Artemisia dracunculus

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Il dragoncello (nome scientifico Artemisia dracunculus L., 1753) è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae, tribù Anthemideae (Asian-southern African grade) e sottotribù Artemisiinae).[1][2]

Etimologia

Il nome Artemisia, di etimologia incerta, è ricondotto alla dea greca della caccia Artemide, o secondo un'altra ipotesi alla regina Artemisia († 350 a.C.), succeduta sul trono di Caria al fratello e consorte Mausolo; si ipotizza inoltre un riferimento al greco artemes (“sano”), con allusione alle proprietà medicamentose delle piante del genere.[3]. L'epiteto specifico (dracunculus) deriva dal greco "draconis" (= drago) e "-unculus" (= piccolo), quindi simile a "piccolo drago o serpente". Sembra che il nome sia stato dato per la somiglianza del rizoma con un piccolo serpente (da Plinio).[4]

Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico Carl Linnaeus (1707-1778) nella pubblicazione " Species Plantarum" ( Sp. Pl. [Linnaeus] 2: 849) del 1753.[5]

È detto anche "dragone", "tarfone", "tragone", "serpentaria".[6]

Descrizione

Il portamento
Le foglie
Infiorescenza
I fiori

Portamento. La specie di questa voce ha un habitus di tipo erbaceo perenne. La forma biologica è camefita suffruticosa (Ch suffr), sono piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm (le porzioni erbacee seccano annualmente e rimangono in vita soltanto le parti legnose). La pianta è glabra, aromatica e amara.[7][8][9][10][11][12][13]

Radici. Le radici sono secondarie da rizoma e sono colorate di color marrone.

Fusto. Il fusto forma dei cespugli che possono raggiungere l'altezza di circa un metro (6 - 12 dm); i rami sono eretti colorati da verde a marrone o bruno-rossastro; sono alquanto legnosi e glabri.

Foglie. Le foglie sono sottili, lucenti e di colore verde scuro. Quelle inferiori sono trifide, quelle superiori hanno delle forme lineari-lanceolate. Dimensione delle foglie: larghezza 2 - 10 mm; lunghezza 20 - 80 mm.

Infiorescenza. Le sinflorescenze sono formate da piccoli capolini penduli raccolti in pannocchie fogliose piramidali. Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale peduncolato di tipo disciforme. I capolini sono formati da un involucro, con forme emisferiche o globose, composto da 2 a 20 brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori del disco (quelli del raggio qui sono assenti). Le brattee, colorate di marrone chiaro, largamente lanceolate, a consistenza membranosa e con margini largamente ialini e glabri, sono disposte in modo più o meno embricato su più serie. Il ricettacolo è nudo ossia senza pagliette a protezione della base dei fiori; la forma è piatta. Diametro dei capolini: 2 - 3 mm. Dimensione delle sinflorescenze: 15 – 45 × 6 – 30 cm.

Fiori. I fiori (femminili esterni da 6 a 25; bisessuali interni da 8 a 20) sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono numerosi con forme brevemente tubulose (attinomorfe); sono ermafroditi. Possono essere divisi tra fiori solamente femminili (posti alla periferia) e fiori bi-sessuali (posti al centro) o funzionalmente maschili.

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[14]
  • Corolla: le corolle dei fiori periferici sono affusolate con lembi più o meno ligulati o filiformi; le corolle di quelli più centrali sono pentalobate a forma deltata. Il colore della corolla è verde-giallastro.
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami (alternati ai lobi della corolla) sorretti da filamenti generalmente liberi e sottili; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo. Le antere possono essere sia di tipo basifissa che medifissa (ossia attaccate al filamento per la base – nel primo caso; oppure in un punto intermedio – nel secondo caso).[15] Questa caratteristica ha valore tassonomico in quanto distingue i generi gli uni dagli altri. Normalmente le antere variano da ottuse (arrotondate) a leggermente appuntite alla base (o anche caudate); in alcune specie le appendici sono triangolari, lineari o ellittiche. Il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) non è polarizzato. Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è più o meno echinato (con punte sporgenti).
  • Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali separate o contigue. I due bracci dello stilo hanno una forma troncata e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli.
  • Antesi: da agosto a settembre.

