Artemisia genipi

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Assenzio genepi a spiga (nome scientifico Artemisia genipi Stechm., 1775) è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae, tribù Anthemideae (Asian-southern African grade) e sottotribù Artemisiinae).[1][2]

Etimologia

Il nome Artemisia, di etimologia incerta, è ricondotto alla dea greca della caccia Artemide, o secondo un'altra ipotesi alla regina Artemisia († 350 a.C.), succeduta sul trono di Caria al fratello e consorte Mausolo; si ipotizza inoltre un riferimento al greco artemes (“sano”), con allusione alle proprietà medicamentose delle piante del genere.[3]. L'epiteto specifico (genipi) è di origine incerta; il "Dizionario etimologico italiano" (Battisti-Giacomelli) menziona il termine "genipi" come derivato dal francese "génépi" o "génipi", una parola questa indicante in modo generico diverse piante aromatiche alpine.

Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico Johannes Paul Stechmann nella pubblicazione " Artemisiis. Göttingen" ( Artemis. 17 ) del 1775.[4]

Descrizione

Il portamento
Le foglie
Infiorescenza
I fiori

Portamento. La specie di questa voce ha un habitus di tipo erbaceo perenne. La forma biologica è camefite fruticose (Ch frut), ossia sono piante perenni, legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm con un aspetto arbustivo. Le porzioni erbacee seccano annualmente e rimangono in vita soltanto le parti legnose.[5][6][7][8][9][10]

Radici. Le radici sono secondarie da rizoma o da fittone e sono colorate di color marrone.

Fusto. L'indumento consiste in brevi peli ghiandolari (medifissi o basifissi bianco tomentosi). I peli, a forma di "T" con odore aromatico, sono fitti. La parte aerea del fusto è più o meno eretta, molto ramificata con diversi capolini terminali (cespuglietto nano). La parte basale del fusto è legnosa. Altezza media: 5 - 15 cm.

Foglie. Sono presenti sia foglie basali che cauline. La disposizione delle foglie lungo il fusto è alternata. Quelle inferiori sono picciolate; quelle superiori sono sub-sessili. La lamina fogliare a forma più o meno lanceolata è del tipo 1–2–3-pennatopartita con segmenti in genere stretti e lunghi (ossia 2 - 3 volte triforcata); a volte con margini dentati. Le foglie cauline sono progressivamente più ridotte e più semplici (lacinie). Foglie basali: picciolo lungo 10 - 25 mm. Foglie cauline: 1,5 x 5 mm.

Infiorescenza. Le sinflorescenze sono formate da piccoli capolini raccolti in spighe. Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale più o meno sessile di tipo disciforme. I capolini sono formati da un involucro, con forme ovoidi, composto da 2 a 20 brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori del disco (quelli del raggio qui sono assenti). Le brattee, con una forma da ovata a lanceolata, sparsamente pubescenti sul dorso, con orlo nero evidente e a consistenza erbacea, sono disposte in modo più o meno embricato su più serie. Il ricettacolo è nudo ossia senza pagliette a protezione della base dei fiori; la forma è piatta. Dimensione dei capolini: 2 x 4 mm.

Fiori. I fiori (da 10 a 20 per capolino) sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono numerosi con forme brevemente tubulose (attinomorfe); sono ermafroditi. Possono essere divisi tra fiori solamente femminili (posti alla periferia) e fiori bi-sessuali (posti al centro) o funzionalmente maschili.

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[11]
  • Corolla: le corolle dei fiori periferici sono affusolate con lembi più o meno ligulati o filiformi; le corolle di quelli più centrali sono pentalobate a forma deltata. Il colore della corolla varia da giallastro, rossiccio a verdastro-bruno.
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami (alternati ai lobi della corolla) sorretti da filamenti generalmente liberi e sottili; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo. Le antere possono essere sia di tipo basifissa che medifissa (ossia attaccate al filamento per la base – nel primo caso; oppure in un punto intermedio – nel secondo caso).[12] Questa caratteristica ha valore tassonomico in quanto distingue i generi gli uni dagli altri. Normalmente le antere variano da ottuse (arrotondate) a leggermente appuntite alla base (o anche caudate); in alcune specie le appendici sono triangolari, lineari o ellittiche. Il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) non è polarizzato. Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è più o meno echinato (con punte sporgenti).
  • Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali separate o contigue. I due bracci dello stilo hanno una forma troncata e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli.

Frutti. Il frutto è un achenio sprovvisto di pappo. La forma varia da ellissoide a obovoide ed è compressa ai lati. La parte apicale è rotondeggiante e priva di corona. Il pericarpo può possedere (oppure no) delle cellule mucillaginifere, mentre le sacche di resina sono assenti.

Biologia

Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[6][7]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori.
Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo (se presente) il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat

Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[13] – Distribuzione alpina[14])

Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Endemico.

Distribuzione: in Italia questa specie si trova raramente nelle Alpi (dalla Carnia alle alpi Marittime). Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia, Svizzera, Austria e Slovenia.[14]

Habitat: l'habitat tipico per queste piante sono le rupi e ghiaie nella fascia alpina e nivale. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.

Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini, in Italia, queste piante si possono trovare fino a quote tra 2.400 e 2.800 Template:M s.l.m. (massimo 3.500 Template:M s.l.m.); nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: subalpino, alpino e in parte quello nivale.

