Modulo di deformazione lineare

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In cartografia, il modulo di deformazione lineare è l'indice di deformazione degli elementi lineari sulla carta ed è espresso mediante il rapporto tra la distanza di due punti su una carta geografica rispetto alla loro distanza sulla sfera rappresentativa. Esso dipende sia dalla posizione del punto che dalla direzione lungo la quale è calcolato. Si parla di "deformazione lineare" in quanto proiettando delle distanze da una superficie sferoidale (costituita dalla Terra) ad una superficie piana (costituita dal foglio di carta) si ha (sul piano) una deformazione, che viene detta appunto "deformazione lineare".

Se indichiamo con dSe un archetto infinitesimo di geodetica sull'ellissoide e con dSc il corrispondente sulla carta, il rapporto

mL=dScdSe

viene detto modulo di deformazione lineare.[1]

Ciò implica che ad un cerchio infinitesimo tracciato sull'ellissoide corrisponda un’ellisse infinitesima sul piano della carta (detta ellisse indicatrice di Tissot o ellisse indicatrice dei moduli perché indica le modifiche subite nei dintorni di un punto P a seguito della rappresentazione cartografica).[2] In ogni punto il raggio vettore dell’ellisse rappresenta l’inverso del modulo di deformazione lineare, per cui le direzioni degli assi di questa ellisse sono quelle in cui mL assume valore massimo e minimo. Tale modulo dipende sia dalla scala di rappresentazione sia dal tipo di proiezione cartografica adottata per la rappresentazione.

Nella Rappresentazione di Gauss il modulo di deformazione lineare mG (diverso da punto a punto) è uguale in tutte le direzioni uscenti da un punto (ovvero modulo di deformazione costante nell'intorno infinitesimo del punto) ed è uguale a:

mG=1+12λ2cos2φ ,

dove:

- λ: Longitudine ellissoidica: angolo diedro che si forma tra il piano meridiano di riferimento e il piano meridiano passante per P;

- φ: Latitudine ellissoidica: angolo che la normale n all’ellissoide, passante per P, forma con il piano equatoriale.[3]

Dimostrazione matematica

Passaggio dalla superficie dell'ellissoide al piano della carta

Data la definizione di modulo di deformazione lineare[4] pari a: mL=dScdSe

  • dSc= distanza infinitesima sulla carta
  • dSe= distanza infinitesima sull'ellissoide di partenza

Notiamo che le grandezze che entrano in gioco sono l'arco di dimensione infinitesime sull'ellissoide e la relativa rappresentazione sulla carta.

Utilizzando il teorema di Pitagora posso ricavare i seguenti valori delle grandezze:

  • dSe2=ρ2dϕ2+r2dλ2
  • dSc2=dx2+dy2

dove φ è uguale alla Latitudine, λ corrisponde alla Longitudine.

Però la rappresentazione sul piano dell'ellissoide è data da f(n)={x=f(ϕ,λ)y=f(ϕ,λ)

Quindi per la distanza infinitesima sulla carta avrò f(n)={dx=dxdφdφ+dxdλdλdy=dydφdφ+dydλdλ

Ora posso sostituire dx e dy nella equazione di dSc2

Perciò dSc2=(dxdφdφ+dxdλdλ)2+(dydφdφ+dydλdλ)2=

=(dxdφ)2dφ2+(dxdλ)2dλ2+2dxdφdxdλdφdλ+(dydφ)2dφ2+(dydλ)2dλ2+2dydφdydλdφdλ=

=[(dxdφ)2+(dydφ)2]dφ2+[(dxdλ)2+(dydλ)2]dλ2+2[dxdφdxdλ+dydφdydλ]dφdλ=

=edφ2+gdλ2+2fdφdλ

I parametri e, g ed f prendono il nome di elementi fondamentali gaussiani.

Perciò sostituendo nella definizione di partenza avrò mL2=edφ2+gdλ2+2fdφdλρ2dφ2+r2dλ2

Però nota la tangente della direzione per cui si vuole calcolare il modulo di deformazione: tanαE=rdλρdφtanαE2=r2dλ2ρ2dφ2ρ2r2tan2αE=dλ2dφ2ρ2tan2αEdφ2=r2dλ2

Si può sostituire r2dλ2 in mL2 ottenendo mL2=edφ2+gdλ2+2fdφdλρ2dφ2+ρ2tan2αEdφ2

e sostituendo dλ a numeratore mL2=edφ2+gρ2r2tan2αEdφ2+2fρrtanαEdφ2ρ2(1+tan2αE)dφ2

Dipendenza del modulo di deformazione lineare dall'azimut

=(e+gρ2r2tan2αE+2fρrtanαE)dφ2ρ2(1+tan2αE)dφ2

Semplificando dφ2 trovo che il valore del modulo di deformazione lineare è uguale a:

mL=e+gρ2r2tan2αE+2fρrtanαEρ2(1+tan2αE)

Come si può notare dalla formula finale, il valore di mL dipende da due parametri differenti:

  • dalla posizione del punto sull'Ellissoide di riferimento (φ,λ) e quindi (ρ,r)
  • dalla direzione secondo la quale si è voluto ricavarlo αE

Esempio

Si consideri una proiezione stereografica polare, che come si vedrà serve alla rappresentazione delle calotte polari da ±80° sino ai due rispettivi poli. La proiezione è conforme e la sua equazione è la seguente:

Esempio di stereografica polare

x=2Rsinλtan(45φ2)

y=2Rcosλtan(45φ2)

Eliminando φ dalle equazioni precedenti e dividendo membro a membro, si ottiene:

x=ytanλ che è l'equazione di una retta e indica che i meridiani si trasformano, sul piano cartografico, in rette.

Se invece si elimina λ , si eleva al quadrato e si somma membro a membro, si ottiene:

x2+y2=4R2tan2(45φ2) che è l'equazione di un cerchio; quindi le trasformate dei paralleli sono circonferenze concentriche. In particolare, l'equatore è sulla carta una circonferenza di raggio pari a 2R; infatti il modulo di deformazione lineare è dato da:

m=1cos2(45φ2) e come ben si vede vale 2 all'equatore (cioè per φ=0°), è invece piccolo e pari a 1,00765 per φ=80° e questa è la ragione per cui la proiezione stereografica polare è usata dal polo sino a quella latitudine.

Note

Bibliografia

  • Giorgio Bezoari e Attilio Selvini, Manuale di topografia moderna , Milano, CittàStudiEdizioni, ISBN 88-251-7158-7

Voci correlate

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