Arctium nemorosum

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La bardana selvatica (Arctium nemorosum Lej., 1833) è una pianta erbacea angiosperma dicotiledone appartenente alla famiglia delle Asteraceae.[1][2]

Etimologia

Il nome Arctium, come tanti altri, fu introdotto nella sistematica da Linneo, ma sicuramente l'origine è più antica. "Arctium" (in greco "arction") vuol dire orso (= "arctos"). Probabilmente si fa riferimento alla villosità e all'aspetto ispido della pianta.[3] L'epiteto specifico nemorosum (dal latino "nemos" = radura, bosco[4]) fa riferimento all'habitat tipico di questa specie.
Il binomio scientifico attualmente accettato è stato proposto dal botanico Alexandre Louis Simon Lejeune (1779–1858) nella pubblicazione "Magasin d'horticulture. Liège" del 1833.[5]

Descrizione

Il portamento

La bardana selvatica è alta da 8 a 25 dm. La forma biologica è emicriptofita bienne (H bienn): si tratta quindi di una pianta a ciclo di sviluppo biennale (nel primo anno si formano solamente le foglie; i fiori si sviluppano nel secondo), mentre la riproduzione avviene tramite gemme poste a livello del terreno. Spesso la forma complessiva della pianta è piramidale e a consistenza robusta. L'altezza varia da 8 a 25 dm.[6]

Radici

La radice è di tipo fittonante.

Fusto

  • Parte ipogea: la parte sotterranea è un fittone (e quindi il fusto ipogeo è praticamente inesistente).
  • Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta, pubescente, ramificata e spesso è arrossata e striata. I rami sono patenti alla base, ma penduli all'apice.

Foglie

Il picciolo cavo
Le foglie
Località: Giardino Botanico Alpino "Giangio Lorenzoni", Pian Cansiglio, Tambre d'Alpago (BL), 1000 m s.l.m. - 16/7/2009

Le foglie sono in genere intere, a lamina allargata e ruvide con bordi grossolanamente dentati e ondulati. Il picciolo è cavo (a volte solo alla base). Sono glabre e verdi nella parte superiore; biancastre e ragnatelose o grigio-tomentose inferiormente. Lunghezza del picciolo: 1 - 3 dm.

  • Foglie basali: picciolate a lamina ovale-cuoriforme. Dimensioni: larghezza 2 – 3 cm; lunghezza 3 – 5 cm.
  • Foglie cauline: la disposizione delle foglie lungo il caule è alterna; sono sessili e la forma della lamina è lanceolata.

Infiorescenza

Infiorescenza
Località: Giardino Botanico Alpino "Giangio Lorenzoni", Pian Cansiglio, Tambre d'Alpago (BL), 1000 m s.l.m. - 16/7/2009

L'infiorescenza è costituita da diversi capolino sferici riuniti in corimbi. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo (o pedicello) sorregge un involucro composto da diverse brattee (o squame) lesiniformi, verdi e sub-glabre disposte su più serie e formanti un riccio di aculei uncinati giallastri all'apice (rossastri appeno sotto), che fanno da protezione al ricettacolo più o meno piano sul quale s'inseriscono i fiori tubulosi. Le squame sono di dimensioni diverse e comunque di poco inferiori ai fiori, i bordi sono finemente seghettati e sono inoltre persistenti. Diametro dei capolini: 3 – 4 cm. Lunghezza dei peduncoli: 1 – 3 cm. Dimensione delle squame: larghezza 1,5 mm; lunghezza 15 mm.

Fiore

I fiori sono tutti del tipo tubuloso (il tipo ligulato, i fiori del raggio, presente nella maggioranza delle Asteraceae, qui è assente), sono ermafroditi, attinoformi, tetra-ciclici (con quattro verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ossia sia il calice che la corolla sono composti da cinque elementi).

  • /x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[7]

Frutti

Il frutto è un achenio di pochi millimetri (8 – 11 mm) di colore scuro. Il pappo presenta una coroncina di brevi setole.

Biologia

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat

Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[8] – Distribuzione alpina[9])

Fitosociologia

Dal punto di vista fitosociologico Arctium nemorosum appartiene alla seguente comunità vegetale[9]:

Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri;
Classe: Epilobietea angustifolii
Ordine: Atropetalia bella-donae
Alleanza: Atropion

Tassonomia

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[11], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[12] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[13]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][14][15]

Filogenesi

Il genere Arctium (con 44 specie, 4 delle quali nella flora spontanea italiana) appartiene alla sottotribù Arctiinae (in precedenza era descritto nel gruppo tassonomico informale Arctium-Cousinia Group)[16] (tribù Cardueae, sottofamiglia Carduoideae).[15][17][18][19] In natura esistono inoltre molti ibridi in quanto le singole specie sono interfertili.
Il numero cromosomico di A. nemorosum è: 2n = 34 e 36.[6][20]
Il basionimo per questa specie è: Arctium lappa L. subsp. nemorosum (Lej.) P.D.Sell, 2006[5]

Ibridi

Al Nord dell'Italia e nell'Appennino Settentrionale si possono trovare degli ibridi con Arctium minus (Hill) Bernh..[21]
Nell'elenco seguente sono indicati alcuni ibridi interspecifici:[22]

Sinonimi

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[2] Template:Div col

  • Arctium glabrescens Klokov
  • Arctium maassii (M.Schultze) Rouy
  • Arctium intermedium Lange, 1861, non Bab.
  • Arctium macrospermum (Walbr.) Dalla Torre & Sarnth.
  • Arctium majus Bernh. subsp. intermedium (Lange) Nyman, 1879
  • Arctium majus Bernh. subsp. nemorosum (Lej.) Rouy
  • Arctium minus Bernh. subsp. nemorosum (Lej.) Syme
  • Arctium nemorosum subsp. nemorosum
  • Arctium nemorosum var. nemorosum
  • Arctium nemorosum fo. mathei Soó
  • Arctium nemorosum fo. nemorosum
  • Arctium newbouldii (F.N.Williams) Druce
  • Arctium pubens var. microcephalum Math
  • Arctium vulgare Auct. Ital.
  • Lappa nemorosa (Lej.) Körn.
  • Lappa officinalis

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Specie simili

  • Arctium lappa L. - Bardana maggiore: è più grande e più vigorosa della bardana minore (i capolini hanno dimensione di 3 – 4 cm); inoltre le foglie sono più larghe e i rami superiori si presentano con una configurazione corimbosa.
  • Arctium minus (Hill) Bernh. - Bardana minore: è meno grande e meno vigorosa della bardana maggiore (i capolini hanno dimensione di 1-2 centimetri). Inoltre le foglie sono più strette
  • Arctium tomentosum Miller - Bardana lanuta: la caratteristica più rilevante è nell'involucro: le squame esterne sono uncinate, mentre quelle interne sono con punte diritte.

Altre notizie

La bardana selvatica in altre lingue viene chiamata nei seguenti modi:

Note

Bibliografia

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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