Fitosociologia

Areale alpino

Dal punto di vista fitosociologico alpino Artemisia genipi appartiene alla seguente comunità vegetale:[14]

Formazione: delle comunità delle fessure, delle rupi e dei ghiaioni
Classe: Thlaspietea rotundifolii
Ordine: Drabetalia hoppeanae
Alleanza: Drabion hoppeanae

Areale italiano

Per l'areale completo italiano Artemisia genipi appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]

Macrotipologia: vegetazione casmofitica, glareicola ed epifitica
Classe: Thlaspietea rotundifolii Br.-Bl., 1948
Ordine: Drabetalia hoppeanae Zollitsch ex Merxm. & Zollitsch, 1967
Alleanza: Drabion hoppeanae Zollitsch ex Merxm. & Zollitsch, 1967

Descrizione. L'alleanza Drabion hoppeanae è relativa alle comunità dei ghiaioni calcarei e scisto-calcarei delle aree alpine. Questa comunità si sviluppa su detriti criofili di calcescisti o di rocce di diversa natura. I piani interessati sono quelli alpini e nivali. Le specie di questa associazione rappresentano stadi pionieri e spesso lungamente durevoli. In Italia è presente sulle Alpi.[16]

Alcune specie presenti nell'associazione: Draba hoppeana, Draba dolomitica, Artemisia genipi, Campanula cenisia, Saxifraga biflora, Herniaria alpina, Doronicum glaciale, Galium megalospermum, Psilathera ovata e Pritzelago brevicaulis.

Sistematica

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[17], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[18] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[19]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][8][9]

Filogenesi

Il gruppo di questa voce è descritto nella tribù Anthemideae, una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae). In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 4 principali lignaggi (o cladi); il genere Artemisia (insieme alla sottotribù Artemisiinae) è incluso nel clade Asian-southern African grade.[20]

Attualmente il genere, nell'ambito della flora spontanea italiana, è suddiviso in quattro sezioni e alcune sottosezioni. La specie di questa voce appartiene alla "Sezione II" (Absinthium) caratterizzata dai fiori del disco ermafroditi (i fiori periferici sono femminili), il ricettacolo pubescente e di tipo disciforme, l'indumento formato da peli medifissi, e alla "Sottosezione D" caratterizzata dalle foglie inferiori doppiamente triforcate. Altra specie della stessa sezione: Artemisia umbelliformis Lam. (Assenzio genepi bianco) e Artemisia eriantha Ten. (Assenzio rupestre).[10]

Più in generale (in base ad una analisi completa del genere) la specie di questa voce appartiene al sottogenere Absinthium (Mill.) Less. (vedi "clade 7"[21]) caratterizzato da cicli biologici annuali, biennali o perenni con portamenti subarbustivi, foglie pennate, medie, siflorescenze a pannocchie o racemi e capolini eterogami disciformi con ricettacolo pubescente oppure eterogami disciformi.

I caratteri distintivi della specie Artemisia genipi sono:[10]

  • le foglie sono divise in sottili lacinie, e sono tomentose o vischiose;
  • le foglie inferiori sono divise due volte in tre segmenti;
  • le brattee dell'involucro sono brevemente pubescenti sul dorso (il margine bruno rimane in vista);
  • i capolini contengono 10 – 20 fiori.

Il numero cromosomico delle specie di questa voce è: 2n = 18.[10]

Variabilità

La variabilità di questa specie si manifesta soprattutto nel portamento (contratto o allungato), i capolini possono raggiungere la dimensione di 5 mm e contenere fino a 20 fiori.

Per questa specie sono riconosciute le seguenti sottospecie:[2][10]

  • Artemisia genipi subsp. foliosa Giacom. & Pignatti, 1950
Descrizione: tutti i capolini sono raccolti in una densa spiga apicale di 2 - 3 cm; le foglie cauline sono 2 volte lunghe quanto l'internodio; le foglie basali sono ricoperte da peli a navetta lunghi 0,7 - 1,1 mm; i capolini contengono 8 - 12 fiori.
Distribuzione: è una sottospecie molto rara e si trova nelle Dolomiti di Benta.
  • Artemisia genipi subsp. genipi
Descrizione: all'apice dell'infiorescenza i capolini sono ravvicinati al fusto e formano una densa spiga (8 x 15 mm); le foglie cauline sono 1 - 1,5 volte lunghe quanto l'internodio; le foglie basali sono ricoperte da peli a navetta lunghi 0,4 - 0,8 mm; i capolini contengono 10 - 15 fiori.
Distribuzione: Austria, Francia, Italia, Svizzera e Penisola Balcanica.

Sinonimi

Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]

  • Artemisia decipiens (Vacc.) Giacom. & Pignatti
  • Artemisia genipi var. accedens Rouy
  • Artemisia genipi var. decipiens Vacc.
  • Artemisia genipi var. densa Vacc.
  • Artemisia genipi var. integrifolia Vacc.
  • Artemisia genipi var. laxiuscula Vacc.
  • Artemisia mirabilis Rouy
  • Artemisia spicata Wulfen ex Jacq.
  • Artemisia spicata subsp. villarsii H.Marcailhou & A.Marcailhou

Specie simili

Una specie molto simile a quella di questa voce è Artemisia nivalis Braun-Blanq., 1920, ma è completamente glabra e ridotta (altezza massima 10 cm). Si trova solamente nel Vallese (Svizzera).[2][10]

Usi

È l'ingrediente base nella preparazione del liquore aromatico Genepì.[22]

Note

Bibliografia

Voci correlate

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