Glebionis

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Glebionis Cass., 1826 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae, sottofamiglia Asteroideae, tribù Anthemideae (Mediterranean clade) e sottotribù Glebionidinae.[1][2][3]

Etimologia

Il nome del genere deriva da due parole latine: "gleba" (= suolo) e "-ionis" (= caratteristico di) la cui applicazione risulta incerta (forse derivata da qualche uso agricolo).[4][5]

Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico Alexandre Henri Gabriel de Cassini (1781-1832) nella pubblicazione " Dictionnaire des Sciences Naturelles, dans lequel on traite méthodiquement des différens êtres de la nature, considérés soit en eux-mêmes, d'aprés l'état actuel de nos connoissances, soit relativement à l'utilité quén peuvent retirer la médecine, l'agriculture, le commerce et les arts. Strasbourg. Edition 2" (Dict. Sci. Nat., ed. 2. [F. Cuvier] 41: 41) del 1826.[6]

Descrizione

Il portamento
Glebionis segetum
Le foglie
Glebionis coronaria
Infiorescenza
Glebionis coronaria
I fiori
Glebionis segetum

Portamento. Le specie di questo genere sono erbacee con un ciclo biologico annuale. L'indumento è assente o è formato da peli di tpo basifissi.[7][8][9][10][11][12][5]

Fusto. La parte aerea in genere è eretta e glabra; è semplice o ramosa distalmente. Altezza media: 10-80 cm.

Foglie. Le foglie sono disposte in modo alterno ed hanno una lamina a margini seghettati-dentati e sono del tipo due (tre) volte pennatosette. La forma varia da obovata a oblunga. Sono picciolate quelle basali e sessili quelle cauline.

Infiorescenza. Le sinflorescenze sono formate da capolini solitari o raccolti in modo corimboso lasso (gruppi di 2 o 3 capolini). Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale peduncolato radiato. I capolini sono formati da un involucro, con forme da meniscoidi a emisferiche, composto da 25-60 brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio e fiori del disco. Le brattee, piatte e a consistenza erbacea, con forme ovate o da obovate a lanceolate-deltate o lanceolate (non carenate), ampiamente scariose chiare o scure sui margini e con canali resiniferi, sono disposte in modo più o meno embricato su 3-4 serie. Il ricettacolo, da convesso a emisferico, è sprovvisto di pagliette avvolgenti la base dei fiori. Diametro degli involucri: 15-25 mm.

Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Si distinguono in:

  • fiori del raggio (esterni): da 10 a 21 per capolino, sono femminili, fertili e sono disposti su una serie; la forma è ligulata (zigomorfa); a volte possono mancare o essere sterili;
  • fiori del disco (centrali): sono più numerosi (60-150) con forme brevemente tubulose (attinomorfe); sono ermafroditi e fertili
*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[13]
  • Corolla:
    • fiori del raggio: la forma della corolla alla base è più o meno tubulosa-imbutiforme, mentre all'apice è ligulata; la ligula, da lineare, oblunga o ovale, può terminare con alcuni denti; il colore generalmente è giallo o bianco (la base è comunque spesso gialla);
    • fiori del disco: la forma è tubulare bruscamente divaricata in 5 lobi; i lobi, patenti o eretti, hanno una forma deltata o più o meno lanceolata; il colore è giallo.
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami (alternati ai lobi della corolla) sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo. Le antere, con un collare di filamenti a balaustra, possono essere sia di tipo basifissa che medifissa. Il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre non polarizzato. Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).
  • Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali separate o contigue. I due bracci dello stilo hanno una forma troncata e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli.

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. In alcune specie è presente un certo dimorfismo tra gli acheni dei fiori ligulati esterni (con forme trigone e 2-3 ali) e quelli tubulosi del disco centrale (con forme cilindriche, 10 coste o un'ala). L'apice è arrotondato marginalmente o con una piccola corona. Il pericarpo è privo di cellule mucillaginifere e sacche di resina.

