversi indirizzi di pensiero, mostrando che implicherebbe lTemplate:'onniscienza (tutti i fatti sono conosciuti, attualmente).
Il paradosso è problematico specialmente per i verificazionisti e anti-realisti, poiché tendono ad accettare la tesi di conoscibilità ma a rifiutare fortemente l'onniscienza.
Storia
Il paradosso è diventato noto con l'articolo A Logical Analysis of Some Value Concepts[1] di Frederic B. Fitch (1908-1987), che citava una sconosciuta fonte in un articolo del 1945. L'articolo è stato individuato nel 2009 da Joe Salerno e lo si deve ad Alonzo Church.[2]
Esposizione
La tesi del paradosso è "il principio di conoscibilità implica l'onniscienza", o equivalentemente dal punto di vista logico, "il principio di conoscibilità è incompatibile con la non onniscienza" e anche "la non onniscienza implica la falsità del principio di conoscibilità".
I passaggi logici della dimostrazione possono essere esposti colloquialmente come segue:
- Sia K l’insieme di tutte le affermazioni vere
- Ipotizziamo che tutto ciò che è vero (tutte le affermazioni in K) possa essere conosciuto
- Consideriamo x = “la frase p è una verità che non conosciamo”, e ipotizziamo sia vera
- Questo vuol dire che, per l'ipotesi al primo punto, è possibile arrivare a conoscere la frase x, e per l'ipotesi al secondo punto questa stia in K
- Ma se arrivassimo a conoscerla, allora sapremo anche che “p” è vera, contraddicendo x. Quindi x non può essere conosciuta e vera allo stesso tempo.
- Quindi x non può far parte dell’insieme K, che considera solo le frasi contemporaneamente vere e conoscibili
- Quindi tutte le frasi in K sono vere e conosciute, da cui l'onniscenza
La dimostrazione formale usa pochissime regole:
- (A) Sapere "p & q" implica "Sapere p & Sapere q", in simboli: (distributività di K su &);
- (B) Sapere qualcosa implica che essa sia vera, (o "se una cosa è falsa non si può dire di conoscerla"), in simboli: ;
- (C) Se qualcosa è logicamente vero, allora è necessario, in simboli: (regola di necessitazione);
- (D) Se è necessario che p sia falso, allora p non è possibile, in simboli: . Questa non è una vera regola, è solo una definizione che serve per scrivere la prova in meno spazio.
Ovviamente le assunzioni sono il principio di conoscibilità (KP) e la non onniscienza (NonO).
- Premessa 1: (KP)
- Premessa 2: (NonO)
Dimostrazione:
- (1)
- "p & non si sa che p"
(istanza di NonO)
- (2)
- "p & non si sa che p" implica che "è possibile sapere che (p & non si sa che p)
(da premessa 2, eliminazione di ∀)
- (3)
- "è possibile sapere che: p & non si sa che p"
(da 1, 2 via Modus Ponens)
- (4)
- "si sa che: p & non si sa che p"
(ipotesi ad absurdum, istanza di 3)
- (5)
- "si sa p e si sa che non si sa p"
(da 4 via A)
- (6)
- "si sa p e non si sa p"
(da 5 via B)
- (7)
- "non si sa che: p e non si sa che p"
(reductio ad absurdum da 4→6 - 6 è una contraddizione)
- (8)
- "è necessario non sapere che p & non si sa che p"
(da 7 via C)
- (9)
- "è impossibile sapere che: p & non si sa che p"
(da 8 via D)
- (10)
- (KP) implica l'Onniscienza, e la non Onniscienza implica che non è possibile conoscere qualsiasi proposizione
ovvero (per reductio ad absurdum su 1,2→3 tramite 9, )