Insieme di Mandelbrot

Da testwiki.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Una rappresentazione dell'insieme di Mandelbrot.

LTemplate:'insieme di Mandelbrot o frattale di Mandelbrot è uno dei frattali più popolari, conosciuto anche al di fuori dell'ambito matematico per le suggestive immagini multicolori che ne sono state divulgate.[1]

È l'insieme dei numeri complessi c per i quali la successione definita da:

{z0=0zn+1=zn2+c

è limitata.[2] Nonostante la semplicità della definizione, l'insieme ha una forma complessa il cui contorno è un frattale. Solo con l'avvento del computer è stato possibile visualizzarlo.

L'insieme prende il nome da Benoît Mandelbrot, colui che nel suo libro Les Objets Fractals: Forme, Hasard et Dimension (1975) rese popolari i frattali.

Storia

La prima immagine pubblica dell'insieme di Mandelbrot creata da Robert W. Brooks e Peter Matelski nel 1978

L'insieme di Mandelbrot si colloca nel campo della dinamica complessa, il cui studio inizia con i matematici francesi Pierre Fatou e Gaston Julia all'inizio del XX secolo. I primi disegni dell'insieme di Mandelbrot risalgono al 1978 e fanno parte di uno studio di Robert Brooks e Peter Matelski riguardante i gruppi kleiniani;[3] è Benoît Mandelbrot nel 1980 a visualizzare per primo la forma che oggi porta il suo nome e a riconoscere che si tratta di un frattale.[4][5]

Lo studio approfondito di questo insieme comincia nel 1984 con il lavoro dei matematici Adrien Douady e John H. Hubbard, che ne scoprono molte fondamentali proprietà e gli danno il nome di Mandelbrot.[6]

L'articolo di copertina del numero di Scientific American dell'agosto 1985, tradotto in italiano su Le Scienze nell'ottobre dello stesso anno, rappresenta un'immagine creata da Benoît Mandelbrot, Heinz-Otto Peitgen e John H. Hubbard; in quell'articolo l'insieme è definito "l'oggetto più complesso esistente in matematica" e, grazie anche alle colorate immagini che accompagnano l'articolo, inizia la popolarità dell'insieme anche presso il grande pubblico.[7][8][9] I matematici Heinz-Otto Peitgen e Peter Richter diventano famosi promuovendo l'insieme con fotografie, libri e raccolte d'immagini.[10]

Il lavoro di Douady e Hubbard coincide con una grande crescita d'interesse nella dinamica complessa e lo studio dell'insieme di Mandelbrot è subito un elemento centrale di questo campo. Una lista completa di tutti i matematici che da allora contribuiscono alla comprensione di questo insieme è al di là degli scopi di questa voce, ma una tale lista includerebbe senz'altro ai primi posti Mikhail Lyubich,[11][12] Curt McMullen, John Milnor, Mitsuhiro Shishikura e Jean-Christophe Yoccoz.

Definizione formale

Una rappresentazione matematica rigorosa dell'insieme di Mandelbrot M. I punti che appartengono all'insieme sono colorati di nero, i restanti di bianco.

L'insieme di Mandelbrot M è definito a partire da una famiglia di polinomi quadratici complessi:

fc:

nella forma:

fc(z)=z2+c.

dove c è un parametro complesso.

Per ogni c si considera il comportamento della successione

(0,fc(0),fc(fc(0)),fc(fc(fc(0))),)

ottenuta iterando fc(z) a partire dal punto z=0; questa può o divergere all'infinito oppure essere limitata. L'insieme di Mandelbrot è definito come l'insieme dei punti c tali che la corrispondente successione è limitata.

Più formalmente, se fcn(z) indica lTemplate:'n-esima iterata di fc(z) (cioè fc(z) composta con sé stessa n volte), l'insieme di Mandelbrot è il sottoinsieme del piano complesso dato da:

M={c:supn|fcn(0)|<}

Si può dimostrare che se il modulo di zn è maggiore di 2 allora la successione divergerà e quindi il punto c sarà esterno all'insieme di Mandelbrot.

Rappresentazione grafica

File:Fractal-zoom-1-03-Mandelbrot Buzzsaw.ogv Dal punto di vista matematico, l'insieme di Mandelbrot è semplicemente un insieme di numeri complessi. Ogni numero complesso c può appartenere a M oppure no. Una rappresentazione grafica rigorosa dell'insieme di Mandelbrot si ottiene colorando tutti i punti c che appartengono a M di nero e gli altri di bianco.

Le immagini multicolori che si vedono sono generate colorando i punti esterni all'insieme in dipendenza di "quanto velocemente" la sequenza |fcn(0)| diverge all'infinito. Il minimo valore di n per cui |zn|>2 è un indice di quanto "lontano dal contorno" si trova un punto e viene utilizzato per la rappresentazione "a colori". Paradossalmente, i punti colorati che conferiscono il fascino al frattale di Mandelbrot sono proprio quelli che non appartengono all'insieme.[13]

Relazione con gli insiemi di Julia

L'insieme di Mandelbrot permette di indicizzare gli insiemi di Julia. Ad ogni punto del piano complesso corrisponde un diverso insieme di Julia; tale insieme è connesso se il punto in questione appartiene all'insieme di Mandelbrot, ed è invece non connesso se il punto non vi appartiene.

Intuitivamente, gli insiemi di Julia più interessanti (ovvero quelli dalle forme meno banali) corrispondono a punti che si trovano vicino al bordo dell'insieme di Mandelbrot; punti molto all'interno generano insiemi di Julia dalle forme geometriche semplici, mentre i punti esterni, lontani dal bordo, generano insiemi di Julia formati da molti piccoli insiemi non connessi.

Generalizzazioni e varianti

Animazione dell’insieme di Multibrot per d che varia da 2 a 5

L’insieme di Mandelbrot può essere generalizzato dagli esponenti d superiori a 2 per zzd+c. Queste generalizzazioni si chiamano « Multibrot ».

Galleria d'immagini

Note

  1. Template:Cita libro
  2. Template:Cita web
  3. Robert Brooks e Peter Matelski, The dynamics of 2-generator subgroups of PSL(2,C), in "Riemann Surfaces and Related Topics", ed. Kra and Maskit, Ann. Math. Stud. 97, 65–71, ISBN 0-691-08264-2
  4. Template:En Benoît Mandelbrot, Fractal aspects of the iteration of zλz(1z) for complex λ,z, Annals NY Acad. Sci. 357, 249/259
  5. Template:Cita web
  6. Template:Fr Adrien Douady e John H. Hubbard, Etude dynamique des polynômes complexes, Prépublications mathémathiques d'Orsay 2/4 (1984 / 1985)
  7. Template:En John Briggs, Fractals: The Patterns of Chaos. 1992, p 80.
  8. Archimede, Voll. 39-40; Le Monnier, 1987. p. 109.
  9. Template:Cita.
  10. Template:En James Gleick, Chaos: Making a New Science, 1987. p. 229.
  11. Template:Cita pubblicazione
  12. Template:Cita pubblicazione
  13. Template:Cita libro

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Template:Interprogetto

Collegamenti esterni

Template:Teoria del caos Template:Portale