Bitionolo

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Il bitionolo è un composto chimico di formula CA12HA6ClA4OA2S che a temperatura ambiente si presenta come una polvere cristallina bianco-grigiastra con un lieve odore aromatico o fenolico.[1]

Storia

Venne usato sia in ambito veterinario che umano in vari farmaci topici, ma è stato ritirato dal mercato dopo essersi dimostrato un potente fotosensibilizzatore con la potenzialità di causare malattie epidermiche gravi il 24 ottobre 1967.[2][3] Viene ancora utilizzato in campo agricolo nei seguenti Paesi: Australia, Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Germania, Danimarca, Estonia, Grecia, Spagna, Finlandia, Francia, Croazia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Svezia, Slovenia, Slovacchia, Islanda e Norvegia.[4]

Caratteristiche strutturali e fisiche

Da un punto di vista strutturale il composto è classificato come polifenolo e diariltioetere.[2] Si tratta di un solfuro arilico, nello specifico un difenil solfuro, in cui ciascun gruppo fenilico in posizione 2 è sostituito da un gruppo ossidrilico e in posizione 3-5 da un atomo di cloro.[2] Il composto presenta le seguenti caratteristiche:[3]

Se riscaldato fino a decomposizione o posto a contatto con acidi, genera fumi tossici. Non vi sono dati sul punto d'infiammabilità del composto, ma viene comunque considerato infiammabile.[1] Deve essere conservato in contenitori chiusi lontano dalla luce[5] ad una temperatura compresa di 15 - 30 °C.[6]

Sintesi

Il prodotto veniva sintitezzato nei seguenti modi:

Reattività e caratteristiche chimiche

Il composto risulta insolubile in acqua,[1] ma solubile nelle soluzioni diluite di NaOH, in etanolo, etere, glicol propilenico, acetone, cloroformio, lanolina.

Il bitionolo è incompatibile con acidi, diazocomposti, azocomposti, idrocarburi alogenati, isocianati, aldeidi, alcali metallici, nitridi e forti agenti riducenti. Reazioni con questi materiali possono generare calore e gas infiammabili.[1]

Metodi analitici

Il bitionolo può essere estratto in soluzione acida di esano, riestratto in soluzione alcalina per rreagire con 4-aminoantipirina e ferrocianuro di potassio. Il prodotto colorato ottenuto è estratto in butanolo e determinato spettrofotometricamente a 500 nm.[9]

Spettri analitici

Farmacologia e tossicologia

Farmacodinamica

Negli animali il farmaco:[18]

Negli esseri umani il composto si dimostrò un potente inibitore dell'adenilato ciclasi[19] e dei citocromi CYP450 1A2, CYP450 2C9 e CYP450 2C19.[3]

Effetti del composto e usi clinici

Si tratta di un farmaco antielmintico, fungicida, battericida e alghicida utilizzato per il trattamento di infezioni da A. perfoliata nei cavalli e da F. hepatica.[2]

Nell'uomo è stato usato per il trattamento della paragonimiasi e della clonorchiasi con un dosaggio di 30–50 mg/kg di peso corporeo somministrati per via orale a giorni alterni per un totale di 10-15 dosi. Per quanto riguarda invece il trattamento della fascioliasi questo prevedeva la somministrazione di 15 dosi di bitionolo per un massimo di 3 g al giorno, mentre per le infezioni da cestodi il trattamento prevedeva la somministrazione di due dosi fino a60 mg di bitionolo per kg di peso corporeo, ad un'ora di distanza l'una dall'altra.[5]

Uno studio su 24 pazienti con infezioni polmonari dimostrò l'efficacia del farmaco nell'eliminazione delle uova dall'espettorato e nel bloccarne la produzione. Tuttavia si rivelò efficace solo 9 pazienti che presentavano infezioni a livello cerebrale contrando gli effetti come la perdita della vista.[20]

Come l'esaclorofene presentava ottimi effetti inibitori sullo S. aureus.[21]

Controindicazioni ed effetti collaterali

Il composto può causare crampi addominali, diarrea, nausea e vomito. Nel 16% dei casi si presentano eruzioni cutanee, inclusa l'orticaria.[20]

Tossicologia

Il composto risulta tossico se ingerito, nonché può causare diarrea e fatica.[4]

Interazioni

La tossicità del composto aumenta da moderatamente a notevolmente se somministrato in associazione a tetracloruro di carbonio, potassio antimonil tartrato, emetina, esacloroetano o esacloroparaxilene.[22] Si consigliava di assumere il farmaco durante i pasti per ridurre i sintomi gastrointestinali.[20]

Applicazioni

Il composto venne utilizzato:

Note

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