Principio di Markov

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Il Principio di Markov, che deve il nome ad Andrej Andreevič Markov, è una tautologia della logica classica che non è intuizionisticamente valida ma può essere giustificata costruttivamente.

Ci sono diverse formulazioni equivalenti del principio di Markov.

Enunciato del principio

Nel linguaggio della teoria della calcolabilità, il principio di Markov è l'espressione formale dell'affermazione per cui, se è impossibile che un algoritmo non termini, allora termina. Ciò è equivalente all'affermare che se un insieme, assieme al suo complemento, è ricorsivamente enumerabile, allora l'insieme è ricorsivo.

Nella logica al primo ordine, se P è un predicato sui numeri naturali, si può esprimere come:

(n(P(n)¬P(n)))(¬n¬P(n))(nP(n)).

Cioè, se P è decidibile, e non può essere falso per ogni numero naturale n, allora è vero per qualche n. (In generale, un predicato P su qualche dominio si dice "decidibile" se per ogni x nel dominio, P(x) è vero o P(x) non è vero, e ciò non sempre vale costruttivamente).

Il principio è equivalente, in HA, a:

¬¬nf(n)=0nf(n)=0,

con f una funzione ricorsiva totale sui numeri naturali.

Nel linguaggio dell'analisi reale, il principio è equivalente ai seguenti:

  • Per ogni numero reale x, se è contraddittorio che x sia uguale a 0, allora esiste y tale che 0<y<|x|, spesso espresso dicendo che x è costruttivamente diverso da 0.
  • Per ogni numero reale x, se è contraddittorio che x sia uguale a 0, allora esiste un y tale che xy=1.

Realizzabilità

Il principio di Markov può essere giustificato tramite la realizzabilità: un realizzatore è una ricerca illimitata che controlla successivamente se P(0),P(1),P(2), sia vero. Dato che P non è sempre falsa, la ricerca non può continuare all'infinito. Per la logica classica si conclude che la ricerca termina su un valore per cui P vale.

La realizzabilità modificata non giustifica il principio di Markov, anche se si usa la logica classica nella meta-teoria: non c'è nessun realizzatore nel linguaggio del lambda calcolo tipato, dato che non è Turing completo e non si possono definire cicli arbitrari.

Principio di Markov debole

Una forma più debole del principio di Markov può essere espressa nel linguaggio dell'analisi come:

x (y ¬¬(0<y)¬¬(y<x))0<x.

Questa forma può essere giustificata dai principi di continuità di Brouwer, anche se invece l'enunciato forte li contraddice. Sebbene possa essere derivato per mezzo di ragionamenti intuizionistici, di realizzabilità e classici, il principio non è valido in senso costruttivo secondo Bishop.[1]

Note

  1. Template:En Ulrich Kohlenbach, "On weak Markov's principle". Mathematical Logic Quarterly (2002), vol 48, issue S1, pp. 59–65.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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