Moquinieae
Moquinieae (H. Rob., 1994) è una tribù di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae.[1][2]
Etimologia
Questa tribù è stata definita per la prima volta dal botanico americano Harold Ernest Robinson (1932-) nella pubblicazione "Taxon; Official News Bulletin of the International Society for Plant Taxonomy. Utrecht - 43(1): 39 (1994)" nel 1994.[3] Il nome della tribù ricorda il medico e botanico francese Horace Benedict Alfred Moquin-Tandon (1804-1863), professore di zoologia a Marsiglia e direttore del "Jardin des Plantes e l'Académie des Sciences" a Parigi.[4]
Descrizione
Le piante di questa specie sono arbustive (o anche arboree) di tipo monico o ginodioico i cui organi interni sono privi di latice e i fusti non sono fistolosi (ossia cavi); sono invece presenti triterpeni.[5][6][7][8][9]
Le foglie lungo il fusto sono disposte in modo alterno, sono brevemente picciolate e la consistenza è coriacea. Hanno la lamina a forma obovata/ellittica e venature pennate. La superficie è ricoperta da ghiandole.
Le infiorescenze, terminali di tipo piramidale/tirsoide, sono composte da capolini formati da pochi fiori (da 1 a 5). La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro composto da diverse squame (o brattee) disposte su 4 - 5 serie che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono i fiori (di tipo tubuloso). L'involucro è strettamente campanulato e ricoperto da brattee scalate in lunghezza, colorate di verde-bruno con corti peli e margini ialini. Il ricettacolo è nudo, ossia è privo di pagliette a protezione della base di fiori. Lunghezza del peduncolo: 1 – 3 mm.
I fiori sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono inoltre ermafroditi, attinomorfi; sono inoltre omogami, oppure in fiori funzionalmente femminili le antere sono abortite.
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- */x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[10]
- Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[11] Le antere sono provviste di appendici con forme oblunghe-ovate e le teche sono calcarate e con piccole code. Il tessuto dell'endotecio ha degli ampi ispessimenti verticali. Il polline tricolporato ha forme sferiche con superficie echinata (con punte).
- Gineceo: lo stilo è filiforme, sottile e snello nella parte basale, mentre è gonfio e scabroso vicino alla ramificazione. Gli stigmi sono due, brevi e divergenti, sono scabrosi verso l'esterno, mentre internamente la superficie stigmatica è continua. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Nei capolini con molti fiori gli stigmi hanno un orientamento tangenziale.
I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni sono setolosi (ricoperti da numerosi peli doppi) con forme prismatiche con 10 - 17 coste; sono privi di fitomelanina ma provvisti di rafidi scuri; il carpoforo ha la forma di un tappo. Il pappo è formato da peli capillari disposti su due serie.
Biologia
- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti le brattee dell'involucro possono agganciarsi ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Distribuzione e habitat
La distribuzione di questa tribù è limitata alla regione brasiliana del Sertão, in particolare agli stati di Bahia e Minas Gerais.[12][13]
Tassonomia
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[14], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[15] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[16]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1]
Filogenesi
La tribù di questa voce è inclusa nella sottofamiglia Vernonioideae. Questa assegnazione è stata fatta solo ultimamente in base ad analisi di tipo filogenetico sul DNA delle piante.[2] Precedenti classificazioni descrivono queste piante nella sottofamiglia Cichorioideae.[8][9] Il genere Moquinia era in precedenza assegnato alla tribù Mutisieae (Cabrera 1977), il genere Pseudostifftia alle Vernonieae (Robinson 1979).
I caratteri diagnostici per le specie di questa tribù sono:[17]
- i peli sono semplici;
- le foglie hanno delle forme da ellittiche a ovate con venature pennate;
- i fiori sono omogami o femminili;
- le antere sono speronate;
- le cellule dell'endotecio hanno degli ispessimenti alle estremità;
- gli stili sono rigonfi nella parte alta, ed hanno delle superfici stigmatiche interne continue;
- i frutti degli acheni sono privi di fitomelanina;
- il polline è echinato (con punte).
Composizione della tribù
La tribù comprende 2 generi monospecifici.
| Genere | N. specie | Distribuzione |
|---|---|---|
| Moquinia DC., 1837 | Una specie: Moquinia racemosa (Spreng.) DC. |
Bahia e Minas Gerais |
| Pseudostifftia H.Rob., 1979 | Una specie: Pseudostifftia kingii H.Rob. |
Bahia |
Chiave per i due generi
I due generi si distinguono per le seguenti caratteristiche:[8]
- Moquinia: le piante sono in alcuni casi sono ginodioiche; le infiorescenze di tipo racemoso o a spiga sono formate da robusti rami; i capolini sono composti da 4 o 5 fiori; il pappo è giallo; il fusto e le foglie inferiori sono bianchicce o giallo pallido-tomentoso.
- Pseudostifftia: le piante sono monoiche; le infiorescenze sono di tipo corimboso; i capolini sono composti da un fiore; il pappo è bianco; il fusto e le foglie inferiori sono gialle e quasi squamose.
Note
- ↑ 1,0 1,1 Template:Cita pubblicazione
- ↑ 2,0 2,1 Template:Cita.
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- ↑ 8,0 8,1 8,2 Template:Cita.
- ↑ 9,0 9,1 Template:Cita.
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Bibliografia
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Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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