George Sudarshan

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Nel 2010 ha vinto la medaglia Dirac insieme al fisico italiano Nicola Cabibbo, assegnata per il "loro fondamentale contributo alla comprensione delle interazioni elettrodeboli".[1]

La teoria V-A

Nel 1956 iniziò sotto la supervisione di Robert Marshak ad occuparsi delle teorie di campo quantistiche in grado di descrivere i decadimenti nucleari. Egli osservò che fra le possibili interazioni ammesse fra quattro particelle, i decadimenti deboli dovevano combinare correnti vettoriali (V) - assiali (A) con la massima violazione di parità:

Jμ=ψ¯i(γμγ5γμ)ψj

Questa proposta, chiamata teoria V-A, fu presentata da Sudarshan in varie conferenze e pubblicata su rivista peer-review da Gell-Mann e Feynman, che nel 1963 riconobbe il fisico indiano insieme a Marshak come unico scopritore della teoria.[2]

Il teorema di equivalenza ottico

Nel 1963 Sudarshan dimostrò l'equivalenza fra la descrizione semiclassica e quella quantistica degli stati statistici di un campo ottico.[3] Dal punto di vista quantistico, la descrizione statistica di un campo ottico è basata sui valori di aspettazione rispetto ad un operatore densità ρ^. È possibile quindi chiedersi esiste una mappa per cui valga:

Tr(ρ^G(a,a+))=ρ(z)G(z,z*)d2z

dove ρ a destra dell'equazione denota la distribuzione di probabilità semiclassica e G un opportuno operatore.[4] Sudarshan mostrò che la mappa esiste a patto di considerare distribuzioni di quasi-probabilità, cioè a patto che ρ(z) possa anche assumere valori negativi. Una distribuzione di densità con valori negativi è il segnale portato dalla natura quantistica del campo elettromagnetico.[5]

Studi sul tachione

Negli anni '60 Sudarshan avanzò anche numerose proposte riguardo ai tachioni, particelle che si dovrebbero muovere a velocità costantemente superiori a quella della luce. Il fisico indiano studiò in particolare le conseguenze e le proprietà di particelle a massa immaginaria che potrebbero corrispondere a tachioni, senza per questo violare il principio di causalità nel contesto della relatività ristretta.[6] Questa possibilità è stata oggetto di numerose altre analisi e critiche.[7]

Controversia sul Premio Nobel

Nel 2005 diversi fisici scrissero all'Accademia svedese, protestando che Sudarshan avrebbe dovuto ricevere una quota del Premio Nobel per la fisica.[8] Sudarshan e altri fisici hanno inviato una lettera al Comitato Nobel sostenendo che la rappresentazione P aveva più contributi di "Sudarshan" rispetto a "Glauber". La lettera continua dicendo che Glauber ha criticato la teoria di Sudarshan - prima di ribattezzarla "rappresentazione P" e incorporarla nel suo lavoro. In una lettera inedita a "The New York Times", Sudarshan definisce la "rappresentazione Glauber-Sudarshan" un termine improprio, aggiungendo che "letteralmente tutti gli sviluppi teorici successivi nel campo dell'ottica quantistica fanno uso del suo lavoro".[9]

Nel 2007, Sudarshan ha detto al "Hindustan Times", "Il premio Nobel per la fisica 2005 è stato attribuito per il mio lavoro, ma non sono stato io a ottenerlo. "[10] Sudarshan ha anche commentato di non essere stato selezionato per il Nobel del 1979, "Steven Weinberg, Sheldon Glashow e Abdus Salam sono stati premiati per un lavoro che avevo fatto da studente di 26 anni. Se si dà un premio per un edificio, non dovrebbe essere dato a chi ha costruito il primo piano prima che a quelli che hanno costruito il secondo piano? "[10]

Premi

Onorificenze

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Note

Bibliografia

Collegamenti esterni

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