Biologia

Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[8][9]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Inoltre per merito del pappo (se presente) il vento può trasportare i semi anche a distanza di alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat

Le specie di questo genere sono distribuite soprattutto nell'areale del Mediterraneo. Nel resto del mondo sono aliene introdotte.[2]

Specie della zona alpina

Entrambe le due specie di questo genere vivono sull'arco alpino. La tabella seguente mette in evidenza alcuni dati relativi all'habitat, al substrato e alla distribuzione delle specie alpine[14].

Specie Comunità
vegetali
Piani
vegetazionali
Substrato pH Livello trofico H2O Ambiente Zona alpina
Glebionis coronaria 2 collinare Ca - Si neutro alto arido B1 IM BS
Glebionis segetum 2 collinare Ca - Si neutro medio normale B1 B2 BG VI BZ
Legenda e note alla tabella.

Substrato: con “Ca/Si” si intendono rocce di carattere intermedio (calcari silicei e simili).
Zona alpina: vengono prese in considerazione solo le zone alpine del territorio italiano (sono indicate le sigle delle province).
Comunità vegetali: 2 = comunità terofitiche pioniere nitrofile.
Ambienti: B1 = campi, colture e incolti; B2 = ambienti ruderali, scarpate.

Sistematica

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[15], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[16] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[17]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][10][11]

Filogenesi

Il gruppo di questa voce è descritto nella tribù Anthemideae, una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae). In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 4 principali lignaggi (o cladi): "Southern hemisphere grade", "Asian-southern African grade", "Eurasian grade" e "Mediterranean clade". Il genere Glebionis (insieme alla sottotribù Glebionidinae) è incluso nel Mediterranean clade.[3].

All'interno della sottotribù Glebionis fa parte del gruppo originale insieme ai generi Argyranthemum, Heteranthemis e Ismelia delle Glebionidinae caratterizzato da un certo dimorfismo tra gli acheni dei fiori ligulati esterni e quelli tubulosi del disco centrale.

I caratteri distintivi del genere sono:[11]

  • l'indumento è assente o formato da peli basifissi con peli ghiandolari;
  • la corolla dei fiori del disco è gialla;
  • gli acheni dei fiori del disco sono prismatici con strette ali e alcune coste appena visibili.

Il numero cromosomico delle specie di questo genere è: 2n = 18.[11]

In base all'"orologio molecolare", questo genere ha iniziato a divergere circa 0,5 milioni di anni fa.[18]

Elenco delle specie

Questo genere ha 2 specie:[2]

Sinonimi

Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]

  • Xantophtalmum Sch.Bip.

Specie della flora spontanea italiana

Nella flora spontanea italiana sono presenti le seguenti specie:[2][12][19]

  • A: le foglie sono profondamente incise-dentate; gli acheni dei fiori del raggio hanno delle forme trigone e alate; gli acheni dei fiori del disco hanno delle forme cilindriche con 10 coste;
Glebionis segetum (L.) Fourr. - Crisantemo campestre, ingrassabue: l'altezza massima della pianta è di 2 - 6 dm; il ciclo biologico è annuo; la forma biologica è terofita scaposa (T scap); il tipo corologico è Steno-Mediterraneo Turanico divenuto Euri-Mediterraneo; l'habitat tipico sono i campi, le vigne, gli uliveti e gl'incolti; in Italia è una specie comune (molto rara nel Settentrione) e si trova fino ad una quota di 800 Template:M s.l.m..
  • B: le foglie sono bipennato-partite; gli acheni dei fiori del raggio sono tri-alati; gli acheni dei fiori del disco hanno delle forme tetragone compresse;
Glebionis coronaria (L.) Cass. ex Spach - Crisantemo giallo, fior d'oro: l'altezza massima della pianta è di 2 - 6 dm; il ciclo biologico è annuo; la forma biologica è terofita scaposa (T scap); il tipo corologico è Steno-Mediterraneo; l'habitat tipico sono i campi, le vigne, gli uliveti e gl'incolti; in Italia è una specie comune dal Centro al Sud e si trova fino ad una quota di 600 Template:M s.l.m..

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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