Frutti. Il frutto è di colore scuro ed è grande 1-2 millimetri. I semi sono generalmente sterili.[16]

Biologia

Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[8][9]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori.
Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo (se presente) il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat

Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Asiatico / Nord Americano.

Distribuzione: è originaria della Siberia meridionale e della Russia meridionale. In Italia è una specie coltivata, raramente cresce spontanea[16] Si trova in America settentrionale e Eurasia.[2]

Habitat: l'habitat tipico per queste piante sono i coltivi. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.

Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini, in Italia, queste piante frequentano i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e in parte quello subalpino (oltre a quello planiziale).

Fitosociologia

Dal punto di vista fitosociologico alpino questa specie appartiene alla seguente comunità vegetale:[17]

Formazione: delle comunità perenni nitrofile
Classe: Artemisietea vulgaris

Sistematica

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[18], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[19] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[20]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][10][11]

Filogenesi

Il gruppo di questa voce è descritto nella tribù Anthemideae, una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae). In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 4 principali lignaggi (o cladi); il genere Artemisia (insieme alla sottotribù Artemisiinae) è incluso nel clade Asian-southern African grade.[21]

Attualmente il genere, nell'ambito della flora spontanea italiana, è suddiviso in quattro sezioni e alcune sottosezioni. La specie di questa voce appartiene alla "Sezione IV" ( Dracunculus) caratterizzata dal ricettacolo glabro, dai capolini disciformi, dai fiori del disco maschili (quelli periferici sono femminili). Altra specie della stessa sezione: Artemisia scoparia W. & K. (Assenzio scopario) e Artemisia campestris L. (Assenzio di campo).[12]

Più in generale (in base ad una analisi completa del genere) la specie di questa voce appartiene al sottogenere Dracunculus (Besser) Rydb (vedi "clade 1"[22]) caratterizzato da cicli biologici perenni con portamenti erbacei o arbustivi (occasionalmente le erbe sono annuali), da foglie di vario genere, forme e dimensioni, da sinflorescenze panicolate (raramente si tratta di un racemo o un corimbo), da capolini del tipo eterogamo-disciforme con fiori centrali maschili o eterogamo-disciforme.

I caratteri distintivi della specie Artemisia dracunculus sono:[12]

  • il portamento consiste in un cespuglio glabro;
  • le foglie sono intere con forme lineari-lanceolate;
  • le sinflorescenze sono formate da capolini penduli in pannocchie fogliose piramidali.

Il numero cromosomico delle specie di questa voce è: 2n = 18.[13]

Variabilità

Per questa specie sono riconosciute le seguenti sottospecie:[2]

  • Artemisia dracunculus var. changaica (Krasch.) Y.R.Ling, 1982 - Distribuzione: Cina
  • Artemisia dracunculus var. dracunculus - Distribuzione: Eurasia e America settentrionale.
  • Artemisia dracunculus subsp. ladakhensis L.Ali, Khuroo & A.H.Ganie, 2023 - Distribuzione: Himalaya occidentale.
  • Artemisia dracunculus var. pamirica (C.Winkl.) Y.R.Ling & Humphries, 1988 - Distribuzione: Asia centrale
  • Artemisia dracunculus var. qinghaiensis Y.R.Ling, 1988 - Distribuzione: Qinghai (Cina.
  • Artemisia dracunculus var. turkestanica Krasch., 1946 - Distribuzione: Asia (fascia centrale dall'Anatolia alla Siberia orientale)

Sinonimi

Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]

  • Artemisia dracunculus subsp. typica H.M.Hall & Clem.
  • Draconia dracunculus (L.) Soják
  • Oligosporus dracunculus (L.) Poljakov

Uso

Culinario

È coltivato nell'Europa occidentale per i suoi usi gastronomici. Foglie e fiori vengono raccolti nei mesi più caldi. È molto utilizzato nella cucina toscana e in quella francese per insaporire pesce, uova e altre pietanze. È uno dei componenti principali della salsa bernese che si usa per accompagnare la carne alla griglia.

Medicinale

Template:Disclaimer Ha proprietà antisettiche e digestive. Le foglie contengono sali minerali e le vitamine A e C. Masticare le foglie riduce la sensibilità delle papille gustative, favorendo l'assunzione di medicine amare. Solitamente le foglie si usano tramite un infuso. Le radici danno sollievo al mal di gola e l'infuso di foglie stimola l'appetito.

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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